Pane fritto prova Cuoco

Le orecchiette in crema di pinoli di Cotto e Mangiato

orecchiette crema pinoli Cotto Mangiato

Una delle ultime ricette preparate da Tessa Gelisio a Cotto e Mangiato, sono state le orecchiette in crema di pinoli. Una ricetta tipica ligure che ammetto candidamente di aver sconosciuto fino al momento in cui non ne ho sentito parlare proprio in trasmissione. Un piatto della cucina povera, preparato con le orecchiette preferibilmente fresche e con una salsa preparata a partire dal pane raffermo ammollato nel latte (della serie non si butta via niente, e meno male!) e frullato con i pinoli.

testaroli pesto piatto tipico lunigiana

I testaroli al pesto, un piatto tipico della Lunigiana

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Piatto tipico della Lunigiana, zona a cavallo tra la Toscana, e la Liguria, i testaroli costituiscono un piatto appartenente alla cucina povera. Facili da preparare in casa vengono accompagnati in questa ricetta dal pesto. Contraddistinti dalla paziente lavorazione, dall’accurata cottura e da un condimento fresco e profumato, a partire da farina ed acqua nasce un piatto degno della migliore tradizione gastronomica.

ricette pasquali regionali torta pasqualina

Ricette pasquali regionali, la torta pasqualina con erbette

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E quando si parla di pasqua non possiamo assolutamente tralasciare la torta pasqualina. Una ricetta regionale per una torta salata rustica molto preparata in Liguria in questo periodo, quello che precede la Pasqua. Della torta pasqualina esistono diverse versioni, quella con le bietole e quella con i carciofi ad esempio. Oggi vorrei proporvi forse la versione classica: quella con le erbette.

La torta pasqualina, come tutte le ricette regionali, ha origini antiche: veniva preparata già nel 1400 prevedendo nel ripieno, oltre le erbette, anche la cagliata, ossia un formaggio che oggi viene facilmente sostituito dalla comune ricotta, ed infine delle uova. L’esecuzione di questa ricetta è abbastanza lunga, anche perchè non utilizza nessun escamotage, come ad esempio la pasta sfoglia pronta. Infatti la base è costituita da una pasta fatta in casa a base di sola farina, acqua ed olio che viene ridotta in una decina di sfoglie spennellate singolarmente con olio.

Ricette dolci, baci di Alassio

La nostra ricetta odierna è quella dei baci di Alassio. Tipici dolcetti al cioccolato molto conosciuti nella cittadina ligure: una deliziosa crema di cioccolato morbida tra due parti invece dure. Una sorta di biscottini al cacao e alle nocciole molto semplici da preparare. Una cosa vi servirà però: la sac a poche. Ma sicuramente chi è un appassionato di cucina non potrà non averla in casa. Come dicevamo questi dolci sono tipici della Liguria tanto da prendere proprio il nome dalla città di Alassio.  Ricordano in parte i baci di bimba ma sono differenti. Per prima cosa la parte più “biscottosa” se così possiamo dire, sarà scura e questo grazie all’utilizzo del cacao. E poi non avrà una forma sferica ma molto particolare. Questo perchè utilizzeremo per dare vita ai dolcetti la sac a poche. Ci servirà l’uscita a stella che darà la forma ai dolcetti. Una ricetta del passato, ha più di un secolo, che però è entrata nella nostra tradizione solo di recente.

Primi piatti vegetariani: le Trenette con i fagiolini

Oggi, portiamo ancora un pò di verde sulle nostre tavole, e come vi ho detto quando vi ho parlato delle penne con zucchine e pistacchio, il verde è il colore della speranza, e visto che in questo periodo c’è tanto da sperare per evitare di disperare (scusate il pessimo gioco di parole) tingiamo tutto di verde! Questa volta ci rifaremo a due ingredienti che sono simboli stessi del verde: i fagiolini, che non a caso in inglese si chiamano green beans, fagioli verdi, ed al nostro amatissimo pesto.

Pesto? Si, se stante pensando alla cucina ligure siete sulla buona strada. Il piatto di oggi è tutto ligure: le Trenette con i fagiolini. Le trenette sono, infatti, il formato di pasta della Liguria e pesto e fagiolini sono due ingredienti tipici di questa regione. Le Trenette con i fagiolini sono, inoltre, un primo piatto della cucina vegetariana. Tutti in tavola, quindi, con le Trenette con i fagiolini.

Dolci di Natale. Il pandolce genovese.

Se parliamo di tradizioni natalizie, il dolce che vi propongo oggi ne è il simbolo. Originario della Liguria ma apprezzato in tutta l’Italia, il Pandolce genovese fa parte di quella ricca schiera dei pani arricchiti, tradizionali delle feste in molte regioni italiane. Leggenda vuole che sia stato il doge Andrea Doria, nel ‘500, a bandire un concorso tra i maestri pasticceri di Genova per la creazione di un dolce rappresentativo della ricchezza cittadina. Questo dessert doveva essere coerente con l’anima marinara genovese: nutriente ma di lunga conservazione, da tenere in cambusa durante i lunghi viaggi per mare. Nacque così il pandolce, una sorta di focaccia di pasta lievitata farcita. Indipendentemente dall’attendibilità storica del fatto, il pandolce si collocò saldamente nella tradizione del Natale ligure, tanto da diventare il protagonista di un rito propiziatorio di salute, fortuna, soldi per il nuovo anno. E ancora oggi la tradizione esige che il più giovane estragga il rametto d’ulivo che si colloca al centro e lo conservi come simbolo di buon auspicio. Il più anziano a tavola invece, taglia le porzioni e ne conserva due fette: una per il viandante o il povero che potrebbe bussare alla porta e l’altra per San Biagio (3 febbraio), protettore della gola. Tutto viene innaffiato con vino di Coronata e lo Sciacchetrà che accompagna i dolci.

Prepararlo non è difficile, eccetto per il fatto che bisogna preparare una parte dell’impasto il giorno prima e poi tenerlo in un luogo caldo almeno per 24 ore, in modo che la pasta possa lievitare al massimo.

Faraona ripiena ai carciofi ligure. Il secondo tradizionale del Natale.

Abbiamo parlato spesso dei piatti di carne tipici del Natale. Mentre per la sera della vigilia di Natale tradizionalmente si mangia il pesce, il pranzo di Natale è un trionfo di carni, prime fra tutte il cappone, che è presente nelle ricette tradizionali di tante regioni italiane. Ma ci sono anche ricette tradizionali a base di tacchino e faraona. La faraona è la protagonista della ricetta di oggi. E’ una carne molto proteica e quindi nutriente, in più è un piatto succulento e raffinato, un secondo perfetto per le feste natalizie. Il ripieno della faraona può essere fatto in molti modi, ma quello di oggi è abbastanza leggero, a base di carciofi con un po’ di pancetta che conferisce un gusto più deciso a tutta la preparazione. Per il Pranzo di Natale la faraona è una buona scelta, molto gustosa, versatile in cucina e soprattutto di dimensioni limitate, sarà sicuramente consumata tutta durante il pranzo. La ricetta della faraona con ripieno ai carciofi non è difficilissima. L’unica noia potrebbere essere quella di dover fiammeggiare la faraona prima di cucinarla, per rimuovere penne e piume eventualmente rimaste attaccate alla pelle. E poi dovrete preparare un brodo vegetale, che servirà per bagnare la faraona mentre cuocerà in forno. Potete preparare il brodo il giorno prima per risparmiare tempo. Come accompagnamento alla faraona ripiena, servite delle fettine di polenta gratinate con un po’ di burro oppure un formaggio erborinato. Al fondo di cottura della faraona ripiena, potete anche aggiungere una cipolla tagliata a spicchi che diventerà bruna e caramellata.

Pranzo di Natale 2010: il cappon magro genovese

Il cappon magro è il trionfo della cucina ligure, un trionfo di magro fatto di verdure di tanti tipi, pesci, erbe aromatiche ed olio. Il nome di questo piatto racchiude l’essenza della cucina povera ligure, infatti a Natale il cappone (cioè il gallo castrato) veniva rimpiazzato da questa stupenda creazione fatta con i “poveri” prodotti della terra e del mare ligure. Il Cappon Magro è oggi uno dei piatti natalizi più pregiati della tradizione genovese e ligure. Le sue origini sono piene di mistero e fascino perchè non sono storicamente certe. Pare però che la sua origine sia quella di piatto di recupero, probabilmente inventato dai marinai delle “galere”, fatto con le gallette del marinaio, avanzi di verdure e di pesce cappone, il tutto bagnato dell’aceto, conservante naturale. In età barocca il piatto fu probabilmente ripreso dai cuochi delle corti nobiliari dell’oligarchia genovese, arricchito con nuovi ingredienti (aragoste, gamberoni, mosciame di tonno) e confezionato a forma di pesce, secondo un ben calcolato gioco di colori davvero molto suggestivo. Essendo una preparazione, un po’ complicata e molto lunga, oggi il cappon magro nelle famiglie genovesi si fa per lo più nelle feste natalizie e nelle grandi occasioni. La preparazione del piatto è complessa, la lista degli ingredienti lunghissima e se vi capitasse di esaurire tutte le padelle e le insalatiere che avete in casa, non disperate. E’ la norma! Per rendere tutto più divertente potreste preparare questa pietanza insieme a qualche amica. Il lavoro sarà più leggero e sicuramente molto più divertente. Il cappon magro va irrorato con la salsa verde genovese, un condimento tipico ligure a base di prezzemolo, capperi e acciughe.

Ricette senza glutine, farinata di ceci

Oggi prepareremo una torta salata tipica della liguria e in particolare di Genova. Sto parlando della farinata di ceci conosciuta anche come fainè. Una ricetta senza glutine che vi permetterà di cucinare una buonissima torta senza bisogno di acquistare i costosi prodotti che non contengono il glutine. Pochi semplici ingredienti per un piatto che potrà essere mangiato come secondo accompagnato magari da un contorno di verdure, ma anche come antipasto. Le origini di questa ricetta vanno ricercate in tempi molto molto lontani. Leggenda vuole che la preparazione di questa torta andasse di moda tra i soldati greci e romani che non avevano molto tempo a disposizione. Mescolavano infatti la farina di ceci all’acqua e all’olio e lasciavano cuocere al sole sul loro scudo il composto. Il fatto che la torta sia molto bassa facilitava la cottura. E’ diventata poi una ricetta tipica della Liguria dopo una battaglia che ha visto coinvolte Pisa e Genova. I marinai liguri di ritorno dopo la battaglia affrontarono una terribile tempesta durante la quale si rovesciarono farina di ceci e olio che si unirono all’acqua salata. Quello però era ciò che restava e i marinai lo mangiarono dopo aver cotto tutto al sole. Capirono quindi che il risultato era ottimo e si decise di utilizzare il forno.

Un primo ligure natalizio, i maccheroni in brodo.

Continuiamo il nostro viaggio attraverso i piatti regionali della tradizione in occasione delle festività natalizie. Ieri vi ho proposto la ricetta dei tortellini in brodo emiliani, oggi continuiamo sulla scia dei primi e ci spostiamo in Liguria. Questa ricetta risale alle antiche tradizioni del Natale a Genova, dove veniva servita la sera della vigilia o il giorno di Natale. Oggi forse sono più comuni i ravioli, ma un tempo i ravioli si preparavano il giorno di Santo Stefano con gli avanzi del giorno prima, mentre durante il pranzo di Natale si cucinavano i natalini.  A Natale infatti, in Liguria vengono prodotti degli speciali maccheroni, chiamati appunto “natalini” o semplicemente “maccheroni di Natale”. Si tratta di un formato di maccheroni piuttosto lunghi, tagliati di sbieco alle estremità, molto simili agli ziti napoletani ma leggermente più larghi di diametro e prodotti utilizzando la semola di grano duro. Questi speciali maccheroni vengono prodotti in Liguria soltanto in occasione del periodo natalizio e hanno una lavorazione particolare. Sono dorati, lisci ma con lievi irregolarità e anche il sapore è piuttosto particolare. La tradizione ligure richiede che i maccheroni in brodo si mangino durante il pranzo di Natale. Il brodo tradizionale è quello di cappone, a cui durante la cottura della pasta va aggiunto qualche pezzo di salsiccia sbriciolata e dei pezzi di cardo lessato. I maccheroni di Natale sono perfetti anche conditi con il tocco, il sugo di carne tipico di Genova e in questo caso si aggiunge anche qualche fetta di patata.

Pesto alla genovese con il bimby

Volete sapere come preparare il pesto alla genovese in modo veloce? semplice usando il bimby. Vi ci vorranno neanche 10 minuti e avrete a disposizione un fresco e delizioso pesto alla genovese per condire i vostri piatti.

Con il bimby oltre a risparmiare tempo potrete anche preparare delle quantità maggiori da poter congelare dentro barattoli di vetro e tenere sempre a portata di mano, da scongelare anche a bagnomaria magari se avete ospiti improvvisi a cena.

Il pesto alla genovese è un piatto tipico della Liguria e la ricetta originale prevede una preparazione a mano dove gli ingredienti vanno pestati dentro un mortaio con un pestello di legno, inserendo prima basilico, aglio e pinoli e poi formaggio e olio.

Ricette estive: plumcake al pesto alla genovese per un picnic in spiaggia

Buon mercoledi, oggi non ho per nulla voglia di cucinare, vivrò di rendita dal cake che ho preparato ieri e che, fortunatamente, è avanzato : il plumcake al pesto alla genovese. Il plumcake al pesto è un prodotto da forno eccezionale, si prepara in men che non si dica e risolve i pranzi e le cene dell’ultimo minuto. Io lo consiglio anche da portare in spiaggia e da consumare tra una nuotata e l’altra. Se lo tagliate a fette già a casa prima di partire è un’ottima merenda per il mare. Il plumcake al pesto può essere arricchito con cubetti di mozzarella o di altro formaggio, voledno potete aggiungere dei wurstel o dei cubetti di pancetta affumicata.

La focaccia alla crescenza, una degna imitazione

focaccia alla crescenza

 

TEMPO: 50 minuti| COSTO: basso| DIFFICOLTA’: medio-bassa

VEGETARIANA:SI | PICCANTE:NO | GLUTINE: SI | BAMBINI: SI


Non so voi mai vado matta per il formaggio, e per le torte salate, e questa focaccia alla crescenza  è un esempio golosissimo di questo connubio. La focaccia alla crescenza è una sorta di torta salata con un ripieno cremosissimo di crescenza, appunto, e di ricotta. Neanche a dirlo è di un sapore delicato che spingerebbe chiunque a fare il bis, ed il tris…

La ricetta che vi propongo è molto simile a quella più famosa di Recco, nel cui ripieno viene utilizzato un tipo di formaggio che si chiama “prescinseua”, una formagella tipica della regione Liguria. In effetti credo che non sia facilmente reperibile nel resto d’Italia, quindi andate alla ricerca di una crescenza davvero ottima per questa ricetta. Al contrario di quanto faccio solitamente, questa volta non vi consiglierò di arricchire con nessun altro ingrediente questa focaccia, è già meravigliosa di suo, ogni altra aggiunta a mio parere ne comprometterebbe il risultato finale.

Una ricetta di stagione: le Trofie con fave e pancetta

trofie-con-fave-e-pancetta

TEMPO: 30 minuti| COSTO: medio| DIFFICOLTA’: bassa

VEGETARIANA:NO | PICCANTE:NO | GLUTINE: SI | BAMBINI: SI


L’argomento di oggi mi mette un po’ in confusione! Non che tratti di un argomento scabroso, ma per il semplice fatto che vale la pena soffermarsi a palare di entrambi i due ingredienti principali della ricetta che descriverò. Procediamo con ordine ed iniziamo dal nome: Trofie con fave e pancetta. Spero che adesso capiate da dove scaturiva la mia confusione. Come non soffermarsi sulle trofie, e come non parlare delle fave!

In primis parliamo della pasta. Le trofie, questo particolarissimo formato di pasta tipico della Cucina Ligure, dal nome ambiguo. La traduzione dal nome dialettale trofie vuol dire, infatti, gnocchi! Ma questa pasta con gli gnocchi ha ben poco da spartire, sia per la forma, stretta e allungata in contrapposizione a quella piena e tondeggiante degli gnocchi, sia per gli ingredienti, le trofie si fanno solo con la farina.

La tradizione ligure vorrebbe che le trofie si mangiassero condite con il pesto, ma a noi piace andare fuori dagli schemi e provare nuove combinazioni di sapori. Così arriviamo alle fave ortaggio tipico di questo periodo. In questi giorni, infatti, come vuole la tradizione della Capitale e di alcune località del Sud si iniziano a sgranocchiare le prime fave crude accompagnate al pecorino. Ma adesso basta parlare, e via in cucina a preparare le Trofie con fave e pancetta.