Il tortellino è una pasta all’uovo tipica della cucina emiliana, specialmente in occasione delle festività natalizie. La forma ricorda un piccolo anello che la tradizione associa all’ombelico di Venere, ed il ripieno è un misto di varie carni con prosciutto, mortadella, uovo, parmigiano e noce moscata. La paternità della ricetta è da sempre contesa tra le città di Bologna e Modena ed è antichissima, tanto che già lo storico Cervellati, segnala che nel secolo XII a Bologna si mangiavano i “tortellorum ad Natale”. Il più fedele compagno del tortellino è il brodo di cappone, almeno nella ricetta tradizionale. Il cappone è un gallettino nato tra aprile e maggio e castrato ad agosto, quando pesa circa un chilo e mezzo. A Natale ha raggiunto il peso giusto, tra i quattro e i sei chili. Se il cappone, o la gallina, non c’è può prendere il suo posto anche un brodo di manzo. L’essenziale è che il brodo sia a base di carne (con parti grasse e magre in egual misura) e di aromi (sedano, cipolla, carote e prezzemolo). Chi ne ha voglia può aggiungere un pomodoro o una patata. L’acqua è fondamentale (un litro ogni 100 grammi di carne) e va aggiunta di tanto in tanto per compensare l’evaporazione e non per allungare il brodo. Per dar vita al tortellino si deve prendere un pizzico di ripieno, sistemarlo sul quadratino di pasta, e poi chiudere la sfoglia sul ripieno, con una sapiente pressione nei punti giusti. Infine, la cottura. I tortellini vanno cotti con delicatezza, facendoli cadere lentamente, perché non si incollino. Il tempo di cottura è breve, quanto basta per vederli salire a galla. Certo la preparazione del tortellino non è un’operazione semplice, ma vale la pena impegnarsi perchè il risultato è eccezionale e il pranzo di Natale con un piatto del genere, resterà un dolce ricordo per tutti.
Elemento imprescindibile per la buona riuscita del brodo è il tempo. Perché sia degno dei tortellini che vi si immergeranno, il brodo deve stare sul fuoco quattro ore o giù di lì. E va sgrassato di frequente, eliminando il grasso che sale in superficie e la schiuma che si va formando. Per potersi dichiarare ben sgrassato, il brodo dovrà anche passare per un colino fitto, o per un panno umido ben strizzato. Per un buon tortellino il parmigiano è essenziale. E chiaramente di tratta del parmigiano reggiano, meglio se stagionato. I tortellini si possono anche preparare prima e congelare. Per congelarli ben separati, è meglio prima disporli su di un vassoio in orizzontale per un’oretta nel freezer, e poi una volta congelati, possono essere racchiusi in sacchetti. Vanno buttati nel brodo bollente (in nessun caso nell’acqua bollente) ancora congelati.
sarebbe stato utile elencare anche gli ingredienti per fare il brodo (di carne immagino)
Ciao Danny. Gli ingredienti e le dosi per fare il brodo sono elencati nell’articolo. Se leggi fino alla fine c’è anche qualche consiglio per cuocerlo e sgrassarlo come si deve! 🙂
oops chiedo scusa, avevo saltato l’introduzione