Coniglio fritto al limone di Anna Moroni

Non mangio spesso il coniglio, anzi devo ammettere che se dipendesse da me neanche lo comprerei, non perchè non mi piaccia ma perchè in fin dei conti non vado matta per la carne. Detto questo, dopo esserne stata omaggiata da parte di una vicina di casa ho voluto utilizzarlo in questa ricetta di Anna Moroni, che mi ricorda tanto quella preparata dalla mia nonna materna, suo cavallo di battaglia. Il coniglio fritto al limone rappresenta un secondo davvero sfizioso, nonostante l’estrema facilità di esecuzione.

Carne di coniglio

6 ricette con il cavolo cappuccio (FOTO)

Il cavolo cappuccio è uno dei miei ortaggi di stagione preferiti. Non manca mai in frigo e non perdo occasione per utilizzarlo nelle più disparate pietanze. Devo dire che la sua versatilità agevoli notevolmente nell’impresa di creare delle ricette davvero eccezionali, come le 6 che seguono e che vi consiglio vivamente. Ottimo per i contorni, non delude sia come condimento per la pasta che come completamento di secondi di carne, di coniglio o maiale non importa. Ecco i piatti con annesse foto.

Coniglio pasquale farcito Prova Cuoco

Coniglio pasquale farcito della Prova del Cuoco

Coniglio pasquale farcito Prova Cuoco

Insieme all’agnello grande protagonista della Pasqua è il coniglio. In  questa ricetta, vista preparare durante una delle ultime puntate della Prova del Cuoco da Anna Moroni, lo vediamo protagonista di un secondo gustoso ed allettante. Il coniglio pasquale farcito risulta così essere una delle prepeparazioni ideali da portare in tavola per l’occasione. Arricchito con un ripieno succulento, piace a tutti, grandi e bambini, ed ha dalla sua il fatto di poter essere preparato con anticipo e scaldato poco prima di essere servito.

carne frutta parte II coniglio prugne

Carne e frutta, parte seconda: il coniglio alle prugne

carne frutta parte seconda coniglio prugne

Eccoci alla seconda puntata della serie di ricette dedicate al binomio carne e frutta. La ricetta di oggi è sicuramente all’altezza del pollo con le albicocche anche se i sapori sono assolutamente diversi, che di più non si potrebbe: il coniglio con le prugne. E’ stato un piatto che mi ha stupito, e non solo me a dir la verità, anche in famiglia è piaciuto, tanto che mi è stato “gentilmente consigliato” di riprepararlo al più presto. Non sarà un grande sforzo perchè il risultato è valso la pena della lunga cottura, unica pecca di questa preparazione.

Secondi piatti di carne: coniglio in fricassea

Questo secondo piatto è decisamente adatto ad uno di quei pranzi domenicali in cui si mangia tanto, perchè va sempre a finire così, però se si mangiano cose buone di gusto si può pensare a un digiuno della sera stessa, quasi sempre forzato perchè lo stomaco non ne può più, mantenendo ancora sotto il palato il delizioso sapore di questo coniglio in fricassea. La preparazione è un po’ elaborata, ma comunque semplice, la cottura lunga, ma garantisce l’ottimo sapore della carne, che risulterà morbida e ben insaporita. Proprio a questo proposito potete pensare di inserire altre spezie nella prima fase di cottura, insieme al timo e all’alloro. Ci sono molti banchi di frutta e verdura che al mercato preparano anche combinazioni di spezie e aromi freschi che poi risultano perfetti proprio per preparazione come queste, in cui l’aspetto del sapore dato durante la fase di cottura è fondamentale.

Abbinate al coniglio le patate al forno, sono davvero perfette e completeranno il condimento dei funghi rendendo questo secondo piatto davvero speciale.

Il friccò all’eugubina, un piatto tradizionale del Natale in Umbria

Sarà perchè in Umbria nacque San Francesco (che ricordiamo è l’inventore del Presepe nella forma che noi tutti conosciamo), sarà perchè qui da sempre si vive una spiritualità diffusa, sarà per l’aria che si respira, ad ogni modo è difficile trovare un’altra regione in cui sia tanto sentita la tradizione del Natale. Il Pranzo di Natale in particolare, per i veri tradizionalisti è uno dei momenti più attesi dell’anno. Infatti in questa occasione si riuniscono le famiglie e si cucina a volte anche per giorni, per presentare in tavola i piatti della tradizione, che a volte si mescolano dando vita in ogni casa a un menu particolare, straordinario, composto da varie portate. Molte delle portate che si cucinano a Natale sono piatti tradizionali delle regioni italiane, che in occasione del Natale arrivano sulle tavole a testimoniare che le buone abitudini a tavola non sono state dimenticate. La ricetta di oggi proviene da Gubbio ed è un piatto tipico della tradizione culinaria di questa città, che spesso viene proposto come secondo piatto durante il pranzo di Natale. Si tratta di una preparazone di carne o misto di carni cotte in tegame di coccio, tipica di Gubbio, che somiglia molto ad un misto di carni alla cacciatora. Si possono usare il pollo, il coniglio, l’anatra, l’agnello, il tacchino, la faraona, il manzo. Si serve con la crescia cotta sul panaro o con la torta al Testo.

Ricette secondi, il coniglio alla pizzaiola

Chissà perchè da bambina non ho mai amato la carne di coniglio. Mi rifiutavo letteralmente anche solo di annusarla nel piatto. Anche oggi, il coniglio non rientra tra le tipologie di carne che preferisco, ma cucinato in determinati modo lo mangio volentieri. E’ il caso del coniglio alla pizzaiola, un secondo semplice e veloce ma molto gustoso. Il coniglio alla pizzaiola si prepara con pochi ingredienti tra i quali i pomodori, il vino bianco e le olive nere, queste ultime regalano un sapore particolare rendendo il coniglio alla pizzaiola un secondo quasi rustico.

Il coniglio, appartenendo alla categoria delle cosidette carni bianche è molto digeribile, ha una carne dal sapore gustoso e tenero.  Molto spesso viene snobbata perchè si predilige la carne di pollo o di tacchino, ma il coniglio ha da parte sua un ottimo valore nutrizionale e, ciò che non guasta mai, un prezzo molto contenuto. Vi consiglio la prossima volta che passate in macelleria di farci un pensierino.

Tutti pronti per la Pasqua: coscette di coniglio fritte

La carne di coniglio è molto apprezzata in Italia, anche se non è consumata quotidianamente, certo non a livello delle carni bovine, ma comunque l’Italia risulta uno dei paesi che consuma questa carne in quantità più elevate, oltre ad esserne la maggiore produttrice.

La carne di coniglio è povera di colesterolo, ricca di sali minerali, come fosforo, magnesio e potassio, e infine povera di grassi… ecco perchè la friggiamo, così ce li aggiungiamo noi con questa ricetta! A parte gli scherzi, questa ricetta è in tema pasquale, visto che il coniglio, in quasi tutte le regioni, è una delle portate ufficiali della Pasqua, come secondo piatto intendo chiaramente, coniglio accompagnato da piselli, patate e contorni vari, sempre buonissimo, delicato, leggero e molto molto saporito, a differenza delle altre carni bianche, come il pollame, che invece risultano spesso di poco sapore.

Velocissima da preparare, potete scegliere voi quali parti del coniglio utilizzare, e se non vi va di pulire il coniglio potete anche utilizzare le confezioni di coscette e friggere quelle, come si fa con il pollo.

L’Antipasto di Natale: Paté di Fegato

patè

Questa volta si tratta di un piatto degno di tutta la tradizione natalizia a tavola, stiamo infatti parlando del paté. Uno dei più classici antipasti del giorno di Natale, in questa ricetta però vi proponiamo non il Paté di Fegatini toscano bensì una rivisitazione dello stesso in chiave francese. Quindi un paté ben più cremoso come consistenza e meno granuloso e questo naturalmente grazie anche alla presenza del burro. L’utilizzo del burro rende questa preparazione particolarmente adatta ad essere servita con dei crostini di pane e con dell’insalata e magari anche con della gelatina di melagrana, così come ci suggerisce la rivista Sale e Pepe di dicembre. Infatti il sapore asprigno della melagrana si sposa particolarmente bene con il grasso del fegato e trasforma questo piatto in un tripudio di profumi e sapori. L’unica accortezza da utilizzare in questa ricetta sta nella modalità di servirla: é necessario infatti tirare fuori il patè dal frigorifero almeno 20 minuti prima di portarlo in tavola, in modo che la parte del burro possa ammorbidirsi.

Ricette economiche: pappardelle al sugo di tacchino

pappardelle

TEMPO: 1 ora| COSTO: basso| DIFFICOLTA’: media

VEGETARIANA: NO | PICCANTE: NO | GLUTINE: SI | BAMBINI: SI


Il nome delle pappardelle deriva dal verbo “pappare”. Questa pasta è lunga e a sezione rettangolare, larga circa 3 centimetri. Può essere prodotta e confezionata in due modi diversi, o con semola e acqua o con farina e uova. Il sugo che solitamente accompagna le pappardelle è di selvaggina, e penso che tutti, tranne i vegetariani, avranno assaggiato le pappardelle al sugo di coniglio o di lepre. Questa è invece una variante più economica, con sugo bianco e non rosso e con il tacchino al posto della selvaggina.

Potete provare tanti sughi diversi con le pappardelle, anche un semplice ragù, magari arricchito di piselli, o anche con l’agnello, sempre preparando un sugo come se fosse un ragù. Le pappardelle sono un classico piatto domenicale, come le lasagna, i cannelloni e la pasta al forno, se ne preparate un po’ di più a pranzo potrete trovarvi avvantaggiate per il pasto della sera o per quello del giorno dopo, potrete preparare un’ottima frittata di pasta.

Una gita in Romagna tra le leccornie del Ristorante Belvedere

ristorante belvedere

RISTORANTE BELVEDERE

LUOGO: Bertinoro via Mazzini | DATA: tutti i giorni tranne di mercoledì | PRODOTTI TIPICI: cucina romagnola e interpretazione di quella regionale italiana

Lo scorso week end sono andata a visitare la meravigliosa mostra del Canova – il moderno Fidia – a Forlì presso il Complesso  monumentale del San Domenico. Già che andavo da quelle parti ho deciso di provare un ristorante che si trova ad appena 15 km da Forlì, a Bertinoro, che la Camilla Baresani segnalava nella sua rubrica “il diario di una golosa” pubblicato sull’inserto domenicale del Sole 24 ore. 

Appena sono entrata ho trovato immediatamente un servizio impeccabile: accompagnamento al tavolo, cortesia con i bambini, disponibilità nell’esposizione dei piatti e  nella spiegazione dell’origine delle materie prime utilizzate. Il nome del ristorante deriva dalla splendida veduta di cui si può godere dalla terrazza, l’orizzonte arriva fino al mare Adriatico. La filosofia poi dello chef Andrea Ravidà risulta chiara appena si legge il menù: sfoglia rigorosamente tirata a mano, insalatina di campo con vinaigrette al mirtillo, filetto di porcellino al lardo ma anche manzo alla doppia cottura con chips all’aglio. Insomma come dice lo chef stesso la “cucina é un luogo dell’anima”, un’anima che chiaramente guarda alla tradizione del territorio ma che trae  ispirazione da tutta Italia.

Prepariamoci alla Pasqua: coniglio alla provenzale

Allora avevamo cominciato il nostro menù informale per la Pasqua con un antipasto in piedi a base di un tagliere di salumi e formaggi ed insalata pasqualina, poi avevamo continuato con una pasta a base di salsa alle uova ed ora proseguiamo la preparazione del menù pasquale per i nostri amici con un piatto incredibilmente profumato e colorato: il coniglio alla provenzale.

Dunque questo piatto é davvero sensazionale, ha il profumo della primavera ed i primi colori dell’estate, quella vi scrivo é la ricetta “base” poi voi potete arricchirla con le verdure che più amate. Gli ingredienti per 6 persone sono i seguenti

1 coniglio da circa 1 kg tagliato a pezzi | 100 gr di olive nere | 250 gr di funghi freschi | 1 scalogno | 2 spicchi di aglio | 2 pomodori rossi e 2 cucchiai di polpa di pomodoro | il succo di 1 limone | erbe aromatiche miste –alloro timo erba cipollina rosmarino | olio extravergine di oliva | sale | pepe macinato fresco | 1 bicchiere di vino bianco secco possibilmente della provenza

Pasta al ragù di coniglio e mandorle: come cucinare i pezzetti di coniglio poco carnosi

 
TEMPO: 2 ore circa | COSTO: alto | DIFFICOLTA’: alta

VEGETARIANA: NO | PICCANTE: NO | GLUTINE: SI | BAMBINI: SI

Di norma quando preparo una bella teglia di coniglio alla paesana non amo mettere i pezzetti con tutti gli ossicini, con questi ultimi ci preparo un bel ragù. E l’idea che quest’oggi voglio suggerire ai nostri lettori è proprio questa: la pasta al ragù di coniglio e mandorle. Richiede senz’altro una preparazione abbastanza lunga per via del fatto che il ragù va fatto cuocere abbastanza ed in più se volete preparare la pasta da voi il risultato sarà senz’altro superlativo. Le mandorle poi, adatte in questo periodo perché si reperiscono facilmente e a prezzi ragionevoli, conferiscono al piatto una maggiore croccantezza e dolcezza tuttavia non sono indispensabili.


Pasta al ragù di coniglio e mandorle

Ingredienti per 6 persone:

per la pasta: 200gr di farina di semola di grano duro | 100gr di farina 00 | per il ragù: 1/2 coniglio giovane e tenero | 50gr di mandorle pelate | aceto q.b.
 |1/2 cipolla | 1 carota | 1 costa di sedano | 1 spicchio d’aglio | 50gr di pancetta | 1 rametto di rosmarino fresco | 1 bicchiere di vino bianco secco | brodo q.b. | parmigiano grattugiato q.b. | 30gr di burro | 3 cucchiai di olio extravergine d’oliva | sale e pepe q.b.   

Coniglio alla Marengo con riso e miele, sintesi di una cena

Un piatto unico, un pasto completo dal punto di vista nutrizionale ed un ottima soluzione per risolvere in una sola portata una cena. In questa ricetta in particolare troviamo tutto, dal primo (il riso), al secondo (il coniglio), senza dimenticare il dolce (il miele).

Il coniglio alla Marengo è stretto parente del pollo alla Marengo e si prepara quasi nel medesimo modo. Le sue origini lo collegano nientemeno che al celebre condottiero Napoleone Bonaporte. Marengo è una località vicino a Torino, in cui si svolse la battaglia che ha preso il suo nome ed in cui Napoleone sconfisse gli austriaci nel 1800.

Conclusa la battaglia il condottiero ordinò al proprio chef, Dunand, di preparare la cena. La battaglia era stata lunga e lo chef aveva poche provviste, per cui si ingegnò nel mischiare gli ingredienti a sua disposizione, per quanto l’abbinamento potesse sembrare azzardato. Il piatto invece piacque molto a Napoleone che chiese a Durand di cucinarlo al termine di ogni battaglia.