Uova affogate ricoperte di besciamella

Abbiamo già parlato delle uova affogate, o in camicia, e della delicatezza con cui devono essere preparate. Un breve riepilogo. Le uova devono essere freschissime, sia perché il tuorlo resterà un po’ crudo, quindi è meglio mangiare delle uova fresche se non sono completamente cotte, sia perché un uovo veramente fresco si riconosce proprio dal tuorlo: inserendo con delicatezza un dito potrete notare la sua compatezza e resistenza, cosa che invece non accade con le uova che non sono fresche. Provate a valutare voi stessi quanto sono davvero fresche le uova che vi vendono utilizzando questo piccolo trucco, così potrete anche decidere se acquistarle sempre nello stesso posto! Detto ciò, visto che l’uovo dovrà rimanere intero sia quando lo romperete in un piattino che quando lo verserete nell’acqua la compattezza del tuorlo è fondamentale.

Ricordate, se l’uovo si rompe la frittata è fatta! Non potrete utilizzarlo per le uova affogate, mettetelo da parte per un’altra preparazione. Inoltre, per facilitare il processo di rapprendimento aggiungete pochissimo aceto all’acqua, l’acidità favorirà la cottura, molto particolare, delle uova.

Secondi piatti veloci: pasticcio di uova con asparagi e cipolline

Situazione: torniamo a casa la sera, stanche e senza voglia di cucinare. Il frigo non è vuoto, ma non abbiamo scongelato né carne né pesce, non abbiamo voglia né di affettati né di formaggi e le verdure da saltare in padella o non ci sono o proprio non ci va di pulire e lavare melanzane, peperoni, zucchine…. Una soluzione c’è! Le uova!

Questa ricetta si presta a molte altre sfaccettature, anche perché potete sostituire gli asparagi con gli spinaci, con i funghi o con i fagiolini ad esempio, ovvero quelle verdure che possiamo comprare anche surgelate e che sono molto pratici e veloci da cucinare, fosse solo perché mentre l’acqua bolle e poi una volta messe a lessare ci permettono di cambiarci, parlare al telefono, apparecchiare e molte altre cose, buttando solo un’occhio alla cottura! Ma tornando alle uova, l’unica piccola perdita di tempo sarà quella di sbucciare le cipolle, e poi mentre vi metterete più comode e sistemerete la cucina per la cena i procedimenti della ricetta vi permetteranno di controllare la cena e non affaticarvi più del necessario!

Uova strapazzate con salsiccia e peperoni

Torniamo ancora una volta a parlare di uova. Anche nelle diete assolutamente ipocaloriche, quelle in cui devi perdere tantissimi chili, sono presenti le uova, generalmente sode e per quanto mi riguarda, nell’ultima dieta seguita, e fortunatamente le mie non sono mai eccessivamente proibitive, solo per perdere quei 2-3 chili in eccesso, in modo sano e consapevole, senza colpi di testa, la mia bravissima dietologa considerava le uova in tutte le loro forme, quindi non c’era il vincolo delle uova sode! Le uova strapazzate, come in questo caso, permettono di combinarle con moltissimi ingredienti, primi tra tutti le verdure e infatti suggerisco ai vegetariani di depennare le salsicce da questa ricetta e sostituirle senza troppi problemi con zucchine, melanzane, funghi e tutto ciò che più vi piace!

L’uovo strapazzato permette anche di utilizzare pochissimo condimento in cottura, infatti se avete una buona pentola antiaderente e la pazienza di mescolare con costanza potete cuocere le vostre uova con un cucchiaino d’olio o pochissimo burro, il tutto per un risultato ugualmente gustoso.

Menu pesce: le capesante all’arancia

Ecco un secondo piatto di pesce che potrete proporre sia per una tranquilla cena familiare che per un’occasione particolare. Le capesante, grazie alla loro “conchiglia” sono sempre molto scenografiche, oltre che buonissime, e infatti anche per questa ricetta una volta ultimata la cottura potete pensare di adagiare di nuovo le capesante nei loro gusci e guarnire il piatto con scorze d’arancia.

Impiattare è un procedimento fondamentale nella preparazione dei piatti. Viene subito prima del gustare la pietanza preparata e a volte può fare la differenza, accompagnare il gusto, rendendo davvero invitante ciò che stiamo per mangiare. Devo dire che da questo punto di vista io mi ritengo un po’ carente, anche quando ho amici a cena non sto mai a perdere tanto tempo ad impiattare le pietanze, è talmente tanto il piacere di sedermi con tutti a tavola a mangiare e chiacchierare che sottovaluto sempre questo aspetto, e invece mi è capitato di frequentare persone, amiche, che anche per una cena a due, proprio di quelle tra donne dove si chiacchiera e si mangia tantissimo, facessero tanta attenzione anche solo al ciuffo di prezzemolo che andava a guarnire il risotto, e che si, senza dubbio, fa la differenza.

Il vino bianco: ingrediente fondamentale delle ciambelline leggere

vino bianco 

Quando per la prima volta mi trovai a leggere questa ricetta, qualche anno fa oramai, ammetto di averci pensato su: il vino nell’impasto delle ciambelline? Sono stata qualche giorno indecisa sul provarle o meno, ma poi, complici i pareri assolutamente positivi su queste deliziose ciambelline, mi sono lasciata tentare. E, ad onor del vero, ho fatto più che bene. Non solo, da quel momento in poi, utilizzo molto spesso il vino aggiungendolo alla frolla quando preparo ad esempio una crostata. Il vino aggiunto alla frolla regala una fragranza deliziosa ed un aroma molto particolare che si sposa bene con qulsiasi tipo di ripieno, sia a base di frutta che a base di cioccolata, di crema o di ricotta. A vostro piacimento potete passare le ciambelline nella granella di zucchero o ricoprirle di glasse di zucchero o di cioccolato fondente. Ammetto di preferirle di gran lunga al naturale, così come da ricetta originale, si conservano fragranti conservate in scatole di latta.

Cipolline in agrodolce

TEMPO: 10 minuti | COSTO: basso | DIFFICOLTA’: bassa

VEGETARIANA: SI | PICCANTE: NO | GLUTINE: NO | BAMBINI: SI

Per un antipasto veloce o come contorno ad un secondo a base di carne o pesce le cipolline in agrodolce si prestano davvero bene! Tempo fa fummo invitati da degli amici a cena e come antipasto furono servite queste deliziose e stuzzicanti cipolline. La ricetta che sto per fornirvi è veramente semplicissima da realizzare; tra l’altro è un piatto che può essere servito sia freddo che caldo. Queste cipolline mi ricordano i sapori orientali e si prestano bene ad accompagnare anche un ottimo pollo alle mandorle!

Mi raccomando però, quando tagliate le cipolline state attenti a non toccarvi gli occhi. Molti sono i rimedi che impazzano su internet per evitare che gli occhi brucino mentre vengono tagliate le cipolle e il più curioso è stato questo: mentre sbucciate le cipolle tirate fuori la lingua! Funzionerà? Se lo provate fateci sapere e magari mandateci anche una fotografia…


Cipolline in agrodolce

Ingredienti per 4 persone:

25 cipolline | 3 cucchiai di olio d’oliva | un bicchiere di sherry | 1 bicchiere d’aceto | 2 cucchiai di zucchero grezzo | una manciata di uvetta | sale | pepe di Cayenna

Germana bites, suggerimenti per un pranzo estivo (da preparare con anticipo)

L’estate è forse la stagione ideale per invitare gli amici a casa, ma il dilemma che solitamente accompagna chi ospita è non solo cosa preparare, ma anche in quanto tempo, soprattutto se lavorate e magari avete dei figli a cui badare. Per cui perchè non organizzarsi con dei piatti gustosi e semplici che oltretutto hanno anche il vantaggio di poter essere preparati in anticipo? Eccovi allora alcuni suggerimenti per un pranzo d’estate, rigorosamente tutti in piedi e tutto a tavola. Tempo di preparazione previsto 1 ora e 45 minuti.

  • Pane carasau con salsa di ceci e yogurt
  • Gamberi alla birra
  • Quiche con zucchine e porri
  • Tiramisu di fragole

Dalla Puglia: ciceri e trii

I ceci occuparono un posto d’onore sulle tavole mediterranee fino all’arrivo dei fagioli dalle Americhe: il cece coltivato deriva da forme selvatiche del genere Cicer, originate probabilmente in Turchia. Questo legume è oggi terzo per produzione mondiale, dopo la soia e il fagiolo; la coltivazione avviene principalmente in India e Pakistan.

Trii è voce dialettale pugliese, derivata dall’arabo itryia, che indica qualsiasi tipo di pasta fresca: sono detti anche laganelli. La ricetta che presento oggi è apparentemente semplice ma presenta delle particolarità gastronomiche di tutto rispetto: i ceci infatti vengono cotti con cure particolari, così da renderli eccezionalmente teneri; il piatto nel suo insieme viene poi aromatizzato con ingredienti che gli impartiscono un aroma garbato ed inconfondibile.

Dalla Sardegna: Triglie alla vernaccia

Le triglie di scoglio si riconoscono facilmente poichè hanno un bel colore rosso vivo, talvolta 3 o 4 linee orizzontali gialle lungo i fianchi e, unico segno sicuro, delle strisce rosso-brune sulla prima pinna dorsale, quella cioè più vicina alla testa. Le triglie di fango o di rena, invece, sono inferiori quanto a qualità, ma si possono utilizzare per fare dei sughi per la pasta e per insaporire le zuppe; inoltre, sono la varietà da utilizzare se vogliamo friggerle, comprese quelle assai piccole che si pescano da metà agosto alla prima decade di settembre.

La triglia non ha fiele ed ha un ottimo fegato, per cui è consigliabile non sventrarla (non per niente i nostri “cugini” francesi chiamano la triglia “beccaccia di mare”): semmai è consigliabile eliminare le branchie qualora fossero sporche di fango. Il periodo della pesca delle triglie è tutto l’anno, ma il migliore, qualitativamente, è sicuramente quello che copre per intiero i mesi di settembre ed ottobre.

La ricetta delle triglie alla Vernaccia che presento non è di per sè propria della Sardegna, ma lo diventa nella misura in cui andremo ad aggiungere alla ricetta base il pangrattato e la scorza di limone grattata, secondo un uso tipicamente cagliaritano, ma esteso a tutta l’isola.

Maarka bel-Lubia, dalla cucina marocchina

Visto l’interesse della cucina mediterranea per i legumi, non v’è da meravigliarsi dell’accoglienza entusiastica che venne riservata ai fagioli arrivati in Europa dopo la scoperta dell’America. I nuovi legumi vennero non solo accolti ma totalmente inseriti nel grande ricettario della cucina mediterranea.

A volte sostituiscono altri legumi- specialmente le fave– in ricette già esistenti, altre volte invece divennero l’ingrediente base di piatti totalmente nuovi. Ma le sostituzioni furono spesso così ben eseguite da cancellare completamente il ricordo delle versioni precedenti, tanto che molte volte è difficile riuscire a capire se si sia di fronte ad una nuova ricetta o al rifacimento di una preesistente.

Uno dei casi in cui i fagioli hanno sostituito le lenticchie è quello di un aromaticissimo stufato di fagioli arricchito, anche cromaticamente, dall’aggiunta di uova il cui colore splendente fa a gara con lo zafferano per dare al piatto una sorprendente luminosità solare, tutta mediterranea. La versione riportata di questa zuppa di fagioli allo zafferano ed al comino è quella marocchina, ma la ricetta è diffusa, sia pur con qualche variante, nelle aree sud-orientali del bacino del mediterraneo.