Frittelle di patate all’americana

TEMPO: 1 ora| COSTO: basso| DIFFICOLTA’: media

VEGETARIANA:SI | PICCANTE:NO | GLUTINE: NO | BAMBINI: SI


Una nuova ricetta per il finger food, o per le feste dei più piccini, o ancora per un aperitivo casalingo accompagnato da qualcosa di gustoso. Una ricetta che vi permetterà di recuperare il purea avanzato e creare una nuova portata stuzzicante. Insomma, un piatto che va bene per tante occasioni! Le Frittelle di patate all’americana.

Un piatto vegetariano e senza glutine, le Frittelle di patate all’americana, sono un piatto che va d’accordo con tutte le diete. Un po’ meno con le diete dimagranti, ma una volta ogni tanto ci si può concedere un lusso e magiare qualcosa di fritto. Tutti a tavola, allora, arrivano: le Frittelle di patate all’americana.

Un’idea per la torta di compleanno: la Butter Cake

Spesso quando si avvicina un compleanno, soprattutto quello dei nostri bambini, non sappiamo mai quale torta preparare oppure far preparare dalla pasticceria di nostra fiducia. Bisogna però sempre tenere a mente che le “nostre” torte preferite occupano un posto speciale nei ricordi che poi avremo da grandi. Allora un consiglio che mi sento di dare é di individuare quale sia il dolce preferito dei vostri figli e preparagli esattamente quello. Perché poi anche quando saranno adulti ricorderanno il profumo della loro torta di compleanno e la gioia della preparazione. I colori ma soprattutto i profumi legati alla cucina sono quelli che poi ci portiamo dentro per una vita intera. Allora una delle torte preferite da mia figlia é la Butter Cake classica servita con lo zucchero a velo, oppure con la glassa rosa per il suo compleanno.

Insalata di patate americane

TEMPO: 1 ora | COSTO: alto | DIFFICOLTA’: facile

VEGETARIANA: SI | PICCANTE: NO | GLUTINE: SI | BAMBINI: SI

Quando ero piccolina ricordo mia madre andare alla ricerca delle cosiddette patate americane o patate dolci. Non era così facile reperirle sul mercato ma quando le trovava non mancava di preparare qualche suo manicaretto. In questi giorni andando a fare la consueta spesa all’ipermenrcato dove vado spesso, ho trovato in vendita delle bellissime patate dolci, tra l’altro a buon prezzo. Vengono chiamate patate americane perché provengono da una pianta perenne, la batana, originaria dell’america centrale. Con il mio bel sacchettiino di patate dolci ho poi pensato di preparare una eccellente insalata, molto apprezzata direi. Ed ecco a voi l’insalata di patate dolci.


Insalata di patate dolci

Ingredienti per 4/6 persone:

900 gr di patate americane|225 gr di carote|1 peperone verde|4 cucchiai di foglie di coriandolo spezzettate|sale e pepe nero macinato|per la salsa alle erbe: 90 ml di latticello o siero di latte
|60 ml di maionese|1 cucchiaio di coriandolo fresco tritato finemente|1 cucchiaio di erba
cipollina tritata|sale e pepe nero macinato

Pumpkin pie per Halloween

Visto che questa è la settimana di Halloween vorrei continuare con le ricette per festeggiare questa festa importata direttamente dagli Stati Uniti ma che ormai ha preso piede anche qui da noi in Italia. Questa è la più classica delle ricette americane la Pumpkin Pie tradizionale, quella che si trova in qualunque diner di New York, una ricetta che è la celebrazione stessa della zucca. La potete usare per concludere il pasto dopo una ricetta a base di zucca, oppure a metà pomeriggio con del tè nero forte, oppure per lo spuntino di mezzanotte, mentre aspettate che le deliziose streghette bussino alla vostra porta per chiedervi appunto un dolcetto.

La preparazione è un pochino articolata, perché prevede prima la preparazione della pie la cosidetta basic vanilla pastry.

Pumpkin pie per Halloween

Ingredienti:

250 gr di farina 00 | 1 cucchiaio di zucchero | una punta di lievito | 180 gr di burro a temperatura ambiente spezzettato | 80 ml di acqua ghiacciata | 1 bustina di vanillina.

Preparazione: mettere la farina, lo zucchero ed il lievito nel robot da cucina ed azionare, aggiungere il burro e poi l’acqua con la vaniglia mentre il motore sta girando. Togliete l’impasto mettetelo nella pellicola e fatelo riposare per 30 minuti in frigorifero.

Veniamo ora al ripieno, ingredienti:

1 kg di zucca pulita e tagliata a pezzetti | 250 ml di sciroppo d’acero | 4 uova | 250 ml di panna | 1 bianco d’uovo per spennellare la copertura.

New England Clam Chowder, ovvero zuppa di vongole d’oltre oceano

Clam Chowder

Un classico del nord-est degli Stati Uniti, la New England Clam Chowder ha in effetti origini nel Canada atlantico, anticamente la Nouvelle France. Il nome stesso, Chowder, deriva da Chaudrée, che in francese vuol dire qualcosa cotto nella Chaudière, che era il classico pentolone di rame che si appendeva sul fuoco. La cultura e le abitudini culinarie di questa zona sono ancora oggi caratterizzate dalla storica guerra tra gli Inglesi ed i Francesi del nuovo mondo, rivalità e patriottismi che col passare dei secoli sono risultate in fusioni interessanti e diversità altrettanto mitiche. Si pensi che la cucina Cajun tipica della Nouvelle Orléans (oggi New Orleans) in realtà è la cucina degli Acadiens (o Acadjans come erano chiamati dagli Inglesi) che, una volta l’Acadia conquistata, erano stati esiliati dal loro territorio, verso la Louisiana che allora apparteneva ancora alla Francia. L’Acadia che era per l’appunto nella zona Atlantica canadese, oggi sarebbe divisa tra il Québec atlantico ed il New Brunswick.

La Clam Chowder è dunque una zuppa di vongole, che erano e sono ancora un alimento di base sulla costa atlantica, come lo sono il merluzzo, l’astice ed il granchio. Era, all’origine un piatto povero, il piatto unico delle famiglie dei pescatori e non è un caso quindi ritrovare in questa zuppa pure qualche pezzetto di merluzzo, le immancabili patate ed il mais. Oggi, nei bei ristoranti le Chowders si fanno più nobili con carne di granchio ed astice, dentice e lupo di mare… ma i vecchi sapori, quelli più semplici, sono quelli che parlano della storia dei primi coloni e qui in Canada vengono conservati gelosamente.

Cannelloni di tortillas al cheddar e fagioli

Tortillas.

Ero alla ricerca di una preparazione di stampo messicano, magari molto italianizzata, quando ho conosciuto, attraverso una mia cara amica questa ricettina. Leggendo gli ingredienti, tuttavia, credo che necessitino alcune spiegazioni. Che cos’è la salsa enchilada? La salsa enchilada è una salsa Messicana a base di pomodoro e peperoncino che viene usata per insaporire le enchiladas (tortillas di mais o frumento che vengono farcite, arrotolate come cannelloni e cotte al forno) e ammorbidire le tortillas. Potete preparare la salsa enchilada anche da voi: bisogna fare bollire a fuoco basso della polpa di pomodoro, spezie e aromi per circa 40 minuti assieme a del brodo di pollo, fino all’addensamento della salsa stessa, oppure comperarla in uno dei molti negozi di alimentari internazionali – tipo Castroni a Roma – .

Veniamo invece al formaggio Cheddar: Il Cheddar, il più famoso e tipico formaggio inglese, ampiamente prodotto in diverse parti del mondo (dal Canada alla Nuova Zelanda), è originario fin dal 1170, della città omonima nella contea di Somerset: nonostante non sia un formaggio DOP, si ritiene che il metodo di lavorazione e conseguente prodotto finale sia da riconoscere come originale alla città di Cheddar. Il suo aroma è tenue con delicati sentori di panna che diventano più consistenti quando il formaggio è stagionato (come proprio le salse che si accompagnano alle tortillas).
Il sapore del Cheddar è infatti dolce quando è giovane, e piccante con sentori di nocciola e di tostatura quando è stagionato, e la sua forma è cilindrica o giù di lì, e di dimensioni variabili (dai 4,5 ai 30kg). La crosta si presenta dorata, talvolta arancione e può presentare un rivestimento ceroso di colore rosso o nero.

Conosciuti per bene sugli ingredienti, prepariamo i cannelloni di tortillas ai fagioli. Una preparazione che solo dal nome rievoca la nostra ricetta dei cannelloni nostrana.

Cannelloni di tortillas ai fagioli (ingredienti per 8 persone)

16 tortillas di frumento
1 scatola da 500 gr di fagioli borlotti, ben scolati ed asciugati
1 scatola da 500 gr di fagioli bianchi di Spagna, ben scolati ed asciugati
1 scatola da 500 gr di cannellini, ben scolati ed asciugati
1 scatola da 500 gr di fagioli rossi, ben scolati ed asciugati
1 vasetto da 350 gr di crema di formaggio fuso
1 barattolo da 300 gr di salsa Enchilada
1 lattina da 250 gr di salsa di pomodoro
250 gr di formaggio Cheddar o similare, a bastoncini
olive nere snocciolate a fettine (facoltativo)
1 peperone verde a listerelle (facoltativo)

Burger King e l’hamburger più costoso del mondo

Alzi la mano chi non ha mai mangiato un hamburger da McDonald’s. Denigrati, vilipesi, osteggiati, i fast-food continuano (con diverse varianti salutiste e mille accorgimenti) ad imperversare nel mondo.

McDonald’s, Kentucky Fried Chicken, Taco Bell, Wendy’s, Burger King e compagni, sono nomi molto noti ai consumatori d’oltreaoceano e di alcuni paese europei. Ma in Italia (a parte McDonald’s) cominciano a diventare familiari solo da poco. Qui su Ginger abbiamo già parlato di fast food più di una volta, e sapete come la pensiamo.

Pur riconoscendo il mito e il fascino della cultura del mangiare veloce americano (o anglosassone), non ne siamo affatto degli inguaribili sostenitori. Ma quando succede qualcosa “fuori del comune” ci divertiamo a parlarne stando volentieri al gioco. Anche quando si tratta di interessanti iniziative di marketing.

L’ultima idea è un’iniziativa della fast-food chain Burger King. Che ha lanciato un hamburger gigante, chiamato semplicemente ‘The Burger‘, che sembrerebbe essere il panino più costoso del mondo.

95 sterline il prezzo folle di questa trovata culinaria (circa 200 euro al cambio) che visto a vicino è composto di ingredienti davvero speciali. L’ingrediente principale è la carne grigliata di manzo giapponese Wagyu. La Wagyu Beef, per chi non lo sapesse, è una razza di bovini geneticamente selezionati e ad intensa marmorizzazione delle carni, ovvero a produrre una elevata quantità di grassi insaturi che tendono a mischiarsi con la carne stessa, anziché ad agglomerarsi sui lati come normalmente accade nella carne normale, ed è, comprensibilmente, costosissima. Ma anche il resto non è da meno: fettine di tartufo bianco, prosciutto iberico Pata Negra, bastoncini di cipolle allo Champagne Cristal, aceto balsamico di Modena, lattuga (rigorosamente Valerianella locusta), sale rosa dell’Himalaya, maionese di vino bianco organico e scalogno, il tutto in un pane tostato spolverato con zafferano iraniano e di nuovo tartufo bianco (speriamo almeno che sia il tartufo d’Alba nostrano, se non altro).

Cozze alla New Orleans, mangiare a suon di jazz

Della cucina Americana ed in particolare di quella di New Orleans ho già parlato in passato, ma ogni tanto, specialmente in estate, la stagione in cui aumenta il consumo di pesce, mi piace attingere dalle ricette di questi luoghi, per preparare dei manicaretti dal gusto insolito per noi popoli del mediterraneo.

Cucina molto speziata e che come metodo di cottura principale utilizza la frittura, la cucina cajun e creola sono un mix molto interessante di ingredienti, dalle carni bianche accostate a crostacei di vario tipo, alla salsiccia affumicata unita ai gamberoni.

Il piatto che vi propongo oggi sono le Cozze alla New Orleans, degli spiedini di cozze molto divertenti da mangiare, ideali per un antipasto o come finger food. Tradizionalmente in Louisiana questa ricetta viene fatta con le ostriche, ma è ottima anche con le più comuni cozze.

Muffins che passione! Con farcitura di marmellata e melone al vin santo

Fino a qualche anno fa Mister Muffin era per me Mister Sconosciuto. Per i miei figli preparavo una colazione tradizionale, a dire il vero sulla tavola del mattino compariva una marea di cose.

Mio marito mangiava del formaggio (altrimenti a metà mattina gli calavano gli zuccheri o quelle cose lì) oltre al caffè, latte e marmellata, mia figlia latte e nesquik ( cioccolato siempre) oltre a pane e marmellata, mio figlio latte e Orzoro e quintalate di Bucaneve (le mangia ancora adesso ma dice che il sapore non è più lo stesso) ed io povera tapina caffellatte e fette biscottate.

Pensando alle nostre origine c’era stato un notevole cambiamento infatti dalle mie parti (sono pugliese) le merendine dei bambini erano le friselle con il pomodoro strofinato sopra, sale, origano e olio). Invece a casa di mio marito, romagnolo, credo che ci fosse il the con i biscotti ma ho visto mia cognata mangiare a colazione la piadina col prosciutto…..

Ho cominciato a conoscere e apprezzare i muffins durante le mie scorribande su Internet e se si tiene conto che ho il computer da quattro e la connessione da circa due anni, con tutto quello che mi fa soffrire, il conto è presto fatto.

Chicken Wings BBQ

Ci sono ricette che in Canada (dove vivo io) sono considerate ideali per gli sportivi. Parlo ovviamente degli sportivi da televisione. Quelli che si riuniscono tra loro per guardare gli altri faticare e che non mancano di esercitare, per coesione sportiva, una discreta selezione di muscoli, come per esempio quelli del braccio (il bicchiere di birra) e delle mascelle.
Faccio parte anch’io di quei coraggiosi fans che farebbero di tutto per sostenere i propri eroi preferendo all’emozione di una partita dal vivo, la fatica di festeggiare tra amici davanti al televisore.

Da noi, sempre in Canada, l’hockey su ghiaccio è lo sport nazionale. Una passione che prende i canadesi con la stessa intensità del calcio in Italia. In questo momento stiamo vivendo le emozioni della Stanley Cup e gruppi di fans si riuniscono per le eliminatorie organizzando quello che ormai è considerato il classico ‘Hockey night dinner’: chicken wings, spare ribs, nachos, tortilla chips con salsa messicana e guacamole e tante, tante bottiglie di birra .
Per darvi un’idea della quantità di birra consumata in quelle serate, vi basti sapere che ogni coppia arriva col suo cartone da 24 bottiglie…dire che ai canadesi piace la birra è una grossolana sottovalutazione della realtà, anche se negli ultimi anni si stanno aprendo tantissimo a nuove esperienze dissetanti.

Le ‘wings’ (ali di pollo), originariamente una specialità del centro-sud degli Stati Uniti, vengono riproposte da noi in una panoplia di ricette che vanno dall’agrodolce al dolce-piccante e fino al super-piccante tipico delle ‘Wings Buffalo Style’. Possono essere fritte in olio bollente e tuffate in seguito nella loro salsina, oppure cotte al forno o sul barbecue a fuoco moderato e pennellate di salsa durante la cottura o ancora marinate 24 ore e semplicemente grigliate.

Challah French Toast

La Challah (pronuncialo challà) è un pane tradizionale ebraico che assomiglia parecchio ad una grande brioche. A base di uova farina e zucchero, la Challah viene eseguita con olio invece che burro per rispettare la tradizione ebraica di non usare latticini nel pane (per permettere associazione anche con alimenti a base di carne, secondo le regole della kasherut), e questa particolarità la distingue dalla brioche classica.

Questo pane tradizionale intrecciato fa parte della cerimonia dell’inizio dello Shabbat, in cui rendendo grazie a Dio viene suddiviso tra i membri della famiglia seduti intorno al tavolo. Noi compriamo la Challah nelle piccole pasticcerie ebraiche ogni venerdì e lo mangiamo con piacere in vari modi: tostato con burro e marmellata, spalmato di Ma la colazione migliore del fine settimana rimane il French Toast fatto con la Challah. Cos’è il French Toast? Beh, ancora una vecchia ricetta popolare francese “nobilitata” e riproposta nel Nuovo Mondo. In Francia si chiamava “Pain Perdu” (pane perso) ed era una classica ricetta per riutilizzare il pane raffermo. Decisamente una ricetta ‘povera’ ma molto gustosa! Quindi ecco la ricetta.

Grigliata d’agnello all’aceto balsamico e rosmarino

Arriva il sole e presto comincerà la stagione delle grigliate all’aperto. Il barbecue in america del nord è il perfetto status simbol del benessere della classe media.
Con l’inizio dell’estate, la cucina si trasferisce in giardino o sulla terrazza e gli utensili passano inesorabolmente tra le mani del Re del Barbecue…. l’uomo di famiglia! Maneggiare il fuoco, si sa, non è roba da poco e dalla semplice bistecca alle grigliate più sofisticate, i nostri mariti, che mai oserebbero prendere il nostro posto in cucina, si cimentano in tornei sempre più spettacolari sotto i nostri occhi meravigliati…

Eh si! L’estate è proprio una bella stagione per noi donne … che bello chiaccherare tra di noi con un bicchiere di punch in mano mentre i nostri uomini si danno da fare intorno al fuoco !
La ricetta che vi offro oggi abbina l’agro e dolciastro dell’aceto balsamico alla carne di agnello, rivelandone il sapore particolare che la distingue. Viene servita questa bellissima grigliata con dei coloratissimi peperoni, zucchini e melanzane tagliati a listarelle e pennellati di olio di oliva e aglio tritato, grigliati sulla stessa brace. Apprezzatissime intorno a queste cotolettine sono pure le patatine tagliate a cubetti piccoli e rosolate all’olio d’oliva con aglio e rosmarino, da fare in padella o direttamente nella carta stagnola sulla brace (attenti ci vuole più tempo per le patate!)

La Caïpirinha, esperienza brasiliana

La Caïpirinha (pronuncialo ‘caipirigna’) è diventata un cocktail mondialmente conosciuto, a base di Cachaça, un’acquavite locale, zucchero di canna, limoncini verdi e ghiaccio.

Ma lasciatemi raccontarvi la mia esperienza su questa bevanda leggendaria non solo in Brasile. Eravamo appena arrivati a Bahia, le dieci del mattino, avevamo un incontro con i nostri clienti nel Hall dell’albergo e mi preparavo mentalmente per un buon caffè brasiliano. Il pensiero di un ‘vero’ caffè forte e vellutato accarezzava la mia mente da quando eravamo scesi dall’aereo e non vedevo l’ora di assaporarne l’aroma. La Hall dell’albergo sembrava una foresta tropicale, con le poltroncine e tavolini disseminati sotto piante altissime, come in un giardino pieno di sole: per noi che arrivavamo dall’inverno canadese, era come entrare in Paradiso. Eccoli, i nostri clienti ! Sorrisi, abbracci, accoglienza festiva…e primo giro di Caïpirinha! Li per li non ti rendi conto di quello che stai bevendo; è una bibita fresca, dolciastra, ghiacciata, che ti mette in allegria dal primo sorso.

E poi mentre tu ne bevi uno, loro ne hanno già presi due, quindi, ti dici, non puo’ essere cosi forte; ti rilassi e ti concentri sull’incontro. Dopo poco più di un’ora e 3 giri (per noi – 6 per loro) di Caïpirinha, non sembra neanche più una riunione di lavoro: ormai sappiamo tutto dei nostri figli, delle nostre famiglie, di dove ci piace andare in vacanza, i nostri cibi preferiti… e, ovviamente, si comincia subito a pensare al pranzo. Ma prima del pranzo, si sa, ci vuole l’Aperitivo!