Salmone marinato alla svedese

Vi è mai capitato di vedere una vostra ricetta preferita riprodotta in maniera deludente? A me è capitato di vedere in televisione una ricetta di salmone marinato che mi ha lasciata inorridita. Alcuni principi di base erano stati ignorati ed ho visto un bellissimo filetto di salmone selvatico rovinato in un aspetto rinsecchito e poco invitante…

Mi ha fatto tornare in mente la ricetta magnifica di una mia carissima amica svedese: il suo è certamente il migliore salmone marinato che abbia mai assaggiato, tenero, profumatissimo e delicato. Lo serviva con una salsina fatta con una cucchiaiata di senape, olio, sale, pepe e foglie di finocchietto tritate, alla svedese appunto. Su una fettina di patata cotta al vapore, con una nuvola di panna acida: che modo rustico e delizioso di mangiare una tale prelibatezza! Vi presento con piacere questa sua ricetta che riproduco con successo da tanti anni ormai.

Pesce al cartoccio o al vapore, per piacere o per salute…

Dopo aver affrontato in un paio di occasioni, alcuni dei principali luoghi comuni sul pesce, continuiamo la nostra indagine su questo alimento fondamentale della nostra dieta, concentrandoci sulle metodologie di cottura.
Come certamente alcuni di voi, non sono un’appassionata dei prodotti del mare e fino a qualche anno fa, questi apparivano molto raramente sulla mia tavola.

Eppure, sono una base alimentare delle più salutari, indispensabili per un’alimentazione equilibrata, certamente una proteina da predilire alla carne rossa, almeno dal punto di vista dietetico (dixit il medico di famiglia), per non dimenticare la loro ricchezza in omega 3, cosi indispensabile nelle nostre coscienze e anche, forse, al nostro fisico.

Che fare allora per apprezzare un alimento che non richiama le nostre papille gustative?

Certo le ricette fanno molto, ma anche la scelta del tipo di pesce, aiuta grandemente ad apprezzarne le qualità nutritive.

Personalmente, i fattori che più m’infastidivano erano, in ordine di importanza, l’odore a crudo, il vederne la testa e la coda, le spine e, ovviamente, il sapore forte.

Mi sono quindi subito orientata sistematicamente ai filetti di diverse varietà di pesci. Fortunatamente possiamo sempre chiedere ai nostri pescivendoli di prepararci i filetti, liberandoli delle parti a noi inconvenienti, oppure, perchè no, possiamo servirci dei filetti di pesce congelato che troviamo nei supermercati.

Ma non basta, perchè quando non piace il sapore forte di mare, bisogna cominciare da dei pesci dal sapore delicato, come la sogliola, la razza, il tilapia, il mahi-mahi (in Italia un po’ più difficili da trovare, magari)…

C’è pesce e pesce: impariamolo a conoscere

Per una sana alimentazione è opportuno variare i cibi che sono ricchi di proteine animali. Poiché la carne del pesce non differisce sostanzialmente da quella del vitello, del pollo, del maiale, un individuo trova le stesse proteine, sia in una cotoletta di pesce, sia in una fettina di sanato. L’unica differenza che esiste fra le proteine presenti nella carne di vitello e quelle presenti in quella di pesce si riferisce alla percentuale: in quest’ultima sono leggermente inferiori di circa il 2-4 %.

Per chi ha problemi di linea sarà utile sapere anche che le calorie fornite dal pesce sono mediamente inferiori a quelle fornite dalla carne. Ovviamente a questo proposito è importante tenere conto del modo di preparazione: il pesce impregnato di condimenti grassi (impanato e fritto) è sconsigliabile perché l’olio fornisce più calorie (un grammo dà 9 calorie) rispetto alla carne (un grammo di proteine dà 4 calorie). Va ricordato inoltre che la carne di pesce presenta delle differenze per quanto riguarda il contenuto di grasso.

Ci sono pesci magri come la sogliola, il nasello, il merluzzo, l’orata, il palombo, il branzino, la cernia. Ci sono pesci medio-grassi come il cefalo, il dentice, il pesce spada, la triglia, il tonno; e pesci grassi come l’anguilla, la sardina, lo sgombro. Comunque il grasso presente nella carne di pesce riveste particolare interesse dal punto di vista nutritivo per la presenza di acidi grassi insaturi, presenti anche negli olii di semi.

Polpettine di miglio, buone … per tutti

Dalla mia riserva personale di ricette vegetariane ho tirato fuori una divertente e simpatica idea per preparare un piatto dai mille usi: dall’antipasto al contorno, dal secondo al finger food!

Si tratta di semplici polpettine, abbiamo già parlato di polpette vegetariane, ma la particolarità della ricetta di oggi consiste nell’ingrediente principale che è usato come base per preparare le polpette: il miglio. Il miglio è un cereale di origine Asiatica, già conosciuto dagli egizi, è usato principalmente nella dieta dei paesi africani.

Una particolarità che ho letto sul miglio è che, pur essendo un cereale, non contiene glutine, quindi sembra essere particolarmente indicato per le persone affette da morbo celiaco, ma in ogni caso è sempre meglio consultare il proprio medico di fiducia prima di compiere passi azzardati!
Una volta che vi sarete accertati che il miglio è un cereale adatto alla vostra dieta potrete divertirvi a preparare le Polpettine di miglio.

Quattro mosse per una cena veloce e gustosa / II parte (finta parmigiana di melanzane)

Allora, avevamo appena iniziato a cucinare per la nostra bella cenetta, le bruschette fantasia sono pronte, e a questo punto non resta che proseguire. Anche perchè come antipasto credo abbiano stuzzicato abbastanza l’appetito, ma adesso bisogna passare a riempire un pò la pancia.

Non so cosa ne pensiate ma per me l’estate è sinonimo di melanzane, quelle belle e gustose, dalla buccia nera come la nostra pelle ad un buon livello di abbronzatura, che non riesci a smettere di mangiarle, perchè d’estate sembrano più saporite, e poi sono sempre una verdura e mangiarne un po’ male non fa.

Ecco perchè penso che il modo migliore di proseguire la nostra cena veloce e gustosa sia con una finta parmigiana di melanzane. Detta finta perchè più rapida nella preparazione rispetto alla classica parmigiana di melanzane o alla parmigiana alla ragusana. Ma, bando alle chiacchiere, vi dico subito di cosa si tratta.

Foie Gras/3, la cottura

La cottura del Foie Gras: Abbiamo introdotto la preparazione del foie gras in una prima parte, e lasciato insaporire il fegato nel Porto una giornata in frigo, vediamo finalmente come cuocerlo e servirlo. Dobbiamo dunque riportarlo a temperatura ambiente tirandolo fuori un’ora prima di passarlo in forno. Scaldiamo il forno a 85° gradi centigradi. Non è molto, ma se mettete il forno più caldo vi troverete un ammasso di grasso e niente fegato.
Inforniamo la pirofila scoperta per circa una mezz’ora ma siccome ogni forno è diverso, bisogna veramente controllare la cottura poco per volta. Quando il fegato comincia a ricoprirsi del suo grasso liquefatto è il momento di controllarne la cottura. Abbiamo uno stecchino di legno col quale infilziamo il centro del fegato: se esce un succo rosato il fegato è ancora crudo. Se fuoriesce un succo incolore, il fegato è rosè (a molti piace cosi); se invece non esce più succo, ma solo grasso, il fegato è ben cotto e va subito tolto dal forno. Lo copriamo di nuovo e lasciamo raffreddare lentamente. Quando sarà a temperatura ambiente lo trasferiamo nuovamente in frigo dove soggiornerà un minimo di 5 giorni ed un massimo di 10 giorni prima di servirlo in tavola.

Insalata di arance e cipolla rossa di Tropea

Arriva l’estate, il tempo si fa più caldo le giornate si allungano e la voglia di mettersi in costume ci mette in fuga dalla cucina. La paura di aumentare quelle belle maniglie dell’amore che già circondano i nostri fianchi quasi ci impedisce di toccare il frigo come se potessimo ingrassare solo guardandolo.

Eppure una soluzione c’è, non serve per nulla digiunare, anzi, piuttosto che ridursi all’osso per poi riprendere solo con una fetta di pane tutti i chili persi, conviene decidersi a fare un po’ di movimento e soprattutto una sana alimentazione. Ecco quindi venirci in aiuto l’insalata, alimento ricco di sali minerali e vitamine, facile da preparare e comoda da mangiare ovunque. Insalata di arance, questa preparazione è una ricetta consigliatami da un amico un’estate fa, mentre ero in preda all’ansia da pancetta. In alternativa potreste provare anche qualche variante con il pompelmo, per esempio, per le quali valgono le stesse considerazioni nutrizionali.

Foie Gras/2, la preparazione

Come preparare il Foie Gras: Prima di tutto la scelta del Foie Gras crudo. Da noi, a Montreal, si trova in ogni polleria o macelleria specializzata. Sono in confezioni sotto vuoto che ne certificano l’origine e, dicono, già svenati. Scegliete un fegato d’anatra non inferiore ai 500gr (possono arrivare fino a 650-700gr circa). Deve avere un bel colore uniforme, senza chiazze o venature in superficie.

La pulizia del fegato dalle venature è una fase critica nella riuscita di un buon Foie Gras. Potete chiedere al vostro macellaio di eseguirla per voi se non ve la sentite di farlo, ma vi consiglio di verificare comunque che ogni  minima venuzza sia stata rimossa prima di prepararlo, visto che è un lavoro da fare con accuratezza.  Dovrete quindi armarvi di pazienza, di pinzette e un coltellino a lama sottile, nel mio caso di occhialini sulla punta del naso…. e ora vi spiegherò come apprettare un foie gras perfetto!

Peperoni arrostiti: un metodo rapido per prepararli

Peperoni arrostiti: un metodo rapido

I peperoni rossi: sono dappertutto in questi giorni. Bellissimi, coloratissimi e carnosi tanto che a vederli sembrano quasi finti, ma la cosa che attira la mia attenzione sono i prezzi relativamente bassi visto che ancora non siamo nella ‘alta stagione’ tradizionale. Difatti, vengono dal Messico i nostri bei peperoni, dove sono cresciuti in serre per mantenerli carnosi e succosi… altrettanto buoni di quelli olandesi, ma ad una frazione del loro costo.

Il modo migliore per preparare i peperoni arrostiti, è sicuramente sulla brace, all’aperto, girandoli uno per uno finchè non si bruciacchia ogni angolo. Poi si arrotolano nella carta da giornale e si lasciano intiepidire. Dopo di che ci si munisce di ’scafandri’ per pelarli e togliere tutti i semi; se non prendete precauzioni, invariabilmente, pellicine e semini si incollano dappertutto, dai capelli agli abiti ed invariabilmente per terra… per non contare le mani che diventano arancioni per 2 giorni come minimo.

‘Les oeufs à la neige’ o meringhe soffici in crema inglese

‘Les oeufs à la neige’ o meringhe soffici in crema inglese

Per anni ho creduto che ‘Les oeufs à la neige’ (tradotto: ‘le uova alla neve‘) fossero una creazione di mia nonna, perchè non ho mai trovato questo dolce in nessun ristorante… non in Italia ma neppure in Francia nè in Belgio… poi, un giorno, verso la fine degli anni 90, in un ristorante tipico francese qui a Montreal, vidi sul menu, tra i desserts, L’ île flottante (l’ isola galleggiante)e chiedendo di cosa si trattasse, scoprii con sorpresa che si trattava del dolce di mia nonna, anche se fatto in modo leggermente diverso.

Lo chef del ristorante, diventato amico di famiglia, mi racconto’ che questo dessert aveva origini molto antiche in Francia e che era rimasto per generazioni nel dimenticatoio. Veniva sistematicamente ignorato dai ristoranti perchè considerato troppo semplice e troppo ‘povero’ per essere presentato ai loro clienti.

Fortunatamente, dopo il successo della ‘nouvelle cuisine’, c’è stato un ritorno alla tradizione e con questo un desiderio di riprendere vecchie ricette e rivederle con un pizzico di modernismo nella loro presentazione
E con questo ritorno, l’ Île flottante è tornata sui menu di grandi ristoranti francesi in tutto il mondo con piccoli cambiamenti che contraddistinguono i grandi Chefs tra di loro, ma mantenendo intatta l’anima della tradizione francese.

Il suo successo era garantito dal desiderio tutto moderno di avere dei desserts leggeri e saporiti, più proteici che calorici… sicuramente l’ondata della dieta Montignac ha contribuito al ritorno di questo ed altri tipici desserts originali come la Mousse al cioccolato nero.
La ricetta che vi offro oggi è quella originale di mia nonna e perdonatemi se sono approssimativa nelle quantità, in realtà non ho mai visto mia nonna misurare o pesare nulla e mi fido dunque unicamente della mia memoria per riprodurre i suoi capolavori.

Divinamente Mousse ….. al Cioccolato!

Mousse al cioccolato.

Avere un dessert al cioccolato che rispetta i nostri sforzi per mantenere la linea? Sembra un’utopia vero? Eppure si, la mousse al cioccolato è un dolce senza farina, contiene poco zucchero ed è priva di grassi aggiunti… lascio fare a voi i conti delle calorie, ma vi garantisco che la ricchezza del sapore di questo dessert sublime oltrepassa di gran lunga la sua ricchezza calorica.

La mousse al cioccolato è un classico della cucina tradizionale francese, spesso deformato per aggiungere un sapore troppo “cremoso” o troppo “zuccherato”, lo si trova spesso fatto con cioccolato bianco o cioccolato al latte, ma questa è la versione originale, come tramandatami da mia nonna parigina.

Come conservare il profumo delle erbe di cucina

Cominciano ad arrivare nei nostri mercatini le piantine cresciute in serra delle nostre erbe di cucina preferite. È arrivato il momento di piantarle nel giardinetto o sul balcone e dare alla nostra cucina i sapori classici dell’estate.
<Basilico, prezzemolo, menta, salvia, origano, maggiorana, timo, rosmarino, erba cipollina, finocchietto…. tante erbe dai profumi intensi che danno tanto carattere e diversità alle nostre creazioni culinarie. A me piace alternare le mie preziosissime piantine di cucina con ciuffi di viole, gerani colorati e rampicanti fioriti per trasformare il mio balcone in un vero e proprio giardino di città, ricco di colori e di sapori. Ma come conservare questi profumi nella nostra cucina durante tutto l’inverno senza dover ricorrere alle 4 foglioline in sacchetti di plastica che paghiamo a peso d’oro nei supermercati? La soluzione è sicuramente nella congelazione se vogliamo conservare il profumo di fresco per le nostre salse, i nostri arrosti e le nostre grigliate di pesce.

Il mio sistema è semplice, poco costoso e pratico e vi servirà di base alla creazione delle vostre miscele preferite, da preparare quando i sapori sono alla loro intensità massima e da conservare tutto l’inverno.

Insalata Waldorf Astoria: un mix sapiente di verdura e frutta

Finalmente è arrivata la primavera e con essa l’esigenza ed il desiderio di cominciare ad alleggerire la nostra alimentazione introducendo sempre più dei piatti freschi a base di verdura e frutta. Le insalate pertanto, arricchite di alimenti gustosi, possono rappresentare una valida alternativa per perdere qualche chilo senza rinunciare ai sapori. Questa insalata, molto raffinata, prende il nome dal celebre albergo di New York. Ingrediente principale è il sedano rapa, uno stimolatore delle ghiandole surrenali e sessuali, utile anche nelle malattie polmonari e di fegato; ha inoltre proprietà dimagranti (che non è poco!).

Qui è abbinato alla mela, che ha molte virtù gastronomiche e terapeutiche: è ad esempio un tonico muscolare, fortifica il sistema nervoso, è diuretica, antireumatica; è un ottimo antisettico intestinale ed è uno dei pochi frutti che non favorisce le fermentazioni intestinali. È utile anche ai denti e alle gengive che pulisce e fortifica grazie all’acido ossalico. Questa ricetta è poco calorica, adatta come antipasto o come contorno.
Insalata Waldorf Astoria (ingredienti per 4 persone)

Sformato di zucca al microonde

sformato di zucca al microonde

Cucinare al microonde, come già abbiamo detto in un precedente articolo, permette di risparmiare tempo ed ottenere, con i giusti adattamenti, degli ottimi risultati. Per gli sformati ad esempio io preferisco la cottura al microonde perchè li rende morbidi dentro e non li asciuga.

Tenendo presente le indicazioni sui tempi e gli ingredienti che devono variare rispetto alla tradizionale cottura in forno vediamo come preparare uno sformato di zucca.

SFORMATO DI ZUCCA AL MICROONDE (Ingredienti per 4 persone)
  • 1,2 kg di zucca
  • 50 gr di prosciutto cotto gr
  • 3 uova
  • 50 gr burro
  • 2,5 di besciamella
  • sale e pepe