Dal Molise: zuppa di ortiche

La nostra cucina tradizionale sa esprimersi al meglio soprattutto quando si tratta di utilizzare i prodotti alimentari più semplici: a volte, poi, ne valorizza alcuni che sono ormai praticamente ignoti al grande pubblico. Ma non a Ginger&Tomato, ovviamente!

In molte aree del centro-sud, ad esempio, si preparano deliziose minestre a base d’ortica e non si tratta, come verrebbe da pensare, di ricette povere. In realtà si tratta di piatti che partecipano alla ritualità combinata dei filtri d’amore e delle pozioni atte ad incrementare la fertilità.

Il fatto, inoltre, che le minestre a base d’ortica risultino anche delicatissime, prelibate, ovviamente non guasta affatto: ve ne vorrei proporre una che reputo tra le migliori, che è anche di facilissima preparazione, originaria del Molise. Per provare altre squisite preparazioni a base d’ortiche, date un’occhiata anche qui, a questa ricetta postata qualche tempo fa: io stessa l’ho provata, ed è deliziosa!

Babaghanush, crema di melanzane dal Libano

Le comunità che vivono sulle sponde del Mediterraneo, oltre a dedicarsi all’attività ittica, propria d’ogni popolo che s’affaccia sul mare, hanno spesso anche solide tradizioni agricole: è il caso del Libano, terra mediorientale ricca nel ricettario di prodotti vegetali e di solida tradizione gastronomica.

Quella che vi presento oggi è una preparazione che ha valicato i confini dell’area che l’ha vista nascere per attestarsi, seppure con qualche variazione, in altre terre, presso altre culture. Si tratta di una stupenda crema di melanzane, proposta in una versione che non si discosta molto da quella originaria, arcaica, e che presenta un marcato tocco esotico, un retrogusto aromatico sconosciuto alle cucine occidentali.

Una crema di melanzane estremamente appetitosa e per di più versatile: servita con dei crostini, leggermente tostati e caldi, è un ottimo antipasto, ma basta contornarla, invece, di una corona di crackers per farla diventare il componente di spicco di un elegante rinfresco o di uno spuntino fuori orario. E’ la Babaghanush.

Maarka bel-Lubia, dalla cucina marocchina

Visto l’interesse della cucina mediterranea per i legumi, non v’è da meravigliarsi dell’accoglienza entusiastica che venne riservata ai fagioli arrivati in Europa dopo la scoperta dell’America. I nuovi legumi vennero non solo accolti ma totalmente inseriti nel grande ricettario della cucina mediterranea.

A volte sostituiscono altri legumi- specialmente le fave– in ricette già esistenti, altre volte invece divennero l’ingrediente base di piatti totalmente nuovi. Ma le sostituzioni furono spesso così ben eseguite da cancellare completamente il ricordo delle versioni precedenti, tanto che molte volte è difficile riuscire a capire se si sia di fronte ad una nuova ricetta o al rifacimento di una preesistente.

Uno dei casi in cui i fagioli hanno sostituito le lenticchie è quello di un aromaticissimo stufato di fagioli arricchito, anche cromaticamente, dall’aggiunta di uova il cui colore splendente fa a gara con lo zafferano per dare al piatto una sorprendente luminosità solare, tutta mediterranea. La versione riportata di questa zuppa di fagioli allo zafferano ed al comino è quella marocchina, ma la ricetta è diffusa, sia pur con qualche variante, nelle aree sud-orientali del bacino del mediterraneo.

Salsa tartara: come e perché

salsa tonnata

Molto importanti in cucina perché accompagnano o sono alla base di numerose ricette, le salse hanno il pregio di impreziosire i cibi e di trasformare in qualche cosa di speciale anche i piatti più semplici. Sia calde che fredde le salse, una volta preparare, non vanno mai scaldate direttamente sul fuoco. Il modo migliore è quello di mantenerla calda fino al momento di servirla, tenendola a bagnomaria.

Per evitare, inoltre, che sulla sua superficie si formi quello che viene chiamato “velo”, distribuitevi sopra qualche pezzetto di burro e mescolate solo all’ ultimo minuto. La salsa tartara tuttavia non corre questo rischio infatti è una salsa fredda, variante della più classica maionese, è un eccellente accompagnamento a pesci, carni e uova sode. Di media difficoltà e anche di rapida preparazione Ginger vi propone la regina delle ricette
Salsa tartara ( ingredienti per circa 250gr di salsa)

Cumino in crema di carote

crema carote

Il cumino è una spezia molto utilizzata soprattutto in Oriente. Ha un sapore forte, leggermente amarognolo ed un po’ pepato e viene spesso usato nelle preparazione del curry. Il cumino si trova generalmente in semi od in polvere. E’ anche molto usato nel Nord Europa per preparare liquori e dolci, ed è ottimo per tisane ed infusi.

Come molte spezie anche ad esso sono state attribuite proprietà magiche, come quella di tenere lontani i demoni o di non fare allontanare gli animali domestici. Il cumino si trova in due varietà, quello nero e quella giallognolo, più diffuso dalle nostre parti. Spesso viene mixato con altre spezie: in Marocco con l’aglio, il peperoncino ed il coriandolo forma il tabel, in India con la paprica, il coriandolo e lo zenzero per preparare la marinata del pollo Tandoori.

I suoi usi quindi sono innumerevoli, dalle carni grigliate alle zuppe. Quella che vi suggeriamo oggi è di fatto una specie di zuppa insaporita al cumino, adatta soprattutto per le cena, per rimanere leggeri e non rinunciare al gusto.

Zuppa di miso per riequilibrarsi

zuppa di miso

Continuiamo la nostra rassegna di ricette oriental style, in particolare parlando della cucina giapponese. Dopo un grande classico come il ramen, tocca obbligatoriamente alla zuppa di miso.

Il miso è un condimento, uno dei più antichi, e si ottiene dai semi di soia pestati e mescolati con farina e riso, o orzo. Una preparazione apparentemente molto semplice ma che viene lasciato a riposare fino a 3 anni. Il miso può avere diversi colori e diverse gradazioni di sapore, dal più bianco e leggero, a quello nero e forte.

Può essere usato come il nostro “dado” in brodi e zuppe, ma anche sul riso, sulla carne e sul pesce. Il miso possiede anche delle buone proprietà curative: è ricco di proteine e soprattutto di enzimi; scioglie il colesterolo ed è perfetto per riequilibrare il vostro organismo (ed il vostro spirito perchè si sa che il cibo giapponese è molto “spirituale”) a fine giornata. Alcune ricerche ne hanno evidenziato la capacità di ridurre i rischi di tumore al seno (3 tazze la giorno).

Il bortsch: tra cosacchi e colbacchi la vera zuppa ucraina

Per anni, il mondo occidentale ha considerato l’ Ucraina semplicemente come una parte della Russia. Ma il bortsch, le uova dipinte e molte delle più famose canzoni cosacche e delle danze tradizionali hanno avuto origine in Ucraina. Gli ucraini occidentali si considerano ucraini al 100% e difendono la loro cultura, parlando la loro lingua e sbandierando il loro nazionalismo. A est, dove vivono più di 10 milioni di russi, il nazionalismo è meno sentito e la maggior parte della popolazione parla russo.

La cucina ucraina si basa su piatti di origine contadina che utilizzano in particolare cereali e verdure di base quali patate, cavoli, barbabietole e funghi. La carne in genere viene bollita, fritta o stufata. Normalmente i dolci sono ricoperti di miele e frutta, in particolare ciliegie e prugne; i dolci più diffusi sono i panini dolci. Lo snack ucraino più diffuso è costituito dai varenyky, piccoli ravioli di pasta, mentre il piatto tipico principale è il salo, il grasso di maiale.

Il bortsch è ancora oggi la zuppa tipica del paese, un brodo di barbabietole e verdura mista che viene in genere servito con la panna. Ma come si fa il vero bortsch? Seguite la ricetta che vi presentiamo di seguito e assaporerete tutta la nostalgia di un paese dalle solidi basi culturali e tradizioni millenarie
Bortsch (ingredienti per quattro persone)

Ramen giapponese: bacchette e scodelle per tutti!

ramen

 

Molti di noi sono cresciuti con i cartoni animati giapponesi ed una delle scene più classiche era quella in cui i protagonisti si abbuffavano mangiando una strana zuppa: dal detective Zenigata al più recente Naruto, li abbiamo visti tutti piegati su una ciotola con le bacchette in mano risucchiando qualcosa che assomigliava a dei “tagliolini”. Solo negli ultimi tempi però la cucina giapponese è stata rivalutata da noi italiani e non solo il suhi ed il sashimi, ma anche il ramen.

 

Il ramen è una ricetta diffusissima in tutta l’Asia, composta da spaghetti (o tagliatelle) all’uovo serviti in brodo di carne, verdura o pesce. Questa è la base, mentre il resto degli ingredienti e delle decorazioni variano a secondo di dove lo assaggerete. In Giappone sono innumerevoli i piccoli localini in cui vi serviranno un ramen speciale, frutto di sperimentazioni durate anni ( se capitate in Giappone e volete assaggiare il ramen evitate rigorosamente i locali grossi e che fanno parte di catene, e puntate su quelli piccoli e a conduzione familiare dove la ricetta del ramen è un tesoro tramandato di generazione in generazione.

 

Noi di Ginger vi presentiamo oggi una ricetta per preparare il ramen a casa (anche se con la globalizzazione adesso si trovano anche delle confezioni di ramen istantaneo o liofilizzato nei negozi orientali), cercando per quanto possibile di indicarvi ingredienti facilmente reperibili in Italia.

Il latte: non solo a colazione! Ecco un’insolita variante della zuppa di cipolle

In una dispensa il latte non dovrebbe mai mancare.
Indispensabile negli anni della crescita e prezioso alleato una volta divenuti grandi, il latte, è ricco di principi nutritivi che non devono mai mancare al nostro organismo: proteine, grassi, carboidrati, sali minerali, vitamine, acqua.

Composizione del latte animale in percentuale:

Latte di …; acqua; proteine; lattosio; grassi; sali; Valore energetico

  • vacca: 87,47 — 3,51 — 4,92 — 3,68 — 0,74 — 729
  • pecora: 82,70 — 6,10 — 4,60 — 5,80 — 0,80 — 980
  • capra: 85,50 — 4,00 — 5,00 — 4,80 — 0,70 — 790

Come preparare gli asparagi con la fonduta

Per essere freschi gli asparagi, la verdura di cui parliamo oggi, devono esser ben sodi, ancora un po’ umidi: quelli rinsecchiti, ingialliti alla base, sono colti da molto tempo- evitateli! Per pulirli basta raschiare la parte inferiore con un coltello per levare terriccio e filamenti, poi lavarli. Per cuocerli, infine, è bene riunirli in mazzetti legati, dividendo i grossi dai piccoli, poichè logicamente il tempo di cottura è diverso; si immergono poi nell’acqua salata a bollore, tempo di cottura 15 minuti: non devono mai essere troppo cotti.

L’asparago era coltivato ed utilizzato nel Mediterraneo dagli egizi ed in Asia Minore già 2000 anni fa, così come in Spagna. Mentre i Greci non sembra che coltivassero gli asparagi, i Romani già dal 200 a.C. avevano dei manuali in cui minuziosamente se ne espone la coltivazione: gli imperatori romani ne andavano ghiottissimi, tanto da adibire e armare navi proprio per rifornirsene. Considerati ortaggi raffinati, dal sapore delicato e gradevole, gli asparagi vantano citazioni letterarie di Plinio, Catone e del greco Teofrasto, ma più fama gli ha dato il primo ministro prussiano Bismark, che li gustava con uova al burro.

La nostra tradizione culinaria li preferisce lessati e conditi con olio e sale oppure gratinati o impiegati per frittate, zuppe, creme e risotti. La cottura al vapore è migliore per mantenere inalterato l’aroma e ridurre la perdita d’elementi nutritivi: gli asparagi sono ricchi di fibra, vitamina C, carotenoidi e sali minerali (calcio, fosforo e potassio). A fronte di uno scarso apporto di calorie hanno però la caratteristica di stimolare l’appetito, oltre che essere depurativi e diuretici. Riducendo il ristagno di liquidi nei tessuti sono indicati per chi vuole eliminare la cellulite, mentre sono sconsigliati per chi soffre di disturbi renali, di calcoli, prostatiti e cistiti.

Zuppa di cipolle con polpettine al formaggio

La zuppa di cipolle è un piatto tipico di molti paesi europei. Diffusissima in Francia (la soupe a’ l’onion) ma conosciuta sotto altre vesti anche in Italia. La ricetta che presentiamo oggi è una zuppa tipica della Toscana, la mangio spesso ogni qual volta mi reco nelle zone adiacenti il Monte Amiata come la deliziosa Abbadia San Salvatore o la più caratteristica Radicofani. Ho dovuto superare un certo scetticismo iniziale prima di provarla, in quanto, non amando i sapori eccessivamente forti ed i piatti troppo pesanti pensavo che non sarebbe stata di mio gusto. Niente di più sbagliato invece: la zuppa va servita calda proprio per esaltare tutta la sua delicatezza, il suo sapore gradevole unito alle polpettine di formaggio.
Zuppa di cipolle con polpettine di formaggio (ingredienti per quattro persone)
  • 8dl di brodo di dado
  • 400gr di cipolle bianche
  • 60gr di burro
  • 60gr di farina
  • 100gr di formaggio gruviera grattugiato
  • 1 tuorlo d’uovo
  • qualche cucchiaio di farina (per spolverizzare le palline)
  • 3/4 di 1 di latte

Minestrone alla ligure: un aiuto per restare in linea con gusto

Personalmente faccio parte di quella cerchia assai numerosa di persone che non sono mai riuscite a portare a termine una dieta anche se, fortunatamente, nel mio caso non è mai diventato un problema. Mi sono però fatta un’idea sul perchè sia molto spesso difficile seguire un regime alimentare ferreo e la risposta che mi sono data è quanto mai banale:i piatti proposti sono a dir poco insipidi e non tengono conto delle stagioni!

Normalmente è più difficile stare a dieta in inverno perchè le temperature da brividi ci fanno preferire un bel piatto di pasta fumante piuttosto che un’insalatina scondita con pomodori al sapore d’acqua e qualche carotina ghiacciata… non che non piaccia una bella insalata mista, ma quando la verdura ha il sapore della verdura e fuori ci sono più di 2°!

Non c’è bisogno di mangiare come in ospedale per dare un freno all’ago della bilancia, basta dosare con criterio e non eccedere con i condimenti, magari trovando dei validi ma soprattutto gustosi sostituti: ci sono alcuni dolci, ad esempio, dove il burro può essere sostituito con lo yogurt lasciando inalterato il gusto.
Ma come si può arrivare al dolce senza aver già occupato le 1200 kcl previste? Ecco che entra in gioco il minestrone, eccezionale alleato della linea e validissimo aiuto contro il freddo invernale.

Minestra di mattoncini di ricotta

Una volta si diceva che la minestra era la biada dell’uomo; oggi i medici consigliano di mangiarne in giuste porzioni per non dilatare troppo le stomaco e lasciare la prevalenza al nutrimento di proteine di carne, le quali rinforzano la fibra, mentre i farinacei, di cui le minestre ordinariamente si compongono, risolvendosi in tessuto adiposo, la rilassano. ( Fonte Artusi)

A questa teoria non contraddico mi riservo però di esprimere questo parere: una buona minestra può valere da piatto unico, essere molto gradita al palato e riscaldare anche serate un po’ troppo fredde. A questo riguardo la ricetta che presentiamo è estremamente ipocalorica, ricca di proteine e di lipidi e carente di glucidi. Queste caratteristiche, assieme alla ricchezza di amminoacidi essenziali, calcio, fosforo e vitamine del gruppo B la rendono ottima in caso di dieta ipocalorica- ipoglucidica.
Minestra di mattoncini di ricotta (ingredientio per sei persone)
  • 200gr di ricotta fresca vaccina
  • 30gr di parmigiano
  • 2 uova
  • q.b. di noce moscata e scorza di limone
  • 1,5lt di brodo di pollo

Zuppa di cipolle alla francese (soupe a’ l’onion)

L’ultima volta che sono stata a contemplare Parigi, in novembre, ho avuto modo di cenare in piccoli ristoranti dove era possibile gustare la cucina francese. Con mia grande sorpresa, devo ammetterlo, uno dei piatti che più frequentemente trovavo nella “carte” non erano “les escargots” o la ratatouille di verdure, ma la zuppa di cipolle. Sapevo ovviamente che questo fosse uno dei capisaldi della cucina d’oltralpe, ma averla trovata in maniera così massiccia mi ha spiazzato, davvero.
Ho dovuto superare quindi una certa ritrosia iniziale, lo confesso, ma con mio grande piacere, ho scoperto un piatto gustosissimo e non assolutamente non impegnativo per la pancia di una giovane turista. Una volta tornata a casa ho cercato più volte di replicarla e dopo diversi insuccessi e ricette messe alla prova, sono riuscita a trovare quella che più si avvicinava alla zuppa di cipolle che avevo tanto gradito a Parigi.
E’ un piatto prevalentemente invernale, come si può immaginare, ed è perfetto nelle fredde serate invernali. In alcune parti d’Italia si comincia già a sentire profumo di primavera, ma secondo me siete ancora in tempo per sperimentarla.