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Lo sapevate che…, curiosità, consigli e strani attrezzi in cucina

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La cucina è un mondo in cui la creatività regna sovrana e dove si sussurrano e si tramandano tanti segreti. Alcuni sono solo piccoli rimedi per ovviare ai pasticci dei più inesperti, altri sono veri e propri tesori come la ricetta delle polpette della nonna o della torta che faceva la mamma. Accanto a questi segreti ce ne sono altri che invece riguardano la gestione della cucina, il trattamento degli ingredienti e magari l’eliminazione degli sgraditi effetti collaterali, come lo sporco o i cattivi odori. Lo sapevate che per eliminare il cattivo odore del cavolfiore lessato, basta aggiungere all’acqua di cottura un pezzo di pane raffermo? E ancora, se avete esagerato con il sale e la minestra è troppo “saporita”, niente paura! Immergetevi due o tre fette di patata cruda e questa assorbirà il sale in eccesso.

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Detersivo per piatti ecologico da fare in casa, un’idea per risparmiare in cucina

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Montagne di piatti da lavare e litri di sapone che vanno via nello scarico del lavello. Per me che non possiedo la lavastoviglie, questi giorni di festa sono stati caratterizzati dalla pila di piatti sporchi sempre presente, a invadere la cucina. Cucinare è bellissimo e divertente, lavare i piatti per la verità è un po’ meno esaltante. E siccome per pulire tutte le stoviglie ho sprecato quintali di detersivo, con la “ricetta” di oggi, vorrei consigliarvi un modo molto economico per preparare un detersivo non del tutto ecologico, ma che sicuramente promette di diminuire notevolmente lo spreco del sapone, a vantaggio del portafoglio e dell’ambiente!

decorazioni tavola natale argento blu

Decorazioni per la tavola a Natale, quando l’argento incontra il blu

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Quando parliamo di Natale non possiamo solo sfogliare i libri di ricette e decidere come organizzare la cucina per i giorni di festa, dobbiamo anche pensare a come apparecchiare la tavola in modo originale e adatto a questa festa! Essendo Natale e non semplicemente una cena con tanti inviatati non può bastare il solo tirare fuori dalla credenze calici e piatti che non utilizziamo tutti i giorni, dobbiamo anche trovare un modo per rendere il tutto veramente speciale. Ogni settimana cercherò di proporvi delle idee nuove e carine e ho deciso di puntare sui giochi cromatici per rendere il tutto colorato e fantasioso!

Cucinare con i fiori, ricette e consigli

Sapevate che la cucina con i fiori è in gran voga? So che può sembrare strano e sicuramente i piatti a base di fiori sono molto particolari ma non per questo meno gustosi di una cucina tradizionale. I fiori commestibili, infatti, sono molto versatili e possono essere utilizzati per realizzare tante pietanze, dagli antipasti ai primi, passando per i secondi e i dolci. Prima di pensare a chissà quali abbinamenti con piante tropicali, considerate che mangiamo i fiori molto più spesso di quello che pensiamo: in fin dei conti sono fiori anche i carciofi o i fiori di zucca che consumiamo comunemente fritti.

Tuttavia, per cucinare con i fiori servono delle piccole accortezze: nel caso in cui usiate fiori di campo, come il tarassaco o le margherite ad esempio, è necessario raccoglierli in zone lontane dallo smog; inoltre, è preferibile utilizzate i fiori coltivati in giardino e non in serra e quindi non trattati con antiparassitari o fertilizzanti; prima dell’utilizzo lavateli sotto l’acqua fredda, verificate che non ci siano degli insetti all’interno e asciugateli delicatamente con un canovaccio bianco e morbido.

La cucina come arte

Sono sempre stata convinta del fatto che la cucina sia una vera e propria forma d’arte. Il procedimento, e molto spesso anche i risultati, possono essere paragonati senza alcun dubbio alla produzione di quadri, fotografie, canzoni, libri e film, un’arte vera e propria, a tutto tondo. E’ chiaro che non è così per tutti e non possiamo generalizzare, soprattutto quando si parla d’arte non va riconosciuta sempre e per forza a tutti la bravura d’autore. La creatività che mettiamo quando cuciniamo non è uguale in ogni momento, per ogni pietanza e chiaramente varia anche da persona a persona, ma proviamo a seguire i procedimenti base, e non potrete far altro che darmi ragione.

Come cucinare gli spaghetti

Seconda puntata del nostro viaggio nel mondo degli spaghetti. Ieri ci siamo dedicati a un po’ di storia, oggi invece parliamo della loro preparazione. Innanzi tutto, mettiamo l’acqua sul fuoco e prepariamoci a buttare la pasta!

Calcolare una media di 100gr di pasta a persona, se poi avete in programma un pasto sostanzioso chiaramente diminuite le quantità. Portate a ebollizione 1 litro d’acqua per ogni 100gr di pasta. Quando l’acqua bolle salatela. Per immergere gli spaghetti nell’acqua esiste un rituale ben preciso: prendete gli spaghetti, fatene un mazzo unico e teneteli con entrambe le mani, torcete il mazzo leggermente e gettate nella pentola. In questo modo gli spaghetti si apriranno a ventaglio e resteranno verticali e ben separati tra loro. Con un forchettone, meglio se di legno, girateli ogni 2 minuti per evitare che si attacchino.

Per decidere quando scolare la pasta non basatevi eccessivamente sulle indicazioni riportate sulle confezioni. Quei tempi sono puramente indicativi, la pasta, tutta, quella lunga e quella corta, deve essere scolata al dente, ovvero la consistenza deve essere cedevole sotto i denti ma la pasta deve mantenre sempre una certa resistenza. Regolatevi secondo il vostro gusto e quello dei vostri commensali, assaggiare è sempre la mossa migliore.

Il Seitan, ecco le ricette

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Due giorni fa abbiamo avuto il nostro primo approccio con il seitan, scoprendo di cosa si tratta e quali sono le sue principali caratteristiche, concludendo poi con due ricette molto veloci e semplici. Ieri invece abbiamo visto come si prepara il seitan fatto in casa e invece, per chi desidera acquistarlo, vi ho dato alcuni consigli per comperare del seitan di ottima qualità. Oggi concludiamo il nostro viaggio nel mondo del seitan e del vegetarianesimo con tre ricette un po’ più elaborate, da provare, se siete in vena di sperimentare nuovi gusti.

Brasato di seitan

Ingredienti: 300gr. di seitan, 1 cipolla media, 1 carota, 1 spicchio d’aglio, 2 rametti di rosmarino, 3 foglie di salvia, ½ bicchiere di vino bianco secco, 1 cucchiaio di salsa di soia, 2 cucchiai di maizena.

Tagliare il seitan a fette e disporlo in una teglia da forno. Sistemarvi intorno la cipolla sbucciata e tagliata e fette, la carota pulita e tagliata a listarelle non troppo sottili, lo spicchio d’aglio sbucciato e schiacciato, il rosmarino e le foglie di salvia. Arrostite il seitan girandolo più volte, in modo che possa rosolare da tutte le parti, poi bagnate con il vino, lasciate che evapori e infine unite del brodo preparato con acqua, salsa di soia e il liquido presente nelle confezioni di seitan acquistato (abbondante nelle confezioni di vetro, poco in quelle sottovuoto). Lasciate sobbollire per un quarto d’ora circa e infine unite la maizena, in modo che il brodo la assorba e si formi una crema. Servire ben caldo.

Il Seitan: cos’è, come si cucina, come si mangia (seconda parte)

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Ieri abbiamo parlato del seitan, abbiamo spiegato cos’è e da cosa è composto, e alla fine abbiamo anche visto un paio di ricette per imparare e provare a cucinarlo. Oggi ci concentriamo su una cosa un po’ particolare, la sua preparazione casalinga, visto che non è affatto difficile!

Tutto ciò che serve per ottenere il seitan in modo casalingo sono acqua e farina. In una terrina molto larga si pone la farina, integrale o parzialmente setacciata, si aggiunge dell’acqua fredda o appena tiepida e, come per la preparazione del pane, si impasta a mano vigorosamente, in modo da ricavarne una massa soda ed elastica. Per quanto rigurda la quantità d’acqua dipende dal fattore proteico: se la farina è ricca di proteine si utilizza una quantità d’acqua pari a quella della farina, se invece la farina non è molto proteica, o è macinata di fresco, si utilizza una quantità d’acqua minore. Nel caso in cui l’acqua aggiunta risulti troppa basterà aggiungere farina per asciugare l’impasto. L’operazione dell’impastare va eseguita con molta cura, visto che consente alle molecole del glutine di agglomerarsi. Una volta finito di impastare la pasta va fatta riposare, coperta da un panno, per mezz’ora a temperatura ambiente. Alcuni consigliano di lasciare la pasta a riposare coperta di acqua tiepida, in modo da avviare subito il processo di separazione del glutine. Entrambi i sistemi sono giusti e garantiscono uan buona riuscita del seitan fatto in casa.

Il Seitan: cos’è, come si cucina, come si mangia (prima parte)

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Parliamo di vegetarianesimo. Ma non solo. Io non sono mai stata vegetariana ad esempio ma in un periodo della mia vita ho provato tutta una serie di alimenti “naturali” (seitan, tofu, germogli) per sentirne il sapore e conoscere nuovi cibi, e ancora adesso mi porto dietro le esperienze, i sapori e le ricette di quel momento.

Quando c’è una riduzione o una totale eliminazione del consumo della carne bisogna porre attenzione sul reperimento di fonti proteiche alternative. Un aiuto molto valido viene proprio dal “glutine di frumento”, visto che il suo prezioso patrimonio di proteine ne fa praticamente una sorta di carne vegetale. In Italia ancora oggi non è un alimento molto conosciuto e facilemente reperibile (i miei esperimenti risalgono a dieci anni fa circa, ma ancora oggi il seitan si trova solo nei negozi specializzati in alimentazione vegetariana o naturale). In gran parte dell’Estremo Oriente questo prodotto è consumato da secoli, mentre in America venne introdotto all’incirca negli anni ’60, dai Mormoni.

Soul Kitchen, un tuffo nell’esilarante mondo di questo film

Manifesto_SoulKitchen

Sappiamo bene quanto siano numerosi i film che parlano di cibo e cucina, di recente uscita possiamo citare Julie&Julia, ma come dimenticare i sensuali assaggi di Chocolat o le emozioni raccontate in Pomodori Verdi Fritti? Tutta la passione, la fatica, la forza, le vibrazione che emette la cucina quando è accarezzata dal cibo possiamo ritrovarle in un film, perchè i film raccontano le vita e niente più di ciò di cui ci nutriamo, del modo in cui lo prepariamo e delle storie che si intrecciano con esso può far parte di un racconto cinematografico.

Il regista in questione è Fatih Akin, che ha raggiunto la fama nel 2004, con La Sposa Turca, una meravigliosa pellicola che ha vinto il Festival di Berlino proprio in quell’anno, una storia d’amore e sofferenza, forte e delicata al tempo stesso. Akin, turco di seconda generazione e nato ad Amburgo, si propone di non realizzare film sull’emigrazione, ma molto spesso le sue storie vanno a trattare questa tematica, seppur con uno sguardo molto originale, profondo o divertente che sia, che va a toccare la terra e la cultura d’origine che si intrecciano con la terra che accoglie i protagonsiti, turchi, e con il loro modo di adattarsi a questa vita.

Ma arriviamo al nostro Soul Kitchen.

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Alla scoperta dei Dimsum

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Ritorniamo a parlare dei Dimsum, i piccoli bocconcini di cibo che arrivano dritti dritti dalla Cina e si preparano a diventare il nuovo must Europeo, dopo i ristoranti cinesi e il sushi giapponese. La domenica in Cina è proprio il giorno ideale per consumare i Dimsum, infatti spesso i genitori portano i bambini per il pranzo in queste sale da tè e si incontrano con i nonni, passando alcune ore insieme a consumare queste deliziose mini portate e a chiacchierare. Infatti mentre a Londra, e di seguito in Europa, la moda dei Dimsum si è legata molto facilmente al concetto di aperitivo, quindi prima di cena, in Cina i Dimsum vengono consumati con più facilità in mattinata, oppure a ora di pranzo, e sono anche una variante dei festeggiamenti casalinghi, ad esempio per la festa della mamma o per il Capodanno cinese.

Il rituale dei Dimsum appartiene alle sale da tè e infatti il termine Yum cha (ovvero bere il tè) indica l’intero pranzo, e si lega come abbiamo già raccontato ieri alle soste che facevano i viaggiatori e i mercanti lungo la Via della Seta. Inizialmente infatti i Dimsum non erano considerati un vero e proprio pasto, ma solo degli spuntini, fino a quando non sono diventati un caposaldo della cultura alimentare cinese e se ne consumano in grandi quantità proprio per essere un pasto completo ad esempio, e anche un pranzo di festa.