Dadini di caciocavallo all’ananas

TEMPO: 30 minuti | COSTO: basso | DIFFICOLTA’: media

VEGETARIANA: SI | PICCANTE: NO | GLUTINE: NO | BAMBINI: SI


Per gli amanti del sapore agrodolce, i dadini di caciocavallo all’ananas possono rappresentare uno stuzzichino invitante e goloso! Ho preso questa idea da un libro di ricette cinesi rivisitate all’italiana, in occasione di una cenetta con amiche dai gusti particolari e soprattutto vegetariane! L’ho sperimentata su di loro e mi hanno persino chiesto la ricetta! Credo proprio che siano piaciuti!

Dadi di caciocavallo all’ananas  (ingredienti per 4 persone)

250gr di caciocavallo
1 porro
12 fette di ananas
1 cucchiaio di grappa
1 cucchiaio di maizena
olio di arachidi
1 uovo
una spolveratina di sale e pepe

Per la salsa:
4 cucchiai di brodo vegetale
1 cucchiaio di Cognac
1 cucchiaio di aceto bianco
1 cucchiaio di maizena
1 cucchiaio di zucchero

Baba Ganoush

I popoli di fede islamica una volta l’anno celebrano la festività del “RAMADAN”, che impone un ritmo alla giornata molto particolare. Vi propongo una ricetta tipica mediorientale, che chi lo pratica potrà gustare solamente dopo il tramonto. Si tratta di un piatto del Levante, il Baba ghanoush è un antipasto/stuzzichino composto principalmente da una purea di melanzane. Siria e Libano sono i paesi dove è maggiormente diffuso.

Esiste anche un piatto simile chiamato mutabbal. In Israele, la versione corrente è fatta con melanzane grigliate passate con tahina spezie. Qualche volta la tahini è sostituita dalla maionese e prende il nome di “סלט חצילים” (letteralmente insalata di melanzane).

Nell’India del nord, in particolare nella provincia del Punjab province, Baingan Bartha è ancora un piatto simile, che viene servito con i tipici pani del posto come Paratha, Roti, Kulcha, ecc.

Zuppa di pomodoro agro piccante e gamberi: un po’ di cucina esotica

Quando ero bambina e dovevo starmene a letto con il raffreddore o l’influenza, mia zia, che è cresciuta in India, mi preparava sempre una tradizionale zuppa dell’India del Sud chiamata rasam. Ne esistono diverse varianti, alcune con il limone, altre con il cumino, oppure con le lenticchie o l’aglio. Questa zuppa mi è sempre piaciuta moltissimo, ma ero convinta che mancasse di un pizzico di sostanza per i palati occidentali, e così ho realizzato questa particolare variante con i gamberi. Quando non mi sento troppo bene per cucinarmi una cena completa, aggiungo degli spaghetti di riso.

Il delizioso profumo del coriandolo, del cumino e del tamarindo libera la testa ed elimina i vari malanni della stagione invernale. Ma è una zuppa sufficientemente leggera da poter essere servita anche in primavera e in estate. Ha pochissime calorie, è povera di carboidrati e ricca di proteine. Ci sono alcuni ingredienti – semi di fienogreco, polvere di assafetida, jaggery (zucchero grezzo usato in India) e semi di senape nera che probabilmente non avrete nella dispensa. Potete comunque comperarli in qualsiasi negozio di specialità asiatiche o indiane a meno di 10 euro. Vi assicuro che vale davvero la pena fare un piccolo sforzo per trovare questi ingredientí, e ottenere il gusto particolare di questa zuppa.
Zuppa di pomodoro agro piccante e gamberi (ingredienti per 4/6 persone)
  • 2 palline (grandi come una pallina da golf) di polpa di tamarindo
  • 12 gamberi sgusciati e puliti
  • il succo di 1 limone
  • sale
  • 1 cucchiaio e 1/2 di olio vegetale
  • 3/4 di cucchiaino di semi di senape nera
  • 1/4 di cucchiaino di semi di fienogreco
  • 1/2 cucchiaino di semi di cumino
  • 20 foglie dì curry fresco
  • 3 spicchi d’aglio a fettine
  • 1/2 cucchiaino di polvere di assafetida
  • 2 tazze di pomodorini ciliegia
  • 1 o 2 peperoncini verdi freschi tritati
  • 1/2 cucchiaino di polvere curry sambar (o curry Madras)
  • un pezzetto (1 cm circa) di jaggery (zucchero di canna o zucchero di palma)
  • 1 cucchiaio di salsa di pesce thai
  • 1/4 di tazza di coriandolo fresco tritato

La pasta fillo: dall’antica Grecia alla Cina

Immergete per un attimo la vostra mente tra le antiche strade di Atene, al sole dei grandi Partenoni e di una storia millenaria che ha portato fino a noi magnificenze architettoniche! La civiltà greca tuttavia non ci portato solamente una maestosità culturale ma anche una grande influenza in campo gastronomico. La stessa influenza si è poi diffusa in gran parte del mondo orientale e in Italia meridionale. La pasta fillo, chiamata anche philo, letteralmente significa sfoglia ed è assimilabile alla nostra pasta sfoglia anche se molto più sottile. E’ un impasto che si adatta sia a preparazioni dolci che salate ed è costituito da farina, acqua e sale per le ricette salate mentre invece per quelle dolci è consigliata l’aggiunta di un po’ d’olio d’oliva.
La sottigliezza della sfoglia è una vera e propria arte, la stessa che può ricordarci un tempio partenopeo. Molte sono le ricette della pasta fillo che insegnano a creare sfoglie sottilissime a mano, io però consiglio il più classico mattarello e sfogliatrice. La pasta fillo oltre ad essersi diffusa in medio oriente è utilizzata anche come base per i famosi involtini cinesi, segno evidente dell’ampio percorso fatto dalla cucina greca nel mondo.

La Cina in cucina: tagliatelle dei dieci tesori

In Cina esistono tre tipi principali di pasta: alla farina di frumento -con o senza uova-, al riso ed alla soia. Queste tagliatelle dei dieci tesori, per la sapiente combinazione dei differenti sapori, sono un esempio di quella ricerca dell’equilibrio e dell’armonia attraverso i contrasti, tipici della gastronomia cinese.

Per preparare questa ricetta in cui la carne viene cotta molto velocemente, è preferibile scegliere dei tagli molto teneri e non fibrosi, come il filetto oppure il roast beef. Per avere un sapore più ricco possiamo inoltre sostituire il manzo con la carne d’agnello. Per i fagiolini, essendo fuori stagione, è preferibile usare quelli surgelati, oppure altre verdure, come zucchine, cimette di cavolfiore o broccoletti.

Questo piatto, nominalmente considerato un primo, rappresenta in realtà un perfetto piatto unico, adatto ad un pasto di mezzogiorno o ad una cena leggera, e può anche costituire un’originale alternativa alla spaghettata di mezzanotte!

La Cina in cucina: involtini primavera (parte I)

Tipica preparazione della cucina cantonese, gli involtini primavera vengono consumati come prima colazione o in qualunque momento della giornata. Fanno parte dei dim sum, letteralmente “metti un puntino sul cuore” o “rompidigiuno”, che vengono preparati anche dagli ambulanti lungo le strade.

Fra gli ingredienti degli involtini primavera troviamo i germogli di soia e quelli di bambù. Per quanto riguarda i primi possiamo utilizzarli sia freschi, da scottare in acqua bollente, sia reperire al supermercato quelli in scatola, che non alterano il sapore della preparazione.

I germogli di bambù, invece, conservati al naturale in lattina, sono in vendita nei negozi di prodotti alimentari. Si possono acquistare anche le punte di germogli, molto tenere e pregiate, indicate per i piatti di verdure miste: vanno sempre sciacquati in acqua calda prima di venire cucinati.

Il coriandolo, per dare un sapore esotico ai vostri piatti

Il coriandolo, per dare un sapore esotico ai vostri piatti

Il coriandolo è una delle spezie più antiche, molto diffuso in Medio Oriente e, da qualche tempo anche in Europa Orientale. La pianta da cui deriva questa spezia è della solita famiglia di quella del cumino, dell’aneto e del prezzemolo, infatti è anche conosciuto come “prezzemolo cinese“. Le sue virtù terapeutiche sono molte, ma in particolare favorisce la digestione e combatte le coliche. Lo usavano anche i Romani e Plinio scriveva che mettendone i semi sotto il cuscino all’alba era possibile curare il mal di testa.

Il coriandolo si trova sia fresco in foglie sia sotto forma di semi, interi ma anche già macinati. Le foglie fresche possono essere usate in sostituzione del prezzemolo e daranno un tocco in più ai vostri piatti con il loro aroma fresco ed un po’ esotico. Per averlo sempre a disposizione potete anche coltivarlo in giardino o in un vaso, vi basta avere dei semi (lasciateli quasi in superficie) ed innaffiarli frequentemente; in tre settimane circa avrete il vostro coriandolo fresco.

Babaghanush, crema di melanzane dal Libano

Le comunità che vivono sulle sponde del Mediterraneo, oltre a dedicarsi all’attività ittica, propria d’ogni popolo che s’affaccia sul mare, hanno spesso anche solide tradizioni agricole: è il caso del Libano, terra mediorientale ricca nel ricettario di prodotti vegetali e di solida tradizione gastronomica.

Quella che vi presento oggi è una preparazione che ha valicato i confini dell’area che l’ha vista nascere per attestarsi, seppure con qualche variazione, in altre terre, presso altre culture. Si tratta di una stupenda crema di melanzane, proposta in una versione che non si discosta molto da quella originaria, arcaica, e che presenta un marcato tocco esotico, un retrogusto aromatico sconosciuto alle cucine occidentali.

Una crema di melanzane estremamente appetitosa e per di più versatile: servita con dei crostini, leggermente tostati e caldi, è un ottimo antipasto, ma basta contornarla, invece, di una corona di crackers per farla diventare il componente di spicco di un elegante rinfresco o di uno spuntino fuori orario. E’ la Babaghanush.

Pulgogi ovvero costolette coreane alla griglia

costolette

C’è forse qualcosa di più gustoso che affondare i denti in una morbida costoletta, caramellata alla perfezione, con un delizioso sapore di peperone leggermente affumicato? Fa venire l’acquolina in bocca… quasi come se tutto il nostro corpo fosse attraversato da una corrente elettrica! Mi piace il modo in cui i quattro sapori fondamentali – dolce, salato, piccante e omami (alcuni lo definiscono speziato) si fondono insieme in un solo boccone!

Ho assaggiato per la prima volta questo delizioso anticipo laccato di paradiso alcuni anni fa perché ero andata nel quartiere coreano di Manhattan su indicazione di un amico. Pul in coreano significa “fuoco“, mentre kogi significa “carne“. La parola pulgogi, formata appunto da questi due termini, significa quindi “carne al fuoco”, ovvero “carne alla brace”. Questo è un piatto che ha origini antichissime, dai tempi in cui probabilmente anche i coreani erano nomadi e si nutrivano prevalentemente di carne. Oggi i coreani sono piuttosto vegetariani, con moderato consumo di carne, di pesce e di uova, ma la tradizione del pulgogi permane. Tuttavia anche a casa è semplice preparare un buon pulgogi!
Costolette coreane alla griglia o pulgogi ( ingredienti per 4-6 persone)

Cumino in crema di carote

crema carote

Il cumino è una spezia molto utilizzata soprattutto in Oriente. Ha un sapore forte, leggermente amarognolo ed un po’ pepato e viene spesso usato nelle preparazione del curry. Il cumino si trova generalmente in semi od in polvere. E’ anche molto usato nel Nord Europa per preparare liquori e dolci, ed è ottimo per tisane ed infusi.

Come molte spezie anche ad esso sono state attribuite proprietà magiche, come quella di tenere lontani i demoni o di non fare allontanare gli animali domestici. Il cumino si trova in due varietà, quello nero e quella giallognolo, più diffuso dalle nostre parti. Spesso viene mixato con altre spezie: in Marocco con l’aglio, il peperoncino ed il coriandolo forma il tabel, in India con la paprica, il coriandolo e lo zenzero per preparare la marinata del pollo Tandoori.

I suoi usi quindi sono innumerevoli, dalle carni grigliate alle zuppe. Quella che vi suggeriamo oggi è di fatto una specie di zuppa insaporita al cumino, adatta soprattutto per le cena, per rimanere leggeri e non rinunciare al gusto.

Falafel, tabboulé e datteri farciti: guida ai migliori ristoranti di Roma e Milano

Se vi trovate a passare per la splendida Roma o se siete fortunati da abitarci e siete amanti della cucina orientale qui di seguito vi consigliamo una serie di locali degni di nota per gustare le migliori specialità orientali. Potete iniziare con:

  • Kabir Fast Food: rosticceria e take-away indiano in via Mamiani; molta simpatia.
  • Hamasei: storico giapponese in via della Mercede ha aperto da poco anche il sushi-bar. Costoso, ma vale la visita.
  • Zenobia: ristorante arabo, piazza Dante: divertente sedersi a terra e nel weekend danza del ventre.
  • Città in fiore: cinese veloce ed economico in via Cavour 273; preziosa la cortesia di Giada che saluta tutti con un regalino.
  • Tra i negozi: Castroni offre un buon assortimento di ingredienti da tutto il mondo
  • Se volete scoprire l’ebbrezza di curiosare per le varie botteghe di spezie, mercato più fornito è a Piazza Vittorio. Alimenti che provengono da tutto il mondo.

Zuppa di miso per riequilibrarsi

zuppa di miso

Continuiamo la nostra rassegna di ricette oriental style, in particolare parlando della cucina giapponese. Dopo un grande classico come il ramen, tocca obbligatoriamente alla zuppa di miso.

Il miso è un condimento, uno dei più antichi, e si ottiene dai semi di soia pestati e mescolati con farina e riso, o orzo. Una preparazione apparentemente molto semplice ma che viene lasciato a riposare fino a 3 anni. Il miso può avere diversi colori e diverse gradazioni di sapore, dal più bianco e leggero, a quello nero e forte.

Può essere usato come il nostro “dado” in brodi e zuppe, ma anche sul riso, sulla carne e sul pesce. Il miso possiede anche delle buone proprietà curative: è ricco di proteine e soprattutto di enzimi; scioglie il colesterolo ed è perfetto per riequilibrare il vostro organismo (ed il vostro spirito perchè si sa che il cibo giapponese è molto “spirituale”) a fine giornata. Alcune ricerche ne hanno evidenziato la capacità di ridurre i rischi di tumore al seno (3 tazze la giorno).

Ramen giapponese: bacchette e scodelle per tutti!

ramen

 

Molti di noi sono cresciuti con i cartoni animati giapponesi ed una delle scene più classiche era quella in cui i protagonisti si abbuffavano mangiando una strana zuppa: dal detective Zenigata al più recente Naruto, li abbiamo visti tutti piegati su una ciotola con le bacchette in mano risucchiando qualcosa che assomigliava a dei “tagliolini”. Solo negli ultimi tempi però la cucina giapponese è stata rivalutata da noi italiani e non solo il suhi ed il sashimi, ma anche il ramen.

 

Il ramen è una ricetta diffusissima in tutta l’Asia, composta da spaghetti (o tagliatelle) all’uovo serviti in brodo di carne, verdura o pesce. Questa è la base, mentre il resto degli ingredienti e delle decorazioni variano a secondo di dove lo assaggerete. In Giappone sono innumerevoli i piccoli localini in cui vi serviranno un ramen speciale, frutto di sperimentazioni durate anni ( se capitate in Giappone e volete assaggiare il ramen evitate rigorosamente i locali grossi e che fanno parte di catene, e puntate su quelli piccoli e a conduzione familiare dove la ricetta del ramen è un tesoro tramandato di generazione in generazione.

 

Noi di Ginger vi presentiamo oggi una ricetta per preparare il ramen a casa (anche se con la globalizzazione adesso si trovano anche delle confezioni di ramen istantaneo o liofilizzato nei negozi orientali), cercando per quanto possibile di indicarvi ingredienti facilmente reperibili in Italia.

Surimi al naturale

Spesso lo abbiamo usato come condimento per la pasta o freddo come antipasto.
Ma cos’è di preciso il surimi?
Il surimi è un prodotto di origine giapponese e nasce dalla secolare esperienza di questo popolo nella conservazione dei prodotti ittici.
E’ costituito dalla polpa di pesce di Merluzzo da cui vengono ricavati alcuni strati compatti che serviranno a formare quei piccoli cilindri arrotolati dal caratteristico colore arancione sull’esterno e bianco all’interno; i vari strati sono poi tenuti insieme da stabilizzanti, polifosfati e zuccheri.
Ultimo passaggio, il congelamento a -20 gradi.