Colomba primaverile: un’ idea originale per il vostro pranzo di Pasqua


Se siete amanti dei dolci fatti in casa ma non volete rinunciare alla tradizione nel giorno di Pasqua, se le colombe farcite belle e pronte non vi soddisfano molto (e come potrebbero!) ma non volete ricorrere alle solite ricette ecco quello che fa per voi. Io amo molto i dolci pasquali (in verità ancora devo trovare un dolce che non mi piace!) ed in particolare la classica colomba; la preferisco semplice con tanta glassa zuccherosa sopra tuttavia non a tutti i canditi e l’uvetta piace. Quest’ oggi vi suggeriamo quindi una ricetta ricca di frutta, gustosa e adatta anche a chi non è proprio un amante della colomba classica
Colomba farcita (ingredienti per 6 porzioni)
  • 2 fogli di pasta sfoglia
  • 2 cucchiai di zucchero
  • 250gr di crema pasticcera già pronta
  • 4 ananas
  • mandorle a lamella
  • zucchero a velo
  • fragole
  • kiwi
  • mele
  • latte q.b.
  • 2dl di panna da montare

Un dolce Pasquale che arriva dalla Campania, la Pastiera

I dolci della tradizione Pasquale in Italia sono molti e diversi in ogni regione. Ma un dolce che è particolarmente apprezzato in tutto lo stivale tipico della cucina Campana è indubbiamente la Pastiera.

La Pastiera è un dolce talmente amato dagli italiani che, girando tra i supermercati, ho notato che una nota casa produttrice di dolciumi ha pensato, addirittura, di produrla e venderla confezionata.

Cose da non credere! Ma per chi preferisce i gusti freschi e genuini dei prodotti fatti in casa, con ingredienti scelti e di prima qualità eccovi la ricetta per fare in casa un ottima Pastiera.

Uovo di Pasqua

L’uovo di pasqua. Il simbolo di una festa. Ogni volta che ci pensiamo evochiamo le immagini di confezioni colorate, nastrini, carta crespa e sorprese. Ma l’uovo di pasqua è una tradizione antica, che si perde nella notte dei tempi. Il simbolo della vita in se stessa, ma anche del mistero, della sacralità.
In alcune credenze pagane, il Cielo e la Terra erano rappresentati come due metà dello stesso uovo, e le uova erano il simbolo del ritorno della vita. Gli uccelli infatti si preparavano il nido e lo utilizzavano per le uova, che schiudevano una nuova vita, rituale simbolico del passaggio alla primavera.

Anche popoli come i Greci, i Cinesi ed i Persiani se li scambiavano come dono simbolo di rinascita, per le feste della stagione della fioritura, e nell’antico Egitto le uova decorate erano scambiate all’equinozio di primavera, data di inizio del nuovo anno, quando l’anno era legato alla sequenza delle stagioni.

L’origine più corretta della tradizione dell’uovo nella festa cristiana, risale alla Pasqua ebraica, chiamata Pesach (dall’ebraico Pasàch, “passare oltre”, in inglese passover). La tradizione religiosa vuole che la sera della festa di Pesach, i primogeniti mangino un uovo sodo, che deve essere consumato intero, senza dividerlo con nessuno. In effetti, la festa della pasqua ebraica e di quella cristiana, pur celebrando due eventi differenti (l’uscita degli ebrei dall’Egitto per una, la resurrezione di Cristo per l’altra) cadono più o meno nello stesso periodo dell’anno, e la data della festa cristiana segue il calendario ebraico.

Ma, secondo la tradizione, fu Francesco I di Francia, nel ‘500, a ricevere il primo uovo di Pasqua. Una tradizione che rinnovandosi nei secoli, è divenuta un vero e proprio fenomeno di costume.

Rosabella e la torta di frutta…finta

Vatti a fidare delle mamme! Delle nonne poi… Insomma, lei si era impegnata per un dolce bellissimo buonissimo coloratissimo come solo la sua mamma e la sua nonna sapevano fare…e loro la piantavano così. Non va affatto bene. Una ragazza deve poter far conto sulla sua mamma. Per non parlare della sua nonna.

Insomma se ne erano andate, una a giocare a bridge – mica a ‘uomo nero’ – la mamma, e la nonna aveva la sua lezione all’Università! E così lei avrebbe fatto una gran brutta figura con le sue amiche. Che poi erano anche un po’ snob. Una solo il biologico, l’altra solo il vegetariano, un’altra ancora biologico-vegetariano-integrale. Un vero strazio. E lei che mangiava le merendine!

La nonna, dandosi un ultimo sguardo allo specchio, le aveva dato un consiglio incredibile: “Vai al supermercato e compra una crema in busta, della gelatina in busta, frutta varia e di diversi colori, e… un pan di Spagna preconfezionato” – Aveva detto proprio così!!!! La nonna!!! – “pensa alla torta del tuo compleanno” – ma lei l’aveva fatta tutta in casa, pan di Spagna, crema ecc. – “e vai di fantasia. Tanto mica se ne accorge nessuno!” E se ne era andata. Sì, nessuno. Le sue amiche sì. Di sicuro. Ma che fare?

In fondo l’aveva detto la nonna…

Festa di San Giuseppe e Sagra della Frittella di Riso

Domenica 16 Marzo, in occasione della festa di San Giuseppe, nella provincia pistoiese di Chiesina Uzzanese, precisamente a Chiesanuova, si terranno la Sagra della Frittella di Riso in contemporanea alla Fiera di San Giuseppe.
La festa, che in realtà cade il 19 marzo ma che è stata spostata alla prima domenica utile per permettere a tutti di parteciparvi, è collegata a due particolari festività che coinvolgono quasi tutta l’Italia: i Falò e le Zeppole.
Infatti, dato che la ricorrenza della festa del protettore dei falegnami e delle coppie coincide con la fine dell’inverno, si è sovrapposta ai passati riti pagani di purificazione agraria che consistono nel bruciare i residui del raccolto sui campi e nel bruciare legna in falò posizionati ai margini delle piazze; prima che l fuoco si spenga, alcuni impavidi li scavalcano con grandi salti mentre i più devoti canticchiano canzoni in onore del santo.

St.Patrick’s Day il 17 Marzo e le cotolette di salmone irlandese della signora MacLeod

Il 17 marzo in Irlanda ed in ogni posto dove risiede una comunità irlandese, viene celebrato il giorno di San Patrizio, patrono d’ Irlanda. Molte le leggende sul santo, sulla sua vita e sulle sue opere. Certo è che non nacque in Irlanda ma in Scozia e arrivò sulla splendida terra irish solo all’età di sedici anni. San Patrizio fu spesso minacciato di morte, catturato e condannato, ma riuscì comunque a portare avanti la sua missione in nome di Dio con sorprendente successo. Il santo percorse l’intera Irlanda, predicando e insegnando nella lingua locale, fondando abbazie e monasteri, soccorrendo i bisognosi e operando miracoli.

Il St. Patrick’s Day in Irlanda nasce quindi come festa religiosa: sembrerà assurdo, ma fino agli anni ’70 i pub avevano l’obbligo di chiudere il 17 marzo! Solo nel 1995 St. Patrick’s Day diventò anche una festa nazionale e come tale richiede una cucina degna dei giorni importanti. Fiumi di birra Guinness scorrono nelle taverne irlandesi di tutto il mondo e in alcuni paesi, come l’Australia o gli Stati Uniti, si organizzano parate colorate che rivendicano l’orgoglio di questo popolo allegro e gioioso.

La cucina irlandese è una cucina povera, fatta di piatti semplici. Il pane alla soda, lo stufato di manzo con birra Guinness, burro salato, le zuppe, sono tra i piatti principali serviti nelle giornate uggiose dentro i pub dalla moquette consunta, ma dallo spirito autentico e sorridente. Se volete cucinare un piatto irlandese ma non sapete cosa, Ginger è sempre pronto con i suoi consigli e per l’occasione vi suggerisce le

Cotolette di salmone della signora MacLeod (ingredienti per quattro persone)

Cannelloni con ricotta per la domenica di Pasqua

Continua il nostro viaggio nelle tradizioni culinarie pasquali. Nei giorni precedenti avevamo promesso altre ricette da sfornare per l’ occasione e noi di Ginger siamo di parola. Io sono di Roma e almeno dalle mie parti è tradizione mangiare la domenica di Pasqua i cannelloni con la ricotta. E’ vero che è un piatto italiano ma è anche vero che ogni luogo ha la sua particolarità nella preparazione e nelle varianti. Io li preparo in questo modo e devo dire che ho riscosso molto successo
Cannelloni con ricotta (ingredienti per quattro persone)
  • 250gr di pasta fresca all’uovo già stesa
  • 200gr di ricotta freschissima
  • 350gr di cavolini di Bruxelles
  • 60gr di mandorle a lamelle
  • 60gr di parmigiano reggiano grattugiato
  • 1 uovo
  • 40gr di burro
  • 150gr di gorgonzola dolce, tagliato a pezzetti
  • 1 bicchiere di panna fresca
  • noce moscata grattugiata
  • sale e pepe bianco

Torta mimosa per la festa della donna

Nel 1946 l’ Unione Nazionale Donne scelse come fiore simbolo la mimosa; i motivi furono diversi: per il suo colore giallo brillante, per il suo profumo delicato e nello stesso tempo intenso, per la rapida fioritura nel mese di marzo. Da qui l’ usanza da parte degli uomini di regalare alle donne mazzetti di mimosa e parte sempre da qui la realizzazione del dolce tipico della festa delle donne, la torta mimosa appunto. Stiamo ben attenti però: la mimosa è un fiore molto velenoso e la dizione mimosa proviene dal pan di spagna sbriciolato e posto a mo di fiori di mimosa. Molte le ricette per questo dolce ma Ginger vi consiglia la versione più classica e senza varianti.
Torta mimosa (ingredienti per 6/8 persone)
    Per il pan di spagna
  • 6 uova
  • 180gr di zucchero
  • 75gr di farina
  • 75gr di fecola
  • un pizzico di sale
  • Per la crema pasticcera
  • 500gr di latte
  • 4 tuorli
  • 100gr di zucchero
  • 25gr di farina 00
  • scorza di limone
  • cannella, vaniglia (facoltativi)
  • Per la panna montata
  • 200gr di panna da montare
  • 50gr di zucchero a velo
  • Rhum o succo di arancia per bagnare il pan di Spagna

Antipasto pasquale: uova con fantasia

Si avvicina la Pasqua e siamo un po’ tutti alla ricerca di facili ricette da realizzare, che sappiano coniugare gusto, tradizione ma anche leggerezza. Sembra ieri che abbiamo concluso con i lauti pranzi e cenoni del periodo natalizio che già la nostra mente è alle prese con la preparazione del pranzo e dei dolci di Pasqua. Nei prossimi giorni non mancheranno ricette per l’ occasione, dolci e salate e, se avrete la voglia di seguirci, non rimarrete delusi. Oggi la redazione di Ginger&Tomato vi consiglia un antipasto davvero saporito e facile da realizzare
Uova fantasia (ingredienti per 8/10 persone)
  • 12 uova
  • 250gr di tonno
  • 150gr di piselli freschi
  • 1 bicchiere di aceto
  • 1 cucchiaio di succo d’arancia
  • 1 cucchiaio di succo di limone
  • 3 gherigli di noce
  • 250gr di caprino cremoso
  • 40gr di prosciutto crudo
  • 1 cucchiaio di pecorino sardo grattugiato
  • 12 punte di asparagi
  • erba cipollina
  • 2 rametti di maggiorana
  • 1 pezzetto di cipollotto
  • 1 noce di burro
  • olio extravergine di oliva
  • sale e pepe

La vera torta Pasqualina, la storia e la ricetta

Continua la nostra rassegna di dolci pasquali con questa torta dalle origini assai antiche (ne è attestata l’esistenza nel XV secolo), è una famosa specialità genovese, chiamata così perchè si usava (e si usa) prepararla e mangiarla soprattutto a Pasqua.
Questa torta salata si prepara anche con i carciofi, ma la tradizionale torta Pasqualina è fatta solo con le bietole, poiché nel periodo pasquale i carciofi non erano a buon mercato, mentre le umili bietole di campagna erano in pieno germoglio e tutti potevano permettersi di acquistarne in quantità. Tradizione vuole che i fogli di pasta che compongono la torta pasqualina siano esattamente 33, in ricordo degli anni di Gesù, ma in pratica ci si “accontenta” anche di meno. Non solo: come spesso accade nei piatti tipici di origini molto antiche gli ingredienti della torta Pasqualina, uova e formaggio, erano alimenti pregiati che venivano consumati solo nelle grandi ricorrenze.
In Liguria, al posto della ricotta, si utilizza la prescinseua, una sorta di cagliata di latte molto leggera, reperibile in alcune gastronomie particolarmente fornite.
Il segreto della riuscita della ricetta che vi presento sta nella preparazione della pasta che va fatta senza uova e dev’essere veramente sottilissima. La torta Pasqualina è buona sia calda sia fredda: vediamo adesso come prepararla!

Dolci pasquali: la schiacciata toscana

schiacciata di pasqua

Pasqua si avvicina e con la festa arrivano tutti i dolci tipici, dal classico uovo di cioccolata, alla tradizionale colomba, fino a tutte quelle ricette regionali. Una di queste è la schiacciata di Pasqua, un dolce pasquale tipicamente toscano. In genere la parola “schiacciata” indica una focaccia salata, mentre in questo caso è un vero e proprio dessert.

Nasce nelle province di Pisa e Livorno come dolce povero, da mangiare nel periodo che va dall’inizio della Quaresima fino alla Pentecoste. E’ un vero e proprio pan dolce, aromatizzato con aromi, perfetto per la prima colazione.

La ricetta antica della schiacciata toscana è lunga e complicata e prevede ben tre lievitazioni, mentre quella che vi proporremo è un po’ accorciata e semplificata, ma non toglie niente al gusto.

Arrosto di maiale con le prugne

Del maiale, si diceva una volta, non si butta via niente. Ed è vero: dalle setole per fare spazzole al grasso per fare lo strutto tutto l’animale è utilizzabile. Così esistono centinaia di ricette, regionali, per preparare salami, coppe, salsicce, aromatizzate di volta in volta con i profumi del luogo: abbiamo salsicce e coppe all’aglio, al finocchio, al peperoncino, al pistacchio, preparate con carne cotta, marinata o cruda.

Si riscontrano differenze ancora più marcate se si prendono in considerazione le tradizioni gastronomiche di aree geografiche più lontane; in Oriente, ad esempio, l’aggiunta di soia, miele e ananas conferisce alla carne di maiale un sapore particolare che vale la pena di scoprire. In Occidente, nei paesi di tradizione gastronomica tedesca (come l’Alto Adige ed il Trentino in Italia), si usa cucinare il maiale con l’aggiunta di frutta. La ricetta che segue ne è un esempio:
Arrosto di maiale con le prugne (Ingredienti per 4 persone)
  • 600gr circa di lombo di maiale
  • 200gr di prugne secche
  • 2dl di sidro
  • 2 carote
  • 1 cipolla
  • 50gr di burro
  • 2 chiodi di garofano
  • 2dl di brodo (meglio se di carne)
  • timo
  • alloro, sale e pepe

Come fare i muffins? Impariamo dalla TV!

Non è necessario averli mangiati per conoscerli, infatti i muffins sono uno dei dolci che insieme alla classica american pie affollano maggiormente film e serie tv.

Dalla delicata Charlotte che in Sex and the City sforna muffins ogni qualvolta deve farsi perdonare, o nel caso in cui una delle sue amiche necessiti urgentemente di coccole, passando alle più recenti (ma sempre esistite nella realtà..) Desperate Housewives, donne indaffarate, perfette mogliettine e deliziose vicine di casa sempre pronte ad accogliere i nuovi arrivati nel quartiere con abiti e pettinature in stile “Pleasantville“.

Ma perchè l’immagine del muffin è diventato sinonimo di buoni sentimenti?
Beh, la ragione è semplice: avete mai visto un serial killer addentare un muffin prima di diventare un nuovo protagonista di C.S.I., o il Dr. House offrirne uno, magari accompagnandolo con un sorriso, ai suoi infaticabili assistenti…assolutamente no!