Cinnamon rolls, ovvero i rotolini alla cannella

Cinnamon Rolls: ecco un dolce che ho dovuto imparare a fare in casa molto in fretta, vista la passione dei miei figli per questi rotolini alla cannella, una specie di briosche ripiena e arrotolata su se stessa come uno strudel. Sono molto popolari qui a Montreal, si vendono a peso d’oro… o quasi!

E pensare che io non amo particolarmente la cannella, ma devo ammettere che in questo dolce, specialmente se si aggiungono delle mele cotte nel ripieno (invece di uvetta e noci), la cannella ci sta proprio bene.

Le Pesche ripiene, un dolce di frutta da fare in estate

La frutta è uno degli alimenti più consumati in estate. Nei mesi di calura, infatti, un bel frutto succoso e fresco e dissetante è un ottimo toccasana per colmare il languorino che viene a mare dopo una bella nuotata, non appesantisce, reintegra i sali minerali e ci consente di fare subito un’altra nuotata.

I frutti per che al solo vederli fanno immediatamente pensare all’estate sono due: il cocomero e la pesca. Entrambi dai colori vivi e solari a dalla polpa ricca di liquidi. Facili da portare a mare, tagliati a tocchetti e messi in un contenitore ermetico, si infilano in una borsa frigo e quando si ha voglia di uno spuntino si toglie il coperchio ed il gioco è fatto!

Ma la sera si può preparare qualcosa di più goloso! Pur non essendo un grande estimatore della frutta e dei dolci, poco tempo fa ho provato questa ricetta e vi devo confessare che le papille gustative sono andate in estasi: le Pesche ripiene.

La marmellata di ribes rosso

Ho in giardino pacchie piantine di ribes che puntualmente ogni anno danno i loro frutti.

Due anni fa la quantità di ribes raccolto è stata veramente grande e ho l’ho fatto in 4 riprese per avere poi il tempo di lavare, sgranare i grappolini, cuocerli , passarli al passaverdura onde eliminare i semini, cuocere in tutto ed invasare a caldo.

Crostata di ricotta e kiwi


Molte sono le crostate cucinate in questo periodo: di frutta, con marmellata o con diverse creme. La ricettina che oggi vi presentiamo è formata da ingredienti di stagione, freschi e salutari. Gia in altro contesto abbiamo parlato delle importati proprietà terapeutiche del kiwi e quest’oggi vi diamo la possibilità di realizzare una ricetta con questo frutto che, oltre ad essere davvero bello, fa anche molto bene.
Crostata di ricotta e kiwi (Ingredienti per 4 persone)
  • 250gr di ricotta romana
  • 120gr di biscotti friabili
  • 100gr di burro
  • 85gr di zucchero
  • 2 kiwi di dimensioni medie
  • 1 uovo
  • 1/2 cucchiaino di sciroppo di limone.

Muffins che passione! Con farcitura di marmellata e melone al vin santo

Fino a qualche anno fa Mister Muffin era per me Mister Sconosciuto. Per i miei figli preparavo una colazione tradizionale, a dire il vero sulla tavola del mattino compariva una marea di cose.

Mio marito mangiava del formaggio (altrimenti a metà mattina gli calavano gli zuccheri o quelle cose lì) oltre al caffè, latte e marmellata, mia figlia latte e nesquik ( cioccolato siempre) oltre a pane e marmellata, mio figlio latte e Orzoro e quintalate di Bucaneve (le mangia ancora adesso ma dice che il sapore non è più lo stesso) ed io povera tapina caffellatte e fette biscottate.

Pensando alle nostre origine c’era stato un notevole cambiamento infatti dalle mie parti (sono pugliese) le merendine dei bambini erano le friselle con il pomodoro strofinato sopra, sale, origano e olio). Invece a casa di mio marito, romagnolo, credo che ci fosse il the con i biscotti ma ho visto mia cognata mangiare a colazione la piadina col prosciutto…..

Ho cominciato a conoscere e apprezzare i muffins durante le mie scorribande su Internet e se si tiene conto che ho il computer da quattro e la connessione da circa due anni, con tutto quello che mi fa soffrire, il conto è presto fatto.

Pane, amore e…. fantasia. Fatti in casa

Il titolo del post ricorda certamente un film del 1956 o giù di lì che vide protagonista la Lollobrigida e Vittorio De Sica. Sicuramente l’accostamento sembra forse un po’ ardito ma, nella preparazione di questo prezioso alimento c’è proprio l’amore, la passione e la fantasia che si esprime nelle forme che con il pane si possono realizzare.

Il pane che ho confezionato è commestibile ma alcuni panettiere che si “divertono” come me a preparare forme insolite per decorare le loro vetrine, danno una consistenza diversa all’impasto con l’aggiunta di grandi quantità di sale per allungare la “vita” delle loro creazioni.

E’ facile intuire che preparo il pane con l’ausilio del mio fedele mixer e successivamente a mano e non con il supporto della macchina del pane certamente utile per una preparazione programmata e “quasi” senza sorprese. Le forme che si ottengono con questo elettrodomestico sono però tutte uguali mentre a mano ci si può sbizzarrire a volontà come ampiamente dimostrerò in seguito.

Baci di dama: antica pasticceria piemontese


Si narra che i baci di dama nacquero dalla fantasia e dall’abilità di un cuoco di Casa Savoia. In una sera di novembre dell’autunno 1852 Vittorio Emanuele II, desideroso d’assaporare qualcosa di nuovo, sollecitò il cuoco in questione a creare un dolce. Mandorle, nocciole, armelline, burro, cioccolata e zucchero: questi gli ingredienti che riuscì a trovare. Gli servirono per confezionare i “baci di dama”, da allora sempre presenti sulle tavole reali d’Italia e d’Europa. I baci di dama si presentano come due delizie accoppiate da una goccia di cioccolato e finemente incartati uno ad uno. Come un delizioso bacio di signora, mai volgare e sempre soave, ti accarezza le labbra in un morbido abbraccio facendotene desiderare altri, altri e altri ancora. La ricetta di oggi ovviamente non è l’originale, depositata gelosamente, ma rispetta ugualmente il gusto, unendo la semplicità nella preparazione.
Baci di dama (ingredienti per quattro persone)
  • 16 amaretti morbidi
  • 100gr di cioccolato fondente
  • 1 dl di panna fresca

Royal Banana Bread del Château Frontenac a Québéc, Canada

Nell’estate del 1908 il Principe di Galles fece una storica visita alla città di Québec e fu ospitato allo Château Frontenac, probabilmente ancora oggi il più bell’albergo in Canada. Abbiamo già parlato di questa splendida città canadese, di insuperabile bellezza. Comunque, una volta sistemato, Sua Altezza Reale espresse il desiderio di avere una generosa porzione di dolce alla banana come spuntino serale, il che fu fatto con la massima diligenza.
Il giorno dopo l’Aide de Camp di Sua Altezza Reale ando’ ad incontrare personalmente il direttore generale, Tetlor McMahon, al fine di fargli sapere quanto il Principe di Galles aveva apprezzato il suo dolce alla banana.
Da quel giorno, il Royal Banana Bread dello Château Frontenac continua a fare furore coi suoi clienti.
Eccovi la ricetta originale:

Le madeleines: dolcetti morbidi che richiamano la Francia dell’800!

A chi andando in vacanza in Francia e soprattutto nella regione del Centre e nel bacino della Loira non è capitato di assaggiare le madeleines? Una sorta di biscottini molto morbidi la cui forma ricorda molto una piccola barca. In Italia è possibile assaggiarle comperando quelle della Montebovi, non sono uguali a quelle originali ma ci si può stare. Lo stesso Marcel Proust in uno dei suoi racconti parla delle madeleines come fossero un rispecchio dei sensi e della vita ma in realtà è lo stesso suo spirito che si desta da un profondo sogno. Mi piace però farvi sapere che cosa dice Proust in quell’occasione:

Una sera d’inverno, appena rincasato, mia madre accorgendosi che avevo freddo, mi propose di prendere, contro la mia abitudine, un po’ di tè. Dapprima rifiutai, poi, non so perché, mutai parere. Mandò a prendere uno di quei dolci corti e paffuti, chiamati maddalene, che sembrano lo stampo della valva scanalata di una conchiglia di San Giacomo. E poco dopo, sentendomi triste per la giornata cupa e la prospettiva di un domani doloroso, portai macchinalmente alle labbra un cucchiaino del tè nel quale avevo lasciato inzuppare un pezzetto della maddalena. Ma appena la sorsata mescolata alle briciole del pasticcino toccò il mio palato, trasalii, attento al fenomeno straordinario che si svolgeva in me. Un delizioso piacere m’aveva invaso, isolato, senza nozione di causa. E subito, m’aveva reso indifferenti le vicessitudini, inoffensivi i rovesci, illusoria la brevità della vita…non mi sentivo più mediocre, contingente, mortale.

Frollini bianchi e neri

Con questa ricetta farete dei biscottini raffinatissimi e degni di una regina, anche se non sono quelli che ogni giorno la regina Elisabetta II prepara, ovunque si trovi, ma meritano di essere degustati durante un ‘high tea’ alla moda britannica, accanto ai mini tramezzini al burro salato e fettine di cetriolo, o al cheddar inglese bianco stagionato.

Poche cose della cucina britannica impressionano i mediterranei che siamo, ma non possiamo negare la bontà dei loro biscottini al burro, il lusso vellutato della crema inglese e la doppia panna del Devon sulle fragoline di bosco.
‘High tea’ o ‘Five o’clock tea’ è una tradizione tutta inglese che rappresenta uno spuntino alquanto sostanzioso anche se sempre delicatissimo per la sua presentazione in formato miniatura di salatini, tramezzini e dolcini vari, il tutto servito alle 17h00 in punto. Versione analcolica del cocktail americano, ne è certamente il precursore e mantiene nella sua tradizionale classe una raffinatezza incomparata.

Dessert a base di frutta : il Clafoutis

Nella serie di dolci tradizionali francesi non poteva mancare il Clafoutis. Semplice e fresco nella sua preparazione, il clafouti è spesso il primo dolce che i giovani imparano a fare in cucina.

Questo dolce tanto semplice da poterlo persino fare in padella, mette in risalto la frutta di stagione migliorandola addirittura. Ricordo che mia nonna usava le albicocche o le ciliege del suo giardino per prepararci uno o più Clafoutis ogni volta che l’andavamo a trovare in estate; tornavamo sempre a casa trionfanti con uno o due dolci della nonna che si lamentava sempre che non mangiavamo abbastanza frutta. Mi rimane comunque il sospetto che forse cercava di far passare la frutta del suo giardino prima che la finissero gli uccellini…
Il bello del Clafoutis è che viene squisito anche con della frutta sciroppata quindi molto pratico anche quando si hanno visite dell’ultimo minuto.

Dissetiamoci con il carcadè

Dissetiamoci con il carcadè

Ho conosciuto questa bevanda molti anni fa in Egitto e da quando sono tornata non è mai mancata nella mia dispensa. Il Carcadè è ottimo come sostituto del (non contiene sostanze come la caffeina o teina) ma è anche molto dissetante se bevuto freddo con una fettina di limone. E’ riconoscibilissimo per il suo colore rosso, appena violaceo, che deriva dal colore dei fiori della pianta da cui è tratto.

Il Carcadè infatti si ottiene dai fiori di un arbusto che nasce spontaneamente in Africa. Le sue proprietà rinfrescanti gli africani le conoscono dai tempi dei tempi infatti durantre i lunghi viaggi nella calura era abitudine tenerne un fiore secco in bocca. In Italia questa bevanda è arrivata dopo la prima guerra etiopica ed ha conosciuto subito un enorme successo, favorito anche dalla campagna coloniale fascista e dal divieto di consumare prodotti non italiani (l’Eritrea era colonia italiana).

Negli anni seguenti è un po’ scomparso dalle abitudini degli italiani, nascosto nelle erboristerie o nei ricordi di chi tornava dalla vacanza sul Mar Rosso. Da qualche tempo a questa parte invece il carcadè è tornato prepotentemente in voga, consigliato anche dai diuretico e ricco, ricchissimo di vitamina C, basti pensare che ne possiede il doppio di un’arancia.

I biscotti della salute di Pellegrino Artusi

Come molti di voi, ho imparato a cucinare osservando la nonna indaffararsi sui fornelli, sempre allegramente, ma con la massima professionalità. Mi sembrava che non esitasse mai, sapeva sempre prepararci un pasto succulento anche se avevo l’impressione che il frigo fosse vuoto!

Aveva un dono mia nonna, un dono comune tra le sue coetanee, che avevano imparato i segreti dell’economia in cucina dalle loro madri. Cosi mi ripeteva sempre:

Nulla si perde mai nella “mia” cucina, bastano pochi avanzi e qualche ingrediente semplice per mangiare bene.

Erano gli anni ’70 e in casa nostra si mangiava sempre più ‘espresso’ visto che mamma aveva la passione dei pennelli più che per gli utensili culinari, ma quando partii per il Canada mi regalo’ cerimoniosamente il Libro di Cucina della Nonna: l’Artusi.

Per i più giovani tra voi, Pellegrino Artusi era, all’alba del ‘900, una vera autorità nell’arte culinaria; essere approvati da lui era sinonimo di successo garantito per cui ogni massaia, trattoria o ristorante pregiato sarebbe stato lusingato di vedere una sua ricetta pubblicata in uno dei suoi libri. Libri che si leggono un po’ come romanzi, dalla prima pagina fino all’ultima, perchè non contengono solo ricette, ma le mettono in un contesto temporale e geografico dando cosi l’impressione di ‘viverle’, di immaginare le cucine di allora con queste enormi stufe a legna e forni di campagna, le spianatoie di pietra e le ‘ghiacciaie a ghiaccio’ (abbiamo già parlato di Pellegrino Artusi, e le sue frittelle di tondone, n.d.r.)

Vi riporto oggi una delle sue ricette che uso e riuso continuamente non solo perchè è sana ma anche perchè i miei figli adorano la semplicità di questi biscotti che contengono poco zucchero e fanno, con un bel bicchiere di latte, una prima colazione o una merendina gustosa (specie se li spalmate con un po’ di nutella come fa mio figlio).

Il coriandolo, per dare un sapore esotico ai vostri piatti

Il coriandolo, per dare un sapore esotico ai vostri piatti

Il coriandolo è una delle spezie più antiche, molto diffuso in Medio Oriente e, da qualche tempo anche in Europa Orientale. La pianta da cui deriva questa spezia è della solita famiglia di quella del cumino, dell’aneto e del prezzemolo, infatti è anche conosciuto come “prezzemolo cinese“. Le sue virtù terapeutiche sono molte, ma in particolare favorisce la digestione e combatte le coliche. Lo usavano anche i Romani e Plinio scriveva che mettendone i semi sotto il cuscino all’alba era possibile curare il mal di testa.

Il coriandolo si trova sia fresco in foglie sia sotto forma di semi, interi ma anche già macinati. Le foglie fresche possono essere usate in sostituzione del prezzemolo e daranno un tocco in più ai vostri piatti con il loro aroma fresco ed un po’ esotico. Per averlo sempre a disposizione potete anche coltivarlo in giardino o in un vaso, vi basta avere dei semi (lasciateli quasi in superficie) ed innaffiarli frequentemente; in tre settimane circa avrete il vostro coriandolo fresco.