Sapori piemontesi per il Natale: i peperoni in bagna cauda

La bagna cauda è un antipasto tipico della cucina piemontese, perfetto per il Natale. Anticamente veniva usato l’olio di noci che oggi è quasi introvabile.  La bagna cauda subisce leggere varianti da valle a valle: a Nizza Monferrato e in tutta la valle del Belbo, si usa tritare l’aglio molto fine, cuocendolo poi lungamente. Sempre nel Monferrato alcuni, dopo avere unito olio e acciughe, aggiungono mezzo bicchiere di Barbera. Nell’albese invece si usa pestare l’aglio; i contadini utilizzano a tavola l’eventuale avanzo di bagna cauda strapazzando in essa delle uova. Oggi vi propongo un antipasto a base di peperoni, semplicissimo da preparare e gustoso. Vi basterà cuocere i peperoni arrostendoli nel grill del forno, quando l’esterno del peperone sarà diventato nero e bruciacchiato arrestate la cottura. Spellate i peperoni e conditeli con la bagna cauda. E’ un piatto saporito e molto economico e queste prelibatezze della tradizione, specie in tempi di crisi, tirano su di morale e scaldano il cuore, perchè ci permettono di assaporare questi antichi sapori di una cucina che ancora si esprime saldamente.

La bagna cauda deve essere consumata molto calda. Per questo motivo viene lasciata al centro del tavolo da pranzo posando, su un apposito fornello, il suo contenitore di terracotta che ha la forma di una piccola padella abbastanza profonda con manico. Se desiderate rievocare l’antico sapore dell’olio di noci, provate ad aggiungere due gherigli di noce schiacciati,  privi della loro pellicina.

Acciughe al verde alla piemontese. Un antipasto sfizioso per il pranzo di Natale.

Le acciughe al verde, in piemontese “anciove al verd”, sono un antipasto tipico del Piemonte, preparato in varie occasioni e durante i pranzi delle festività natalizie. Perfette per chi ama il pesce marinato in generale, e in particolare i sapori decisi anche a base di aglio, le acciughe al verde sapranno stupire i vostri commensali donando alla tavola un tocco di colore,  di originalità e sicuramente di gusto. E poi si sa, le acciughe o alici, sono dei pesci molto economici che  appartengono alla grande famiglia dei pesci azzurri. Grande sapore quindi e soprattutto grande beneficio per la salute. L’acciuga ha carne ricca di proteine nobili e di ferro, molto saporita, anche se purtroppo un pò grassa, ed è molto utilizzata per fritture, ripieni e come aroma, ad esempio per il burro alle acciughe. Come tutto “il pesce azzurro”, contiene acidi grassi della classe omega-3, di cui ormai tutti conosciamo i benefici per la salute.

Quella delle acciughe al verde è una preparazione semplice, facile da preparare e molto saporita. Acquistate le acciughe sotto sale, dissalatele lavandole bene sotto l’acqua, apritele a libro e togliete la lisca dividendole a filetti. Dopodichè dedicatevi alla preparazione della salsina verde, a base di prezzemolo, che in Piemonte chiamano “bagnet”. A questa salsina potete aggiungere, a piacere, anche un po’ di peperoncino. Vi consiglio di abbondare con il prezzemolo, in modo che la salsina diventi profumata e di un bel verde intenso.

Insalata di carne cruda all’albese. Un antipasto tradizionale del Natale in Piemonte.

Continua il nostro percorso attraverso le tradizioni gastronomiche del Natale nelle regioni della nostra penisola. Oggi andiamo in Piemonte e parliamo di un piatto molto particolare, simile ad una tartare. Si tratta dell’insalata di carne cruda all’albese, una preparazione semplicissima ma molto gustosa che in Piemonte si cucina un po’ durante tutto l’anno, ma specialmente in occasione delle festività natalizie e quando è la stagione adatta si accompagna con petali di tartufo bianco. La ricetta è originaria della provincia di Alba. La carne cruda è un classico in Piemonte e devo dire che avendo della carne ottima è un vero piacere mangiarla cruda. Questa carne all’albese poi è un vera squisitezza! La cosa fondamentale è avere il taglio giusto di carne (in genere del filetto di manzo) e rigorosamente tagliata al coltello. Io in quest’arte non mi sono mai cimentata ma ho trovato una macelleria nella mia città che è una vera meraviglia. Il proprietario non soltanto mi ha fatto trovare della vera carne piemontese ma l’ha tagliata al coltello in maniera eccellente! Trovata la carne, la ricetta è veramente facilissima. La carne da servire cruda, deve essere magra e priva di tessuti connettivi. Le parti migliori sono in genere i tagli del quarto posteriore, il più pregiato, come filetto, lombata, scamone, ma anche polpa. La carne andrebbe tagliata al coltello ma se si preferisce una preparazione più “raffinata” la si può macinare due volte, oppure una volta sola se si preferisce un piatto più rustico. I condimenti vanno da quello semplicissimo qui proposto, fino a un mix di acciughe, capperi, senape, scalogno, tuorlo, sale e olio, come le più elaborate tartare

La torta di nocciole con crema allo zabaione, il dolce piemontese del Natale

Come ogni fine settimana oggi parliamo dei dolci del Natale. Durante le festività natalizie mangiare qualche dolce in più è normale e accanto al classico pandoro o al panettone, che anche se tipici,sono ormai un po’ scontati, a tavola si possono servire dei dolci più particolari, ripescati dalla tradizione, per stupire i commensali a fine pasto. Quella di oggi è la ricetta della torta di nocciole del Piemonte accompagnata da una bella cucchiaiata di zabaione, preferibilmente al Moscato d’Asti. La torta di nocciole che vediamo oggi è una ricetta che fa parte dell’antica tradizione della cucina piemontese, è molto semplice da preparare e non avrete alcuna difficoltà. Il punto cruciale di questa ricetta sta nel tostare le nocciole che non devon o assolutamente bruciarsi quindi dovete stare attenti e non dimenticarle in forno, appena sentite la casa inondarsi di un profumino delizioso andate subito nei pressi nel forno perchè le nocciole sono quasi pronte. Provate anche voi questa ricetta e mi raccomando, migliori sono le nocciole, migliore sarà la torta! La nocciola del Piemonte è un prodotto IGP di cui conosciamo bene le eccellenti caratteristiche. Se siete piemontesi per voi sarà più facile reperire le cosiddette “tonde delle Langhe”, altrimenti potete utilizzare le nocciole che vi sarà più semplice reperire. Io sono siciliana e le mie torte contengono sempre le nocciole dell’Etna. Questa torta si serve tradizionalmente accompagnata dallo zabaione, che è una delle creme più classiche e apprezzate e che viene preparato sbattendo a lungo tuorli d’uovo e zucchero,  e poi viene arricchito generalmente con Moscato d’Asti e cotto a bagnomaria fino a quando non diventa denso e spumoso. La ricetta dello zabaione la trovate in fondo.

Dal Piemonte gli agnolotti al plin, il primo del Natale 2010

Gli agnolotti piemontesi sono una specialità di pasta ripiena tradizionale del Piemonte, e in particolare, della zona del Monferrato, nelle province di Alessandria e Asti. Esistono diverse varianti degli agnolotti, tra cui gli agnolotti pavesi, che si differenziano per il ripieno, che è a base di arrosto. L’origine del nome è incerta: la tradizione popolare identifica in un cuoco monferrino di nome Angiolino, detto Angelot la formulazione della ricetta; in seguito la specialità di Angelot sarebbe diventata l’attuale Agnolotto. La forma tradizionale è quadrata, con il ripieno racchiuso da due sfoglie di pasta all’uovo. La caratteristica principale dell’agnolotto piemontese rispetto alle altre specialità di pasta ripiena del resto d’Italia è l’utilizzo di carne arrosto per il ripieno. Caratteristici della zona delle Langhe e del Monferrato sono gli agnolotti al plin, che sono di dimensioni minuscole e dalla caratteristica forma a barchetta con ripieno di sola carne.
Naturalmente, in ogni zona la ricetta degli agnolotti è diversa e il ripieno viene preparato in modi differenti: nel Monferrato e nel Torinese il ripieno è costituito solamente da carni di maiale e vitello arrosto con l’aggiunta di cervella, nel basso Canavese si aggiungono anche la verza e la salsiccia, nel Tortonese e nell’Alessandrino infine, il ripieno è costituito da uno stracotto di carne bovina al vino e gli agnolotti saranno poi conditi con il sugo scaturito dalla preparazione dello stracotto. Anticamente gli agnolotti venivano conditi con un sugo a base di carne e verdure mentre al giorno d’oggi si preferisce un condimento più semplice a base di burro e salvia oppure di ragù. C’è anche chi li gusta conditi con la Barbera.

La ricetta della fonduta con il bimby

La fonduta è un piatto tipico del nord d’Italia e più precisamente della valle d’Aosta e del Piemonte, un piatto a base di semplice ma gustosissimo formaggio fuso e se prendiamo come esempio la fonduta di queste zone la presenza della fontina DOP è d’obbligo.

La fonduta è un piatto piuttosto sostanzioso che di solito viene accompagnato da semplici crostini di pane proprio per esaltare il sapore dei formaggi. Il segreto per preparare un’ottima fonduta è quello di far fondere il formaggio per bene facendogli prendere la giusta consistenza ed evitando soprattutto che si formino grumi e per fare questo bisogna mescolare in continuazione e far si che il formaggio abbia una consistenza nè troppo fluida nè troppo solida.

Il compito non è semplice ma se avete il bimby in casa vedrete che sarà facilissimo perchè sarà il vostro robot a pensare a tutto e soprattutto a mescolare continuamente e a cucinare un’ottima fonduta.

Idee natalizie: tre salse per il bollito

salsa verde

Il bollito è senza dubbio uno di quei piatti da gustare in compagnia, adatto sicuramente al cenone della vigilia o comunque indicato per le cene dei giorni di festa, quelle durante le quali ci si ritrova in compagnia con interminabili tavolate piene di parenti ed amici. Io lo considero un piatto appartanente alla categoria dei comfort food, avete presenti quei cibi che vi appagano solo a sentirne il profumo o solo a guardarli? Anche se si tratta di una preparazione tipica piemontese, ha preso piede in diverse regioni d’Italia. In questo articolo vorrei darvi qualche idea sulle salse adatte per accompagnarlo.  Sorvolando sulla classica mostarda che si trova facilmente nei negozi di gastronomia ed anche al super, vi suggerisco tre salsine sfiziosissime che vi faranno fare un figurone. Alcune sono classiche, altre innovative, ma tutte degne di essere preparate per soddisfare tutti i commensali. Le salse per bollito di cui vorrei parlarvi sono: la salsa alla rucola, la salsa al burro e la salsa alle mandorle.

La torta 900, una misteriosa torta semplice?

torta 900

Sulla torta novecento c’è (o c’è stato) un certo alone di mistero negli anni dovuto al fatto che la ricetta fosse segreta. In realtà si tratta di una torta semplice composta da due dischi di pan di spagna al cacao farciti con una crema straordinaria (almeno a detta di chi ha avuto la fortuna di assaggiarla) e delicatissima al cioccolato e ricoperta da uno strato di zucchero a velo, fatto cadere su uno stencil in modo che rimanga impressa la scritta 900.  Niente di più semplice insomma, fatto sta che proprio la crema di farcitura è così delicata e buona che in molti hanno per anni cercato di carpirne la ricetta originale, ahimè, senza successo. Infatti la torta 900 nasce ad Ivrea, proprio in questa città  sono da ricercare le sue origini, l’inventore sarebbe il pasticcere Ottavio Bertinotti, il quale ha tenuta per se la ricetta gelosamente. Oggi la si trova nella pasticceria Balla, dove la si può gustare preparata sul momento. Tutt’oggi però la modalità di preparazione della torta 900 rimane segreta, e forse il bello di questa torta è proprio questo: il mistero che la avvolge.

Gli agnolotti al prezzemolo e menta: un mix di gusto e leggerezza

Agnolotti

 

TEMPO: 50 minuti| COSTO: basso| DIFFICOLTA’: medio-bassa

VEGETARIANA:SI | PICCANTE:NO | GLUTINE: SI | BAMBINI: SI


Hanno un gusto delicato e un ripieno morbido morbido questi agnolotti al prezzemolo e menta. Originari della cucina piemontese, gli agnolotti ne costituiscono uno dei piatti tipici. Probabilmente possiamo etichettarli come provenienti dalla cucina povera dato che si era soliti prepararne il ripieno con gli avanzi. A proposito di ripieno: ogni zona ne ha uno proprio; ma la carne è sempre presente, o quasi.

Nel nostro caso infatti questi agnolotti sono ripieni di un composto a base di patate e ricotta, niente di più delicato. Ma per non rischiare di cadere nell’insipido ecco che la menta ed il prezzemolo scongiurano questo pericolo. Come avrete capito cerco sempre di unire gusto e leggerezza, per potermi sedere a tavola senza pensieri e non dovermi rialzare piena di sensi di colpa, o peggio, troppo appesantita. Ecco che gli agnolotti al prezzemolo e menta, fanno al caso di chi, come me, sceglie questo tipo di alimentazione.

Ravioli di castagne con ricotta e pere

TEMPO: 1 ora | COSTO: medio | DIFFICOLTA’: media

VEGETARIANA: SI | PICCANTE: NO | GLUTINE: SI | BAMBINI: SI

I ravioli di castagne con ricotta e pere rientrano tra i miei preferiti. Ricetta piemontese per eccellenza con un tocco di nazionalità, amo prepararli soprattutto nelle grandi occasioni tipo le feste di compleanno. Tra gennaio e febbraio in casa mia uno dopo l’altro cominciamo a festeggiare gli anni così uno dei piatti preferiti sono proprio questi ravioli. La farina di castagne poi è facilmente reperibile nei grandi supermercati e senza arrivare a sfiorare cifre esorbitanti. Che aspettate dunque, correte in cucina a preparare i ravioli di castagne con ricotta e pere.


Ravioli di castagne con ricotta e pere

Ingredienti per 4 persone:

per la pasta: 200gr di farina 0 | 100gr di farina di castagne | 40gr di finocchietto selvatico fresco | 3 uova | per la farcia: 400gr di ricotta di pecora
| 1 pera William soda | 50gr di pecorino romano | noce moscata q.b. | zucchero q.b. | 1 cucchiaio di aceto di vino rosso | 40gr di burro | olio extravergine d’oliva q.b. | sale e pepe q.b.

Sagra con le pettole a Rutigliano di Bari il 20 e 21 dicembre

Oggi parleremo di uno degli eventi più tradizionali e tipici che si svolgono nel nostro Paese. Ci troviamo in Puglia, una delle regioni più ricche di storia e tradizione, i cui abitanti difendono fervidamente per scongiurare un eventuale smarrimento del proprio senso d’identita collettivo e culturale.

L’appuntamento è a Rutigliano in provincia di Bari per il 20 e 21 dicembre 2008 con la 24° edizione della Sagra con le Pettole. Grazie all’instancabile impegno ed entusiasmo dei volontari della Pro Loco di Rutigliano, la sagra, arrivata ad avere un successo strepitoso, sarà una vera e propria festa dei sapori, tra i più antichi e genuini della tradizione pugliese.

Montalto Dora (TO): “XIII Sagra del Cavolo Verza” dal 21 al 26 novembre

La “Sagra del Cavolo Verza”, in svolgimento a Montalto Dora, località del canavese, dal 21 al 26 novembre è uno degli eventi più attesi e partecipati del calendario socio-culturale piemontese. Chi lo odia fin da piccolo, chi ne assapora solo la particolare varietà dei crauti che ottimamente si sposano con wurstel e senape, chi ne declama l’utilizzo tradizionale milanese sottoforma di cassoeula – piatto unico invernale legato al culto di sant’Antonio, essendo il 17 gennaio momento convenzionale della fine della macellazione dei maiali, e a base di verza e parti meno pregiate del maiale -, una cosa è certa: il cavolo rimanda in maniera evidente alla vita agreste dei ceti meno abbienti e legati indissolubilmente ai prodotti della terra.

Asti “all’asta” il 9 novembre: il tartufo della solidarietà giunge alla X edizione

Una delle più pregiate eccellenze alimentari di cui può vantarsi la penisola: il tartufo. Etimologicamente significante di “escrescenza della terra”, le prime notizie certe rispetto al suo utilizzo alimentare risalgono addirittura a Plutarco e Plinio il Vecchio: quest’ultimo in particolare ne parlò nella famosa opera Historia Naturalis. Accostato a Giove per un’antica leggenda secondo la quale nacque in seguito ad un fulmine scagliato dal Dio dell’Olimpo in prossimità di un albero, il tartufo viene da sempre considerato cibo altamente afrodisiaco, capace di risvegliare gli appetiti sessuali più sopiti. Famoso quello piemontese, a cui vennero riconosciute qualità e sapori fuori dal comune fin dal Settecento, e addirittura venerato il tartufo bianco di Asti e di Alba, ora il tartufo viene prestato al servizio della solidarietà: l’appuntamento è per domenica 9 novembre nel castello di Grinzane Cavour, situato nella bellissima provincia di Cuneo, maniero di origine duecentesca tra i più conosciuti delle Langhe e del Roero che ospitò lo stesso conte Camillo Benso di Cavour.

Villanovetta di Verzuolo: seconda “Sagra del contadino” a base di bagna caoda e porchetta di Tarcisio

 

Verzuolo è un comune del piemontese in provincia di Cuneo: meno di 7 mila abitanti, all’ultimo censimento ne contava 6235. 26,20 kmq di superficie, 420 metri di altitudine, due frazioni – quelle di Falicetto e Villanovetta – e tre borghi – Chiamina, San Bernardo e Pomerolo. Collocato a 60 km da Torino e 25 km da Cuneo, le origini del paesino risalgono a tempi protostorici, come testimoniano alcune pietre incise risalenti all’età del Bronzo ritrovate sulla collina che domina l’abitato. Testimonianze di età romana e longobarda è con il Medioevo che Verzuolo comincia ad assumere una fisionomia propria e definita, diventando un nucleo urbano sviluppato sulle pendici della collina e ben articolato con chiesa, castello, ala del mercato, porta di accesso al borgo e una propria struttura comunale data dagli statuti.