La sangria: la bevanda alcolica dell’estate

La sangria: sicuramente la bevanda dell’estate, quella che solo a vederla con tutti i pezzettini di frutta galleggiante mette di buon umore, con tutte quelle spezie (tra le quali cannella, vaniglia e chiodi di garofano) regala profumi e aromi invitanti. La sangria, tipica della penisola ibericaè la bevanda spagnola per eccellenza: un mix di vino rosso (anche se ho scoperto che esista la versione a base di vino bianco nella Catalogna, se non erro), frutta di ogni tipo e spezie. Il ghiaccio a completare il tutto, del resto sarebbe impensabile dissetarsi senza, almeno con queste temperature.

La ricetta del nocino di San Giovanni tra storia e leggenda

Chissà quanti di voi siano già informati sulla storia che si cela dietro il nocino. Apparentemente si tratta di un liquore ottenuto a partire dal mallo delle noci che vengono messe in infusione nell’alcool e particolarmente diffuso e preparato nella zona del modenese, ed in realtà lo è. Ma forse non tutti sanno il perchè il nocino sia legato al 24 giugno ossia il giorno in cui si festeggia San Giovanni. Bene ve lo spiego subito: sin dall’antichità l’albero di noci è stato associato all’idea di riti ed incantesimi. La storia vuole che le noci venissero raccolte proprio durante la notte di San Giovanni precisamente dalla donna giudicata più abile nella sua preparazione. Il giorno dopo la raccolta il mallo veniva messo in infusione nell’alcool fino alla notte di Halloween.

Il liquore al caffè? Prepariamolo in casa

Sembrerà strano, eppure mi sono accorta di non aver mai parlato di liquori o preparazioni simili  quì su Ginger. Eppure in casa ne produciamo ragolarmente, in particolare limoncello e liquore al caffè e al cioccolato. La ricetta del liquore al caffè la provai quasi per caso dopo averla vista preparare alla trasmissione  la  prova del cuoco da Anna Moroni. Il risultato, nonostante fosse una delle prime volte in cui mi cimentavo nella preparazione di un liquore al caffè, è stato molto soddisfacente. E poi una caffeinomane come me non poteva certo perdersi l’occasione di avere un liquore del genere a disposizione in casa. Il liquore al caffè vi tornerà utile in molte occasioni.

Corvo di Casteldaccia, il mito di un vino Siciliano per eccellenza (seconda parte)

vino

Il popolo, che pure ha conservato tanti antichissimi miti, racconta che:

 fu un asino a insegnare agli isolani la potatura delle viti. Un asino che, sfuggito al padrone, si mise un giorno a scorrazzare pei campi scegliendo come cibo i lunghi e teneri tralci di una vite. Il proprietario riusci a raggiungerlo e lo riportò nella stalla a suon di bastonate, ma al tempo della vendemmia dovette accorgersi che proprio dove il somaro aveva coscienziosamente «potato» la vite, i grappoli erano più fitti e turgidi. E poiché era un uomo riflessivo, apprese la tecnica di sfoltire annualmente i tralci per trame un migliore raccolto.

Per questo motivo è del luogo il vecchio detto:

Asinu pota e Ddiu fa racina» dicono in Sicilia: l’asino pota e Dio fa l’uva.

In realtà il Corvo — bianco e rosso — è un vino abbastanza recente che conta circa 150 anni di vita anche se le uve sono coltivate in Sicilia da tempo; e il nome gli deriva da una località nei pressi di Casteldaccia. Bianco o rosso è un magnifico vino che si meritò nel 1903 un riconoscimento a una fiera internazionale e la cui produzione è attualmente curata dai Duchi di Salaparuta.

Corvo di Casteldaccia, il mito di un vino Siciliano per eccellenza

calice di vino

Visto il mio amore per i vini Siciliani, oggi vi voglio raccontare la storia del Corvo di Casteldaccia un vino “palermitano”.

Un’antica leggenda greca racconta che:

il giovane Bacco, in viaggio per Nasso, vide una pianticella sconosciuta e, incuriosito, la divelse dal terreno e la pose, con un po’ di terra, in un osso d’uccello. La piccola pianta cresceva a vista d’occhio, cosi che il dio, per far posto alle radici, la mise dapprima in una tibia di leone, poi in una mascella d’asino. Giunto a Nasso egli trapiantò lo strano arbusto che a suo tempo diede fiori e grappoli, e questi, spremuti, purpureo dolcissimo vino.

Il mito (che simboleggia gli effetti progressivi del vino sull’uomo, dapprima leggero e canterino come un uccello, poi ardito come un leone, infine stupido come un somaro), ci interessa soprattutto per quel riferimento a Nasso che alcuni scrittori identificano con l’antica città prossima a Taormina, la più antica colonia greca in Sicilia.

L’aperitivo di Natale al completo parte I: i cocktail

cocktails

L‘aperitivo di Natale al completo? Eccolo quà: si parte dagli immancabili coktails. Colorati, festosi, aromatici, mettono sempre allegria in tavola, per iniziare alla grande e con un pizzico di entusiasmo la cena. Ve ne propongo tre tipi, per tutti i gusti, uno spiritoso ai frutti di bosco, uno intramontabile allo champagne e l’irrinunciabile spritz,  scegliete quello che fa per voi e per i vostri ospiti o, perchè no, preparateli tutti e tre, ci sarà più scelta e soddisferete tutti i vostri ospiti, da quelli più giovani a quelli più maturi! A domani con la seconda parte di questo articolo dedicata ai vol au vent e ai biscottini salati al formaggio per completare l’antipasto ideale.

Cocktail ai frutti di bosco

Una busta di frutti di bosco misti congelati, 2 cucchiai di zucchero, 3 cucchiai di Maraschino, 1 bottiglia di spumante secco. Se dovete consumare il bowl a cena vi consiglio di mettere a  macerare i frutti di bosco con lo zucchero ed il liquore in frigorifero la mattina. Un’ora prima di servire, il cocktail stappare lo spumante, versarlo nel bowl di vetro o cristallo in cui macerano i frutti, mescolare bene e riporre in frigorifero fino al momento di servire. Si può offrire sia già nei bicchieri singoli colorati o decorati, che in una ciotola comune dalla quale ogni commensale si servirà con un mestolo.