
Pomodori ripieni all’avocado, un contorno dall’aria esotica

Le frittate possono essere anche un modo per far mangiare le verdure ai vostri bambini (mi ricordo che da piccola non mangiavo asparagi, carciofi etc..ma se la nonna ci faceva una frittata la divoravo!). Ma preparare una frittata non è così semplice e l’ho imparato a mie spese dopo averne realizzate di troppo alte, di troppo secche, di troppo “uovo” e quant’altre”. Se anche voi non siete ancora riusciti a preparare una frittata come si deve scorrete questa veloce guida e non avrete più problemi. Seguendo questa guida infatti le frittate non avranno più segreti per voi!
Le cipolle non sono soltanto un condimento, si prestano anche ad ottime preparazioni che sono dei veri e propri piatti molto saporiti. Se volete rendere le cipolle meno acri e più digeribili, immergetele già affettate nell’acqua o aggiungendo un po’ di zucchero durante la cottura. Consumate cotte, infatti, le cipolle conservano in gran parte alcune delle loro proprietà; sono però controindicate, specialmente se crude, per chi soffre di iperacidità e di ulcera gastrica.
La cipolla possiede molte virtù benefiche: l’azione antibiotica del suo succo, applicato esternamente, è stata dimostrata su vari batteri cause di infezioni della pelle; è espettorante, dato che lo sciroppo di cipolla con un po’ di miele è un rimedio ideale per le affezioni respiratorie, mentre il brodo di cipolla decongestiona la faringe ed è molto utile in caso di tonsillite. Ha anche valore d’ipotensore, diuretico, depurativo: si consiglia a chi soffre di trombosi perché fluidifica il sangue e ne facilita la circolazione. E’ vermifuga ed ipoglicemizzante: abbassa cioè il livello di glucosio nel sangue permettendo di ridurre le dosi di insulina o di farmaci specifici.
La caponata di melanzane, nella fattispecie, è un tipo piatto della gastronomia siciliana: trattasi di ortaggi fritti (per lo più, appunto, melanzane), conditi con sugo di pomodoro in salsa agrodolce. Ne esistono moltissime varianti, a seconda degli ingredienti: le ricette “classiche”, raccolte in tutta l’isola, sono una quarantina addirittura.
Quando prendete le melanzane badate che siano sode ed abbiano la buccia lucente; devono essere al punto giusto, nè troppo acerbe nè troppo mature. per preparare la ricetta odierna, la caponata di melanzane, ricordatevi innanzitutto di tagliare a dadini le melanzane, metterle in un colapasta con del sale e lasciarle sgocciolare per almeno un paio di ore affinchè perdano l’amaro.
Al momento di acquistare i fiori di zucca, dunque, accertatevi innanzitutto che siano gonfi, con i margini dei petali ben distesi e il calice appena aperto. Prima di cucinarli, come vedremo nella ricetta, bisogna aprirli delicatamente con le mani, tagliare gli stimmi con le forbici, passarli sotto l’acqua velocemente e tamponarli con un po’ di carta assorbente.
Tenete presente che i più adatti in cucina sono i fiori di zucchina maschili, che si vendono a mazzetti: dal momento poi che sono più grandi si prestano decisamente meglio alla farcitura. I fiori di zucca sono diuretici e rinfrescanti, ricchi di vitamina A, risultano essere anche molto digeribili, certo, a patto che vengano cucinati senza grassi (né così, dunque, né ripieni, come abbiamo visto in una specialità ligure).
La panna acida è una crema di origine francese chiamata creme fraiche. Dal sapore acidulo molto gradevole è diffusissima sia in nord Europa che in molti piatti e preparazioni orientali (come in un classico bortsch, la zuppa ucraina) e in ricette greche. Da noi in Italia è molto difficile reperirla ma è altrettanto semplice farla a casa. Questa salsa si accompagna molto bene a secondi piatti, a contorni a base di verdure e patate e soprattutto il matrimonio più riuscito è con il salmone in mille varianti diverse.
Diversi sono i modi per cucinarla, qui di seguito ve ne suggeriamo tre:
Panna acida (primo metodo)
Quei tempi bui, fortunatamente per la mia dieta e per chi vive con me, sono ormai solo un ricordo ma non ho buttato tutto al vento. Restano le patatine McCain (ovviamente) e anche i filetti di Merluzzo Findus, perchè checchè se ne dica non sono affatto male. Il modo di consumarli è decisamente cambiato (prima mi bastava rosolarli in padella e affiancarci due o tre cubetti di spinaci filanti!). Sono quei classici alimenti che vanno e presi e tenuti lì, nel congelatore, e al momento giusto sapranno fare al caso vostro.
Una delle mie ultime creazioni – risale proprio a ieri sera – contempla proprio l’uso dei filetti di Merluzzo del capitano, con i quali ho preparato delle polpettine di pesce.