Ravioli di ricotta burro e salvia: un condimento semplice ma gustoso

Piatto della tradizione italiana, i ravioli conditi con burro e salvia rappresentano la semplicità più raffinata per gustare al massimo il ripieno di magro. Questo piatto può costituire un vero e proprio piatto unico, ideale per un pranzo primaverile o estivo; per renderlo più equilibrato noi di Ginger sconsigliamo l’aggiunta del tuorlo d’uovo nel ripieno, che può essere realizzato anche con l’aggiunta di ricotta di capra, più magra ma dal sapore più forte. La ricotta è comunque sconsigliata in caso di iperlipemia e ipercolesterolemia; avendo un discreto contenuto di proteine ricche di amminoacidi essenziali, non va consumata insieme ad altre proteine di origine animale.
Ravioli di ricotta con erba cipollina (ingredienti per 4 persone)

Per la pasta:
per il ripieno:
  • 300gr di ricotta freschissima
  • 60gr di erba cipollina
  • 1 tuorlo
  • 1 punta di noce moscata
  • sale e pepe q.b.
Per il condimento:

Fettuccine pistacchi e ricotta, un connubio perfetto

L’usanza della coltivazione e del consumo dei pistacchi arriva dai Paesi Arabi, in questi paesi, infatti, è abitudine molto antica mangiare i semi di pistacchio abbrustoliti. La tradizione vuole che durante le passeggiate, si acquistino dai tipici venditori ambulanti i pistacchi, da consumare lungo il tragitto come passatempo.

Oggi la coltura del pistacchio si è diffusa soprattutto in Tunisia e in Sicilia, dove sono emigrati anche gli usi. In Sicilia durante le processioni delle feste religiose è tipico incontrare per strada le bancarelle che vendono il cosiddetto “scacciu”, cioè la frutta secca e tostata da schiacciare sotto i denti, tra cui, ovviamente, i pistacchi.

Dei pistacchi si fa un grande uso negli aperitivi e come ingrediente per la preparazione dei dolci, soprattutto per il gusto di gelato che si ottiene dalla lavorazione di questi frutti, ma il suo sapore delicato si presta molto bene, anche, alla preparazione di piatti salati. Oggi vi proponiamo un primo molto semplice da preparare e dai sapori delicati, le Fettuccine alla ricotta e pistacchi.

“Rompi le uova e crea”. Semplici idee per le uova di Pasqua avanzate


Una volta rotte le uova di cioccolato, scartata la sorpresa e mangiata cioccolata a sufficienza non so a voi ma a me rimane sempre il problema di cosa fare dei tanti rimasugli di uova. Certo se siete degli amanti della cioccolata sono sicura che i resti delle uova di Pasqua termineranno in maniera veloce ma se invece siete alla ricerca di come riciclare le uova rotte seguite queste semplici idee e non rimarrete delusi:

Uova all’arancia – Idea veloce per le uova di pasqua avanzate

  • 2 uova di cioccolato di circa 100gr ciascuna
  • 200gr di ricotta cremosa
  • 250gr di colomba
  • 100 g di panna fresca
  • 2 cucchiai di zucchero a velo vanigliato
  • 1/2 cucchiaio di zucchero
  • 1 arancia non trattata i bicchierino di liquore all’arancia
  • 30gr di scorza d’arancia candita a cubetti
  • 50gr di cioccolato fondente
  • 70gr di caramello liquido

Un dolce Pasquale che arriva dalla Campania, la Pastiera

I dolci della tradizione Pasquale in Italia sono molti e diversi in ogni regione. Ma un dolce che è particolarmente apprezzato in tutto lo stivale tipico della cucina Campana è indubbiamente la Pastiera.

La Pastiera è un dolce talmente amato dagli italiani che, girando tra i supermercati, ho notato che una nota casa produttrice di dolciumi ha pensato, addirittura, di produrla e venderla confezionata.

Cose da non credere! Ma per chi preferisce i gusti freschi e genuini dei prodotti fatti in casa, con ingredienti scelti e di prima qualità eccovi la ricetta per fare in casa un ottima Pastiera.

Biscottini di pasta frolla, frollini al marsala e i segreti per fare un’ ottima base


Una delle condizioni essenziali per la riuscita di una buona pasta frolla è che l’impasto non sia troppo lavorato, sia per conferirgli quella friabilità che lo rende appunto “frollo“, sia per evitare che si sbricioli durante la lavorazione. È bene inoltre impastare gli ingredienti con le mani molto fredde per non scaldare il burro, lavorando preferibilmente su una superficie di marmo o d’acciaio.

In alcuni ricettari vengono indicati eventuali grassi sostitutivi del burro, ma per ottenere la vera pasta frolla il burro resta un ingrediente di cui non si può fare a meno. È inoltre necessario che questo condimento sia di ottima qualità e molto fresco. Se si vuole ottenere una pasta frolla più leggera è possibile sostituire il burro con un pari quantitativo di ricotta romana freschissima; la pasta risulterà un po’ meno friabile ma con una ridotta presenza di grassi.

Versione light del Tiramisù, per concedersi il dolce anche durante la dieta

Ah, il Tiramisù, dolce e amaro allo stesso tempo, cremoso, soffice e semplicemente delizioso. Per chi come me è un grande amante del caffè, penso sia uno dei dessert più apprezzati per concludere dolcemente una cena.

Ma quanti giorni di dieta buttiamo al vento per mangiare una porzione di tiramisù, i dolci, si sa, vanno poco d’accordo con la linea. Ma perché doversi privare dei piaceri della gola? L’unica cosa che risolleva anche chi è dell’umore più nero.

Ma come dice Oscar Wilde: L’unico modo per liberarsi di una tentazione è cedervi. Quindi liberiamoci da ogni rimorso è lasciamoci trascinare nel vortice dei peccati di gola.

Lasagne al pesto: una variante gustosa del classico piatto emiliano

Le lasagne al pesto costituiscono un’alternativa davvero gustosa ed originale alle classiche e sempre appetibili lasagne col ripieno di carne. La lasagna è propriamente una pasta all’uovo tagliata in grossi quadrati, o rettangoli, usati soprattutto per pasticci al forno. E’ un prodotto tipico di Marche ed Emilia Romagna, ma di tutto il centro Italia in generale, dove il piatto più conosciuto che ci si prepara sono le lasagne al forno.
La guida del 2003 del Touring Club Italia, “L’Italia della pasta”, ci informa che se nel nord Italia il termine può indicare anche strisce lunghe e larghe (circa 2 cm) di pasta all’uovo, da consumare quasi sempre asciutte, e più raramente nei minestroni, nel sud Italia il termine lasagne o sagne viene usato alternativamente a lagane per indicare strisce lunghe e larghe ricavate da un impasto di semola di grano duro e acqua. In Puglia e Basilicata si usano le sagne ‘ncannulate cioè attorcigliate girandole intorno ad un supporto cilindrico in forna elicoidale. Nella cucina campana e nella cucina siciliana la besciamella viene spesso sostituita con ricotta fresca e i condimenti vengono appesantiti con l’introduzione di uova sode, polpettine di carne fritte, formaggi semiduri ed ortaggi.

Cannelloni con ricotta per la domenica di Pasqua

Continua il nostro viaggio nelle tradizioni culinarie pasquali. Nei giorni precedenti avevamo promesso altre ricette da sfornare per l’ occasione e noi di Ginger siamo di parola. Io sono di Roma e almeno dalle mie parti è tradizione mangiare la domenica di Pasqua i cannelloni con la ricotta. E’ vero che è un piatto italiano ma è anche vero che ogni luogo ha la sua particolarità nella preparazione e nelle varianti. Io li preparo in questo modo e devo dire che ho riscosso molto successo
Cannelloni con ricotta (ingredienti per quattro persone)
  • 250gr di pasta fresca all’uovo già stesa
  • 200gr di ricotta freschissima
  • 350gr di cavolini di Bruxelles
  • 60gr di mandorle a lamelle
  • 60gr di parmigiano reggiano grattugiato
  • 1 uovo
  • 40gr di burro
  • 150gr di gorgonzola dolce, tagliato a pezzetti
  • 1 bicchiere di panna fresca
  • noce moscata grattugiata
  • sale e pepe bianco

Mercato dei prodotti tipici della Montagna Italiana

I giorni di 29 e 30 di questo mese, la Comunità Montana del San Vicino, in provincia di Macerata, vi invita al tradizionale appuntamento marzolino con la “Mostra Mercato dei Prodotti Tipici della Montagna Italiana”.
Il senso della manifestazione è quello di promuovere la valorizzazione del territorio favorendo la diffusione dei prodotti tipici nel senso di un’alimentazione sana e genuina.
L’evento avrà luogo presso il “Palazzetto dello Sport” del Comune di Cingoli, conosciuto come il “Balcone delle Marche”, dal quale si osserva una splendida vista sui Monti Sibillini e sul Monte Conero, zone famose per la produzione di un ottimo olio extravergine d’oliva e per alcuni vini, tra cui il famoso “Verdicchio D.O.C.”

La vera torta Pasqualina, la storia e la ricetta

Continua la nostra rassegna di dolci pasquali con questa torta dalle origini assai antiche (ne è attestata l’esistenza nel XV secolo), è una famosa specialità genovese, chiamata così perchè si usava (e si usa) prepararla e mangiarla soprattutto a Pasqua.
Questa torta salata si prepara anche con i carciofi, ma la tradizionale torta Pasqualina è fatta solo con le bietole, poiché nel periodo pasquale i carciofi non erano a buon mercato, mentre le umili bietole di campagna erano in pieno germoglio e tutti potevano permettersi di acquistarne in quantità. Tradizione vuole che i fogli di pasta che compongono la torta pasqualina siano esattamente 33, in ricordo degli anni di Gesù, ma in pratica ci si “accontenta” anche di meno. Non solo: come spesso accade nei piatti tipici di origini molto antiche gli ingredienti della torta Pasqualina, uova e formaggio, erano alimenti pregiati che venivano consumati solo nelle grandi ricorrenze.
In Liguria, al posto della ricotta, si utilizza la prescinseua, una sorta di cagliata di latte molto leggera, reperibile in alcune gastronomie particolarmente fornite.
Il segreto della riuscita della ricetta che vi presento sta nella preparazione della pasta che va fatta senza uova e dev’essere veramente sottilissima. La torta Pasqualina è buona sia calda sia fredda: vediamo adesso come prepararla!

Minestra di mattoncini di ricotta

Una volta si diceva che la minestra era la biada dell’uomo; oggi i medici consigliano di mangiarne in giuste porzioni per non dilatare troppo le stomaco e lasciare la prevalenza al nutrimento di proteine di carne, le quali rinforzano la fibra, mentre i farinacei, di cui le minestre ordinariamente si compongono, risolvendosi in tessuto adiposo, la rilassano. ( Fonte Artusi)

A questa teoria non contraddico mi riservo però di esprimere questo parere: una buona minestra può valere da piatto unico, essere molto gradita al palato e riscaldare anche serate un po’ troppo fredde. A questo riguardo la ricetta che presentiamo è estremamente ipocalorica, ricca di proteine e di lipidi e carente di glucidi. Queste caratteristiche, assieme alla ricchezza di amminoacidi essenziali, calcio, fosforo e vitamine del gruppo B la rendono ottima in caso di dieta ipocalorica- ipoglucidica.
Minestra di mattoncini di ricotta (ingredientio per sei persone)
  • 200gr di ricotta fresca vaccina
  • 30gr di parmigiano
  • 2 uova
  • q.b. di noce moscata e scorza di limone
  • 1,5lt di brodo di pollo

Ministrudel con sarde uvetta e pinoli

Molti amici e molte amiche mi chiedono spesso consigli e suggerimenti sugli antipasti: può sembrare strano, ma in effetti preparare qualcosa di originale ma non eccessivamente sofisticato, qualcosa che non sia la solita banalità di crostini e olive in salamoia ma neppure una ricetta astrusa e complicatissima, non è così semplice come sembra. Qui su Ginger&Tomato, in fondo, lavoriamo quotidianamente per questo.

A questi amici, e naturalmente a tutti coloro che hanno tempo e voglia di sperimentare un antipasto diverso dal solito, che richiede, tra gli ingredienti non scritti, una certa dose di finezza del palato, vorrei suggerire oggi i ministrudel con le sarde, l’uvetta ed i pinoli. Lo strudel, come molti sanno, è una specialità austro-ungarica derivata dalla baklava orientale (ma alcuni sostengono che questo dolce sia in realtà originario del Tirolo): un dessert croccante ed al contempo morbidissimo il cui cuore contiene per lo più frutta, come mele, pere, fichi… La sardina, d’altronde, è un tipo di pesce dalla carne compatta ed un po’ grassa. Presi così, strudel e sarde, paiono inconciliabili. Ma se intervengono le mediazioni giuste, come in ogni piatto, ecco che la ricetta acquista un senso, una peculiarità di gusto, e sopratutto sprigiona la sorpresa di un accostamento inatteso e riuscito.

Spinaci che avanzano? Prepariamo degli gnocchi!

popeye

Non so a voi, ma a me è capitato un sacco di volte di sbagliare la quantità di spinaci da acquistare. Mi spiego meglio: vado al mercato, vedo delle belle foglie di spinaci sul banco e mi riempo un sacchettino. A quel punto arrivo a casa, lavo le foglie, le cuocio ed il risultato sono due chiucchiai striminziti di spinaci lessi!

La volta dopo, memore dell’errore fatto in precedenza, invece di un sacchettino uso una bella busta della spesa e la riempo di spinaci. Arrivo a casa nuovamente lavo le foglie e già mi rendo conto che anche questa volta ho sbagliato: un pentolone non basta per cuocerle tutte e una volta lessate ho un sacco di spinaci lessi, abbastanza per andarci avanti tre giorni!

Cosa fare quindi con tutti questi spinaci? Sono ottimi gli sformati ma volevo provare a fare qualcosa di diverso, magari un primo. Ed ecco l’illuminazione: gnocchi!

La Cassata Siciliana, matrimonio in bianco tra ricotta e frutta candita

E’ il dolce per eccellenza, una prelibatezza che non conosce vie di mezzo: o la si odia o la si ama appassionatamente. E’ sicuramente impegnativa, sia per la preparazione che per il consumo, vista la ricchezza degli ingredienti e l’elevatissimo apporto calorico.

Si può dire che certamente la cassata è il dolce che più di tutti racchiude in sé il patrimonio gastronomico apportato da dominazioni e da culture diverse da quella italiana. La ricetta della cassata è stata tramandata attraverso i secoli raccogliendo via via nuovi ingredienti, applicazioni di nuovi metodi, usi e esperienze diverse; qualunque civiltà sia passata in Sicilia ha lasciato tracce di sè in questo dolce meraviglioso e opulento.

L’origine del nome è dato dall’arabo “quas’at”, cioè “ciotola”, il recipiente rotondo nel quale veniva cotta la Cassata, ma potrebbe anche derivare dal latino “caseum”, formaggio, di cui è composto il ripieno.

Il primo a cimentarsi in questa preparazione è stato, a Palermo nell’anno 1000, nel periodo della dominazione araba, il cuoco dell’Emiro della Kalsa. La cucina saracena usava ingredienti fino ad allora sconosciuti nel territorio siciliano: la canna da zucchero, il limone, l’arancia amara, il mandarino; fu facile unirli alla ricotta, che veniva prodotta in Sicilia già dai tempi della Preistoria, assieme alle spezie e agli aromi, sempre portati dagli Arabi. In principio fu solo un involucro cotto al forno di pasta frolla ripiena di ricotta, zucchero, agrumi e aromi , e questa versione essenziale esiste ancora e si chiama , appunto, Cassata al forno. Dopo gli Arabi arrivarono i Normanni, e fecero conoscere la lavorazione della Pasta reale, o pasta di mandorle, e allora questa pasta sostituì, arricchita di altri aromi e coloranti naturali, l’involucro di pasta frolla usato fino ad allora, e la Cassata divenne definitivamente una preparazione a freddo.