Il Natale si avvicina e siamo sempre più indecisi su quale menù seguire e proporre ai nostri ospiti. Meglio optare per una scelta tradizionale oppure osare e tentare un menù alternativo? Sinceramente per le feste io prediligo sempre i piatti classici, quelli della tradizione, però talvolta si può provare a proporre qualcosa di come dire ” modern classic”, ovvero si può tentare di rivisitare alcuni piatti in versione più moderna. Partiamo allora dall’aperitivo, dal brindisi iniziale, quello che permette ai nostri ospiti di rilassarsi e iniziarsi a divertire mentre i bambini cominciano ad aprire i regali. E visto che éNatale possiamo vestire di rosso il nostro cin-cin proponendo uno champagne cocktail ai lamponi potremmo poi proseguire rivisitando l’agnello e proponendo un Cosciotto d’agnello alle erbe con salsa allo yogurt e terminare con una Speziata mousse al cioccolato.
Ostriche e salmone, come meglio festeggiare con amici e famiglia ? queste due ricettine non troppo impegnative dal punto di vista della preparazione richiedono comunque una piccola ricerca dal punto di vista degli ingredienti e degli utensili. Per fare le ostriche alla spuma di scalogno, difatti, avrete bisogno di un sifone a bomboletta, da 500 ml, lo stesso tipo che si usa per fare la panna montata. E per fare la base del tartare di salmone, usiamo dei fogli di Nori fritti, le alghe disidratate che i giapponesi usano nel sushi.
Entrambi gli investimenti sono ottimi, vedrete; il sifone è un utensile da usare regolarmente per tutte le vostre spume, salate o dolci e vi troverete ad usarlo in presentazioni esclusive meravigliando i vostri ospiti della vostra professionalità culinaria.
Sentiamo sempre più parlare di prodotti equi e solidali e molti di noi vedono immediatamente il caffè del Costa Rica o il thè rosso dall’Africa, venduti insieme a tanti piccoli artifici coloratissimi provenienti da tutto il mondo e presentati a noi in botteguccie specializzate in commercio equo. Pensiamo subito a fare un atto di ‘beneficienza’, a comprare una cosetta tanto per fare la nostra opera di bene, sapendo che dietro ad ogni oggetto, dietro ad ogni pacchetto di caffè c’è un bambino in più che va a scuola, una donna in più che riesce a sfamare i suoi piccoli, un uomo in più che ritrova la sua dignità. Certo tutto questo è vero, ma quello che tendiamo a dimenticare è che pure noi tiriamo vantaggio da questo commercio. Si è vero che il caffè o il thè costano talvolta più cari che non al supermercato, è vero che magari il sapore è diverso da quello al quale siamo abituati, ma il nostro vantaggio non è solo nello sperimentare sapori e conoscere culture nuove. La maggioranza di questi prodotti vengono coltivati e prodotti in piccola scala, nel rispetto dei valori umani dei lavoratori certo, ma anche nel rispetto dei consumatori.
Se avessimo la scelta di comprare prodotti organici, coltivati e preparati come lo si faceva prima dell’industrializzazione delle campagne, prima delle multinazionali, prima dei prodotti chimici, prima dell’inquinamento massiccio che abbiamo causato… se avessimo questa scelta non la faremmo forse? So già cosa pensate, il prezzo, purtroppo, è un elemento deterrente, tanto forte da farci sacrificare pure la nostra salute e quella degli esseri che più ci sono preziosi.
Ma nessuna rivoluzione è mai arrivata senza sacrifici ed i visionisti dietro ai vari movimenti equi e solidali lo sanno bene. Ci tengo a citarli, perchè tutti intraprendono la stessa battaglia anche se in zone diverse: Fair Trade, Altro Mercato, Altro Consumo, Slow Food…. e senza contare gli innumerevoli, piccolissimi Gruppi d’Acquisto Solidale (GAS)sparsi per il territorio italiano. In fondo, che differenza c’è tra il contadino nostrano che fatica a produrre articoli di qualità (che le grosse centrali d’aquisto valuteranno ben al di sotto del loro valore) e quelle famiglie nel centro dell’Africa che raccolgono le foglioline di thè? Perchè ci sentiamo bene dando dignità a gente lontana ed ignoriamo chi ci sta accanto? Le multinazionali hanno finito per toglierla questa dignità ai nostri produttori, li hanno forzati a lavorare secondo i loro requisiti, prediligendo la quantità e la rapidità alla genuinità del prodotto. E chi non si adegua è destinato a morire.
Il Carrello dei Bolliti è uno degli emblemi del Natale, il cameriere o chi per lui, porta verso la tavola un carrello fumante con dentro una numerosa varietà di carni, almeno 7 accompagnate da colorate e variopinte salse. Il profumo che accompagna il bollito misto è uno dei ricordi più antichi che forse ognuno di noi ha, infatti é uno dei cibi evocativi per eccellenza. Chi di noi sin da piccolo non ha mangiato durante le feste natalizie il tradizionale piatto di carni lesse accompagnate da mostarde e salsa verde? Ma facendo alcune considerazioni storiche si scopre che il bollito è un piatto tipico dell’Europa continentale, viene servito tanto in Francia, con le salsicce di Albì e l’oca di Guascogna, che in Austria dove viene addirittura proposto dall’Hotel Sacherdi Vienna, eper la cronaca era uno dei piatti preferiti dall’Imperatore Francesco Giuseppe.
Ma venendo al nostro paese, l’Italia per l’appunto, il bollito misto é un insieme di carni cotte separatamente e prevedeva al suo interno: culatta, petto di bue, gallina, cappone, testina di vitello, poi in Emilia anche i cotechini e gli zamponi, ma ogni regione si sa aveva ed ha le sue varianti.
Parliamo del Natale: tante tradizioni cristiane che cambiano da regione a regione. C’è chi fa il cenone alla vigilia, chi, per tradizione, la vigilia mangia ‘magro’ e conserva le leccornie più ricche per il pranzo del 25, chi festeggia entrambi e poi c’è chi, per far contenti tutti quanti, amici e famiglie, parla di ‘feste natalizie’… quelle che cominciano a metà dicembre e si protraggono fino al primo dell’anno.
Diciamocelo francamente, questo è il periodo più impegnativo dell’anno, quello dove siamo travolti dalla voglia di superare noi stessi e dallo stress di pensare di non poterlo fare quest’anno… La crisi economica tocca molti di noi ed è vero che dovremo forse aguzzare la nostra fantasia un po’ più del solito per riuscire a fare tutti contenti senza dover rompere il salvadanaio. Ma come possiamo contenere i costi senza fare brutta figura con amici e membri di famiglia? Eccovi qualche idea per darvi lo spunto ed aiutarvi a controllare lo stress che immancabilmente ci colpisce quando vorremmo dare ‘tutto di più’:
Il piatto più veloce della storia, e sicuramente più famoso nel nostro Belpaese sono gli Spaghetti aglio, olio e peperoncino. Un classico di sempre che accompagna momenti indimenticabili della vita di tutti, dalle nottate in compagnia alle finali dei mondiali di calcio.
Gli Spaghetti aglio, olio e peperoncino sono un piatto che si fa sempre apprezzare, si riscoprono nei momenti più critici, quando il frigo è vuoto e non si sa che cucinare o quando arrivano degli attacchi di fame improvvisi e non si vuole passare troppo tempo tra i fornelli. Vi propongo la ricetta degli Spaghetti aglio, olio e peperoncino così come li preparo io.
Invitare gli amici per stare insieme, per chiacchierare e divertirsi non è mai stato così semplice. Non c’è bisogno di preoccuparsi di cosa preparare e trascorrere tutta la giornata in cucina, volete avere ospiti di sabato sera? è semplice basta organizzarsi e mettersi dietro ai fornelli solo 45 minutiprima del loro arrivo. Ecco a voi il menùda proporre:
Pollo al prosciutto
Insalata di pomodori e parmigiano
Frutta grigliata accompagnata da yoghurt alla cannella
1 mazzetto di erbe odorose | 6 filetti di petto di pollo | sale e pepe da macinare | 6 fettine di prosciutto | olio extra vergine d’oliva | 2 cipollotti | 3 prugne | 1 cucchiaio di zucchero di canna.
Preparazione: mettere le varie erbette su ogni filetto, salare ed avvolgere con una fettina di prosciutto. Mettere i filetti in una teglia con dell’olio d’oliva ed il pepe ed infornare a 200 gradi per 20 minuti. Nel frattempo in una padella fate sciogliere lo zucchero con l’olio e fatevi dorare i cipollotti tagliati in 3 parti e le prugne, appena saranno caramellati spegnete, e condite direttamente nei piatti il pollo con la frutta e gli ortaggi caramellati.
Terminiamo il nostro viaggio nel mondo del crimine con Manuel Velazquez Montalbàn. L’ideatore del detective-gourmet Pepe Carvalho, nelle sue indagini continuamente rende omaggio non solo alla cucina spagnola in generale ma a quella catalana in particolare e a tutte le sue contaminazioni.
Ma la cucina di Pepe crea un terzo legame: quello con la seduzione, mentre la cucina di Agatha Christie gratifica se stessa e quella diSimenonè pervasa da uno spirito evocativo, la cucina di Pepe è come lui stesso la definisce immorale, è fortemente legata alla presenza ed al fascino che una donna può esercitare. Eccoci dunque agli ingredienti per la Bisque così come la prepara Carvalho per le sue commensali.
Continuando il nostro viaggio attraverso il curioso legame che esiste tra libri gialli e cibo proviamo ad esplorare la cucina francese facendoci aiutare questa volte da uno degli scrittori più prolifici del 900. Simenon che attraverso il suo alter ego il Commissario Maigret ha creato non solo una figura immortale ma anche e soprattutto un monumento alla gastronomiafrancese. Maigret è infatti grande buongustaio, ama i cibi autentici e tradizionali così come vengono preparati in casa o al bistrot all’angolo, semplici, gustosi e profondamente legati alla loro regione d’origine. Insieme a Maigret e seguendo la sua ricetta proviamo a preparare il Patè di Campagna e la Vichyssoise.
Patè di Campagna:
Ingredienti per una terrina
1 fegato di maiale di grossezza media | 500 gr di carne di maiale magra | 500 gr di lardo fresco | ossa di vitello e pollo | 200 gr di strutto | 1 rete alimentare | 1 cipolla | 1 carota | 3 scalogni | 1 spicchio d’aglio | 15 cl di vino bianco secco | 5 cl di cognac | sale | pepe | 1 mazzetto di aromi.
Preparazione: passare il fegato, la carne di maiale ed il lardo nel tritacarne a sezione grossa, amalgamare bene la carne all’aglio tritato, gli scalogni, il sale ed il pepe, mettere il composto così ottenuto in una rete e chiuderla sollevandone i bordi. Porre la rete in un terrina foderata con le cotenne del maiale, le ossa, le carote, le cipolle tagliate ed il mazzetto aromatico. Versatevi sopra il vino ed il cognac e fate cuocere coperto a fuoco dolce. A cottura ultimata, quando il patè sarà ben dorato, toglierlo dal fuoco dopo averlo sgocciolato. Porlo in uno stampo rettangolare premendo bene perchè stia in forma e fate raffreddare per circa 30 minuti. Infine versate sulla terrina lo strutto fuso e ponete il tutto a raffreddare in frigorifero per almeno 2 ore, sformate e servite il patè tagliato a fette con del pane tostato.
“si può mangiare da voi?” “é naturale che si può….che cosa desidera?”
“inizierei con del bel patè di campagna” La collera di Maigret
Ricette e crimini. Mi sembra che esista un curioso legame tra libri gialli e cibo. Agatha Christie per esempio amava la vita e le cose buone ed infarcì la propria opera di allusioni nient’affatto innocenti a una tradizione culinaria, quella anglosassone, troppo spesso trascurata. Eggs Benedict e Stufato d’agnello oggi, per deliziare gli amanti del genere che non disdegnano colte escursioni culinarie.
Ingiustamente maltrattata perché pur differenziandosi molto dalla cucina italiana o francese, la gastronomia della terra d’Albione ha comunque riti affascinanti ed un approccio eccentrico, che quindi le permette di non avere troppo da invidiare alle sue ben più blasonate vicine. Se non aveste la fortuna di poterle gustare in qualche deliziosa breakfast room, iniziamo dunque col preparare delle tradizionali (per i paesi anglosassoni):
Uova benedettine (Eggs Benedict)
Ingredienti per 4 persone
4 uova, 4 fette di pane, 4 fette di bacon, 1 cucchiaio di aceto di vino bianco, olio d’oliva, sale e pepe
Per la salsa olandese: 100 gr di burro, 1 cucchiaio di farina, 2 tuorli succo di 1 limone, 1 bicchiere d’acqua bollente, sale e paprika.
Una tra le marche più celebri di birra, soprattutto tra i più giovani, la Ceres, presenta delle nuove ed accattivanti confezioni per auto promuoversi. Due speciali box, dai colori vivissimi e dal contenuto molto invitante, che riprendono l’inconfondibile stile delle pubblicità televisive della nota casa produttrice.
I nuovi special packs si chiamano The Fan Box e Confezione Speciale Degustazione. C’è ne proprio per tutti i gusti, dai più spensierati ai più fanatici. La casa danese ha studiato un packaging di sicuro impatto sul consumatore, perché … non si vive di soli sapori ed anche lo stile vuole la sua parte.
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