Zuppa belga: insalata, pancetta e un pò di cannella

Al ritorno dalle ferie estive abbiamo bisogno, chi più e chi meno, di purificarci e di rimetterci in forma e questa la zuppa belga fa al caso nostro. Il nome ci fa già capire la provenienza, molto diffusa per le stradine ed il centro di Bruxelles, è capace di scaldare anche i più freddolosi.

Zuppa belga (ingredienti per 4 persone)

500gr di insalata belga
50gr di pancetta affumicata tagliata in un solo pezzo
40gr di burro
una cipolla
un cucchiaio di farina
un dado da brodo
un formaggio caprino
un pizzico di cannella in polvere
un tuorlo
4 fette di pan carré
una presa di sale
pepe

Rigatoni con la pajata: origini e storia di questo piatto millenario

Continuando il nostro viaggio attraverso le delizie dell’antica cucina romana, oggi parleremo dei famosissimi rigatoni con la pajata. Fin dall’antichità la dieta romana fu improntata dal consumo di prodotti locali, di estrazione contadina. Dal III secolo a.C. circa sulle tavole dei ricchi appaiono sempre di più cibi complessi e raffinati che avevano bisogno di una lunga lavorazione effettuata di solito da veri e propri cuochi pagati o da schiavi ben istruiti per questo. Con il passare dei secoli, la cucina in epoca imperiale divenne sempre più complessa, e spesso gli stessi invitati si scandalizzavano per le ricette bizzarre, delle quali abbiamo un esempio nel Satyricon di Petronio.

 Di quest’epoca tra tutte le ricette la più famosa è il garum, una salsa di pesce prodotta con la sovrapposizione in un’anfora di vari tipi di pesce alternati con erbe aromatiche. La Pajata è senza dubbio il piatto più rappresentativo della cucina tradizionale romana e, in particolare, di Testaccio. La ricetta originale usa come ingrediente fondamentale il vitello, ma a causa dei divieti per la mucca pazza, attualmente si utilizza l’intestino d’agnello.

 I rigatoni con la pajata nascono come pietanza apprezzata dagli scortichini, i lavoranti dell’antico Mattatoio di Testaccio che, a fine giornata, ricevevano assieme ad una misera paga, il cosiddetto quinto quarto ovvero gli scarti delle carni macellate (interiora, zampe e lingua). Con i loro sacchetti di carne, gli scortichini si recavano nelle vicine osterie della zona e chiedevano che gli scarti degli animali venissero utilizzati per preparare piatti sostanziosi per sfamare le famiglie. Nacque così la pajata, piatto della tradizione popolare romana oggi apprezzato da gourmet e turisti che continuano a lasciarsi affascinare dai sapori decisi della nostra città. Sapori che devono continuare ad esser tramandati, per non rischiare di perdere il contatto con le nostre radici.

Rigatoni con la pajata (ingredienti per 4 persone)

800gr di intestino di manzo
200gr di rigatoni
50gr di pancetta
cipolla
sedano
prezzemolo
aglio
salsa di pomodoro
un bicchiere di vino bianco secco
qualche chiodo di garofano
aceto
pecorino grattugiato
una piccola aggiunta di sale (non troppo, la pajata è molto saporita)
pepe
olio extra vergine di oliva

La Cina in cucina: tagliatelle dei dieci tesori

In Cina esistono tre tipi principali di pasta: alla farina di frumento -con o senza uova-, al riso ed alla soia. Queste tagliatelle dei dieci tesori, per la sapiente combinazione dei differenti sapori, sono un esempio di quella ricerca dell’equilibrio e dell’armonia attraverso i contrasti, tipici della gastronomia cinese.

Per preparare questa ricetta in cui la carne viene cotta molto velocemente, è preferibile scegliere dei tagli molto teneri e non fibrosi, come il filetto oppure il roast beef. Per avere un sapore più ricco possiamo inoltre sostituire il manzo con la carne d’agnello. Per i fagiolini, essendo fuori stagione, è preferibile usare quelli surgelati, oppure altre verdure, come zucchine, cimette di cavolfiore o broccoletti.

Questo piatto, nominalmente considerato un primo, rappresenta in realtà un perfetto piatto unico, adatto ad un pasto di mezzogiorno o ad una cena leggera, e può anche costituire un’originale alternativa alla spaghettata di mezzanotte!

Cucinare con le patate: Rösti alla svizzera

Alla base dei rósti troviamo la patata, la cui composizione varia a seconda del tipo di cottura, e quindi varia anche la sua digeribilità. I rosti sono un piatto tipico della cucina svizzera, viene attualmente servito come contorno anche se nasce come colazione dei contadini del canton Berna. E’ a base di patate ma sempre più spesso vengono aggiunte cipolle, mele o pancetta come la ricetta che vi presentiamo.
Rosti alla svizzera (ingredienti per sei persone)
  • 1kg patate medie
  • 60gr burro
  • 100gr pancetta tagliata a dadini
  • 1 cipolla tritata finemente
  • sale e pepe q.b.

Dal Molise: zuppa di ortiche

La nostra cucina tradizionale sa esprimersi al meglio soprattutto quando si tratta di utilizzare i prodotti alimentari più semplici: a volte, poi, ne valorizza alcuni che sono ormai praticamente ignoti al grande pubblico. Ma non a Ginger&Tomato, ovviamente!

In molte aree del centro-sud, ad esempio, si preparano deliziose minestre a base d’ortica e non si tratta, come verrebbe da pensare, di ricette povere. In realtà si tratta di piatti che partecipano alla ritualità combinata dei filtri d’amore e delle pozioni atte ad incrementare la fertilità.

Il fatto, inoltre, che le minestre a base d’ortica risultino anche delicatissime, prelibate, ovviamente non guasta affatto: ve ne vorrei proporre una che reputo tra le migliori, che è anche di facilissima preparazione, originaria del Molise. Per provare altre squisite preparazioni a base d’ortiche, date un’occhiata anche qui, a questa ricetta postata qualche tempo fa: io stessa l’ho provata, ed è deliziosa!

Petti di pollo con pancetta e scarola: un’ idea alternativa

petti di pollo

Devo essere sincera a me i petti di pollo non fanno per niente impazzire. E’ vero che sono una fonte preziosa di proteine e tra l’ altro rappresentano una valida alternativa alle carni rosse tuttavia rimane in me lo scarso interesse per questa parte del pollo. Questo fino a quando non ho provato questa ricetta, semplice ma con ingredienti talmente gustosi e saporiti a cui non si può proprio resistere. La scarola infatti si sposa bene con molte carni, ma con il pollo l’ unione è perfetta perché ne contrasta il sapore dolciastro
Petti di pollo con pancetta e scarola ( ingredienti per 4 persone)

Okonomiyaki: Le polpette giapponesi di zio Marrabbio

Vi ricordate Kiss Me Licia? Il cartone animato raccontava la storia di una dolce ragazza, Licia, che un giorno, per caso, conosce un bimbo dai capelli azzurri, Andrea, accompagnato dal suo fedele gatto Giuliano. Andrea ha un fratello maggiore di nome Mirko e la storia vuole che tra Licia e Mirko nasca una storia d’amore tormentata da varie vicissitudini. Il papà di Licia, Marrabbio, è il gestore di una rosticceria dove il piatto forte sono delle succulente polpettine fritte.

Attorno al ristorante e a queste squisite polpette si snoda la vita dei personaggi che a volte assume dei tratti davvero divertenti in particolare le scenette tra lo zio Marrabbio e l’anziano amico di famiglia, Nonno Sam. La ricetta delle polpette è molto semplice e tra l’altro in Giappone vengono fatte davvero in quanto rappresentano un piatto sostanzioso e amato da tutti, grandi e piccoli.

Il nome originale è Okonomiyaki e letteralmente significa mettere sulla piastra quello che volete, e quindi partendo dalla ricetta di base si può davvero spaziare con la fantasia. In ogni caso, le due varianti più comuni sono tra l’Okonomiyaki con carne, e quindi pancetta, e quello con pesce, più frequentemente gamberetti.

Le uova marmorizzate “alla cinese”

Qual’è l’alimento più ricco di proteine maggiormente diffuso? La risposta è semplice, certamente l’uovo. Facile da tenere a portata di mano in frigorifero, è semplicissimo da preparare: sodo, fritto, alla coque, in camicia, e via dicendo. Con un po’ di fantasia potete sbizzarrirvi fino ad eseguire delle raffinatezze come le crepes o meglio ancora dei soufflè. Una semplice frittata può originare ad esempio mille combinazioni basta organizzare quello che si ha nel frigo, peperoni, carciofi, pancetta, pomodori, carne, ecc. E se parliamo degli avanzi del giorno prima, basta sbattere un uovo sopra, in padella o al forno e tutto riprende vigore.
Quando ero piccolo e mia mamma mi svegliava per andare a scuola mi dava il buongiorno con un bell’uovo fresco da bere, con un pizzico di sale e una spruzzata di limone, ricordo ancora il sapore.

Oggi vogliamo proporvi un modo semplice e originale per gustare le vostre uova.