Uova alla spuma verde, un antipasto stuzzicante

TEMPO: 20 minuti| COSTO: basso| DIFFICOLTA’: bassa

VEGETARIANA:SI | PICCANTE:NO | GLUTINE: NO | BAMBINI: SI


Una simpatica idea per un secondo o uno stuzzichino finger food, per gli amici vegetariani e simpatico anche per i più piccoli. Le Uova alla spuma verde, una ricetta molto semplice e abbastanza rapida, da poter preparare all’ultimo momento, quando avrete degli ospiti a sorpresa.

Le Uova alla spuma verde sono molto coreografiche, e potrete prepararle anche per imbandire una tavola per una festa. Anche se il nome non è troppo accattivante, pensare alle uova e legarle al colore verde non richiama certamente a qualcosa di bello, non dubitate sulla bontà del risultato!

Baccalà al forno, il pesce per tutte le stagioni

TEMPO: 50 minuti| COSTO: medio| DIFFICOLTA’: bassa

VEGETARIANA:NO | PICCANTE:NO | GLUTINE: SI | BAMBINI: NO


Una varietà di pesce che si può acquistare tutto l’anno e di cui non ci dobbiamo preoccupare troppo della freschezza, e quindi dover saper riconoscere bene la qualità del pesce, è il baccalà. Grazie ai differenti metodi di conservazione, sotto sale o essiccato, il baccalà è quasi sempre presente nelle pescherie.

Non è la prima volta che ci dedichiamo alla preparazione di piatti a base di baccalà, ricordiamo che la cucina portoghese è ricchissima di ricette a base di questo pesce. Ma vogliamo proporvi un’altro modo per cucinare il baccalà, da inserire nel vostro libro di cucina: il Baccalà al forno.

Polpettine di pescespada

TEMPO: 20 minuti | COSTO: elevato| DIFFICOLTA’: media

VEGETARIANA: NO | PICCANTE: NO | GLUTINE: SI | BAMBINI: SI


Il pesce spada è un pesce di grandi dimensioni (fino a 4 metri di lunghezza e 5 quintali di peso) dalla composizione nutritiva simile alla carne bovina per quanto riguarda proteine (circa 20%) e grassi (circa 5%). Bisogna dire che il grasso del pesce spada si differenzia da quello della carne per l’elevata percentuale (75%) di acidi grassi polinsaturi. Nel consumo di questo pesce possono presentarsi due problemi. Il primo è correlato all’onestà di chi ce lo vende; a volte è infatti possibile acquistare un trancio di pesce che in realtà non è pesce spada, ma un altro di taglia simile.

Un secondo problema è relativo all’inquinamento accumulato nei tessuti di questo animale, rischio che invece è ridotto per pesci di piccole dimensioni. D’altra parte per avere effetti negativi bisognerebbe consumare quantità di pesce spada veramente alte. Le polpettine di pesce spada si presentano molto bene per i bambini, sempre troppo restii a mangiare pesce. Quindi che aspettate, via in cucina a preparare le succulenti polpettine!

Polpettine di pesce spada (ingredienti per 4 persone)

500gr di pesce spada
150gr di provolone
2 uova
1 panino raffermo
1 limone
1 spicchio d’aglio
prezzemolo
farina

olio di arachidi
un pizzico di sale e pepe

Calamaretti in umido, un ricordo d’estate

Un secondo piatto a base di pesce abbastanza rapido da preparare che non necessita di avere una moltitudine di ingredienti in casa ma che comunque garantisce un’ottima riuscita ed un gusto veramente eccezionale sono i Calamaretti in umido.

Questo piatto, è una portata molto adatta a questo periodo. Leggermente nostalgico, perché il sapore ed il profumo del pesce ci fa ripensare alle vacanze appena trascorse, si fa per dire, e nello stesso tempo caldo e rifocillante, sembra quasi una zuppetta, per riscaldarci un pò attorno al desco la sera quando ci ritiriamo in casa. Bando alle ciance e andiamo ai fornelli per cucinare i Calamaretti in umido.

Conchiglie di pesce di nasello, di palombo o come più vi piace

Per una presentazione d’effetto, un’occasione importante da festeggiare ma sempre con un occhio attento al portafoglio vi proponiamo oggi le conchiglie di pesce. Da far appassionare anche i bambini che troppo spesso non amano mangiare questo alimento. Questa ricetta ve la presentiamo con il nasello ma vanno bene anche altri tipi di pesce tipo palombo pesce spada oppure maccarello o gallinella, a voi la scelta, quello che piace di più!

Conchiglie di pesce (ingredienti per 4 persone)

150gr di filetti di nasello o altro pesce a piacere
150gr di funghi coltivati
limone
burro
farina
brodo
1 uovo
5 cucchiai di panna
50gr di Emmental
pane grattato
una spolveratina di sale e pepe

Totani in zimino, la Sardegna in tavola

La ricetta che vi propongo oggi è una specie di riadattamento di un piatto della cucina sarda. I Totani in zimino, una portata a base di pesce , condito con diversi tipi di verdure, una pietanza che prende spunto da un’antica usanza del popolo sardo.

Zimino significa pezzi, ed abitualmente con questo termine si indica più che altro un insieme di pezzi di frattaglie di agnello e bovino cotte alla brace. La tradizione dello zimino è tipica dell’ambiente rurale sardo, ed è accompagnata da un vero e proprio rituale, la ziminadda, un banchetto a base di zimino di carne e di verdure innaffiato dal robusto Cannonau.

In alcuni parti costiere lo zimino viene fatto anche con il pesce, preparando una specie di zuppa unita ad un ricco condimento di verdure. Prendendo spunto dalla tradizione marinara possiamo dedicarci alla preparazione dei Totani in zimino.

Mazzancolle al tegame

 

Da noi a Roma è facile trovare nei molti ristoranti che offrono piatti di pesce le mazzancolle al tegame. Le mazzancolle sono dei crostacei, chiamati anche “Gamberi imperiali” per le loro striature marroni su di un fondo sabbia/verde. Vivono in un fondale sabbioso dai 10 agli 80 m. di profondità. Vengono pescati prevalentemente con reti a strascico e “rapidi“.

 La comparsa sulla testa e lungo il corpo di zone scure, indica che è iniziato un processo di invecchiamento e perciò il pesce non è più fresco. La pesca in questi ultimi anni si è molto sviluppata; precedentemente non si raggiungevano le attuali quantità. Prima di essere cucinato deve essere tolta, nella parte edibile, la sacca di sabbia che lo attraversa che rappresenta lo scarico dello stomaco. Si può cucinare arrosto, fritto, bollito, in teglia con succo di arancia, pompelmo. Noi oggi ve lo presentiamo in tegame!

New England Clam Chowder, ovvero zuppa di vongole d’oltre oceano

Clam Chowder

Un classico del nord-est degli Stati Uniti, la New England Clam Chowder ha in effetti origini nel Canada atlantico, anticamente la Nouvelle France. Il nome stesso, Chowder, deriva da Chaudrée, che in francese vuol dire qualcosa cotto nella Chaudière, che era il classico pentolone di rame che si appendeva sul fuoco. La cultura e le abitudini culinarie di questa zona sono ancora oggi caratterizzate dalla storica guerra tra gli Inglesi ed i Francesi del nuovo mondo, rivalità e patriottismi che col passare dei secoli sono risultate in fusioni interessanti e diversità altrettanto mitiche. Si pensi che la cucina Cajun tipica della Nouvelle Orléans (oggi New Orleans) in realtà è la cucina degli Acadiens (o Acadjans come erano chiamati dagli Inglesi) che, una volta l’Acadia conquistata, erano stati esiliati dal loro territorio, verso la Louisiana che allora apparteneva ancora alla Francia. L’Acadia che era per l’appunto nella zona Atlantica canadese, oggi sarebbe divisa tra il Québec atlantico ed il New Brunswick.

La Clam Chowder è dunque una zuppa di vongole, che erano e sono ancora un alimento di base sulla costa atlantica, come lo sono il merluzzo, l’astice ed il granchio. Era, all’origine un piatto povero, il piatto unico delle famiglie dei pescatori e non è un caso quindi ritrovare in questa zuppa pure qualche pezzetto di merluzzo, le immancabili patate ed il mais. Oggi, nei bei ristoranti le Chowders si fanno più nobili con carne di granchio ed astice, dentice e lupo di mare… ma i vecchi sapori, quelli più semplici, sono quelli che parlano della storia dei primi coloni e qui in Canada vengono conservati gelosamente.

Sformato di patate e aringhe, una ricetta svedese

L’aringa è l’alimento di base nella cucina del nord Europa sin dal 3000 A.C. e, secondo le regioni, viene consumata cruda, fermentata, marinata o messa sotto sale. È  una varietà di pesce  particolarmente ricca in benefici acidi grassi Omega-3, sia in EPA che in DHA, oltre ad essere una fonte importante di vitamina D, il che la rende molto interessante dal punto di vista alimentare. Bisogna pero’ tener presente che le grandi aringhe dell’atlantico spesso eccedono i limiti concessi di PCB e di diossina, anche se non sufficientemente da ridurre gli effetti altamente benefici e anticancerogeni degli acidi grassi che contengno. Siccome il contenuto di fattori contaminanti aumenta con la crescita delle aringhe, si consiglia dunque di scegliere aringhe più piccole, sotto i 17 cm, che possono essere mangiate liberamente senza nessun rischio.

La ricetta che vi propongo è un classico nelle famiglie svedesi ed è un piatto completo molto gustoso, perfetto da servire accompagnato da una bella insalatina mista.  E se proprio le aringhe non sono il vostro forte, provate questa ricetta usando i filetti di sgombro…

Cetrioli al tonno, fresco antipasto d’estate

Una ricetta di pesce che potrete utilizzare come secondo piatto o come antipasto, molto semplice e fresca dall’aspetto un po’ sofisticato, ma non lasciatevi ingannare: è un piatto per tutti, anche per chi è di gusti più semplici.

La ricetta di cui sto parlando è quella dei Cetrioli al tonno, una scoperta che ho fatto qualche tempo fa e di cui vado molto fiero, beninteso, la ricetta non è mia, ma la scoperta si!
Unico inconveniente dei Cetrioli al tonno è che per prepararli occorre trovare del tonno freschissimo, poiché la ricetta prevede una marinatura della carne e non una cottura.

Salmone marinato alla svedese

Vi è mai capitato di vedere una vostra ricetta preferita riprodotta in maniera deludente? A me è capitato di vedere in televisione una ricetta di salmone marinato che mi ha lasciata inorridita. Alcuni principi di base erano stati ignorati ed ho visto un bellissimo filetto di salmone selvatico rovinato in un aspetto rinsecchito e poco invitante…

Mi ha fatto tornare in mente la ricetta magnifica di una mia carissima amica svedese: il suo è certamente il migliore salmone marinato che abbia mai assaggiato, tenero, profumatissimo e delicato. Lo serviva con una salsina fatta con una cucchiaiata di senape, olio, sale, pepe e foglie di finocchietto tritate, alla svedese appunto. Su una fettina di patata cotta al vapore, con una nuvola di panna acida: che modo rustico e delizioso di mangiare una tale prelibatezza! Vi presento con piacere questa sua ricetta che riproduco con successo da tanti anni ormai.

Maiolini al sugo, ovvero polipetti in salsa

Sono appena rientrato dal mercato, dopo aver fatto un po’ di spesa di vario genere. Frutta, verdure qualche odore e il pezzo forte: dei maiolini. I maiolini, questo il nome qui in Sicilia, sono dei polipetti di piccole dimensioni, leggermente più grandi dei moscardini e di colore più scuro.

Passando dal bancone della pescheria sono rimasto incantato dal colore e dalla freschezza di questi polipetti e non mi sono trattenuto e li ho acquistati, gustandoli già nel modo in cui li avrei preparati per pranzo: Maiolini al sugo. Dopo averli preparati non ho potuto fare a meno di scrivervi questa ricetta.

Gronco con salsa di capperi

Pesce e capperi, sono un accostamento perfetto, la carne offerta dal mare ed i frutti spontanei delle terre costiere, un incontro inevitabile, come le onde che si infrangono sulla spiaggia. Il pesce che vi occorrerà per preparare la ricetta che vi propongo oggi è il Gronco.

Per preparare il Gronco con salsa di capperi, come prima cosa vi occorre del pesce freschissimo, per riconoscerlo vi basterà seguire le indicazioni della nostra amica Camilla. Il gronco è un pesce molto simile all’anguilla, infatti è anche chiamato anguilla di mare, ma la sua carne è meno grassa e più leggera.

In secondo luogo, dopo aver trovato il pesce, vi serviranno dei capperi sotto sale meglio se di provenienza di qualche isola minore come Pantelleria o Favignana, vi assicuro che il gusto dei capperi di queste zone è veramente eccezionale. Quando avrete a disposizione tutti gli ingredienti potrete passare alla preparazione del Gronco con salsa di capperi.

Triglie profumate all’origano e maggiorana


Dalle mie parti, verso il litorale laziale, amiamo cucinare un pesce cosi detto povero, perché di facile reperibilità ma ugualmente pieno di sapore, sto parlando delle triglie. A seconda della provenienza, si possono trovare: triglie “di sabbia, o di fango” con muso arrotondato e colore rosato; triglie “di scoglio”, la qualità migliore, con muso appuntito e colore rosso giallo dorato; triglie rosse, con carni ottime.

La triglia fresca ha pelle lucente con riflessi iridescenti, l’occhio vivace e le branchie rosse. La polpa deve essere soda ed elastica ed avere odore gradevole. Se le carni sono dure ed il colore è cupo, significa che la triglia non è fresca. La triglia è un pesce molto delicato, per cui è necessario, per pulirla, maneggiarla con attenzione per evitare che si rompa. Eliminare le squame; aprire il ventre per eliminare le interiora; è piuttosto difficile togliere le lische: strappare ad una ad una con una pinzetta. Se il pesce è di piccole dimensioni si può cucinare e consumare intero.

 Il consiglio che oggi vi diamo è di cucinare questo pesce in maniera molto semplice, solamente con degli aromi, affinché la delicatezza delle sue carni non venga coperta da sapori più decisi!
Triglie profumate all’origano e alla maggiorana (ingredienti per 4 persone)

8 triglie fresche
350gr di pomodori
1 cipolla
1 spicchio d’aglio
1 manciata d’origano
6 cucchiai d’olio
1 pizzico di maggiorana
sale e pepe