Fare la spesa da casa con un click? Comodo e veloce. Raccontateci le vostre esperienze

Fare la spesa da casa con un click? Comodo e veloce

 

Da quando Internet è in ogni casa è sempre più diffusa l’abitudine di comprare tutto in rete: libri, elettrodomestici, vestiti e perchè no, anche alimenti. Da qualche tempo a questa parte infatti l’e-commerce di alimentari è stato oggetto di una crescita irrefrenabile e si sono moltiplicati i siti che offrono la possibilità di fare la spesa comodamente seduti sul proprio divano. La maggior parte di questi negozi virtuali offrono i loro servizi a zone geografiche abbastanza ristrette così che possono permettersi di rifornire i propri clienti anche di alimenti freschi e deteriorabili.

 

Uno dei principali portali che offre questo servizio è Esselunga, uno dei primi a lanciarsi in questo business in Italia. Sul sito della catena di supermercati basta iscriversi e di volta in volta riempire il proprio carrello virtuale. Fare la spesa on line ha una serie di vantaggi oltre all’evidente comodità: si evitano le code alla cassa, si risparmia tempo e soprattutto è molto più semplice risparmiare sui prodotti. Mi spiego meglio: volete comprare dell’acqua minerale? Facendo la spesa on line potrete confrontare tutti i prezzi di tutte le acque e scegliere non solo quella che preferite ma anche quella che vi conviene di più, senza contare che non dovrete fare la fatica di caricarvi da sole in macchina 6 casse d’acqua.

 

Esselunga non consente di pagare in contanti alla consegna, ma del resto oggi tutti hanno una carta prepagata per gare acquisti on line in tutta sicurezza e Pay Pal, o le sue alternative, offrono garanzie. Il costo della consegna qui è 7,90 (6,90 se la spesa supera le 110 euro) e per l’ora basta indicare la fascia di tempo in cui saremo a casa (ad esempio dalle 18 alle 20).

Una piccola guida per evitare sprechi di frutta e verdura

L’aumento del costo dei generi alimentari, non rende contento nessuno. Dovendo stringere la cinghia ed evitare spese superflue, che quasi sempre ricadono sui momenti di svago, viaggi, cinema ecc., siamo diventati tutti più accorti.

Siamo più attenti a molte cose a cui prima non facevamo neanche caso. Oggi ricerchiamo le offerte ed i prezzi più convenienti, evitiamo di comprare più del necessario e soprattutto ci rendiamo conto degli sprechi che molte volte ci sono nelle nostre cucine.

I maggiori sprechi che si verificano all’interno delle nostre case, riguardano soprattutto la frutta e la verdura, alimenti freschi, più difficili da conservare per lunghi periodi. Vi proponiamo una piccola guida, con delle indicazioni da seguire prima al momento dell’acquisto e poi al momento della conservazione degli ortaggi, che potranno aiutarvi ad evitare qualche spreco.

Le quattro stagioni delle verdure

Ormai siamo abituati a trovare quasi tutte le verdure in tutti i mesi dell’anno. Melanzane e zucchine sono onnipresenti nei banconi dei mercati e dei supermercati, i pomodori sono sempre rossissimi, tutto l’anno.

Una volta esistevano delle stagioni ben precise in cui si trovavano solo determinate verdure, era un modo naturale, poiché dettato dai ritmi della madre terra, per variare alimentazione nel corso dell’anno.

La natura, che si prendeva cura di noi (altrettanto non si può dire di noi nei suoi confronti), selezionava gli alimenti migliori, da consumare in un determinato periodo dell’anno, mettendo nella giusta relazione le esigenze del nostro organismo per quel periodo ed i valori nutrizionali delle verdure.

Come preparare l’aragosta perfetta

L’aragosta (o aligusta) è un grosso crostaceo dal colore bruno-rossiccio con macchioline bianche e gialle, non ha chele, ma ha due lunghe antenne, può raggiungere i 50 cm. ed i 7 kg. di peso (ma gli esemplari migliori pesano fra i 500 e gli 800 gr.) e può vivere fino a 30 anni.

Si pesca da Ottobre a Giugno, la primavera è il periodo della riproduzione e le femmine sono incorallate (la pesca delle femmine con le uova è vietata). Ne esistono in commercio 4 varietà: la migliore è senz’altro l’aragosta mediterranea, riconoscibile dalle 2 macchie gialle regolari su ogni segmento della coda), ci sono poi il tipo rosa, quello verde e quella detta “di Cuba”, per lo più africane e sudamericane, che, seppur discrete, non hanno quasi niente in comune con quelle siciliane e sarde.

Simile all’aragosta, e da alcuni erroneamente considerato il suo maschio, è l’astaco, o astice (o elefante di mare o lupicante) che si differenzia per avere due grosse e possenti chele del tutto assenti nell’aragosta. Il suo colore è turchino con macchioline gialle e bianche; quando è cotto diventa rosso. E adesso, dopo questo breve excursus necessario per guidare ad un acquisto corretto e consapevole della materia prima, vediamo come preparare una succulenta aragosta.

Cultura culinaria: un libro di ricette casertane

E’ da poco uscito in edicola e libreria per i tipi de Il raggio di luna editore il libro “Le ricette di Terra di Lavoro” di Maristella Di Martino che, dopo “Le ricette di Salerno” e “Le ricette dell’Irpinia”, torna a raccontare la cucina del territorio.

Assoluto protagonista è stavolta il Casertano, di cui l’enogastronoma raccoglie ricette raccontate dagli chef dei migliori ristoranti ed agriturismi, ricostruendo l’identità a tavola del comprensorio attraverso la tradizione secolare e la ricerca degli ultimi anni.

Per dare un’idea della mole del lavoro, così imponente da meritarsi una recensione su Ginger&Tomato, basterà citare le 520 ricette: 50 zuppe ed altrettante verdure, 100 tra pasta e sughi, altrettante tra carni e formaggi, 15 tra uova e frittate, 70 dolci e 40 varie, oltre ad un ricco capitolo sulla cucina delle stagioni che contiene ben 95 piatti.

Cosa portare ad una cena tra amici?

Immaginate la seguente scenetta: tornate tardi dal lavoro, ed arrivati a casa stanchi e affaticati, la vostra compagna o compagno vi ricordano che per quella sera siete invitati a cena dalla solita coppia di amici; ci tengono, è da un bel po’ di tempo che vi preannunciano questo invito. Ci prepariamo, una bella doccia rilassante, dei vestiti freschi di bucato un po’ di profumo una sistemata ai capelli … caspita! Si è fatto tardi corriamo. Arrivati in macchina ecco la fatidica e tanto temuta domanda: Tesoro, ti sei ricordato di prendere qualcosa da portare ai nostri ospiti?

Attimo di panico, ci eravamo scordati della cena, figuriamoci se abbiamo preso nulla da portare!
Indecisione, non si sa mai cosa portare in queste occasioni. In realtà è molto più semplice di quanto si possa credere.

Quando sono invitato, o quando invito, sono due le cose che amo portare o ricevere, le più classiche e tradizionali, ma che non infastidiscono mai: una bottiglia di vino o di liquore e il dolce, magari fatto in casa.

Cucine a scomparsa, soluzioni avveniristiche e semplici pannelli scorrevoli

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Cucine a scomparsa. Il mio sogno, come quello di tutti coloro che amano cucinare, è avere una di quelle mega cucine con una grossa penisola, dei bei banchi da lavoro e tanti, tantissimi pensili. Purtroppo però è molto difficile avere abbastanza spazio, o abbastanza risparmi, per ottenerla. Da qualche anno a questa parte in compenso si sono moltiplicate le soluzioni di minicucine altrettanto efficienti per arredare monolocali e mansarde.

Un altro problema legato allo spazio è quello di arredare ambienti e stanze multifunzionali: una cucina ed un soggiorno nella medesima stanza devono avere determinate caratteristiche. Una soluzione perfetta? Cucine che scompaiono!

Una minicucina che appare quando ne abbiamo bisogno e che scompare quando arrivano ospiti inattesi e non abbiamo ancora finito di sistemare: no, non è magia, sono pannelli e sipari montati su meccanismi scorrevoli che permettono di nascondere tutta la cucina o parte di essa, rendendo la stanza perfettamente armonizzata.

Prodotti da agricoltura biologica, perchè sceglierli?

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Sempre più italiani scelgono bio: è quanto emerge dai dati sul 2007, con l’acquisto di prodotti bio cresciuto del 9%. La metà circa dei prodotti per l’infanzia che vengono acquistati sono bio ed aumentano anche pasta e riso (+16%). Un incremento che è dovuto innanzitutto alla maggiore disponibilità e accessibilità: l’Italia è leader in Europa come superfici coltivate secondo agricoltura biologica con più di un milione di ettari. Ma cosa significa “prodotto da agricoltura biologica e perchè sceglierla?

Esiste un vero e proprio regolamento che stabilisce secondo quali criteri un prodotto può essere considerato proveniente da agricoltura biologica. Innanzitutto vieta l’uso di prodotti chimici di sintesi come ad esempio pesticidi, fertilizzanti o antibiotici, mentre è permesso l’utilizzo di concimi organici come il letame. E’ inoltre vietato l’uso di organismi geneticamente modificati (OGM) mentre viene favorita la bio diversità ed il recupero di varietà meno conosciute o tralasciate perchè poco produttive.

Stesso discorso vale per gli allevamenti biologici in cui l’animale ed il suo benessere acquisiscono più importanza. Per cui tutto quello che non è “naturale”, che potrebbe provocare una crescita più veloce o un maggiore irrobustimento come aiuti chimici, non è permesso. Gli animali devono crescere in spazi adeguati e cibarsi di mangimi a loro volta provenienti da agricoltura biologica.

Impariamo a riconoscere il pesce fresco

Il pesce, come tutti sapete, è un alimento prezioso per il nostro organismo, è molto digeribile e nutriente pur contenendo poche calorie: in un regime alimentare equilibrato andrebbe consumato tre volte a settimana. Quando vogliamo acquistare del pesce, l’aspetto più importante da valutare è certamente quello della freschezza. Grazie allo sviluppo delle tecniche di trasporto, oggi è possibile trovare una grande varietà di pesci in perfetto stato di freschezza, qualunque sia la distanza tra la zona di pesca ed il consumatore.

D’altronde, la premessa per la buona riuscita di una ricetta sta sempre nell’acquistare bene le materie prime, nel nostro caso il pesce. Ne possiamo riconoscere la freschezza in base alle seguenti caratteristiche:

  • L’odore. E’ necessaria l’assenza di odore eccetto quello gradevole del mare. Se il pesce emana odore fetido o di ammoniaca significa che è iniziato il processo di decomposizione.
  • L’occhio. L’occhio deve essere vivace, brillante, ben sporgente dalla cavità orbitale. Se è opaco, il pesce è “vecchio”.
  • La carne. La carne deve essere soda ed elastica sotto la pressione del dito. Scartate sempre il pesce che si presenta flaccido e sul quale l’impronta del dito resta marcata!
  • Le branchie. Le branchie devono essere brillanti e vivide, non afflosciate.

Cuocere al microonde risparmiando tempo

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Sono finiti i tempi in cui il microonde veniva usato solo per scaldare la pasta fredda o scongelare la carne: oggi il piccolo forno ormai presente in ogni casa è diventato di fondamentale importanza. Io ad esempio per motivi di spazio e costi quando ho arredato la cucina ho rinunciato, pensavo temporaneamente, ad un normale forno, mentre ho acquistato immediatamente un forno a microonde all’avanguardia. Ho optato per un microonde della Whirlpool, dotato di tutte le funzioni, come ad esempio, il sesto senso, utilissimo per le patatine fritte, la funzione crisp e la cottura a vapore.

Dopo tentativi andati male e prove riuscite per metà ho capito quali sono le regole per cucinare ottimamente con il microonde e soprattutto ho capito che se nonc’è la necessità di cucinare grandi quantità (io ad esempio cucino per due) il forno a microonde, o perlomeno questo, può sostituire in tutto e per tutto il forno classico.

Innanzitutto come funzionano le microonde: sono onde elettromagnetiche ad alta frequenza come quelle che producono ad esempio le radio o i televisori. Queste onde hanno la capacità di attraversare materiali come vetro, carta o porcellana per essere poi assorbite dall’acqua, dall’olio e dai grassi. Le microonde in pratica eccitano le molecole presenti in queste sostanze producendo una frizione che genera calore, come quando vi strofinate le mani una contro l’altra. Nella cottura tradizionale il calore si propaga dal recipiente all’alimento, mentre nella cottura a microonde il calore è prodotto direttamente dall’interno dell’alimento e continua a cuocere anche dopo che viene tolto dal forno.

Il robot da cucina: un solo elettrodomestico per mille usi

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Il robot da cucina è un utilissimo elettrodomestico che dimezza i tempi di preparazione dei cibi con le sue molteplici funzioni. Questo tuttofare elettronico, infatti, trita, frulla, impasta, macina e può essere dunque impiegato come aiutante in moltissime ricette, dai primi (nel tritare velocemente aglio e prezzemolo, ad esempio) ai secondi (carne, preparati per soffritto) fino ai dolci (tritare le scorze degli agrumi, ottenere facilmente scaglie di cioccolato). Ma come e quando nasce il robot da cucina? Il suo lancio nel mercato e la sua ascesa ha inizio negli anni Sessanta. Una trasformazione socioculturale ne è alla base ed è quella che vede la donna abbandonare il tradizionale ruolo di casalinga e cuoca full time, per avventurarsi sempre più nel mondo del lavoro.

Brace dietetica con la pietra ollare

La steatite, conosciuta anche come pietra ollare, è una pietra con un’ottima capacità di resistenza alle escursioni termiche e per questo è spesso usata nella realizzazione di stufe. Con questo materiale vengono costruite pentole e tegami che, grazie alla capacità della pietra di mantenere a lungo il calore, permettono di cuocere ottimamente minestre, zuppe e stufati ma è usato anche per cuocere alla brace. La pietra con un apposito supporto in ferro può essere posta sopra la brace o sopra la legna che brucia, permettendo anche un considerevole risparmio di tempo. Cuocendo la carne in questo modo si evitano fumi e odori forti e, soprattutto, permette una cottura priva di grassi!

I cibi cotti sulla pietra ollare restano saporiti e non c’è il rischio che si carbonizzino come invece accade spesso sulla griglia. Per ultimare la cottura la pietra può anche essere portata in tavola: un’ottima soluzione per la tagliata! La pietra porterà al termine la cottura rilasciando lentamente il calore accumulato in precedenza ed allo stesso tempo la lascerà “al sangue” (può conservare il calore per un tempo di 30 minuti come minimo). Grazie alle proprietà della materia prima la pietra ollare è naturalmente antiaderente, facilitando così anche la cottura del pesce, soprattutto se a tranci.

Nonostante l’apparenza la pietra ollare è molto delicata, soffre gli sbalzi di temperatura e va sempre lasciata raffredare completamente prima di pulirla, al fine di evitare che si incrini e diventi così inutilizzabile. Per pulirla non devono essere usati detergenti in quanto la pietra ollare tende ad assorbire tutte le sostanze. Un trucco è quello di passare solo un po’ di carta assorbente e raschiare lo sporco al termine della cottura. La volta successiva, non appena la pietra comincerà a scaldarsi basterà passarci sopra un panno di cotone con l’aceto. Anche prima della cottura non c’è bisogno di ungere nè la pietra nè la carne.