La pasta frolla: una base dolce per piccola pasticceria e non solo

Il nome pasta frolla rivela già le sue caratteristiche: deve riuscire infatti friabile, sciogliersi in bocca, senza mai essere troppo dura oppure eccessivamente molle ed elastica. Toglietela dal forno quando apparirà ben dorata ma ancora morbida: diventerà croccante non appena si sarà completamente raffreddata. La pasta frolla è indubbiamente più semplice della sfoglia, ma è importante seguire con scrupolo tutte le indicazioni, soprattutto per quanto riguarda i dosaggi indicati.

Una delle condizioni essenziali per la sua buona riuscita è che l’impasto non sia troppo lavorato, sia per conferirgli quella friabilità che lo rende appunto “frollo“, sia per evitare che si sbricioli durante la lavorazione. È bene inoltre impastare gli ingredienti con le mani molto fredde per non scaldare il burro, lavorando preferibilmente su una superficie di marmo o d’acciaio. In alcuni ricettari vengono indicati eventuali grassi sostitutivi del burro, ma per ottenere la vera pasta frolla il burro resta un ingrediente di cui non si può fare a meno.

È inoltre necessario che questo condimento sia di ottima qualità e molto fresco. Se si vuole ottenere una pasta frolla più leggera è possibile sostituire il burro con un pari quantitativo di ricotta romana freschissima; la pasta risulterà un po’ meno friabile ma con una ridotta presenza di grassi. Per ottenere una pasta frolla più raffinata si consiglia poi di sostituire lo zucchero semolato con un analogo quantitativo di zucchero a velo; si otterrà così un impasto particolarmente adatto alla piccola pasticceria. Va infine ricordato che la pasta frolla deve essere aromatizzata con buccia di limone grattugiata o, più raramente, con l’aggiunta di poco liquore.

La storia di GingerMan, l’omino di pan di zenzero

La storia di GingerMan, l’omino di pan di zenzero

C’era una volta una vecchina che un bel giorno decise di cucinare un biscotto di pan di zenzero a forma di omino. Quando però la cottura era quasi terminata la vecchina sentì una vocetta arrivare dalle profondità del forno: “Mammia che caldo che fa qui…Fammi uscire!” La vecchina incuriosita aprì il forno e vide un biscotto a forma di omino scappare gridando: “Corri pure, tanto non mi prendi, sono l’omino di pan di zenzero!” Tutte le urla della vecchina al suo indirizzo furono inutili.

Nella sua fuga l’omino di pan di zenzero incontrò una mucca che, non appena lo vide, cercò di mangiarlo, ma lui continuò a fuggire, dicendo con un tono quasi cantilenante “Corri pure tanto non mi prendi, sono l’omino di pan di zenzero.” Ben presto alla rincorsa dell’omino di pan di zenzero c’erano non solo la vecchina e la mucca, ma anche un cavallo ed un maiale, tutti con l’acquolina alla bocca. E l’omino canticchiava correndo “correte più che potete, tanto non mi prendete, sono l’omino di pan di zenzero!

Ad un certo punto si trovò davanti ad un fiume ed una volpe si avvicinò e si offrì di aiutarlo a fuggire, trasportandolo sul suo dorso fin sull’altra sponda. L’omino di pan di zenzero tutto felice saltellando e ringraziando la volpe le montò sul dorso. Arrivati a metà del fiume la volpe disse al biscotto: “l’acqua sta diventando un po’ profonda e tu ti scioglierai se ti bagni, arrampicati sul mio naso così sarai al sicuro.L’omino di pan di zenzero fece come gli aveva detto la volpe e quest’ultima se lo pappò in un sol boccone.

Come fare le meringhe in forno e al microonde

Mi sono interessata a lungo sulle modalità per fare le meringhe a casa. Le ricette erano tante e le teorie contrastanti. Fino a quando un giorno mi sono fermata in una pasticceria e dopo essermi genuflessa il pasticcere impietositosi mi ha raccontato il segreto per fare le meringhe semplicemente.

Merighe al forno

50gr di zucchero a velo per ogni albume utilizzato
3 albumi minimo altrimenti non montano
1 pizzico di sale
1 cucchiaio di limone

Preparazione:
Montate gli albumi a neve, durante questa fase mettete un pizzico di sale. Quando le chiare sono ben montate aggiungete lo zucchero lentamente. Finito aggiungete un cucchiaio di limone. La prova del nove che il vostro impasto è perfetto consiste nel rovesciare il recipiente dove avete montato gli albumi. Non deve cadere!! Usate ciò che volete per disporle sulla carta da forno e infornate in un forno a 80° ventilato e cuocete per almeno 2,5 ore. Chi non ha il forno elettrico ventilato ma a gas la temperatura da tenere è 130° ma con lo sportello leggermente aperto. Devono cuocere lentemente e a bassa temperatura altrimenti si bruciano o peggio sono cotte fuori e molli dentro!

I biscotti della salute di Pellegrino Artusi

Come molti di voi, ho imparato a cucinare osservando la nonna indaffararsi sui fornelli, sempre allegramente, ma con la massima professionalità. Mi sembrava che non esitasse mai, sapeva sempre prepararci un pasto succulento anche se avevo l’impressione che il frigo fosse vuoto!

Aveva un dono mia nonna, un dono comune tra le sue coetanee, che avevano imparato i segreti dell’economia in cucina dalle loro madri. Cosi mi ripeteva sempre:

Nulla si perde mai nella “mia” cucina, bastano pochi avanzi e qualche ingrediente semplice per mangiare bene.

Erano gli anni ’70 e in casa nostra si mangiava sempre più ‘espresso’ visto che mamma aveva la passione dei pennelli più che per gli utensili culinari, ma quando partii per il Canada mi regalo’ cerimoniosamente il Libro di Cucina della Nonna: l’Artusi.

Per i più giovani tra voi, Pellegrino Artusi era, all’alba del ‘900, una vera autorità nell’arte culinaria; essere approvati da lui era sinonimo di successo garantito per cui ogni massaia, trattoria o ristorante pregiato sarebbe stato lusingato di vedere una sua ricetta pubblicata in uno dei suoi libri. Libri che si leggono un po’ come romanzi, dalla prima pagina fino all’ultima, perchè non contengono solo ricette, ma le mettono in un contesto temporale e geografico dando cosi l’impressione di ‘viverle’, di immaginare le cucine di allora con queste enormi stufe a legna e forni di campagna, le spianatoie di pietra e le ‘ghiacciaie a ghiaccio’ (abbiamo già parlato di Pellegrino Artusi, e le sue frittelle di tondone, n.d.r.)

Vi riporto oggi una delle sue ricette che uso e riuso continuamente non solo perchè è sana ma anche perchè i miei figli adorano la semplicità di questi biscotti che contengono poco zucchero e fanno, con un bel bicchiere di latte, una prima colazione o una merendina gustosa (specie se li spalmate con un po’ di nutella come fa mio figlio).

Come preparare la frutta sciroppata

Come preparare la frutta sciroppata e conservare la frutta

Non so voi ma io vado letteralmente pazza per la frutta sciroppata e proprio qualche giorno fa mi stavo lamentando del fatto che non riesco a trovare una marca che mi soddisfi a pieno. Poi l’illuminazione: perchè non prepararla a casa da sola? E così mi sono documentata e ho pensato che quello che ho trovato potrebbe interessare anche a voi: la frutta sciroppata è un modo alternativo di far mangiare la frutta ai vostri bambini e allo stesso tempo di conservare la frutta anche fuori stagione ed usarla poi nelle vostre creazioni.

La frutta va lavata e se grossa fatta a pezzi per poi essere riposta in vasetti sterilizzati. I migliori sono quelli di vetro con la guarnizione in gomma. Per sterilizzarli a dovere devono essere fatti bollire per alcuni minuti e poi lasciati asciugare a testa in giù su di un telo. La sterilizzazione deve essere fatta anche dopo che sono stati chiusi. Per farlo riempiteli con il composto appena tolto dal fuoco, chiudete ermeticamente e lasciateli raffreddare capovolti. Se volete essere ancora più sicuri fate bollire i barattoli una ventina di minuti, anche dopo averli riempiti.

Oltre alla frutta ed al vasetto vi servirà anche dello sciroppo, che non è niente di più di acqua e zucchero. Per capire quando il vostro sciroppo è abbastanza concentrato esiste un trucco: prendetene una goccia tra due dita bagnate. Quando la aprirete dovrà caderne un filo unico, che ricadrà nella pentola senza rompersi. Vogliamo provare con un esempio pratico? Ecco la ricetta per delle dolcissime pesche sciroppate.

Lasagne agli spinaci: un piatto per i bambini ma anche per i grandi

In qualunque modo vengano preparate le lasagne piacciono davvero a tutti. Se oltre alle lasagne agli asparagi, al pesto e alle lasagne tradizionali volete provarle anche con gli spinaci eccovi serviti! Gli spinaci inoltre sono una verdura ricca di vitamine e sali minerali e “confezionata” in questo modo piacerà anche ai bambini.

Lasagne agli spinaci (ingredienti per quattro persone)
  • 2 Cipolle
  • 1 spicchio di aglio
  • 2 carote
  • 1 cucchiaio di olio extravergine + il necessario per la pirofila
  • 400gr di pomodori pelati
  • sale, pepe, origano
  • 12 fogli di lasagne
  • 375gr di spinaci tritati surgelati
  • 40gr di parmigiano grattugiato

Cucinare con gli avanzi: fajitas di pollo marinato

Quante volte al termine di un pranzo domenicale in famiglia o di una cena tra amici ci siamo ritrovati del pollo, del manzo o del vitello avanzato? Sapete che è possibile riciclarli senza che nessuno se ne accorga e per di più ricevendo molti complimenti? Provate preparando delle ottime fajitas di pollo marinato (al posto del pollo ovviamente mettete la carne che avete). Piatto forte della cucina messicana sono le gustosissime tortillas cucinate in vari modi. Quando le tortillas sono ripiene di carne già cotta e condite con la salsa al guacamole prendono il nome di fajitas e sono davvero buone!
Seguite la ricetta che vi presentiamo e poi fateci sapere

Fajitas di pollo marinato (ingredienti per 4 persone)

  • 4 petti di pollo
  • 12 tortillas di farina
  • 4 grosse cipolle bianche
  • 1 peperone verde
  • 1 cucchiaino di salsa di soia
  • 1 cucchiaino di salsa Worcestershire
  • 1 cucchiaio di olio d’oliva
  • 200gr di panna fresca
  • 4 cucchiai di pomodori a dadini
  • 100gr di emmental a scaglie
  • sale e pepe

Prepariamo le sogliole alla mugnaia

La sogliola è uno dei pesci più ricercati ed apprezzati per la bontà e la qualità della sua carne. E’ un pesce di mare che vive in fondali profondi, di forma appiattita, ed ha gli occhi sul lato in cui la pelle è di colore bruno-verdastro. Può raggiungere i 45 cm di lunghezza e la parte inferiore del corpo è di colore biancastro poichè solitamente è la parte che la sogliola adagia sui fondali.

La sogliola infatti vive a profondità variabili sino a 70-80 metri sui fondali fangosi e arenosi: si cattura con reti a strascico, con particolari reti radenti (sfogliere) o particolari reti da posta (tramaglio). E’ specie comune sulle coste dei nostri mari e nell’Atlantico nord-orientale ed è variamente diffusa nel Mediterraneo.

Durante l’acquisto controllate l’aderenza della pelle al corpo: quando la sogliola è fresca la pelle risulta essere molto aderente alla carne; fate inoltre attenzione a che la sogliola non presenti colorazione giallognola, soprattutto lungo i bordi del corpo. La carne della sogliola è magra e ricca di proteine, molto digeribile ed adatta ai bambini, mentre è da evitare per chi soffre di insufficienza renale.

Come cucinare i filetti di merluzzo Findus

Come cucinare i filetti di merluzzo Findus
E’ già qualche tempo che scrivo su questo blog ricette e ricettine di mia invenzione e non, comunque tutte sperimentate, con risultati più o meno positivi. Ma una cosa la devo confessare: non sono sempre stata una brava cuoca. E qui direte ma certo, nessuno “nasce imparato“. Io però non solo non ero una brava cuoca, ero proprio una cuoca pessima! La mia spesa il primo anno lontano dai fornelli di mamma e nonna era volta ad arraffare tutto quanto poteva essere preso dal frigo (o dal congelatore) e mangiato nel giro di poco, pochissimo tempo. Per cui la mia dieta era a base di 4 salti in padella, merluzzi Findus e patatine McCain.

Quei tempi bui, fortunatamente per la mia dieta e per chi vive con me, sono ormai solo un ricordo ma non ho buttato tutto al vento. Restano le patatine McCain (ovviamente) e anche i filetti di Merluzzo Findus, perchè checchè se ne dica non sono affatto male. Il modo di consumarli è decisamente cambiato (prima mi bastava rosolarli in padella e affiancarci due o tre cubetti di spinaci filanti!). Sono quei classici alimenti che vanno e presi e tenuti lì, nel congelatore, e al momento giusto sapranno fare al caso vostro.

Una delle mie ultime creazioni – risale proprio a ieri sera – contempla proprio l’uso dei filetti di Merluzzo del capitano, con i quali ho preparato delle polpettine di pesce.

Cucinare con il lievito Paneangeli: dolce di frutta

Da più di settant’anni Paneangeli è presente nelle cucine italiane con il suo lievito per dolci. In continuità con la tradizione, oggi la gamma di prodotti si è ampliata, offrendo ingredienti per la realizzazione di torte, con attenzione costante alle esigenze di vita delle giovani donne. La ricetta che Ginger vi presenta coniuga semplicità, genuinità e allegria nella preparazione. Particolarmente indicata per una giornata in cucina con i bambini!
Torta di frutta Paneangeli ( ingredienti per quattro persone)
Per l’impasto
  • 3 uova
  • 150gr di zucchero
  • 1 bustina di vanillina Paneangeli
  • 1/2 bustina (2 cucchiaini) di lievito Paneangeli
  • 25gr mandorle affettate
Per farcire e decorare

Cucinare le patate: provate con le mandorle

La ricetta che vi presentiamo quest’oggi vede un connubio equilibrato nell’accostare le madorle alle patate. Le mandorle sono un frutto molto nutriente, energetico, riequilibrante del sistema nervoso, rimineralizzante, antisettico e più digeribile se leggermente tostato. Contengono calcio, ferro e l’emulsina, un enzima che agevola la digestione delle patate. Tuttavia il piatto così preparato, comunque, non è facilmente digeribile ma può tranquillamente sostituire un primo piatto. Ricordiamo infatti che le patate contengono il 18% di carboidrati: un etto di patate crude sviluppa 80 Kcal.
Patate con le mandorle (ingredienti per 4 persone)
  • 500gr patate
  • 70gr mandorle pelate
  • 2 uova
  • 3 cucchiai farina bianca
  • 5 cucchiai olio di mais o di girasole
  • 2 fette pane casareccio ammorbidite in 1/2 bicchiere di brodo vegetale
  • 1 cipolla
  • 1 spicchio di aglio
  • 1/4 di litro acqua calda
  • sale q.b.

Bimbi felici se in tavola ci sono i Panzerottini

Cucinare per i bambini non è sempre un’impresa facile! Sono molti gli alimenti che non gradiscono e poi farli restare fermi a mangiare, seduti in tavola con le posate tra le mani non è affatto semplice.

Tra i miei ricordi d’infanzia, mi tornano alla memoria certi pomeriggi passati in casa con cugini e zii a divertirci a preparare i Panzerottini! Quei soffici e gustosissimi piccoli calzoni, ripieni di ogni ben di Dio.

Ricordo che era un momento molto divertente e piacevole, cucinavamo tutti riuniti, ridendo e scherzando, quello che poi avremmo mangiato la sera, contenti di averlo preparato con le nostre mani e di poterlo mangiare con esse.

Casey’s Jr. I migliori Hot Dog di Disneyland

Il nome Disney sembra essere curiosamente legato a quello di Casey.
Casey Jr. train ride è il trenino del lungometraggio animato Dumbo, l’elefante volante. Ed è una delle attrazioni più vecchie dei parchi Disney. Il primo esemplare di trenino elettrico vide la luce addirittura nel 1955 nel primo parco a tema Disneyland ad Anaheim in California. L’attrazione attraverso gli anni è passata negli altri parchi come quello di DisneyWorld in Florida, di Tokio Disneyland, in Giappone, fino ad arrivare al più recente Hong Kong Disneyland. Originariamente era un trenino su rotaia, reso celebre dal buffo faccione animato del treno, dall’espressione sorridente, molto amato dai bambini. Era apparso nelle sale con Dumbo nel 1941 e più recentemente compare in Bug’s Life.

Nell’evoluzione avuta nei parchi Disney, come Disneyland Paris, l’attrazione di Casey’s si chiama Le Petit Train du Cirque e si trova nella parte Nord Est di Fantasyland, in una zona quasi nascosta, dietro la ferrovia del Disneyland Railroad.

Ma c’è anche un’altra attrazione con questo nome, dentro Disneyland Parigi. Non è un trenino ma un ristorante, situato all’angolo occidentale della Main Street, con vista sul castello incantato. Si chiama appunto Casey’s Corner. E’ un ristorante a tema, dedicato ad un eroe del baseball (la cui statua la trovate accanto alla porta d’entrata) ed è pieno di memorabilia sui leggendari campioni di questo sport. Lo stile è quello dei chioschi dei primi del 900′ che si affacciavano sui parchi dei bambini, ed in effetti, a Disneyland l’amosfera è davvero perfetta.

Come si fanno i marshmallows/2

Vi ricordate quei morbidosi di zucchero colorato tanto amati dai bambini e pure dai grandi? I marshmallows sono molto carini a vedersi, così colorati e dal sapore molto buono. Tecnicamente sono delle caramelle e le loro origini risalgono a tempi molto antichi.

Secondo il dizionario di Merriam-Webster un marshmallows è: un cilindretto di zucchero che si origina dalla pianta Altea Officinalis e le cui radici hanno un ampio utilizzo sia in campo medico che gastronomico. In origine i marshmallows venivano fatti con il succo della radice di questa pianta o con il succo del mais, zucchero, albume, gelatina e cotti sul fuoco fino addirittura ad essere scottati.

Successivamente la radice è stata sostituita da gelatina ed è tutt’oggi il metodo più utilizzato. Ma è possibile fare a casa i marshmallows? Trovare la ricetta non è stato semplice tuttavia su un libro di cucina molto antico chiamato Better than Store Bought, attualmente fuori pubblicazione, siamo riusciti a reperire la vera ricetta per la creazione dei vostri marsh e comunque per una variante potete sempre seguire quella presentata alcuni giorni fà sempre su Ginger :
Marshmallows (per circa 600gr)