Combattere lo stress: quali alimenti vi aiutano a rilassarvi e quali no

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Avete uno stile di vita frenetico, come tutti ormai, avete appena smesso di fumare, i vostri figli vi fanno impazzire, il lavoro vi sommerge e come ciliegina sulla torta vi siete messi a dieta? Tutti questi fattori sommati ad un regime alimentare sbagliato possono crearvi stress e farvi sentire stanchi e nervosi. Con il tempo alti livelli di stress possono anche influire sul vostro stato di salute. In particolare uno stile di vita stressante vi può indurre ad avere una dieta fatta di piccoli spuntini, alimenti poco nutrienti e consumati in tutta fretta. Pensate che questo possa farvi dimagrire? Niente di più sbagliato!

In realtà quando siamo stressati il nostro organismo rilascia il cortisolo, un ormone che fa aumentare l’appetito invitandoci così ad imbottirci di cibo, spesso junk food (cibo spazzatura), facilmente reperibile e facilmente consumabile.

Infatti quando siamo nervosi siamo anche meno propensi a cucinare (come negarlo?) e ci rifugiamo in cibi “pronti”: come risultato la nostra dieta risulta povera di quegli elementi nutrizionali necessari per affrontare la vita davvero con più relax, ed i chili aumentano con conseguente e proporzionale incremento delo stress.

Restare giovani con il cibo: l’elisir dell’eterna giovinezza

Non esistono pozioni magiche per prevenire l’avanzamento dell’età però esistono ingredienti il cui potere di mantenere giovane è stato dimostrato e non si tratta di radici magiche o alimenti che si trovano solo in terre lontane e sconosciute, ma di alimenti che potete trovare in un qualunque alimentari.

Per la pelle: le rughe sono il segno più visibile dell’avanzare dell’età e la maggior parte delle persone le associano alla vecchiaia. Uno studio pubblicato sul Journal of Nutritional Biochemistry ha dimostrato che il rame incrementa la crescita dell’elastina, proteina che rende la pelle capace di ritornare alla propria forma originaria. Con l’età la produzione di elastina crolla drasticamente ma mangiare alimenti ricchi di rame, come le ostriche, i funghi e le noci, può aiutarvi a rallentare questo processo e mantenere la vostra pelle elastica.

La pelle risente anche molto della disidratazione e fin dalle prime avvisaglie è bene rinfrescare il proprio organismo con frullati di frutta, succhi e minestre di verdura, soprattutto pomodori e meloni.

Per le cellule: con il passare degli anni il nostro organismo diventa sempre più suscettibile allo stress ossidativo (quando le sostanze anti-ossidanti si riducono), favorendo così la produzione di radicali liberi. Questi possono anche portare infiammazioni a livello cellulare e aumentano il rischio di malattie come il cancro.

Filetti di Platessa all’arancia, le proteine del pesce e le qualità degli agrumi

Qualità nutrizionali, digeribilità, rapidità di cottura lo rendono un alimento adatto a tutta la famiglia. Il pesce è costituito dall’80% di acqua e dal 2o% di proteine; è facilmente digeribile e particolarmente ricco di sostanze minerali e vitamine. Per l’elevato contenuto proteico e nutrizionale, il pesce non differisce sostanzialmente dalla carne, ma se le proteine del pesce sono uguali a quelle della carne, la differenza è sostanziale per quel che riguarda i grassi.

Quelli della carne sono saturi e, se ingeriti in eccesso, possono creare disturbi alla circolazione; quelli del pesce sono polinsaturi (della specie Omega 3), importantissimi per lo sviluppo e la difesa dell’organismo umano. La percentuale di grassi varia moltissimo: dallo 0.3% al 14%, fatto che permette di distinguere tre categorie di pesce: magro (meno del 5%), semigrasso (dal 5 al 10%) e grasso (oltre il 10%). I pesci contengono calcio e il rapporto fosforo-calcio è significativamente più favorevole rispetto alle carni.

Per finire, garantiscono un apprezzabile apporto di iodio. Il pesce essiccato (stoccafisso, baccalà, aringa, ecc.), qualunque sia il procedimento impiegato, non perde le sue qualità nutritive e perciò rappresenta un alimento concentrato di elevato valore nutritivo. In genere la carne del pesce è la più digeribile della carne. Il consumo di pesce è particolarmente consigliato per prevenire e per ridurre l’accumulo del colesterolo nel sangue: infatti il pesce è particolarmente ricco di acidi linoleici e linolenici, o acidi grassi insaturi, che con un meccanismo ancora sconosciuto riducono i tassi di colesterolo nel sangue.

Té verde, varietà ed origine. Per rilassarsi e mantenersi in salute

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Il è la bevanda più amata al mondo dopo l’acqua, consumata in tutto il mondo nelle sue innumerevoli varietà. Quando la sua storia abbia avuto inizio non è dato saperlo con esattezza, quello che è certo è che in Cina la pianta spontanea del té era già conosciuta nell’ottocento a.C, ma solo centinaia di anni dopo cominciò ad essere coltivata. Una antica leggenda narra che l’imperatore cinese Shen Nung fosse solito ristorarsi nei momenti di pausa con un recipiente di acqua di ruscello calda. Una volta era seduto all’ombra di un albero quando delle foglie caddero nell’acqua calda. Shen Nung lo assaggiò e l’insolita bevanda lo conquistò.

La pianta che da origine al té è la Camelia Sinensis, un arbusto alto al massimo quattro metri le cui foglie dopo essere raccolte possono essere lavorate in modi diversi. A seconda del tipo di trattamento che ricevono danno vita ad una diversa varietà di té.

In Giappone la varietà più consumata è il tè verde che si distingue dal té nero in quanto ne viene interrotta la fermentazione e da questo deriva il suo tipico colore verde. A sua volta i vari tipi di té verde si distinguono tra di loro a seconda della tostatura che può essere ad esempio a vapore o in recipienti di rame.

Obesità infantile: consigli per la prevenzione e un’adeguata alimentazione

L’obesità infantile è un fenomeno che dilaga ormai da qualche anno nei Paesi industrializzati. In Italia colpisce un bambino su quattro ed è il risultato di un bilancio energetico positivo, protratto nel tempo: in pratica i bambini assumono più calorie del necessario, giorno dopo giorno, con gravi conseguenze per la salute immediata e per il futuro. Le statistiche non lasciano dubbi: nel nostro Paese nel 1999/2000 la percentuale di bambini ed adolescenti in sovrappeso (per un campione compreso fra i 6 e i 17 anni) raggiunge il 20% mentre è pari al 4% la quota degli obesi.

La fascia più colpita è quella compresa fra i 6 e i 13 anni, e la percentuale maggiore spetta ai maschietti che risultano maggiormente interessati dal fenomeno obesità, rispetto alle loro coetanee. La prima regola è prevenire, ma se il bambino è già grassottello, bisogna correre ai ripari con una corretta alimentazione. Le colpe sono da imputare ai cibi confezionati, alle merendine consumate senza ritegno, alla vita sedentaria davanti al pc e alla tv, alla sempre maggior diffusione anche in Italia del fast-food che, paragonato alla dieta mediterranea perde, e di molto, in salute, in qualità ed in gusto.

Come si produce uno degli alimenti più calorici e usati della cucina mondiale: il burro

Quante volte ci è capitato di non mangiare qualcosa perché conteneva del burro? In quante occasioni ci siamo sentiti dire che il burro fa male? Bene, io sono una tra quelli che lo mangia il meno possibile perché atavicamente convinta che sia dannoso per la salute…e per i rotolini! Se ci penso, però, non mi sono mai documentata con serietà al riguardo; credo sia arrivato il momento di farlo, anche perché, diciamocelo in tutta onestà: le cose fatte con il burro, spesso, sono le più buone!

Con il termine burro, si intende quel prodotto ottenuto dalle creme ricavate esclusivamente dal latte di vacca, il cui contenuto in grasso non deve essere inferiore all’82%. Il metodo originario per la produzione della crema di latte ( o panna) è il procedimento che prende il nome di affioramento: il latte intero viene lasciato per circa 12 ore in apposite vasche, in ambiente fresco; a causa del suo peso inferiore, il grasso, affiora e crea, appunto, la crema. Dopo l’affioramento si passa alla sfioratura ossia l’asportazione della crema. Ciò che resta nelle vasche altro non è che il classico latte scremato. Oggi, questo sistema non è più in auge e si arriva alla formazione della panna attraverso la centrifugazione con macchine chiamata scrematrici per la loro funzione di scremare il latte; i risultati sono, praticamente, i medesimi ma il secondo metodo è più pratico…l’eterna lotta tra tradizione e tecnologia!

Una volta ottenuta la crema è necessario pastorizzarla per ridurre la flora batterica e per prolungarne la conservazione (del burro). Dopo essere stata depurata, la crema viene fatte maturare inserendovi dei fermenti particolari cosicchè questa sviluppi il sapore inconfondibile del burro. L’ultimo procedimento prima del confezionamento è quello della burrificazione, uno sbattimento intenso della crema finchè no rassoda o, come è giusto dire, burrifica. Ora il burro è pronto ad arrivare sulle nostre tavole!

Celiachia: mangiare bene anche senza glutine

celiachia

Innanzitutto cos’è la celiachia? E’ un’intolleranza alimentare permanente al glutine, sostanza che si trova nei cereali, come frumento, avena, orzo, segale e tutti i loro derivati. Questo tipo di intolleranza sta colpendo sempre più soggetti, con un aumento del 9% l’anno. Chi soffre di celiachia deve rispettare una dieta rigida e fare attenzione ad evitare rigorosamente ogni alimento che contenga glutine, la cui ingestione causerebbe danni. L’ingestione di anche piccole quantità di questa sostanza crea una specie di intossicazione intestinale che compromette la funzionalità e l’assorbimento del cibo. A patto di rispettare questa dieta è possibile vivere una vita normalissima. Ma è possibile mangiare bene anche senza glutine?

Il primo problema riguarda l’acquisto dei prodotti: non solo i cereali non permessi ai celiaci sono presenti in moltissimi prodotti alimentari che costituiscono la base dell’alimentazione, soprattutto italiana, ma è necessario fare attenzione al rischio di contaminazione alimentare, spesso presente nei processi di lavorazione dell’industria alimentare. Oggi è molto più facile acquistare prodotti per celiaci grazie alla rete e tutti coloro affetti da questa intolleranza possono così mangiare pasta e pane.

Un luogo comune molto diffuso è però quello che descrive la cucina per celiaci come priva di sapore e monotona: niente di più falso! Anche senza glutine è possibile cucinare con fantasia e mangiare con gusto!

Dieta della frutta: un concentrato di vitamine per purificarsi

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Alla parola dieta associamo immediatamente sacrificio, fame, privazioni di ogni genere, in particolare di ciò che più è goloso per i nostri palati. In realtà la dieta è un regime alimentare bilanciato, che nulla toglie al gusto. Basti pensare alla dieta mediterranea, che coniuga tutte le delizie e i sapori della cucina italiana con equilibrio e salute

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Un errore comune è generalizzare il termine dieta, dando per scontato che si tratti di una dieta dimagrante e dunque ipocalorica. Esistono, infatti, diete di tipo ricostituente, disintossicante, ipercaloriche e molte altre che non hanno nulla a che vedere con la perdita di peso.

L’elemento comune a tutte è un altro ed è il rispetto di un determinato menù settimanale, che privilegia alcuni alimenti a discapito di altri. La scelta degli stessi è determinata dal dietologo, sulla base dei risultati di intolleranze alimentari, della cartella clinica del paziente, delle esigenze peculiari per ogni organismo e metabolismo. Persone che soffrono di carenza di ferro saranno invitate a prediligere un’alimentazione ricca di verdure, gli anziani e i bambini devono includere nei loro regimi alimentari molti cibi a base di calcio, per garantire al sistema osseo il dovuto apporto di sali minerali. Sui giornali specializzati si trovano numerose diete per ogni tipo di problema, ma attenzione a non fidarsi troppo. Chi deve perdere molti chili o ha bisogno di regimi alimentari specifici protratti nel tempo deve sempre rivolgersi ad uno specialista.

Curarsi con l’aglio: la bagna cauda

Nel corso dei secoli, l’aglio, dal latino Allium Sativum è stato usato per curare numerosi malanni, più o meno gravi.
Alla luce dei moderni studi, per alcuni di questi, come la caduta dei capelli, l’epilessia o addirittura la sterilità non si è riusciti a spiegarne l’utilizzo, dal momento che non darebbe nessun risultato.

Ciononostante, negli ultimi 50 anni è stato provato che l’aglio, è utilissimo nella prevenzione e nella terapia contro alcune malattie fortemente debilitanti come l’arteriosclerosi ed i problemi cardiovascolari, inoltre rappresenta un utile alleato per chi soffre di pressione alta e tonifica il muscolo cardiaco.
Ma questi sono solo alcuni dei molteplici effetti positivi che derivano dall’uso costante e metodico dell’aglio: i principi attivi dell’aglio, infatti, vengono trasportati per tutto il corpo umano tramite il sangue entrando in contatto con gli organi principali ed esercitando la sua attività antibatterica, disinfettante e diuretica.

L’olio d’oliva: vergine, extra vergine, greggio, raffinato. Impariamo a conoscerlo.

È il condimento che nella nostra cucina viene usato quotidianamente su tutte le pietanze, è un caposaldo della dieta mediterranea e l’Italia è il secondo produttore europeo, parliamo dell’olio d’oliva.

La produzione d’olio d’oliva nella nostra nazione perde le sue radici in tempi molto lontani, basti pensare che, ancora oggi, l’olio si produce con le stesse tecniche usate nell’età mesolitica anche se, ovviamente, modernizzate.

L’ulivo è una pianta tipica del Mediterraneo, ed infatti, i maggiori produttori d’olio sono Grecia, Spagna e Tunisia, ma l’olio italiano è uno tra i più pregiati per le sue qualità organolettiche, ed è per questo che spesso è oggetto di frodi.

Una tisana per ogni rimedio: dallo sciamano alla…nonna!

Nelle culture primitive, quando ancora non esistevano i farmaci e i concentrati di medicinali chimici, i rimedi contro le più comuni patologie erano tutti naturali, basati su preparati a base di erbe, impacchi e infusi di vari tipi. Non solo, per curare i mali si ricorreva all’uso della magia e di particolari rituali propiziatori degli spiriti. Basti pensare allo stregone di molte tribù africane o alla figura dello sciamano, presente nelle popolazioni indiane. Si trattava di rituali specifici per ogni tipo di mediazione con le potenze sovrannaturali, dalla protezione per un viaggio alla guarigione da febbri e malattie, dal favore per la vittoria in guerra alle cerimonie di passaggio all’età adulta, tutto era inquadrato in particolari riti: sequenze di movimenti, uso di erbe dalle mille virtù, danze, invocazioni, formule magiche.

La cultura occidentale ha un corrispondente “sciamanico” nella figura della nonna e dei suoi rimedi naturali. Chi non ha mai applicato almeno una volta i rimedi alternativi proposti dalla saggezza dei nostri avi? Dal miele come lenitivo della tosse all’olio come decongestionante, alla menta come sbiancante e chi più ne ha, più ne metta.

Più di recente la medicina naturale ha fatto del curarsi con gli aromi e le erbe una vera e propria scienza. In commercio esistono vari preparati e tisane a base di erbe che propongono soluzioni e cura di numerosi disturbi: dall’insonnia alla depressione, dal metabolismo alla memoria, questi antichi rimedi sembrano fornire la chiave alla soluzione di tutti i malesseri. Vediamo quali sono le principali erbe e piante officinali impiegate dalla medicina alternativa e precisamente dall’omeopatia e i loro usi.

Il peperoncino: Mille e una virtù…piccanti!

peperoncini

Peperoncino.

Il peperoncino appartiene al genere del Capsicum, della famiglia delle Solanacee, la cui radice latina capsa significa scatola e deve il nome alla forma del frutto, che sembra rimandare proprio ad una scatola contenente i semi. Altra versione vuole invece che il nome tragga la sua radice dal greco kapto, mordere, con riferimento al gusto piccante che morde il palato quando si mangia. Il nome “peperoncino” invece gli deriva dalla somiglianza di gusto con il pepe, il piper latino.

Il peperoncino era già usato come spezia dagli indiani del Messico e del Cile, e fu importato in Europa da Colombo nel 1493 e successivamente diffuso nel continente dagli spagnoli. Nel nuovo mondo era invece chiamato chili, termine che appartiene alla lingua nahuatl, e tale è rimasto in lingua inglese.

La pianta, un arbusto perenne a vita breve, può essere coltivata anche su un balcone. La semina avviene a febbraio al centrosud e a marzo al nord, i frutti si raccolgono in estate-autunno. E’ bene consumare freschi i peperoncini, affinché non perdano le loro proprietà, ma possono anche essere conservati sott’olio o in polvere (dopo averli fatti seccare al sole e tritati).

Riso al mandarino, per chi non vuole mai rinunciare alla frutta

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I mandarini nascono da un arbusto originario della Cina e del Giappone, ma sono diffusissimi anche da noi da due secoli. Come tutti gli agrumi il mandarino è un frutto ricco di vitamina C, calcio, potassio e fibre. E’ anche un frutto fresco e molto dolce, talmente dolce che è uno dei più ricchi di zuccheri (oltre il 17%) ed il suo apporto calorico è pari a 72 per 100g.

Esistono diversi tipi di mandarini, ma la varietà più classica è la “palermitana” o avana. Oggi sono però più commercializzati i due ibridi del mandarino, il mandarancio ed il clementino, privi dei fastidiosi noccioli.

I mandarini come del resto tutta la frutta fanno molto bene al nostro organismo; aiuta a rafforzare il sistema immunitario e consente un buona ccrescimento scheletrico, per cui è ottimo per i bambini. Il mandarino è anche ricco di bromo, il che gli fa avere una azione sedativa sul sistema nervoso (il mandarino è antistress!?!). Le bucce, che possono essere usate per produrre oli essenziali, emanano un pofumo che concilia il sonno e rigenera la pelle. Nei casi di raffreddore un ottimo rimedio naturale è proprio il mandarino: provate a frullare tre mandarini ed aggiungetevi del miele e dell’eucalipto sciolti in un po’ di acqua calda.

Dal momento che il mandarino è un frutto così salutare oltre che buono non resta altro che sbizzarrirsi provando ricette che ne contemplano l’uso come marmellate, crostate e perchè no, risotti!

Corn flakes, unione tra benessere e gusto per la prima colazione

I cereali di mais, i cosiddetti corn flakes sono molto diffusi nel nostro paese e molto usati sulle nostre tavole come altrenativa alla classica colazione latte e biscotti o cornetto e cappuccino. Grazie alle loro qualità sono diventati molto popolari tra donne che intraprendono una dieta dimagrante in quanto hanno un sapore molto gradevole e sono ricchi di fibre e sali minerali oltre a contenere un basso apporto di grassi.

I corn flakes sono dei fiocchi di mais tostati: dopo una breve cottura a vapore i chicchi vengono passati tra speciali rulli e messi al forno, il che permette di conservarne inalterate le proprietà nutritive.
Furono inventati alla fine dell’ 800 da John Harvey Kellogg, medico di un ospedale del Michigan, in collaborazione con suo fratello Will keith.

All’inizio questi cereali servivano come alimento base di una dieta vegetariana imposta a dei pazienti di un sanatorio che prevedeva l’assenza di alcol, tabacco e caffeina oltre che la prescrizione di cibi insipidi per calmare tutte le passioni possibili nei ricoverati ma poi John Harvey ebbe l’idea di aggiungere lo zucchero e questi inaspettatamente gustosi fiochi furono poi introdotti sul mercato americano.
Nel 1906 fondarono una società chiamata “Bettle creek toasted corn flakes company” che in seguito divenne semplicemente la Kellogg’s tutt’oggi esistente sul mercato.