Tarte fine aux tomates: una ricetta per la torta rustica

 

Quando torniamo a casa stanchi di una giornata trascorsa in ufficio spesso ci capita di mettere in pratica delle ricette svuotafrigo e per soddisfare il connubio necessità e gusto di sovente ci rivolgiamo al mondo delle torte rustiche. Infatti le torte rustiche sono piuttosto semplici, rapide e soprattutto buone, l’importante é tenere sempre in casa alcuni ingredienti fondamentali: un rotolo di pasta sfoglia o brisè surgelata, pomodori, verdure anche surgelate, uova, latte. Dobbiamo però sempre tenere a mente che anche questo universo ha alcune regole base da seguire oserei dire pedissequamente, pertanto quando decidiamo di fare una quiche piuttosto che una tarte oppure addirittura una tatin dobbiamo sempre tenere a mente alcuni fondamenti di base. Comunque propongo di partire da una ricetta base semplicissima e che soprattutto potete proporre tanto come fondamento di una cenetta a due quanto come sfizioso antipasto: tarte fine aux tomates.

Tacchino di Natale alle castagne

 

Certe cose non si possono modificare, devono restare immutabili anno dopo anno a rischio di passare feste natalizie coi musi lughi. Nella mia famiglia la cena di Natale deve assolutamente includere il Tacchino ai Marroni, essere preceduto da Foie Gras e seguito da una Mousse al Cioccolato al Gran Marnier. Impossibile cambiare menu e, se posso al limite fare innovazioni nei piattini di contorni, stuzzichini ed insalatine varie, guai a sostituire uno dei tre elementi principali del menu di Natale!

Una ricetta per la Vigilia di Natale: Branzino alla provenzale

Ho trascorso di recente qualche giorno in Francia, in modo più specifico nel sud della Francia in Provenza, ed ho avuto modo di assaggiare diversi piatti tra cui quello che vi propongo ovvero il Branzino alla Provenzale. La mia amica Sylvie mi raccontava che per la vigilia di Natale anche loro si dedicano al pesce, e lei propone spesso questo profumatissimo piatto alla sua famiglia ed ai suoi amici. Il punto di forza della ricetta del branzino alla provenzale è il suo odore esplosivo, dovuto proprio al misto di erbe aromatiche che proliferano in quella magnifica regione. Lei ce lo ha proposto una sera in cui ancora non era molto freddo e così i profumi delle erbe utilizzate nella cottura del pesce si mescolavano con quelli provenienti dai cespugli del giardino, sembrava davvero di essere dentro un film.  

Torta di compleanno: prepariamo un savarin alle albicocche

TEMPO: 1 ora | COSTO: medio | DIFFICOLTA’: media

VEGETARIANA: SI | PICCANTE: NO | GLUTINE: SI | BAMBINI: SI

Per le torte di compleanno non c’è che l’imbarazzo della scelta: si possono preparare torte molto scenografiche, come quelle a piani, oppure deliziose torte alla frutta, o ancora una buonissima saint honorè o, l’idea che vogliamo suggerirvi oggi, un delizioso savarin con tanta panna montata e delle albicocche sciroppate anch’esse spruzzate con un ricciolino di panna zuccherata!

E’ un’idea diversa dal solito ma semplicemente goduriosa dal punto di vista del gusto. Savarin in realtà non era un cuoco ma un magistrato con un motto ben preciso: La scoperta d’un nuovo manicaretto giova all’umanità più che la scoperta d’una nuova stella. Vissuto ai tempi della rivoluzione francese, scrisse saggi di diritto, ma il suo nome è rimasto legato alla “Fisiologia del gusto” (1825), non un libro di cucina in senso tecnico, ma una serie di gustose meditazioni sulla civiltà e i piaceri della tavola.

Ricette e crimini:il Patè di Campagna e la Vichyssoise di Maigret

Continuando il nostro viaggio attraverso il curioso legame che esiste tra libri gialli e cibo proviamo  ad esplorare la cucina francese facendoci aiutare questa volte da uno degli scrittori più prolifici del 900. Simenon che attraverso il suo alter ego il Commissario Maigret ha creato non solo una figura immortale ma anche e soprattutto un monumento alla gastronomia francese. Maigret è infatti grande buongustaio, ama i cibi autentici e tradizionali così come vengono preparati in casa o al bistrot all’angolo, semplici, gustosi e profondamente legati alla loro regione d’origine. Insieme a Maigret e seguendo la sua ricetta proviamo a preparare il Patè di Campagna e la Vichyssoise

Patè di Campagna:

Ingredienti per una terrina

1 fegato di maiale di grossezza media | 500 gr di carne di maiale magra | 500 gr di lardo fresco | ossa di vitello e pollo | 200 gr di strutto | 1 rete alimentare | 1 cipolla | 1 carota | 3 scalogni | 1 spicchio d’aglio | 15 cl di vino bianco secco | 5 cl di cognac | sale | pepe | 1 mazzetto di aromi.

Preparazione: passare il fegato, la carne di maiale ed il lardo nel tritacarne a sezione grossa, amalgamare bene la carne all’aglio tritato, gli scalogni, il sale ed il pepe, mettere il composto così ottenuto in una rete e chiuderla sollevandone i bordi. Porre la rete in un terrina foderata con le cotenne del maiale, le ossa, le carote, le cipolle tagliate ed il mazzetto aromatico. Versatevi sopra il vino ed il cognac e fate cuocere coperto a fuoco dolce. A cottura ultimata, quando il patè sarà ben dorato, toglierlo dal fuoco dopo averlo sgocciolato. Porlo in uno stampo rettangolare premendo bene perchè stia in forma e fate raffreddare per circa 30 minuti. Infine versate sulla terrina lo strutto fuso e ponete il tutto a raffreddare in frigorifero per almeno 2 ore, sformate e servite il patè tagliato a fette con del pane tostato.

“si può mangiare da voi?” “é naturale che si può….che cosa desidera?”

“inizierei con del bel patè di campagna”       La collera di Maigret

Ratatouille all’albanese, un piatto internazionale

TEMPO: 1 ora e 45 minuti| COSTO: basso| DIFFICOLTA’: bassa

VEGETARIANA:SI | PICCANTE:NO | GLUTINE: SI | BAMBINI: SI


Ratatouille, non è soltanto il nome di un simpatico topolino che si diverte tra i fornelli di una cucina francese, ma è il nome di una pietanza della cucina francese, con esattezza della cucina provenzale. Con il termine ratatouille, no si indica altro che una fricassea di verdure, i cui elementi fondamentali sono i pomodori e le cipolle.

La ratatouille è un piatto che potremmo definire “libero”, poiché nelle cucine dei differenti Paesi, gli ingredienti utilizzati per prepararla variano, in funzione degli usi e delle abitudini locali. Oggi noi vi proponiamo la Ratatouille all’albanese. Chissà, forse potrete provare a fare questa Ratatouille nei cestini di pasta frolla come suggerisce la nostra amica Mammazan.

Melanzane alla provenzale

La cucina provenzale si differenzia in maniera abbastanza netta da quella del resto della Francia. Una gastronomia in cui l’aglio e l’olio d’oliva sono il motivo ricorrente e della quale le numerose “erbe di Provenza” rappresentano lo spirito. In un certo senso potremmo affermare che la gastronomia provenzale riflette lo stile di vita degli abitanti di questa regione che mescola la “territorialità” mediterranea al tradizionale “savoir vivre“.

Molte sono le varianti per cucinare le melanzane alla provenzale, ma tra tutte quelle che ho potuto esaminare, solamente quella che vi presento oggi si avvicina al gusto e allo stile della provenza. Aromi, riso e pomodoro sono ingredienti principali all’interno di una cucina che ha saputo unire in maniera sapiente il gusto e la specificità di realtà differenti come l’area mediterranea e la Francia.
Melanzane alla provenzale (ingredienti per 4 persone)
2 melanzane grosse
2 cucchiai di olio d’oliva
1 cipolla
2 spicchi d’aglio
2 fettine di pancetta affumicata
90gr di pomodori pelati
1 cucchiaino di timo
1 uovo
60gr di pangrattato
120gr di riso lessato
60gr di grana grattugiato
sale

La saint honorè: qualche curiosità e la ricetta per realizzarla

Siamo stati abituati a mangiare la saint honorè in formato torta gelato, in realtà questa torta nasce come dolce fatto di bignè, cioccolato e zabaione per le occasioni importanti . Questa squisita torta deve il suo nome alla via parigina dove abitava il pasticciere Chiboust, inventore del dolce (1879). Altra interpretazione: dedicato a sant’Onorio, protettore dei fornai e pasticcieri. Ma lasciamo perdere le varie attribuzioni storiche e passiamo alla realizzazione vera e propria di questa torta, un pò elaborata ma senza dubbio squisita.
Saint honorè (ingredienti per 6 persone)

per la pasta:

  • 200gr di farina
  • 200gr di burro
  • 1 pizzico di sale
  • 50gr di zucchero
  • 4 dl di panna montata

per i bignè:

  • 40gr di farina
  • 25gr di burro
  • 1 uovo
  • 1 cucchiaino di zucchero
  • 1 pizzico di sale
  • burro per la piastra

per lo zabaione:

  • 100gr di zucchero
  • 1/2 bicchiere di marsala
  • 2 cucchiai di rum

Bavarese alla vaniglia

Nonostante il nome, le bavaresi sono di origine francese, e sono diventate presto un classico della cucina internazionale perché di facile esecuzione. La base è sempre una crema alla quale si aggiunge colla di pesce per aumentarne la consistenza. Per conferire delicatezza al composto si aggiunge panna montata, altro ingrediente di base. Come i budini, le bavaresi prendono forma dagli stampi in cui sono poste a solidificare e vanno tenute al freddo fino al momento di servire. Si toglieranno più facilmente dallo stampo se questo verrà immerso per alcuni secondi in acqua bollente. Capovolte sul piatto di portata si potranno infine decorare con frutta candita o creme di diversi colori.

La colla di pesce si trova in commercio in fogli trasparenti che, messi a bagno per dieci minuti in acqua fredda, e strizzati, si uniscono agli altri ingredienti se questi devono ancora subire cottura, oppure si sciolgono prima a calore moderato con acqua o altro liquido di base nel caso di preparati a freddo. E ora andiamo a preparare la bavarese alla vaniglia!
Bavarese alla vaniglia (ingredienti per 6 persone)

  • 1/2 l di latte
  • 1/2 stecca di vaniglia
  • 150 g di zucchero
  • 4 tuorli
  • 2 fogli di colla di pesce
  • 2 cucchiai di olio di mandorle dolci
  • 2 dl di panna montata

La salsa soubise: una storia leggendaria

E’ uno dei casi in cui la fama della ricetta ha superato decisamente quella di chi l’ha tenuta a battesimo: la notissima «salsa Soubise» deve i suoi natali al Maresciallo di Francia Charles de Rohan, principe di Soubise, che come altri nobili dell’epoca – il ‘700 -non disdegnava di occuparsi di arte culinaria. I pettegoli suoi contemporanei lo giudicavano migliore «quando si occupava di batterie da cucina anziché di batterie di cannoni»: fu infatti sconfitto da Federico il Grande. Comunque, sia che le sue imprese guerresche fossero di poco rilievo, sia che la sua salsa fosse decisamente squisita, il nobile nome di Soubise è passato alla storia per la salsa alla cipolla, ormai nell’olimpo dell’ alta cucina, che insaporisce, nobilita, ritocca con brio tante pietanze.

Ma prima di addentrarci nei suoi segreti di preparazione, siamo ben sicuri di sapere quando la sua presenza si rivela preziosa? Usatela ad esempio con le uova sode tagliate a spicchi, deposte su un «letto» di salsa Soubise, e ricoperte leggermente con la stessa salsa. Più addensata, e trasformata in purè, la Soubise serve a farcire le patate cotte al forno e leggermente svuotate. O contribuisce alla solennità di piatti della cucina importante, come la famosa «sella di vitello alla Orloff».

Non e’ da sottovalutare anche nei menù di tutti i giorni, perché è facile da fare, e con il suo sapore delicato ma deciso personalizza e completa legumi e carni, come lombatine, nodini, petti di pollo e di tacchino. E si può fare colpo con un «potage à la Soubise», che è poi la solita zuppa di cipolle, ma con molto charme in più…Le raffinatezze di esecuzione, indispensabili anche in una ricetta così semplice, sono quelle che incidono non solo sul suo sapore finale, ma anche sulla fama di cuoca perfetta di chi le applica.

Aspic di aragosta: un secondo regale ed importante


Gli aspic sono preparazioni variegate a base di carne, pesce o verdure con gelatina. Si preparano piacevolmente in primavera ed estate in quanto queste pietanze sono ottime da gustare fredde. Non è la prima volta che vi parliamo degli aspic, in passato vi abbiamo voluto deliziare con un vero e proprio corso di preparazione su questo piatto, oggi invece di vogliamo dare una ricetta per la realizzazione di un’ aspic davvero regale e suntuoso. Volete stupire i vostri ospiti con un’opera d’arte? Un piatto chic e che lascerà il segno? Prepariamo un aspic di aragosta allora!
Aspic di aragosta (ingredienti per quattro persone)
  • 500gr di polpa di aragosta, pulita e lessata (anche in scatola)
  • 150gr di salsa maionese pronta
  • 500gr di gelatina di brodo, molto limpida e collosa (ottenuta con il preparato in pacchetti)
  • 2 piccoli tartufi neri (facoltativi)
  • qualche pezzettino di peperone rosso
  • 3 cetriolini sott’aceto
  • 1 uovo sodo affettato a dischetti
Per guarnizione:

Foie Gras/3, la cottura

La cottura del Foie Gras: Abbiamo introdotto la preparazione del foie gras in una prima parte, e lasciato insaporire il fegato nel Porto una giornata in frigo, vediamo finalmente come cuocerlo e servirlo. Dobbiamo dunque riportarlo a temperatura ambiente tirandolo fuori un’ora prima di passarlo in forno. Scaldiamo il forno a 85° gradi centigradi. Non è molto, ma se mettete il forno più caldo vi troverete un ammasso di grasso e niente fegato.
Inforniamo la pirofila scoperta per circa una mezz’ora ma siccome ogni forno è diverso, bisogna veramente controllare la cottura poco per volta. Quando il fegato comincia a ricoprirsi del suo grasso liquefatto è il momento di controllarne la cottura. Abbiamo uno stecchino di legno col quale infilziamo il centro del fegato: se esce un succo rosato il fegato è ancora crudo. Se fuoriesce un succo incolore, il fegato è rosè (a molti piace cosi); se invece non esce più succo, ma solo grasso, il fegato è ben cotto e va subito tolto dal forno. Lo copriamo di nuovo e lasciamo raffreddare lentamente. Quando sarà a temperatura ambiente lo trasferiamo nuovamente in frigo dove soggiornerà un minimo di 5 giorni ed un massimo di 10 giorni prima di servirlo in tavola.

Foie Gras/2, la preparazione

Come preparare il Foie Gras: Prima di tutto la scelta del Foie Gras crudo. Da noi, a Montreal, si trova in ogni polleria o macelleria specializzata. Sono in confezioni sotto vuoto che ne certificano l’origine e, dicono, già svenati. Scegliete un fegato d’anatra non inferiore ai 500gr (possono arrivare fino a 650-700gr circa). Deve avere un bel colore uniforme, senza chiazze o venature in superficie.

La pulizia del fegato dalle venature è una fase critica nella riuscita di un buon Foie Gras. Potete chiedere al vostro macellaio di eseguirla per voi se non ve la sentite di farlo, ma vi consiglio di verificare comunque che ogni  minima venuzza sia stata rimossa prima di prepararlo, visto che è un lavoro da fare con accuratezza.  Dovrete quindi armarvi di pazienza, di pinzette e un coltellino a lama sottile, nel mio caso di occhialini sulla punta del naso…. e ora vi spiegherò come apprettare un foie gras perfetto!