Come preparare la frutta sciroppata e conservare la frutta

Non so voi ma io vado letteralmente pazza per la frutta sciroppata e proprio qualche giorno fa mi stavo lamentando del fatto che non riesco a trovare una marca che mi soddisfi a pieno. Poi l’illuminazione: perchè non prepararla a casa da sola? E così mi sono documentata e ho pensato che quello che ho trovato potrebbe interessare anche a voi: la frutta sciroppata è un modo alternativo di far mangiare la frutta ai vostri bambini e allo stesso tempo di conservare la frutta anche fuori stagione ed usarla poi nelle vostre creazioni.

La frutta va lavata e se grossa fatta a pezzi per poi essere riposta in vasetti sterilizzati. I migliori sono quelli di vetro con la guarnizione in gomma. Per sterilizzarli a dovere devono essere fatti bollire per alcuni minuti e poi lasciati asciugare a testa in giù su di un telo. La sterilizzazione deve essere fatta anche dopo che sono stati chiusi. Per farlo riempiteli con il composto appena tolto dal fuoco, chiudete ermeticamente e lasciateli raffreddare capovolti. Se volete essere ancora più sicuri fate bollire i barattoli una ventina di minuti, anche dopo averli riempiti.

Oltre alla frutta ed al vasetto vi servirà anche dello sciroppo, che non è niente di più di acqua e zucchero. Per capire quando il vostro sciroppo è abbastanza concentrato esiste un trucco: prendetene una goccia tra due dita bagnate. Quando la aprirete dovrà caderne un filo unico, che ricadrà nella pentola senza rompersi. Vogliamo provare con un esempio pratico? Ecco la ricetta per delle dolcissime pesce sciroppate.

Il caffè: la sua storia e la sua crema


Sono milioni gli italiani che tutte le mattine amano portare alle labbra una calda tazzina di caffè profumata, ma pochi si saranno chiesti l’origine di questa bevanda e i suoi molti usi. Molte sono le leggende sull’origine del caffè, alcune lo farebbero risalire allo Yemen, altre all’Abissinia, altra ancora all’Arabia, di certo sicuramente c’è soltanto che il caffè mano mano si è diffuso, anche in seguito alla tratta degli schiavi africani, nelle piantaggioni tropicali dell’America meridionale.

In Italia il caffè varcò il nostro confine intorno al 1600 grazie al padovano Prospero Alpino noto botanico e medico, che ne porto’ alcuni sacchi dall’Oriente. Molte sono le specie del caffè più o meno conosciute in Italia; le più note e le più apprezzate commercialmente sono:

Cassata al forno, semplice gusto di Sicilia

Torta di ricotta, semplice e gustosa

Oggi propongo una ricetta dedicandola a tutti coloro che conoscono la Sicilia e ne sono rimasti colpiti tanto dalle bellezze paesaggistiche e storiche che dalle specialità culinarie, e a tutti i siciliani sparsi per l’Italia.

Spero che preparando e gustando questo dolce, emblema dell’Isola, possano scacciare un po’ la nostalgia e rivivere i sapori e le sensazioni provate nella loro permanenza in Sicilia.

Una versione più leggera e meno edulcorata della tradizionale cassata è la Cassata al forno, molto semplice da preparare e tanto allettante quanto la coloratissima cassata tradizionale.

Il nome cassata deriva da una scodella tonda usata dagli arabi, la quasat, da cui il dolce prende il nome e la forma, ma la maestria della preparazione si deve alle suore, che anticamente in Sicilia svolgevano il ruolo dei nostri attuali pasticceri. La cassata nei secoli divenne un dolce così diffuso che la diocesi di Mazara del Vallo nel 1575 fu costretta a proibirne la preparazione per impedire che le monache fossero distratte dalle pratiche religiose.

Le madeleines: dolcetti morbidi che richiamano la Francia dell’800!

A chi andando in vacanza in Francia e soprattutto nella regione del Centre e nel bacino della Loira non è capitato di assaggiare le madeleines? Una sorta di biscottini molto morbidi la cui forma ricorda molto una piccola barca. In Italia è possibile assaggiarle comperando quelle della Montebovi, non sono uguali a quelle originali ma ci si può stare. Lo stesso Marcel Proust in uno dei suoi racconti parla delle madeleines come fossero un rispecchio dei sensi e della vita ma in realtà è lo stesso suo spirito che si desta da un profondo sogno. Mi piace però farvi sapere che cosa dice Proust in quell’occasione:

Una sera d’inverno, appena rincasato, mia madre accorgendosi che avevo freddo, mi propose di prendere, contro la mia abitudine, un po’ di tè. Dapprima rifiutai, poi, non so perché, mutai parere. Mandò a prendere uno di quei dolci corti e paffuti, chiamati maddalene, che sembrano lo stampo della valva scanalata di una conchiglia di San Giacomo. E poco dopo, sentendomi triste per la giornata cupa e la prospettiva di un domani doloroso, portai macchinalmente alle labbra un cucchiaino del tè nel quale avevo lasciato inzuppare un pezzetto della maddalena. Ma appena la sorsata mescolata alle briciole del pasticcino toccò il mio palato, trasalii, attento al fenomeno straordinario che si svolgeva in me. Un delizioso piacere m’aveva invaso, isolato, senza nozione di causa. E subito, m’aveva reso indifferenti le vicessitudini, inoffensivi i rovesci, illusoria la brevità della vita…non mi sentivo più mediocre, contingente, mortale.

La torta di riso: le origini e un modo per prepararla


La torta di riso è un dolce tipico toscano ma come ogni ricetta regionale che si rispetti si è poi diffuso in tutta Italia assorbendone le diverse varianti locali. Anche io che non sono toscana ma romana apprezzo molto questo dolce facendolo spesso. Ritengo tuttavia che anche la torta di riso così come molti dolci della tradizione italiana abbiano le loro differenze e pertanto invito i lettori a suggerirci dei modi alternativo alla ricetta che sto per presentarvi.

L’antenata della torta di riso era la torta di farro: una preparazione salata preparata con formaggio di capra, latte farro e orzo e poi evolutosi con il riso e nella versione dolce. Oggi in molte zone della toscana la torta di riso è il dolce delle feste comandate. Si prepara con latte, uova, zucchero, liquore e buccia di limone grattata. Non esite paese o frazione del comprensorio, che non ne rivendichi la primogenitura. Ogni anno nel paese di Bedizzano si svolge la Sagra della torta di riso.

‘Les oeufs à la neige’ o meringhe soffici in crema inglese

‘Les oeufs à la neige’ o meringhe soffici in crema inglese

Per anni ho creduto che ‘Les oeufs à la neige’ (tradotto: ‘le uova alla neve‘) fossero una creazione di mia nonna, perchè non ho mai trovato questo dolce in nessun ristorante… non in Italia ma neppure in Francia nè in Belgio… poi, un giorno, verso la fine degli anni 90, in un ristorante tipico francese qui a Montreal, vidi sul menu, tra i desserts, L’ île flottante (l’ isola galleggiante)e chiedendo di cosa si trattasse, scoprii con sorpresa che si trattava del dolce di mia nonna, anche se fatto in modo leggermente diverso.

Lo chef del ristorante, diventato amico di famiglia, mi racconto’ che questo dessert aveva origini molto antiche in Francia e che era rimasto per generazioni nel dimenticatoio. Veniva sistematicamente ignorato dai ristoranti perchè considerato troppo semplice e troppo ‘povero’ per essere presentato ai loro clienti.

Fortunatamente, dopo il successo della ‘nouvelle cuisine’, c’è stato un ritorno alla tradizione e con questo un desiderio di riprendere vecchie ricette e rivederle con un pizzico di modernismo nella loro presentazione
E con questo ritorno, l’ Île flottante è tornata sui menu di grandi ristoranti francesi in tutto il mondo con piccoli cambiamenti che contraddistinguono i grandi Chefs tra di loro, ma mantenendo intatta l’anima della tradizione francese.

Il suo successo era garantito dal desiderio tutto moderno di avere dei desserts leggeri e saporiti, più proteici che calorici… sicuramente l’ondata della dieta Montignac ha contribuito al ritorno di questo ed altri tipici desserts originali come la Mousse al cioccolato nero.
La ricetta che vi offro oggi è quella originale di mia nonna e perdonatemi se sono approssimativa nelle quantità, in realtà non ho mai visto mia nonna misurare o pesare nulla e mi fido dunque unicamente della mia memoria per riprodurre i suoi capolavori.

Torta al limone: un overture d’estate


Se avete sempre pensato che spremere e condire sia tutto quello che si può fare con un limone, vi invitiamo a realizzare questa squisita torta al limone, forse tra le più buone che abbia mai mangiato. Fresca e genuina questa torta fatta con tutto il buono dei limoni maturati al sole può essere fatta sia in inverno che in estate, certamente la bella stagione rende il gusto degli agrumi sicuramente più appetitoso.
Torta al limone (ingredienti per 6 persone)
Per la pasta
per la crema
  • 3 uova
  • 150gr di zucchero
  • 2 cucchiai di farina
  • ½ cucchiaino di lievito in polvere
  • 8 cucchiai di succo di limone
per la tortiera
  • 1 noce di burro
  • 1 cucchiaio di farina

Milkshake alla fragola, alla vaniglia e alla nutella fatti in casa!

Nonostante sia un’amante della buona tavola e soprattutto salutare, molto di rado mi concedo una scappata dal Mc Donald! Devo dire che la cosa a cui non so proprio resistere non sono né i mega panini imbottiti, né tantomeno le patatine fritte con ketchup e maionese ma i deliziosi milkshake! E si lo ammetto ad un milkshake non so proprio resistere e soprattutto quello al gusto fragola.
Tuttavia se non avete un McDonald vicino casa, potete preparare ottimi milkshake anche da soli! mi sono documentata e dopo vari esperimenti sono riuscita a trovare le ricette per fare il milkshake da me. I tre gusti canonici che trovate al Mc sono fragola, vaniglia e cioccolato; io, quest’ultimo gusto l’ho reso ancora più godurioso facendolo con la nutella. Sperimentateli, ci vogliono davvero 5 minuti, sono freschi e leggeri, per un pomeriggio con i bambini o come dessert serale, saranno sicuramente graditi anche da chi è a dieta.
Milkshake alla fragola (ingredienti per circa 4 persone)
  • 1 lt di latte o ½ kg di gelato alla fragola
  • ½ vasetto di marmellata di fragole
  • 2hg di fragoline
Preparazione:
Mettete nel frullatore il latte o il gelato alla fragola, la marmellata e azionate il mix per circa 3-4 minuti. Versate il milkshake in bicchieri dal bordo alto, guarnite con qualche fragolina e buon appetito!

Tarte Tatin, la torta di mele francese

Tarte Tatin, la torta di mele francese
Immaginate il Nord della Francia, la Normandia, lungo le coste bagnate da un mare che anche quando è calmo mantiene un colore minaccioso, lunghe spiagge di sabbia che sembrano mangiare il mare a bassa marea, per poi scomparire quasi del tutto prima di sera. A tratti, un bagnasciuga fatto di prati regolarmente bagnati dal mare; qui si allevano le pecore che daranno nascita ai prelibatissimi agnelli ‘dei prati salati’.
Dall’altro lato della strada, che scorre come un nastro lungo la costa, un paesaggio totalmente diverso: immense pianure verdeggianti, disseminate da meli e gruppi di mucche a chiazze bianche e nere che formano un quadro bucolico ed estemporaneo. Siamo nella patria delle mele e, ovviamente, del sidro e del Calvados, un’acquavite potentissima ricavata dalla loro fermentazione.
Questa è pure la patria della Tarte Tatin, un’invenzione, si dice, fatta per sbaglio da una delle sorelle Tatin nel loro alberghetto. Sembrerebbe che, avendo ‘dimenticato’ di foderare la teglia di frolla mentre faceva la sua crostata di mele, questa decise di “aggiustare il guaio” posando la frolla sopra le mele e rovesciandola poi nel piatto di portata una volta cotta.
Il risultato è spettacolare e, con questo in mente, vorrei indirizzarmi particolarmente a coloro che ‘non favoreggiano’ la crostata di mele, o la torta di mele, tanto sono convinta che la Tarte Tatin li convertirà ad amare pure le “mele cotte” !

Frollini bianchi e neri

Con questa ricetta farete dei biscottini raffinatissimi e degni di una regina, anche se non sono quelli che ogni giorno la regina Elisabetta II prepara, ovunque si trovi, ma meritano di essere degustati durante un ‘high tea’ alla moda britannica, accanto ai mini tramezzini al burro salato e fettine di cetriolo, o al cheddar inglese bianco stagionato.

Poche cose della cucina britannica impressionano i mediterranei che siamo, ma non possiamo negare la bontà dei loro biscottini al burro, il lusso vellutato della crema inglese e la doppia panna del Devon sulle fragoline di bosco.
‘High tea’ o ‘Five o’clock tea’ è una tradizione tutta inglese che rappresenta uno spuntino alquanto sostanzioso anche se sempre delicatissimo per la sua presentazione in formato miniatura di salatini, tramezzini e dolcini vari, il tutto servito alle 17h00 in punto. Versione analcolica del cocktail americano, ne è certamente il precursore e mantiene nella sua tradizionale classe una raffinatezza incomparata.

Challah French Toast

La Challah (pronuncialo challà) è un pane tradizionale ebraico che assomiglia parecchio ad una grande brioche. A base di uova farina e zucchero, la Challah viene eseguita con olio invece che burro per rispettare la tradizione ebraica di non usare latticini nel pane (per permettere associazione anche con alimenti a base di carne, secondo le regole della kasherut), e questa particolarità la distingue dalla brioche classica.

Questo pane tradizionale intrecciato fa parte della cerimonia dell’inizio dello Shabbat, in cui rendendo grazie a Dio viene suddiviso tra i membri della famiglia seduti intorno al tavolo. Noi compriamo la Challah nelle piccole pasticcerie ebraiche ogni venerdì e lo mangiamo con piacere in vari modi: tostato con burro e marmellata, spalmato di Ma la colazione migliore del fine settimana rimane il French Toast fatto con la Challah. Cos’è il French Toast? Beh, ancora una vecchia ricetta popolare francese “nobilitata” e riproposta nel Nuovo Mondo. In Francia si chiamava “Pain Perdu” (pane perso) ed era una classica ricetta per riutilizzare il pane raffermo. Decisamente una ricetta ‘povera’ ma molto gustosa! Quindi ecco la ricetta.

Divinamente Mousse ….. al Cioccolato!

Mousse al cioccolato.

Avere un dessert al cioccolato che rispetta i nostri sforzi per mantenere la linea? Sembra un’utopia vero? Eppure si, la mousse al cioccolato è un dolce senza farina, contiene poco zucchero ed è priva di grassi aggiunti… lascio fare a voi i conti delle calorie, ma vi garantisco che la ricchezza del sapore di questo dessert sublime oltrepassa di gran lunga la sua ricchezza calorica.

La mousse al cioccolato è un classico della cucina tradizionale francese, spesso deformato per aggiungere un sapore troppo “cremoso” o troppo “zuccherato”, lo si trova spesso fatto con cioccolato bianco o cioccolato al latte, ma questa è la versione originale, come tramandatami da mia nonna parigina.