Food Jewelry: anelli di frutta disidratata

fruitrings01

Si, avete letto bene. Anelli di frutta disidratata, per la serie se non lo vedo non ci credo. Una collezione di gioielli di Frutta e verdura homemade. Quale modo migliore di combinare due cose che tutti amano: gioielli e cibo. Infatti la peculiarità di questi oggetti e che sono assolutamente commestibili, fatta eccezione naturalmente per la parte d’argento dell’anello. Quindi ideale per chi è sempre alla disperata ricerca di qualcosa da sgranocchiare.

Ottimo spuntino anche a livello nutrizionale, infatti la frutta nel processo di disidratazione perde l’acqua e diventa un concentrato di fibre, zuccheri e minerali risultando nutriente, saziante e non troppo calorico. Ma basterà un anellino alla mela a saziare nei voraci momenti d’emergenza-fame?

L’idea è venuta a LaProchaine Fois, che avendo comprato una di quelle macchine per disidratare gli alimenti, stanca di disidratare banalmente alimenti con il solo fine culinario o di conservazione, si sarà fatta prendere la mano ed avrà voluto ottimizzare fine ed utilizzo di suddetta tecnologia. Esistono infatti delle macchine apposta per essiccare le fettine di frutta oppure potete usare tranquillamente il forno di casa, a patto che sia ben ventilato.

Poi dovete mettere in conto tanta pazienta e passione nel decorare minuziosamente questi anellini. Sicuramente creatività e buona manualità sono d’obbligo oltre alla buona tecnica di disidratrazione. Le varianti sono tantissime: mela verde, rossa, pere, arancia, kiwi….

Sul blog troviamo una bella carrellata di esempi di quanto possono essere deliziosamente carini questi anelli.

Il risultato finale è davvero accattivante, ma al di là del come e cosa, il concetto di fondo è geniale:

Buon Appetito Miss Geschick !

buon appetito

“Buongiorno tesoro, facciamo colazione a letto oggi? E’ domenica mattina, pensi che potremmo coccolarci un po’ rimanendo ancora a sonnecchiare qualche ora in più nel lettone, magari improvvisando un minimal brunch casalingo?”

Voi riuscireste a dire di no a questi occhioni e frangetta che sembrano usciti dalla riedizione di Cappuccetto Rosso ma dieci anni dopo? Beh, mentre ci pensate e sognate un dolce risveglio, vi ricordo che la colazione a letto non è sempre come uno si aspetta, è un’arte e di difficile realizzazione. Ci vuole stile, passione ed esperienza. Potrebbe sembrare la cosa più facile e naturale del mondo, estemporanea e impulsiva, ma in realtà non è così.

Parlo di:

  • briciole ovunque
  • caffè rovesciati o schizzi
  • marmellata spalmata dove non dovrebbe
  • contenitori caldi e freddi che turbano i nostri arti ancora addormentati
  • equilibri precari di piatti e tazze

Avete ancora dubbi? Devo essere più specifica o basta solo la parola briciole ad evocare sgradite sensazioni? Rigirasi nel letto graffiandosi gambe e schiena con le briciole della colazione… Astio e fastidio. No, così non va bene, tutto questo può trasformare la meraviglia della colazione a letto in uno dei peggiori incubi, compromettendo il buon umore e il felice svolgersi di tutta la giornata.

Bene, come sempre il design ci viene in soccorso, i food designer le pensano proprio tutte per migliorare il nostro quotidiano, partendo dai piccoli gesti come il dramma della colazione a letto.

Signori e signore, un inchino a Miss Geschick e Lady Lapsus per la geniale trovata: ecco a voi il lenzuolo che cambierà la qualità deli vostri risvegli.

Matite e trucioli di cioccolato

pen_chocolate2

Vi ricordate quando da piccoli giocavate con matite e temperamatite? Anni di banchi e pavimenti delle scuole elementari tappezzati, ricoperti di trucioli di matite... i più intraprendenti si lanciavano anche in gare vediamo-chi-tempera-senza-spezzarle, ottenenedo infiniti e lunghissimi trucioli decorativi, da incollare sul quadernone e da regalare a sorridenti e irreprensibili maestre, che prontamente buttavano tutto via.

Anni e anni a temperare matite: colorare, disegnare, sognare, scrivere….. e buttare via i trucioli ! Cestini ricolmi a fine giornata.

Ecco, non avete sempre avuto una sensazione di spreco e potenziale artistico nascosto del suddetto truciolo?
La parola d’ordine queste volta è salvare i trucioli. Basta agli sprechi. Focalizzimoci sulla nostra creatività. Abbiamo trovato un modo per riappropriarsi dell’antica arte del temperamento-matite, ma con una nuova funzione. Superato il puro piacere fisico-dimanico, unendo arte del decoro e delizia di cioccolato. Tirate fuori tutta la vostra vecchia abilità in campo di sfida al temperino, ed avrete tra le mani dei perfetti trucioli al cioccolato.

Queste belle matite colorate nelle varie sfumature del marrone, non sono altro che matite al cioccolato. Si, avete letto bene. Ho detto matite al cioccolato. Mi incanta solo la parola. Sembra parte di una fiaba, degna del continuo di Hansel e Gretel.
E invece no, è realtà!
L’idea è venuta a  Nendo, studio di design giapponese,  in una fruttuosa collaborazione con Tsujiguchi Hironobu, famoso cioccolatiere a Tokyo. Hanno pensato e realizzato un vero e proprio kit di matite al cioccolato, delizioso e molto funzionale.
Ogni matita ha una diversa colorazione, gradazione e intesità di marrone. Tutto è determinato dal tipo di cacao e dalla diversa miscela di cioccolato: dal più delicato al più amaro, cioccolato al latte, bianco e nero fondente.
  • Matite al cioccolato
  • Lussuoso imballaggio
  • Idea originale e pratica

Domino di cioccolato

domino_chocolate

Le gioie di internet. Questa la possiamo gustare solo attraverso web, perchè sfido chiunque a trovare in un negozio fisico questo dolce giochino. Avete presente il Domino?

In questo caso la domanda nasce spontanea: quale brutale fine faranno tutte le tessere vinte? Vince davvero chi le finisce per primo? Non vi sentite ancor più motivati a vincere?

Perchè se non avete ancora colto la sottile peculiarità di questa versione del Domino, si tratta di giocare con tessere di pura e dolce letizia di barrette di puro cioccolato. La deliziosa bontà del cioccolato fondente unita a setoso caramello arricchito di piccola decorazioni glassose. Croccanti stratificazioni di cioccolata confezionate in stile domino, somma i desideri più golosi.

Questo giocoso candy di deliziosa bontà del cioccolato fondente è stato realizzato da Christopher Norman e disegnato da John Down, che probabilmente ha ritrovato nel gioco dell’infanzia del Domino la sua proiezione massima verso il food design.

Amabile progetto.

Conforto e delizia di una partita Domino.

Questi cioccolatini sono un inatteso tripudio per i giocatori, delizia per gli amanti del cioccolato e simili. Stampa nettamente definita, il cioccolato fondente-domino setoso, morbido, caramellelloso . Splendido contrasto tra avidità del giocatore d’azzardo e candevole agonia del cioccolato addicted.

Gli schemi da accanito giocatore perdono ogni valore davanti agli effluvi glicemici.

Come accennavamo, introvabile in commercio fisico, dove possiamo soddisfare il nostro impellente bisogno?

Datemi un cucchiaio e solleverò il mondo

spoon_box

Sempre per la serie benedetto sia il food design e tutti i suoi seguaci, ecco un’altra interessante proposta per sostenere la generazione del pratico e multiuso. Grazie a yanko design, avevamo già scoperto il cake-sharer ( contenitore che si trasforma in piattino coltello e forchetta). Adesso vi segnalo una variante sullo stesso tema, il cucchiaio sempre a portata di mano.

Curiosa questa scatola di cartone che contiene prelibatezze e custodisce un cucchiaio pronto all’uso. Proprio un asso nella manica, oserei dire. Come del maiale non si butta via nulla, anche questo packagin è stato progettato per avere più funzioni. L’idea viene dalla Cina e dai suoi designer: Won-Jae Lee, Jun-Yong Lee, Sang-Jun Hahn, Sun-Kyu Kim e Yeo-Wool Kang.

Un po’ insostenibile leggerezza del niente che è stata prontamente adattata alla necessità principale, alla conseguenza primaria dello shopping gastronomico compulsivo: vedo, compro, vorrei mangiare ma devo aspettare di arrivare a casa per avere gli strumenti per consumare. Adesso, gioia e dolore di potersi abbandonare al raptus alimentare e degustare sul posto il lauto pasto tanto desiderato.

In pratica il cucchiaio è stato estrapolato dallo spazio vuoto che si crea dal manico della scatola, il ben evidenziato da fotografia come  dead space. Basta staccare la linguetta seguendo le linee tratteggiate e piegare. Ecco pronto il cucchiaio.

Di seguito tutte le varie fasi illustrate sul come estrapolare lo strumento dalla scatola:

Food design: Cake Sharer

cake_sharer

Benedetto sia il food design quando si fa geniale e soprattutto ecosostenibile. Ecco l’ingegnosa idea del designer Jung-Suk Choi.

Si chiama cake-sharer ed è un piatto con annessa forchetta-coltello. Pratico, funzionale e molto carino a vedersi. In pratica: il contenitore del dolce si trasforma in poche mosse in un pratico coltello per tranciare delle fette, un pratico piattino e una minuta forchettina per dare il colpo di grazia al suddetto dolce.

Basta contare fino a tre. Tre semplici gesti e un unico foglio di carta per alimenti.

  1. staccare seguendo il tratteggio
  2. piegare il foglio
  3. mangiare la fetta

Multiuso semplice e geniale, leggero comodo ed ecosostenibile. Jung-Suk Choi ha progettato bene il suo prodotto cake-sharer, come solo chi ha sofferto in prima persona il disagio di avere tra le mani una splendida e deliziosa torta, ma non avere sottomano gli strumenti necessari per poterla sbranare.

Avete presente la classica situazione da aperitivo con tutte le mani impegnate e crampi della fame alla bocca dello stomaco?  Quei maledetti buffet in piedi, che sono tanto carini a vedersi ma anche tanto ingestibili e mal conciliabili con il binomio fame-mangiare.

Dagli archivi storici della mia memoria festaiola, riemergono sgradite immagini di persone letteralmente rovesciata su tavoli, con il vano scopo di tagliare fette con esili e morbide posate di palsica (forchettine e cucchiaini) con l’unica mano che non fosse carica e stracrica di bicchieri e piatti. Chi riusciva nell’intento, oltre all’ammirazione ed invidia del pubblico, doveva poi lottare con piatti e tovaglioli per portare a termine la missione cibo.
Ecco, con questa portentosa idea, party e feste non saranno più un problema, non rimarrete mai a mani vuote.

Il Silicone in cucina: benvenuti nel mondo del Food Loop

silicone

Dopo lo spopolare degli stampi Silikomart in tutta Italia ecco che arriva anche da noi  il Food Loop: la nuova moda in cucina.

La Food Loop propone infatti la prima linea di tools culinari interamente in silicone e resistenti a temperature che possono arrivare fino a 357 gradi centigradi. La moda sta già spopolando nel resto del mondo, Gran Bretagna e Usa primi fra tutti, ed in Italia? naturalmente ci siamo noi di ginger and tomato che ne parliamo per farvi conoscere le nuove tendenze in fatto di cucina.

Tra i vari tools che l’azienda propone ce ne sono due in particolare che ci hanno colpito per la loro efficacia: il food trussing mini ed il poach pod

L’arte nel tostare

holy_toastSanto sia il Toast e benedetta l’arte nel tostare.
La prima colazione è il pasto più importante della giornata, ormai ne siamo consapevoli. Abbiamo imparato che è importante sedersi, mangiare con calma, coccolarsi con il meglio che la tradizionale dieta mediterranea ci ha insegnato. Ma possiamo avere ancora di più dalla nostra prima colazione. Da pasto più importante della giornata possiamo trasformarlo anche in quello più miracoloso.

Habemus toast!

Pensavate che fosse già abbastanza miracoloso riuscire ad alzarsi dal letto la mattina e trovare la forza di affrontare un’altra giornata lavorativa? Beh, ancora non avete valutato le positive influenze e conseguenze de l‘arte del tostare.

Basta usare questo miracoloso ed ingegnoso stampo di plastica: dovete solo, in religioso silenzio, inserirlo nel tostapane e nel giro di un attimo… stupore e magia sulla vostra fetta di pane!
Amanti del kitch esultate, questa non potete certo lasciarla scappare. Chi non rimarebbe stupefatto?  La Vergine Maria apparirà proprio qui, su vostro tost trasformandolo in un perfetto “Holy toast”.

Sacrilegio? Bestemmia? Vano e profano?

Aspettate a spalancare bocca e occhi. Siamo solo all’inizio del potenziale creativo che offre l’arte della tostatura.

Dolci lacrime di zucchero di Jung You

zolletta-goccia2

Quante calde amare o dolci lacrime avete versato nella vostra vita? Piagnucolare, frignare, singhiozzare. Oppure sentire un nodo in gola, occhi lucidi e gonfi di pianto, sciogliersi in lacrime.  Versare lacrime amare? Chissà quante lacrime avrà versato questo povero designer Jung You .

Probabilmente rimasto a corto di lacrime o invaso da un momento di gioia del tutto immotivata, ha tratto lla giusta ispirazione per riempire la sua vita e il suo caffè di dolci lacrime.

Le guance rimangono asciutte finalmente. Niente più lacrime amare nelle vostre giornate. Dimenticando turbamenti emotivi che hanno accompagnato poeti, scrittori e cantanti, adesso le lacrime sono diventate dolci: non cadono più su pagine di diario scritte a mano ma direttamente nel té o nel caffé. Il designer Jung You ci propone una dolce e ironica alternativa a per addocire le nostre giornate e le nostre colazioni. Alla faccia dei dolori del giovane Werther, noi ci beviamo su.

Direttamente dal suo sito, descrive il suo progetto Sweet Tear di food design così:

Ciboh: Love Design Cocktail Party

ciboh

Abbiamo conosciuto Arabeschi di Latte intrattenenendoci con convivialità italiana ai loro eating events. Oggi atterriamo sul pianeta Ciboh, pronti per incontrare le tre originali ragazze che fanno parte di questo team milanese.

Ciboh è un collettivo femminile: designer cuoche e stiliste, artiste del cibo si incontrano per inventare e interpretare il l’atto del mangiare, con nuove forme e sapori, attraverso eventi e performance. CIBO+DESIGN+ABITI perchè lo scopo è mangiare guardare vestirsi e giocare col cibo.

Il loro simbolo un pettine che fa anche da forchetta per riuscire a immaginare un nuovo modo di mangiare. Ciboh e le sue originali attività: organizza e crea food-event, catering artistici, performance e oggetti di design. Offrono stuzzicherie servite con la loro inconfondibile stravaganza, propongono catering improbabili , abiti e gadget commestibili.

Fondono arte e gioco attraverso i loro eating events, entrando nel loro mondo si ritorna alla gioia infantile di giocare col cibo. Un laboratorio dove nutrirsi diventa un parco giochi, pieno di colori forme e materie.

Stasera durante la Settimana del Design di Milano, per celebrare l’uscita del libro Love Design (Daab pubblicazione), siamo tutti invitati al Love Design Cocktail Party.

Arabeschi di Latte

arabeschi-di-latte Un gruppo di creative fondato nel 2001, un collettivo al femminile che organizza eating events, dietro il nome evocativo di Arabeschi di Latte. Cinque architetti con la passione per la convivialità: Francesca Sarti, Alessandra Foschi, Silvia Allori, Francesca Pazzagli, Francesca Sorga.

Pensano e realizzano eventi dove il cibo è uno strumento per creare situazioni e relazioni, oggetti come fonte di piacere e buon cibo, ecco creati catering che inseguono principalmente la fascinazione e il potere comunicativo del cibo.

Food Concepts o Eating Events, l’approccio creativo è sempre lo stesso: multidisciplinare e in evoluzione, un’operazione trasversale che con una certa freschezza si è inserita in contesti diversi: dall’arte alla moda, dal design e l’architettura alla cucina.

A quando il prossimo evento e la possibilità di incontrarle?

Ma a Milano naturalmente!
Si, proprio durante il Salone del Mobile 2009.

Cioccolato da sniffare e la linea è al sicuro

le-whif-inalatore-di-cioccolatoMedicinalive è stata più veloce di noi, giorni fa aveva annunciato l’avverarsi del sogno di tutti i cioccolato-dipendenti. Ma  anche noi vogliamo dire la nostra, rincariamo la dose.

Attenzione attenzione: è stato inventato in America un inalatore per ‘respirare’ profumo di cioccolato, senza la preoccupazione o il senso di colpa di mettere su chili di troppo. Ecco a voi il cioccolato da sniffare.

Mio piccolo diffusore di particelle cioccolatose, adesso non dovrò più conservare gelosamente le carte dei cioccolatini andati per avere qualcosa da annusare in momenti di sconforto!

Un tempismo perfetto dopo i turbamenti cioccolatosi pasquali: con terrore misto a desiderio, ogni volta apro il mobile della dispensa di cucina e cerco di schivare ciò che rimane delle uova di pasqua, ma so che prima o poi cederò. Con la mano tento di dribblare  quel sacchetto di pezzi fondenti che mi chiamano, ma è solo questione di tempo. Solo la comunità di cioccolato-addicted può comprendere questi moti interiori, apprezzando spasmodicamente questo gadget.

Quindi tengo duro, mentre mi preparo ad una soluzione gastronomica che mi permetta di smaltire tutto il cioccolato accumulato, faccio un inchino a cotanta invenzione.

Preparandosi al salone del mobile di milano

a-r-studio

Manca poco, ancora qualche giorno e Milano sarà un invasa da un massa compatta e eterogenea di giovani designer pronti a sgomitare tra feste, eventi, buffet per ammirare le ultime novità e tendenze del design.

E’ la settimana di Milano, quella per cui ogni abitante di questa ridente città prova amore e disgusto: calca di persone, traffico triplicato, bulimia di eventi imperdibili. E’ in arrivo il Salone del Mobile di Milano. L’evento più atteso dell’anno da architetti, designer e interessati del settore.

Dal 22 al 27 Aprile al Salone del Mobile 2009 di Milano, fiera Rho, la manifestazione che ogni anno lascia il segno e che fa parlare molto per il bellissimo Fuorisalone, pieno di eventi e di stand davvero interessanti.

Da parte mia c’è il ricordo dell’anno passato: giornate piene, dense. Poco spazio e tempo per biscottini e muffin.
Ma solo aperitivi, nottate a lavoro, pioggia, freddo, pizza, camminate intermiabili, incontri, malintesi, birra, traffico, foto, gadgets… Sono riuscita misticamente a uscirne viva e quasi indenne.

Tra le tante cose belle e stimolanti che concende  il Salone del Mobie di Milano, la parte che preferisco è  l’immancabile SaloneSatellite, creatività giovanile e voglia di sperimentare. Ma soprattutto c’è l’onore e il piacere di conoscere di persona giovani designer. Proprio lo scorso anno ho scoperto  A/R Studio.

L’albero di fragole di Stéphanie Marin

albero-fragoleE’ tempo di primavera. Ci siamo dilettati per pasquetta con la prima di una lunga serie di grigliate, di picnic con gli amici e zingarate domenicali fuori porta. Maledizione, quando si inizia ad assaporare le gioie del bel tempo e dello star furi è difficile riuscire a rinunciarci. Per tutti quelli che non hanno il tempo o il modo di sfruttare la magia di una bella scampagnata ed il ritorno alla natura, ecco la Tiny Forest di Stéphanie Marin, giovane designer francese che ha trovato un ottimo sostitutivo casalingo per soddisfare il Cappuccetto Rosso che è dentro di noi.

Si tratta di un alberello di legno in miniatura, con rami-spiedini su cui è possibile infilzare qualsivoglia bocconcino: fragoline, patatine fritte, formaggio, focaccine….tutto quello che volete. La magia e lussuria di dare vita ad un insolito mini albero di fragole?
Divino. Alla faccia di Darwin.

Giochiamo a fare il pic nic in salotto, stendiamo il plaid spostiamo le sedie e divani. Ecco pronti i piatti e tovaglioli a quadrettoni rossi. Nel mezzo un tiny forest di formaggio e focaccine, da spelluzzicare con le mani, come quando si va a fare more nei boschi. Se aggiungiamo il vino e la compagnia giusta sembrerà quasi di sentire il rumore delle foglie e la brezza sul prato.