Dalla montagna fiorentina: pappardelle al sugo di lepre

Ecco un grande classico della cucina toscana in cui la lepre è assoluta protagonista. La Lepus Europaeus, che appartiene alla famiglia dei leporidi, ha dimensioni medie e forme slanciate, la testa abbastanza piccola con occhi grandi e orecchie lunghe, gli arti posteriori più lunghi e robusti degli anteriori; il corpo è lungo 45/60 cm e pesa, in età adulta, 2.5/5 Kg. La colorazione del mantello è fulvo-grigiastro con tonalità nerastre; le parti interne degli arti ed il ventre sono biancastri. Vive su terreni più o meno coltivati, boschi di latifoglie e misti.

La sua alimentazione è essenzialmente vegetale: erbe fresche e secche, frutta, bacche, semi, funghi, ghiande. Trascorre il giorno al riparo della vegetazione in un covo poco profondo che si scava con le zampe anteriori e che modella con il corpo; esce al crepuscolo e durante la notte per alimentarsi e, nel periodo dei calori, per accoppiarsi. Partorisce 3/4 volte l’anno, dopo una gestazione di 42/44 giorni, da 1 a 5 leprotti per parto; i leprotti, ricoperti di pelo, nascono con gli occhi aperti e sono in grado di muoversi dopo poche ore dalla nascita; vengono allattati per circa 3 settimane, per lo più nelle ore notturne. La maturità sessuale viene raggiunta a 7/8 mesi di età.

E adesso che sapete tutto su questo roditore, “mettetevi di buzzo buono” come si dice a Firenze, cioè armatevi di pazienza e buona volontà, perchè questa è una ricetta piuttosto elaborata ma che ripagherà ampiamente i vostri sforzi!

Paccheri e petti di pollo per un piatto unico veloce e gustoso

paccheri

Per gli amanti della pasta e dei primi piatti, oggi propongo una ricetta speciale, preparata con petti di pollo e paccheri. Un’associazione insolita per un risultato unico, che stupirà i vostri ospiti per l’originalità e la fantasia, senza peccare ovviamente nell’obiettivo principale: il gusto!
Questo piatto è l’ideale come piatto unico proprio perchè contiene sia la pasta che la carne. Se non avete molto tempo a disposizione, potrà trarvi d’impaccio consentendovi di preparare un pranzo o una cena, senza mettervi ai fornelli ore prima.

Utilizzare gli avanzi di un pollo arrosto, un consiglio veloce

Tante volte, capita, ritirandoci tardi la sera dopo una giornata faticosa, di non avere voglia metterci ai fornelli per preparare qualcosa da mettere sotto i denti , ed allora la soluzione più semplice che ci viene in mente è quella di prendere un pratico e veloce pollo arrosto, accompagnato, chissà, da qualche patatina.
Puntualmente ne avanza un po’, ed il giorno dopo ci chiediamo cosa possiamo farne, perché, si sa, il pollo arrosto è buono quando è caldo, riscaldato non è più lo stesso, e le patatine? Non ne parliamo, si afflosciano e diventano mollacchie.

Ebbene ecco un pratico consiglio per recuperare gli avanzi della sera prima, preparando un piatto unico, completo e gustoso: l’insalata di pollo.

Certamente non è una novità, ma è un piatto che ognuno fa a modo proprio, ed io vi propongo la mia versione, semplice e leggera pronta in dieci minuti e pratica, perché si può portare comodamente a lavoro, per uno snack veloce e nutriente.

Trippa alla fiorentina: la ricetta della nonna

“TRIPPERIA DA SERGIO E PIERPAOLO”, Via dei Macci, Firenze…assolutamente da non perdere!

I più schizzinosi storceranno subito il naso all’idea di mangiare le interiora di un animale ma questo è un modo assai riduttivo di definire una prelibatezza come la trippa.
La trippa, al contrario di come molti pensano, non è l’intestino del bovino ma alcune parti dello stomaco che prendono il nome di frattaglie, ossia la parte commestibile delle interiora di un animale.

Questo particolare prodotto dall’aspetto assai curioso era conosciuto fin dall’antichità: i greci la cuocevano sulla brace insaporendola con rosmarino ed altre spezie; i romani, invece, ne facevano delle salsicce dal sapore delicato che possono essere paragonate al salame di trippa, una specialità della provincia torinese di Moncalieri che consiste in un salame fatto con trippe di vitello bollite, sbiancate e tritate.

Jambalaya: l’estasi del peperoncino nella cucina Cajun

Se avete la possibilità di fare un viaggio negli Stati Uniti vi consigliamo di evitare i soliti itinerari turistici con il rischio di incontare altri connazionali. Affittatare un’auto con una spesa moderata, considerando il cambio euro/dollaro molto favorevole, vi darà la possibilità di scoprire un paese autentico lontano dal chiasso delle grandi metropoli. Lo stato della Louisiana e la sua incantevole città di New Orleans, una città multietnica con un’eredità culturale davvero unica.

Considerate l’origine della sua popolazione, una miscela di tradizione inglese, una forte presenza francese e dal popolo africano discendente dai primi schiavi. Pensando a questa città viene subito in mente la musica in particolar modo il Jazz, ma anche la cucina non ha mancato di farsi influenzare da questo mix multietnico che ha dato vita alla cucina cajun: la jambalaya il gumbo e la crawfish pie sono i piatti più rappresentativi di questa cultura, tipica di New Orleans, una cucina “casalinga”, delle campagne della Louisiana, alquanto semplice da preparare ma che richiede molto tempo e molta cottura e che indulge fortemente ai sapori piccanti.

Gli ingredienti base della cucina Cajun sono i gamberetti, i granchi, il pollo, il riso e tutte le spezie possibili ed immaginabili, dal tabasco, al pepe di cayenna, alle salse piccantissime, come il Roux o il File.

Una valida alternativa alla carne rossa, petti di pollo all’arancia e zenzero

Coloro che amano la buona cucina, ma anche tener d’occhio la salute , sanno che il pollame è una buona fonte di proteine animali ed’ è relativamente povero di grassi. Il modo migliore per trarre beneficio da questa sua caratteristica è di cucinarne la carne alla griglia, in bianco, al salto, arrosto o brasata (non fritta); eliminate la pelle del pollo prima di cucinarlo o mangiarlo, perché circa il 50% del grasso si trova nella pelle. Inoltre le parti bianche (petto e ali) contengono più proteine e meno grassi di quelle scure.

Prima di cucinare il pollo è buona abitudine sciacquarlo e asciugarlo con carta assorbente da cucina.
E’ importante asciugarlo bene, perché le spezie aderiranno meglio a una superficie asciutta. Anche quando volete cucinare il pollo al salto è importante eliminare residui di umidità, altrimenti la carne cuocerà a vapore invece che rosolarsi.