Occhi di bue alla marmellata di albicocche

Li volete dei biscottini semplici semplici, che scandiranno i momenti della vostra giornata, magari a partire dalla colazione, o come spuntino, come accompagnamento ad un buon thè fumante o ancora come fine pasto per una coccola serale? Ovviamente i momenti per gustarli sono infiniti, anzi ogni scusa sarà buona…

Questi biscotti sono composti da due dischi (o in questo caso fiori) di frolla, una frolla però più friabile di quella tradizionale, nella quale viene utilizzata una piccola quantità di lievito per dolci, e racchiudono all’interno una dolce sorpresa, ma il bello è che potete sceglierla voi: sarà marmallata di albicocca (a mio modesto parere questo gusto è quello che ne esalta maggiormente la bontà), sarà crema pasticcera ? o sarà crema al cioccolato? Quello che è sicuro è che, qualsiasi sarà la scelta, andranno via come le ciliegie.

Il loro nome la dice lunga sul loro aspetto, il foro sul disco di pasta superiore infatti richiama la forma di un uovo ad occhio di bue. Vi consiglio di cuocere le basi e i “sopra” separatamente per ottenere una cottura uniforme, ed una doratura impeccabile, risultato assicurato. Con le dosi che ho riportato si ottiene una grande quantità di biscotti, quindi, se non avete una famiglia molto numerosa, vi consiglio di dimezzare le dosi, a meno che non vogliate cimentarvi proprio in questo periodo, si avvicina Pasqua e, racchiusi in eleganti sacchettini, potrebbero costituire un gradito regalo.

Prepariamoci alla Pasqua: i coniglietti pasquali

Il primo simbolo della Pasqua sono le uova ma subito dopo ci sono i conigli. Spesso i bambini preferiscono questi ultimi che sono così teneri e carini, da poter diventare per loro un simpatico gioco ed anche una golosa merenda da sgranocchiare insieme agli amici. Potete servirli alla fine del nostro menù informale oppure confezionarli con dei bei nastri e regalarli ai vostri ospiti come ricordo di questo giorno di festa trascorso insieme. Inoltre se avete dei bimbi in casa vedrete che sarà divertente prepararli insieme.

Comunque per fare circa 20 biscotti vi occorrono i seguenti ingredienti:

125 gr di burro a temperatura ambiente | 110 gr di zucchero semolato | 1 rosso d’uovo | 2 cucchiai di sciroppo d’acero | 270 gr di farina 00 | 1 cucchiaino raso di bicarbonato | 2 cucchiaini di zenzero macinato | 1 cucchiaino di cannella | palline di argento o colorate per decorare

fonduta cioccolato

Racconto | Fonduta di frutta al cioccolato per Martina

fonduta cioccolato

E’ la prima festa di compleanno che organizzo a casa per la mia bambina. Mi sono agitata così tanto che ho deciso di chiamare la rosticceria e la pasticceria. Ho ordinato pizzette, poche cose fritte che i bambini sono piccoli e non vorrei che poi si sentissero male. Un bel po’ di panini farciti di prosciutto, tonno, uova, pomodori, e anche qualche verdura, che tanto non saranno tutti capricciosi e qualcuno di loro li mangerà anche vedendo spuntare qualcosa di verde.

Poi tanti pasticcini e una torta, ho chiesto di decorarla di rosa, visto che ieri io e Martina siamo uscite insieme e abbiamo comprato per l’occasione un vestitino rosa e anche un bel paio di ballerine lucide, con il cinturino fatto di brillantini, sempre tutto rosa chiaramente! Compie cinque anni, il rosa è senza dubbio il colore moda di quest’età, infatti abbiamo anche decorato insieme la sala con dei festoni rosa e mio marito è andato a comprare piatti e bicchieri di carta, tutto rosa, ma non poteva sbagliarsi visto che Martina è andata con lui proprio per controllare che il papà non si sognasse di comprare qualcosa di giallo, rosso o verde!

Biscotti al cioccolato bianco

TEMPO: 40 minuti | COSTObasso | DIFFICOLTA’bassa

VEGETARIANA: SI | PICCANTENO | GLUTINESI | BAMBINI: SI


Avevo adocchiato la ricetta, vista su un vecchio numero di Donna Moderna, da parecchio tempo.

Poi l’ho smarrita ma è evidente che alla fine la mia tenacia nel cercala in quel mare magno di carte e appunti ha avuto la meglio.

Ho preparato questi biscotti perché la tavoletta di cioccolato bianco, acquistato per un’altra preparazione e non adoperato, mi fissava minacciosa dalla mia dispensa.

Comunque ci vuole più tempo a scrivere la ricetta che a farli.

Biscotti all’arancia, cannella, vaniglia…ecco un’idea per i regali di Natale

TEMPO: 60 minuti | COSTObasso | DIFFICOLTA’bassa

VEGETARIANA: SI | PICCANTENO | GLUTINESI | BAMBINI: SI


Nel paese in cui vivo c’è un negozio, oserei chiamarlo di “nicchia, in cui è possibile trovare delle cose un po’ particolari.

E’ una gastronomia ma, nei bellissimi ed ordinati scaffali, è possibile trovare dei prodotti veramente insoliti come ad esempio il pepe di Sichuan, dei sali dall’aroma affumicato con un sentore di curry e vari infusi che di solito si trovano in erboristeria e così via….

Stampini per biscotti: creiamoli in casa

Partiamo dal presupposto che questa sera vogliate preparare un dolce originale e goloso per i vostri bambini. La solita torta di mele? O i soliti biscotti dalla forma tonda? No, questa volta vogliamo creare qualcosa di originale e divertente: infiliamo le scarpe e andiamo alla ricerca di divertenti stampini per i biscotti per stupire e divertire la propria famiglia.

C’è davvero l’imbarazzo della scelta! Si avvicina il Natale? Alberi di Natale, stelle comete arieggiano dappertutto. Stampini delle principesse Disney per le piccole di casa, cuoricini, orsetti… abbiamo così tante varianti che quasi ci viene voglia di organizzare una festa e offrire biscotti di ogni forma… Insomma non resta che l’imbarazzo della scelta.

Potrei allora proporre una simpatica soluzione… perché non costruirli da soli? In questo modo potrete sentirvi orgogliosi doppiamente e ricevere quindi il doppio dei complimenti! Dunque rimettiamo le pantofole e mettiamoci al lavoro.

Stampini per biscotti, ciò che serve:

lamiere di metallo | pinze | forbici | viti | morsa | occhiali per proteggere gli occhi | un trapano

La storia di GingerMan, l’omino di pan di zenzero

La storia di GingerMan, l’omino di pan di zenzero

C’era una volta una vecchina che un bel giorno decise di cucinare un biscotto di pan di zenzero a forma di omino. Quando però la cottura era quasi terminata la vecchina sentì una vocetta arrivare dalle profondità del forno: “Mammia che caldo che fa qui…Fammi uscire!” La vecchina incuriosita aprì il forno e vide un biscotto a forma di omino scappare gridando: “Corri pure, tanto non mi prendi, sono l’omino di pan di zenzero!” Tutte le urla della vecchina al suo indirizzo furono inutili.

Nella sua fuga l’omino di pan di zenzero incontrò una mucca che, non appena lo vide, cercò di mangiarlo, ma lui continuò a fuggire, dicendo con un tono quasi cantilenante “Corri pure tanto non mi prendi, sono l’omino di pan di zenzero.” Ben presto alla rincorsa dell’omino di pan di zenzero c’erano non solo la vecchina e la mucca, ma anche un cavallo ed un maiale, tutti con l’acquolina alla bocca. E l’omino canticchiava correndo “correte più che potete, tanto non mi prendete, sono l’omino di pan di zenzero!

Ad un certo punto si trovò davanti ad un fiume ed una volpe si avvicinò e si offrì di aiutarlo a fuggire, trasportandolo sul suo dorso fin sull’altra sponda. L’omino di pan di zenzero tutto felice saltellando e ringraziando la volpe le montò sul dorso. Arrivati a metà del fiume la volpe disse al biscotto: “l’acqua sta diventando un po’ profonda e tu ti scioglierai se ti bagni, arrampicati sul mio naso così sarai al sicuro.L’omino di pan di zenzero fece come gli aveva detto la volpe e quest’ultima se lo pappò in un sol boccone.

I biscotti della salute di Pellegrino Artusi

Come molti di voi, ho imparato a cucinare osservando la nonna indaffararsi sui fornelli, sempre allegramente, ma con la massima professionalità. Mi sembrava che non esitasse mai, sapeva sempre prepararci un pasto succulento anche se avevo l’impressione che il frigo fosse vuoto!

Aveva un dono mia nonna, un dono comune tra le sue coetanee, che avevano imparato i segreti dell’economia in cucina dalle loro madri. Cosi mi ripeteva sempre:

Nulla si perde mai nella “mia” cucina, bastano pochi avanzi e qualche ingrediente semplice per mangiare bene.

Erano gli anni ’70 e in casa nostra si mangiava sempre più ‘espresso’ visto che mamma aveva la passione dei pennelli più che per gli utensili culinari, ma quando partii per il Canada mi regalo’ cerimoniosamente il Libro di Cucina della Nonna: l’Artusi.

Per i più giovani tra voi, Pellegrino Artusi era, all’alba del ‘900, una vera autorità nell’arte culinaria; essere approvati da lui era sinonimo di successo garantito per cui ogni massaia, trattoria o ristorante pregiato sarebbe stato lusingato di vedere una sua ricetta pubblicata in uno dei suoi libri. Libri che si leggono un po’ come romanzi, dalla prima pagina fino all’ultima, perchè non contengono solo ricette, ma le mettono in un contesto temporale e geografico dando cosi l’impressione di ‘viverle’, di immaginare le cucine di allora con queste enormi stufe a legna e forni di campagna, le spianatoie di pietra e le ‘ghiacciaie a ghiaccio’ (abbiamo già parlato di Pellegrino Artusi, e le sue frittelle di tondone, n.d.r.)

Vi riporto oggi una delle sue ricette che uso e riuso continuamente non solo perchè è sana ma anche perchè i miei figli adorano la semplicità di questi biscotti che contengono poco zucchero e fanno, con un bel bicchiere di latte, una prima colazione o una merendina gustosa (specie se li spalmate con un po’ di nutella come fa mio figlio).

Impariamo a conoscere (e fare) i Marshmallows

Chi ha familiarità con le strisce dei Peanuts sa che sono la componente fondamentale dei pasti intorno al fuoco di Snoopy e della sua compagnia scout composta da Bill, Conrad, Harriet e Oliver, i fratelli del piccolo uccello giallo Woodstock; chi non legge i fumetti di Shultz li avrà visti sicuramente in qualche movie statunitense: parliamo dei murshmellows, cilindretti di zucchero ricavati in origine dalla pianta Althaea officinalis, consumati principalmente negli Stati Uniti ma ormai diffusi ampiamente in tutto l’Occidente.

Di colore bianco e morbidi al tatto, i marshmallows vengono solitamente scottati sul fuoco ed inseriti tra due biscotti insieme ad un pezzo di cioccolata, e prendono il nome di s’more. I marshmallows possono essere preparati o bruciandoli o arrostendoli solo fino a conferirgli un perfetto colore marrone dorato: noi li preferiamo nel secondo modo. Il nome deriva da marshes, “paludi”, poichè è qui che troviamo la pianta- che si chiama mallow– da cui si estrae il succo necessario alla preparazione dei marsh-mallows.

Ma prima che negli Stati Uniti, i marshmallows erano popolari in Francia già nel 1800, periodo in cui i francesi iniziarono a cercare di fabbricarli nel modo più efficace: intorno al 1850 invece di fare il dolce sbattendo il succo estratto dalla radice della pianta di mallow a mano, inventarono un processo di lavorazione con gelatina di grano. Comunque il procedimento era ancora molto lungo, ed è solo nel XX secolo, e precisamente nel 1948, che Alex Doumak inventò il processo utilizzato oggigiorno in cui gli ingredienti del marshmallow vengono estrusi e poi sono tagliati e impacchettati. Dopo l’invenzione di Doumak, il marshmallow è diventato estremamente popolare.