Coriandolo, una spezia dalle molteplici qualità

Questa pianta aromatica è utilizzata a livello industriale per ricavare un’essenza, la quale non deve mai essere usata se non dietro prescrizione medica.

I frutti del coriandolo contengono vitamina C e un olio essenziale, il cui principale costituente è il linalolo.

Leggendo qua e la ho anche scoperto che, le proprietà del coriandolo, sono antisettiche, antispasmodiche, aperitive, digestive, carminative e stimolanti. Nei casi di digestioni difficili e di meteorismo si utilizza l’infuso preparato mettendo a riposare 1 cucchiaino di frutti essiccati in 250 mi d’acqua bollente per una decina di minuti. Trascorso questo termine si filtra e se ne consuma mezza tazza dopo i pasti principali. Lo stesso infuso confezionato nelle dosi precedentemente dettate e consumato nella misura di mezza tazza prima dei pasti principali, è utile per combattere l’aerofagia. Lo stesso infuso, ancora, risulta utile nei casi di spasmi intestinali.

Nel caso di vertigini e nausee si può ugualmente utilizzare l‘infuso di coriandolo. Anche in questo caso si pone a riposare 1 cucchiaino di frutti essiccati in 250 mi d’acqua bollente per una decina di minuti. Trascorso questo periodo si filtra e se ne consumano 1 o 2 tazze al giorno a seconda del caso.

Le tisane per i disturbi alimentari

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Le tisane si preparano in modo molto semplice, per infuso o per decozione in acqua, come abbiamo visto anche ieri per le tisane digestive. Le erbe officinali che possono essere utilizzate sono davvero moltissime e molte di esse possono anche essere coltivate sul balcone di casa, o in un piccolo giardino, per chi lo ha. In più, con un po’ di buona volontà e quando si è sicuri di non incorrere in errori si possono anche raccogliere alcune erbe che crescono abbastanza comunemente in modo spontaneo, nei giardini e nei parchi, chiedendo sempre il permesso dove e quando necessario!

In questi casi è opportuno privilegiare luoghi esposti a un inquinamento non eccessivo, e la raccolta delle erbe può anche diventare il pretesto per una bella passeggiata all’aria aperta! Dopo la raccolta le erbe devono essere essiccate in luoghi ombrosi, asciutti e areati, e conservate al buio.

Se non avete tempo o voglia, di coltivare o di raccogliere, esistono ormai moltissime erboristerie e spesso anche le farmacie più grandi hanno un reparto omeopatico e dedicato alla fitoterapia e alle tisane, potete quindi trovare le erbe di cui avete bisogno in modo anche più comodo e veloce!

Marmellata di Giuggiole

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TEMPO: 2 ore circa | COSTO: medio | DIFFICOLTA’: media

VEGETARIANA: SI | PICCANTE: NO | GLUTINE: NO | BAMBINI:SI


Le giuggiole sono frutti ormai dimenticati. La pianta su cui crescono si chiama giuggiolo, può arrivare anche a 12 metri di altezza ed è rinoscibile per i suoi rami irregolari e spinosi. Non è facile trovare giuggioli in giro, sono sempre stati coltivati in ambito familiare, e adesso pare si possano trovare principalmente in due zone d’Italia, Arquà Petrarca, un piccolo borgo medievale in provincia di Padova, e sui Colli Euganei.

A vederle sembrano delle olive, dal colore rossastro, quando maturano hanno una polpa porosa e compatta, simile a quella della mela, e sono estremamente dolci, tanto che Erodoto le paragonò ai datteri, e citava già allora il famoso vino che si produce da esse, arrivato fino a noi e conosciuto come brodo di giuggiole. Questo succo è infatti talmente dolce da aver dato orgine al modo di dire che tutti conosciamo sciogliersi in brodo di giuggiole,  ovvero essere in una situazione di piacere e gioia, una specie di pace dei sensi!

E’ un peccato aver perso la conoscenza e l’utilizzo delle giuggiole, visto che nascondono molteplici utilizzi. In cucina, oltre al brodo, possono essere consumate fresche, e sono davvero buonissimi se mangiate al punto giusto di maturazione, sode e dolcissime, e poi danno vita a una buonissima marmellata. Contengono un’altissima dose di Vitamina C e sono anche molto famose per il loro utilizzo, in forma di infusi, decotti o sciroppi, per curare tosse, raffreddore e altre patologie dell’apparato respiratorio.

Pasqua Post Pranzo: verso la distruzione o la digestione?

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Non so voi, ma mi sento così ora, come questa zuccheriera. Tonda, piena, straripante e col tappo un po’ così. Felici risvolti del pranzo familiare Pasquale, dove ogni commensale da il meglio di sé nella proposta enogastronomica e nel consumo (lento ma inesorabile) di tale prelibatezza.

E mentre sorseggio il caffè di fine pasto, invoco tutti i santi perchè intercedano e mi facciano la grazia: riuscire a digerire questo lauto pasto e darmi la forza di superare anche la grigliata fuori porta di domani, per Pasquetta.

Ecco quello che avrei dovuto fare

  • Limitare insaccati, condimenti di origine animale, fritti, unti e bisunti, che rallentano la digestione
  • Masticare piano, molto e lentamente.
  • Favorire condimenti di origine vegetale, come l’olio di oliva extravergine e preferibilmente a crudo.
  • Limitare alcol a 1 o 2 bicchieri di vino a pasto, eliminare bevande gassate, confezionate e zuccherate.
  • Porzioni piccole, variare su tutto il ricco menù, soprattutto verdure, e non incaponirsi su quella meravigliosa colomba. Alla seconda fetta avrei dovuto fermarmi.

E adesso, mentre sprofondo sul divano slacciando il primo bottone dei pantaloni per poter respirare, elaboro congetture e teorie su pratici sistemi per favorire una corretta digestione. Sempre con il prezioso supporto dei consigli della nonna.

Ecco 5 trucchi per una sana e corretta digestione:

Una tisana per ogni rimedio: dallo sciamano alla…nonna!

Nelle culture primitive, quando ancora non esistevano i farmaci e i concentrati di medicinali chimici, i rimedi contro le più comuni patologie erano tutti naturali, basati su preparati a base di erbe, impacchi e infusi di vari tipi. Non solo, per curare i mali si ricorreva all’uso della magia e di particolari rituali propiziatori degli spiriti. Basti pensare allo stregone di molte tribù africane o alla figura dello sciamano, presente nelle popolazioni indiane. Si trattava di rituali specifici per ogni tipo di mediazione con le potenze sovrannaturali, dalla protezione per un viaggio alla guarigione da febbri e malattie, dal favore per la vittoria in guerra alle cerimonie di passaggio all’età adulta, tutto era inquadrato in particolari riti: sequenze di movimenti, uso di erbe dalle mille virtù, danze, invocazioni, formule magiche.

La cultura occidentale ha un corrispondente “sciamanico” nella figura della nonna e dei suoi rimedi naturali. Chi non ha mai applicato almeno una volta i rimedi alternativi proposti dalla saggezza dei nostri avi? Dal miele come lenitivo della tosse all’olio come decongestionante, alla menta come sbiancante e chi più ne ha, più ne metta.

Più di recente la medicina naturale ha fatto del curarsi con gli aromi e le erbe una vera e propria scienza. In commercio esistono vari preparati e tisane a base di erbe che propongono soluzioni e cura di numerosi disturbi: dall’insonnia alla depressione, dal metabolismo alla memoria, questi antichi rimedi sembrano fornire la chiave alla soluzione di tutti i malesseri. Vediamo quali sono le principali erbe e piante officinali impiegate dalla medicina alternativa e precisamente dall’omeopatia e i loro usi.