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Frutta e verdura, come combattere il Natsubate a tavola 

Si chiama Natsubate e significa esaurimento estivo che nasce dall’unione di due parole diverse, natsu (estate) e bate (essere esausti): facile intuire che si tratta di un concetto messo a punto dagli scienziati nipponici e che indica una condizione fisica di spossatezza che viene causata dalle alte temperature. 

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E visto le temperature torride di questi giorni è bene imparare a contrastare il caldo anche a tavola attraverso una serie di piccoli accorgimenti come una dieta corretta e piccoli pasti distribuiti nell’arco della giornata. possano fornire la giusta dose di energie e nutrienti durante la giornata. Sono tanti gli studi che confermano benefici della “regola dei cinque pasti” al giorno che produce effetti positivi sul corpo e sullo stato mentale, riducendo il rischio di ansia, depressione, ma anche stress emotivo. 

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Coldiretti, come gestire la spesa dell’inverno

Freddo e maltempo possono compromettere la qualità della spesa quotidiana: con il freddo e il gelo arrivano i danni per frutta e verdura. 

La quantità dei prodotti diminuisce, i prezzi invece aumentano quando arrivano sugli scaffali: ma come gestire al meglio la spesa anche quando le temperature scendono? 

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È importante continuare a comprare i prodotti giusti anche in virtù del fatto che si tratta di prodotti particolarmente adatti per combattere le basse temperature e l’arrivo del picco influenzale.

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Crea, le nuove 13 raccomandazioni sull’alimentazione

Le diete? Attenzione e soprattutto a quelle fai da te, così come anche agli integratori che non devono essere presi senza alcun tipo di prescrizione. Queste alcune delle linee guida per una sana alimentazione italiana che l’Ente di ricerca agroalimentare Crea, attraverso il suo reparto Alimenti e Nutrizione, ma che saranno rese note solo alla fine dell’anno.

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Le nuove 13 raccomandazioni, che partono e aggiornano quelle stilate nel 2003, risalgono a un elenco messo a punto sulla base di un dossier stilato da una Commissione scientifica. 

Mangiare flexitariano: non una semplice dieta ma uno stile alimentare

Secondo Charles Stähler, co-direttore della Vegetarian Resource Group, una percentuale sostanziale della popolazione appoggia verso il vegetarianesimo, ma è disposto a mangiare carne, pesce o formaggio occasionalmente e in piccole quantità. E il termine flexitariano, coniato nei primi anni’90, è proprio questo: uno stile alimentare, non una dieta, che prevede un uso massiccio di frutta e verdure e sporadicamente una bella bistecca oppure un pesce arrosto che male non fa.

Quindi mangiare flexitariano significa essere flessibili in ciò che si mangia. Secondo una ricerca su Internet, la prima volta che si parlò di flexitarianesimo fu 17 ottobre 1992 da parte di Helga Morath per descrivere un menu eclettico salutista servito in Texas. E termine migliore non poteva essere usato: si stima infatti che le persone che fanno un uso regolare e quotidiano di carne, pesce e formaggio sia decisamente inferiore rispetto a coloro i quali hanno prediletto un menù più ricco di frutta e verdura ma che 1 volta alla settimana (ma anche meno) mangiano proteine animali.

La dieta mediterranea verso la lista Unesco

La dieta mediterranea si candida a diventare “patrimonio culturale immateriale dell’umanità” dell’Unesco. Un passo che segue il riconoscimento dell’Oms e della Fao quale “modello alimentare salutare, sostenibile e di qualità“. La proposta è stata presentata dal ministro delle Politiche Agricole, Paolo De Castro, e dal ministro spagnolo dell’Agricoltura, Pesca e Alimentazione, Elena Espinosa.

Italia e Spagna si sono dunque impegnate a promuovere e a difendere la dieta mediterranea a livello internazionale, a diffondere le sue peculiarità e i suoi innegabili vantaggi nutrizionali. Il termine dieta mediterranea è stato coniato da Ancel Keys, famoso scienziato e nutrizionista statunitense, che a partire dagli anni ’50, e per 25 anni, studiò i rapporti tra alimentazione mediterranea e minore incidenza di patologie cardiovascolari.

Dieta mediterranea vuol dire consumo prevalente di frutta e verdura, olio d’oliva come principale fonte di grassi, consumo importante di legumi, pane, pasta, pesce, uova, prodotti caseari e frutta secca, consumo moderato di carne e vino. Eppure sempre più spesso sono proprio i paesi del Mediterraneo ad allontanarsi da questo modello alimentare.

Le verdure in gravidanza: importanti per la mamma e per il bambino

Sentiamo sempre più quotidianamente parlare dell’importanza di una sana e corretta alimentazione attraverso l’introduzione di giuste porzioni di frutta e verdura. In particolare le verdure sono importanti non solo per l’alto contenuto di fibre che agevolano il buon transito intestinale, ma anche per l’alto contenuto di sali minerali e lo scarso apporto calorico e proteico.

L’importanza dei sali minerali tipo il fluoro, il calcio, il potassio e il magnesio sono fondamentali in quanto rappresentano il nostro elisir di giovinezza contribuendo a rafforzare e rendere più elastica la pelle (e quindi più bella!), a fortificare i capelli e ad irrobustire il nostro sistema immunitario, a proteggere e rendere più forti i denti e le ossa. Meglio direi di tante creme di bellezza!

Ma perché spesso mangiare verdura non ci piace ed in special modo ai bambini?

Non tutti sanno che il senso del gusto come anche le predilezioni verso determinati cibi si forma già dai primissimi mesi di gravidanza, per questo è importante che la futura mamma nella sua alimentazione non trascuri di inserire verdure ovviamente senza l’aggiunta di troppi condimenti che ne altererebbero il sapore. In questo modo il bimbo comincia ad abituarsi al sapore un po’ amarognolo di molte verdure e già dai primissimi anni di vita è più facile inserire nella sua alimentazione piatti a base di verdure o succulente insalate.