Zuppa alla Valpellinentze, la minestra valdostana del Natale.

La Valle d’Aosta è una delle regioni più particolari della nostra penisola. E’ una terra di pascoli , verdi boschi e valli che rendono il territorio affascinante e magico. Le caratteristiche della tradizione gastronomica valligiana sono determinate dall’ aspetto morfologico di questa terra. La splendida e per lungo tempo inaccessibile catena alpina ha isolato per secoli la Valle, provocando lo sviluppo di un cucina basata quasi esclusivamente su prodotti locali, che sono alla base anche delle ricette tradizionali del periodo natalizio.
La gastronomia di questo territorio è molto legata alle varie vicende storiche e i prodotti della cucina valdostana sono tanti e molto vari, gustosissimi, conservati nei secoli con leggere modifiche dovute al miglioramento delle condizioni socioeconomiche; cibi caratterizzati da antichi prodotti locali fra cui campeggiano la fontina, il lardo, il sanato, le castagne e la polenta che tutt’oggi viene preparata “grassa”, ovvero arricchita con burro e formaggio. La zuppa alla Valpellinentze è il piatto povero della tradizione gastronomica valdostana, preparato in occasione del Natale. Il suo nome ha origine dal luogo di probabile provenienza della ricetta, cioè la Valpelline. Gli ingredienti di base di questa zuppa sono poverissimi, pane raffermo, cavolo verza, brodo di carne, fontina e burro. La preparazione è veloce e il risultato è davvero gustoso per un piatto perfetto a Natale, quando il freddo si fa sentire e la neve ha imbiancato i tetti delle case.

Il pane perfetto per questa zuppa, che i contadini utilizzavano per cucinarla, non era il pane bianco fresco ma il pane nero. Il pane nero veniva preparato una volta all’anno coinvolgendo tutta la famiglia; mentre le donne impastavano, gli uomini si occupavano del forno a legna del paese.
Una volta essiccato, diventava molto duro e per tagliarlo si utilizzava lo “copapàn”, una specie di coltello di ferro che si trova ancora oggi nei negozi di artigianato. Questo pane veniva poi ammorbidito mettendolo per pochi minuti a bagno nelle minestre, nel latte, o, in mancanza d’altro, nell’acqua. Oggi è difficile reperire il pane nero, quindi potete sostituirlo con il pane molto raffermo.

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