Gubbio, una città dalle mille attrattive

Fino al 10 gennaio se volete immergervi nel fascino tipicamente medievale di una città di straordinaria bellezza non dovete far altro che visitare Gubbio. La cittadina già di per sé ricca di testimonianze storiche e archeologiche, che la rendono meta privilegiata del turismo di massa, in queste settimane si presenta ancora più affascinante grazie alla presenza dell’Albero di Natale più grande del mondo che, dalle pendici raggiunge la sommità del Monte Ingino sovrastando l’intera vallata e, al Presepe a dimensione naturale, allestito per le vie del paese.

L’albero, alto oltre 650 metri, sovrasta la città ed è in grado di realizzare un effetto cromatico assolutamente particolare ed unico, grazie alla presenza di più di 800 punti luminosi. Alla sommità è installata una stella della superficie di circa 1.000 metri quadri disegnata da oltre 200 punti luminosi. Per le sue gigantesche dimensioni, nel 1991 è entrato perfino nel libro dei Guinness dei primati come Albero di Natale più grande del mondo. Viene acceso ufficialmente ogni anno la sera del 07 dicembre e rimane visibile dal tramonto in poi per tutto il periodo natalizio fino al 10 gennaio successivo.
Decine di migliaia di persone vengono tutti gli anni a Gubbio durante il periodo Natalizio proprio per ammirarlo. La realizzazione è curata da un gruppo di volontari “Alberalioli” per pura dedizione al patrono S.UBALDO e alla città di Gubbio.

Gubbio richiede senz’altro una visita senza fretta. Il centro storico è straordinariamente bello e suggestivo e conserva testimonianze eccellenti dell’epoca medievale come le Tavole Eugubine, uno dei più importanti documenti italici: sette tavole bronzee scritte in lingua umbra conservate presso il museo Civico. Gubbio, inoltre, ospita capolavori architettonici che simboleggiano e richiamano la potenza di questa città-stato medievale.
In occasione delle festività natalizie, dall’ 8 dicembre al 6 gennaio, nello storico quartiere di S. martino, viene allestito il Presepe con statue a grandezza naturale. Si tratta di una tradizione che si rinnova fedelmente dal 1999 e che anima i caratteristici ed incantevoli vicoli medioevali del quartiere nella sua parte alta, verso S. Croce (Via Capitano del Popolo, Via Ondedei, Largo Lando, Vicolo Lazzarelli, Via del Loggione). Gli elementi architettonici delle case e delle vie con i loro archi, nicchie, portoni, piazzette e fontane diventano incantevoli e incredibili scenari per un presepe ambientato in pieno 1300, con personaggi che rappresentano, molto realisticamente, scene di vita quotidiana e i vari aspetti dei mestieri e delle arti della Gubbio medievale. Il Presepe è realizzato da un comitato spontaneo costituito dai residenti delle vie interessate. Nel Comitato un ruolo molto importante hanno le donne, alle quali spetta oltre al merito dell’idea iniziale, anche l’onere di realizzare i molti vestiti degli abiti medievali che rivestono i figuranti le cui teste e mani sono realizzate in ceramica da abili artigiani del quartiere.

E a proposito di ceramiche, Gubbio offre produzioni artigianali che testimoniano la maestria secolare di una consolidata abilità anche per quel che riguarda la lavorazione del ferro battuto, il restauro del legno, la rilegatura dei libri, la lavorazione di tele a mano, una produzione che costituisce un’ulteriore attrattiva e ricchezza del territorio. I vicoli del centro storico sono pieni di negozi dove è possibile ammirare le produzioni artigianali. Una cosa insolita che si può trovare in questi negozi, esposta in bella vista, è la “patente da matto”, un’insolita tradizione legata alla Fontana dei matti, di piazza dei Consoli. Si tratta di una tra le fontane più conosciute d’Italia, risale al ‘500 ed è così chiamata perché il visitatore che compie tre giri intorno alla vasca (e di seguito viene battezzato con l’acqua al suo interno da persona del luogo) acquista la cittadinanza eugubina a tutti gli effetti. Si entra in possesso dell’ormai nota: “Patente da Matto” , un’ attestato importante e simpatico che chi viene a Gubbio non può non conseguire.

Se deciderete di visitare la cittadina, dovrete lasciarvi guidare dagli intensi profumi provenienti dai ristoranti e trattorie del posto.

Qui il mangiar bene fa parte di una lunga tradizione e la tipicità dei prodotti è strettamente legata all’ambiente e all’agricoltura, che da sempre hanno rappresentato i cardini dell’economia locale. I tratti caratteristici della cucina eugubina, sono proprio la  semplicità e la genuinità. Le liste di tutti i ristoranti del posto, spesso ambientati in caratteristici locali, che offrono il calore di un’ospitalità improntata alla familiarità propria della gente umbra, fanno sfoggio di pietanze tipicamente eugubine: arrosti alla brace, tagliatelle corpose, crescia” al formaggio, e tanto altro ancora. Su tutto diffonde il suo inconfondibile aroma il tartufo bianco e nero, diffusissimo nel territorio di Gubbio di cui si avvertono i profumi durante le passeggiate nel centro storico.

Da provare sono assolutamente gli stringozzi, detti anche strozzapreti, in quanto durante il dominio dello Stato Pontificio gli anticlericali umbri si appostavano in punti strategici e all’arrivo dei preti si toglievano le stringhe  delle scarpe e tentavano di strangolarli.  Gli stringozzi altro non sono che una pasta lunga simile allo spaghetto anche se più spessa e ruvida, schiacciata e irregolare, composta per due terzi da grano tenero e un terzo semola di grano duro. Sono ottimi preparati con salsa di tartufo nero anche se non mancano versioni rosse con sugo all’arrabbiata o sugo di castrato.

Ottimi anche i salumi come il capocollo, la coppa, le salsicce e il più tipicamente eugubino “sopresciato”. Tripudio delle sagre è anche la porchetta al forno, con aglio, pepe e finocchio selvatico. E, ancora, i fegatelli allo spiedo, i mazza fegati, tipiche salsicce di fegato con pinoli e uva passa. Generoso anche il sottobosco, con i primaverili e teneri asparagi selvatici dal sapore intenso, le cimette di vitalba per le frittate, le fragoline di montagna e le bacche di ginepro.

Di tutto rispetto anche le produzioni casearie, caratterizzate dall’eccellente qualità dei formaggi tradizionali, come il pecorino, la ricotta e la caciotta mista.

Insomma Gubbio è la città ideale se avete voglia di vivere il cibo come cultura, nel segno della tradizione ma anche dell’innovazione, grazie alle piccole varianti locali, introdotte dalla gente del posto nella preparazione delle  ricette antiche

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