Il finger food? Da oggi si mangia con i Finger-dip

Tante volte nelle ricette che ho scritto ho parlato di piatti finger food, pratici e divertenti, comodi ed alternativi per cene e feste in stile molto informale. Per non trascurare poi il piacere atavico di avere un contatto fisico con il cibo, di sentire al tatto la rugosità del pane o la liscia pelle del pomodoro, il cibo va gustato fino in fondo in tutti i suoi aspetti che coinvolgono i sensi.

Ma se da un lato il piacere puro, semplice e selvaggio, nel senso buono del termine, conquista anche gli spiriti più tradizionalisti, dall’altra parte, mangiando con le dita, si rischia di sporcarsi e di rimanere con le dita unte o tutt’al più si spreca una quantità spropositata di tovagliolini di carta. Se ci troviamo poi in un locale pubblico o per strada e siamo costretti a prendere un pasto al volo, e non abbiamo il tempo di lavarci le mani entra in gioco anche l’igiene.

Beh, a tutti questi inconvenienti hanno pensato delle giovani designer italiane, che dei pasti da consumare con le dita hanno tratto ispirazione per progettare e realizzare i finger-dip. Ma cosa sono questi attrezzi dal nome curioso? Che tipo di particolare marchingegno si nasconde dietro questo nome? In realtà non si tratta di niente di tanto artificioso, anzi i finger-dip sono un accessorio molto semplice e pratico.

Si tratta di una specie di cappucci da indossare sulle dita poco prima di apprestarsi ad afferrare il pasto con le mani. Si apre la confezione e si srotolano i finger-dip su indice, medio e pollice; il cibo è protetto dalla sporcizia che può insinuarsi sui nostri polpastrelli ed le nostre dita sono al sicuro da unto e sugo.

Ed il contatto con gli alimenti? Quest’aspetto non viene intaccato dai finger-dip, sottili e aderenti lasciano percepire al tatto tutte le sensazioni trasmesse dai cibi che si toccano. Le ideatrici di questa trovata sono Alessandra Mantovani ed Eleonora Barbareschi dello studio AMeBE, e loro che bisogna ringraziare se da ora sarà possibile stuzzicare aperitivi e picnic senza il problema delle mani sporche.

[photo courtesy of studio AMeBE]