Cordon Bleu ai funghi, il petto di pollo dal cuore tenero

In alternativa alle, ormai, consuete scaloppine, vi propongo un’altra ricetta per cucina il petto di pollo. Ricordano un po’ i fagottini di pollo, ma questo piatto è più conosciuto e più apprezzato, sicuramente dai bambini, perlomeno, sto parlando dei Cordon Bleu.

Non fraintendetemi, non parlo dei cordon bleu industriali, ma di quelli buoni e genuini, fatti in casa da mani sapienti. I cordon bleu tradizionali sono farciti con prosciutto e formaggio, mi in un ristorante una volta mi è capitato di assaggiare dei cordon bleu che in più, rispetto ai soliti ingredienti, avevano anche i funghi.

Non vi dico che bontà! Ho provato a rifarli a casa e l’esperimento non è andato affatto male. Ecco la ricetta che ho usato per fare: i Cordon bleu ai funghi.

I biscotti della salute di Pellegrino Artusi

Come molti di voi, ho imparato a cucinare osservando la nonna indaffararsi sui fornelli, sempre allegramente, ma con la massima professionalità. Mi sembrava che non esitasse mai, sapeva sempre prepararci un pasto succulento anche se avevo l’impressione che il frigo fosse vuoto!

Aveva un dono mia nonna, un dono comune tra le sue coetanee, che avevano imparato i segreti dell’economia in cucina dalle loro madri. Cosi mi ripeteva sempre:

Nulla si perde mai nella “mia” cucina, bastano pochi avanzi e qualche ingrediente semplice per mangiare bene.

Erano gli anni ’70 e in casa nostra si mangiava sempre più ‘espresso’ visto che mamma aveva la passione dei pennelli più che per gli utensili culinari, ma quando partii per il Canada mi regalo’ cerimoniosamente il Libro di Cucina della Nonna: l’Artusi.

Per i più giovani tra voi, Pellegrino Artusi era, all’alba del ‘900, una vera autorità nell’arte culinaria; essere approvati da lui era sinonimo di successo garantito per cui ogni massaia, trattoria o ristorante pregiato sarebbe stato lusingato di vedere una sua ricetta pubblicata in uno dei suoi libri. Libri che si leggono un po’ come romanzi, dalla prima pagina fino all’ultima, perchè non contengono solo ricette, ma le mettono in un contesto temporale e geografico dando cosi l’impressione di ‘viverle’, di immaginare le cucine di allora con queste enormi stufe a legna e forni di campagna, le spianatoie di pietra e le ‘ghiacciaie a ghiaccio’ (abbiamo già parlato di Pellegrino Artusi, e le sue frittelle di tondone, n.d.r.)

Vi riporto oggi una delle sue ricette che uso e riuso continuamente non solo perchè è sana ma anche perchè i miei figli adorano la semplicità di questi biscotti che contengono poco zucchero e fanno, con un bel bicchiere di latte, una prima colazione o una merendina gustosa (specie se li spalmate con un po’ di nutella come fa mio figlio).