Come sopravvivere all’aperitivo – Happy Hours Milanesi

Cerchi un locale trendy dove gustarti un aperitivo con gli amici dopo il lavoro? Happy hours magari a Milano?  In realtà….. cerco di sopravvivere agli aperitivi Milanesi.

Considerando che su Ginger&Tomato abbiamo già affrontato come servire l’aperitivo, perchè non capire come soppravvivere all’aperitivo? Soprattutto a Milano, sembra non demodere questa abitudine. Non è la prima volta che qualcuno tenta di sdoganare l’argomento: c’è chi lo vive come must sociale, evento imperdibile, invece per me è un vero e proprio dramma enogastronomico. Ma partiamo dall’inizio.

Ore 19.00 : se tutto va bene, finalmente la giornata lavorativa è volta al termine. Stanchi, distrutti, chi non cede davanti al miraggio di una serata rilassante con gli amici per distendere i nervi? Avanti con l’aperitivo allora!

Ore 19.30 : ci troviamo al solito locale, bevuta alla mano, prezzo fisso happy hour 5-7 euro. Con un trionfo di free-buffet che si palesa davanti ai primi rantoli di fame.

Ore 19.35 : attacco al buffet. Ordinatamente, con timore e reverenza, pensando alla dieta, al cosa non mi farà male, cosa deve essere buono e sano.

Ore 20.00 : perdita di dei buoni propositi, seconda bevuta, inizio della fine. Attacco al buffet in ordine sparso, confuso e su più fronti,  voglio assagiare tutto quello che luridamente mi viene sottoposto.

Ore 22.00 : rintro a casa e inizio del dramma. Sensi di colpa si affollano, cominciano i avrei dovuto evitare tutta quella maionese e quel fritto,  si avvicina  il mal di stomaco. La cena oramai è rovinata. Si possono intravedere le lunghe ore notturne della digestione e gli incubi che accompagneranno il nostro sonno: rincorsa da un finger food, cadendo in un mare di salsa rosa mi aggrappo a polpettine di pesce al sesamo.

Eccovi proposte di seguito le mie personalissime regole di sopravvivenza, collaudate in anni di interminabili e distruttivi aperitivi.

  1. La prima e unica bevuta:
    a meno che non siate certi delle doti shackeranti del barista, non avventurarsi in impegnativi long drink, sempre meglio optare per un bicchiere di vino di qualità o birra alla spina.
  2. Meglio li che in terra:
    con sguardo furbo e scalto intravedere subito dove potersi appoggiare, per evitare di dover gestire con sole due mani piattini forchette bicchieri cellulari e sigarette.
  3. Basta pasta:
    tanto è sempre scotta e fredda. Difficile da mangiare, magari vi sentite in grado di mangiare pure gli spaghetti in piedi, eh? Meglio optare per il vero finger food, o almeno per qualcosa che si può infilzare.
  4. Finger Food:
    assaggini minusculi sono l’ideale, evitando salse e salsine dal colore dubbio, troppo gialle perfino per la maionese della nonna. Ma attenzione che non siano palesemente gli avanzi o scarti di altri piatti. Sempre dare un occhiata globale al menù del buffet per caire di che morte stiamo morendo.
  5. Patatine e noccioline:
    C’è bisogno di scriverlo? NO, ASSOLUTAMENTE NO. Tanto vale rimaere a casa, sul divano a guardare la televisione e mangiare popcorn.
  6. Insalata di riso: ecco a voi l’idea geniale per unire gli avanzi di tutta una settimana in un piatto da mangiare freddo ed anche carino a vedersi. Magari anche pieno di sottoli. Bravi, avete vinto una meravigliosa acidità di stomaco fino a domattina.
  7. Altro giro altro regalo: indipendentemente dalla grandezza del piatto a disposizione e della fame che avete, il numero perfetto di giri intorno al buffet è 2. Lentamente, sguardo d’insieme e piccole porsioni.
  8. Verdurine e pinzimonio: perfette. Queste son davvero perfette. Riuscire a mangiare solo crudité e magari qualche pezzettino di focaccia per dare spessore sarebbe l’ideale. Bene, chi ci riesce mi faccia sapere come si fa.
  9. Prosciutti sudati e fette svenute: stetta storia del punto 5. Devo aggiungere qualcosa?
  10. Polli e pollastre: insidia di coscine di pollo non ben identificato, cucinato in salse piccanti e ammiccanti. Evitare di mangiare tutto quello che camminava o zampettava, potrebbe farlo ancora.