libro estate kitchen banana yoshimoto

Kitchen di Banana Yoshimoto, un libro per l’estate

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Un libro sotto l’ombrellone è quello che ci vuole per rendere una giornata al mare veramente rilassante. E Kitchen di Banana Yoshimoto è il libro ideale, che tutti gli appassionati di cucina e storie d’amore non potranno non apprezzare. Dopo la morte dell’amata nonna la giovane Mikage rimane sola al mondo; la stanza della sua casa che ama di più è la cucina, un luogo in cui Mikage si sente protetta e che le ricorda l’atmosfera della serenità familiare che oramai ha perduto. Ben presto Mikage accetterà l’invito dell’amico Yuichi di trasferirsi in casa sua, riuscendo a ritrovare il calore degli affetti perduti e un’atmosfera familiare che allevierà la sua solitudine. La cucina di Mikage è il luogo in cui la protagonista sente di trovare rifugio, lo scenario perfetto per la riflessione, le confessioni, i ricordi che la aiutano a vivere il presente.

La cucina come arte

Sono sempre stata convinta del fatto che la cucina sia una vera e propria forma d’arte. Il procedimento, e molto spesso anche i risultati, possono essere paragonati senza alcun dubbio alla produzione di quadri, fotografie, canzoni, libri e film, un’arte vera e propria, a tutto tondo. E’ chiaro che non è così per tutti e non possiamo generalizzare, soprattutto quando si parla d’arte non va riconosciuta sempre e per forza a tutti la bravura d’autore. La creatività che mettiamo quando cuciniamo non è uguale in ogni momento, per ogni pietanza e chiaramente varia anche da persona a persona, ma proviamo a seguire i procedimenti base, e non potrete far altro che darmi ragione.

Arte in cucina [2]: La Taverna SantoPalato e il Menù Futurista

Ieri ci eravamo lasciati dopo aver scoperto quali erano i concetti teorici sviluppati dalla corrente artistica Futurista sulla cucina e sulla tavola, oggi passeremo alla parte pratica e andremo a sviscerare le pietanze che compongono un Menù futurista.

Nella celebre data dell’8 marzo 1931, in un ristorante torinese chiamato La Taverna del SantoPalato, si è tenuta la prima cena futurista, con un menù completo, che spaziava dall’antipasto al dessert, che seguiva in modo preciso i precetti dettati dal Manifesto della cucina futurista.
Il SantoPalato, era il ristorante, o, come lo ribattezzo Marinetti, la taverna dei Futuristi. Decorata dall’architetto Djulgheroff e da Fillia, la taverna era il luogo degli incontri e dei convivi dei Futuristi.

Gli artisti-autori che misero la firma sul primo menù Futurista furono: il pittore Fillìa e il critico d’arte P.A. Saladin e i cuochi Piccinelli e Burdese. Dalle mani di questi personaggi presero forma dei piatti molto pittoreschi e dai nomi molto evocativi. Eccovi un menù Futurista con una breve descrizione di alcune porzioni. Rispettando il volere degli autori di queste portate, ritengo doveroso citare l’inventore della ricetta, o meglio, formula, come la chiamavano i Futuristi.

Arte in cucina [1]: La cucina Futurista

Che la cucina sia una vera e propria Arte (con la A maiuscola), noi di Ginger and Tomato lo abbiamo sempre sostenuto! Ma c’è chi prima di noi ha unito l’arte e la gastronomia, creando dei menù, sia concettualmente che graficamente, veramente fantasiosi e creativi. Molti artisti hanno uno stretto legame con i cibi e la cucina, nei quadri di Salvador Dalì, ad esempio, compaiono spesso dei fagioli, i suoi orologi molli sono ispirati al formaggio fuso e nelle sue opere si può spesso osservare una particolare forma di pane tipicamente spagnola.

Ma sicuramente i più fantasiosi ed estrosi sono stati gli artisti Futuristi, che con la loro idea di stravolgere tutto ciò che riguardava la società convenzionale, hanno voluto lasciare la propria impronta anche nel mondo gastronomico proponendo il Menù Futurista, con piatti e opere interamente ispirate a questa corrente artistica.

Nel gesto più normale e legato alle esigenze quotidiane degli individui, il nutrirsi, i Futuristi hanno individuato l’esprimersi della mentalità e delle idee delle persone. Così: la scelta dei cibi, il modo di stare a tavola o la maniera in cui si mangia diventano indicative della personalità e delle ideologie delle singole persone.