Cooking Therapy, scopriamo insieme tutti i benefici

Si sente spesso e volentieri parlare di Cooking Therapy, ma quanto c’è di vero dietro a questa affermazione? Il fatto di occuparsi della preparazione dei vari piatti, della cura del cibo e della qualità degli ingredienti che vengono acquistati al supermercato o in altri negozi sono tutte basi per poi riuscire a mangiare in modo corretto e sano, oltre che equilibrato.

Cooking Therapy, ecco i consigli della prof. Barbara Volpi

Ottimi consigli in tal senso arrivano pure dalla prof. Barbara Volpi, che lavora presso La Sapienza di Roma e che pone sempre la cura del cibo come priorità nella vita di ogni persona. Stare in cucina e occuparsi della preparazione dei piatti vuol dire affrontare anche un percorso riabilitativo particolarmente efficace che può tornare utile in un gran numero di situazioni. Ad esempio, quando c’è da combattere contro un periodo particolarmente difficile e complicato di disagio a livello psicologico, oppure quando ci sono da affrontare diverse tensioni e stress, magari per colpa del lavoro che non sta andando nella direzione corretta.

La Cooking Therapy, quindi, si potrebbe definire anche come un vero e proprio percorso di crescita personale che pone al centro delle proprie attività della cucina, in maniera tale da combattere un sentimento di malessere, un disturbo mentale o quant’altro può affliggere la mente e l’esistenza di una persona.

Il principio base su cui si basa questa sorta di trattamento non è altro che l’atto vero e proprio di mettersi ai fornelli. Non solo, visto che coinvolge anche l’immaginazione e la fantasia di preparare dei piatti che bisogna poi presentare ai commensali, oltre che condividere in compagnia di altre persone tutto ciò che riguarda l’allestimento dell’evento di convivialità, sia che si tratta di una semplice cena tra amici che di un pranzo tra parenti o, ancora, qualcosa di molto più grande e coinvolgente.

L’atto di cucinare, infatti, viene considerato come un potentissimo strumento che permette di distrarre la mente e altrettanto terapeutico. In sostanza, cucinare può diventare uno strumento di gestione dello stress, che consente al contempo anche di alleviare dei momenti particolarmente complicati e dolorosi, oppure aumentare il proprio livello di autostima e così via.

L’obiettivo principale della cooking therapy è quello di poter sfruttare tutte le potenzialità di uno strumento in tutto e per tutto naturale. L’atto di cucinare, infatti, si può considerare un vero e proprio insieme di istinti che vengono posseduti naturalmente da tutti gli esseri umani, ma che per qualsiasi ragione non vengono più utilizzati in modo corretto e sensato.

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