marmellata albicocche zenzero

Marmellata di albicocche e zenzero, ricetta

E’ tempo di marmellate, confetture e conserve. Oggi vi suggeriamo la ricetta della marmellata di albicocche e zenzero, che poi sarebbe più propriamente una confettura, per aiutarvi a smaltire la frutta di stagione oppure per conservare in un vasetto tutta la bontà della frutta fresca e gustarla in inverno, magari dentro una torta con marmellata di albicocche o semplicemente su una fetta di pane a colazione.

marmellata albicocche zenzero

Marmellata albicocche fatta casa consigli ricette foto

Marmellata di albicocche fatta in casa: consigli, ricette, foto

Marmellata albicocche fatta casa consigli ricette foto

Grande classico tra le conserve di frutta, la marmellata di albicocche fatta in casa è in genere quella che non manca mai in dispensa. Mattino, tavola apparecchiata per la colazione, pane tostato, burro e marmellata di albiocche,  credo che questa immagine abbia qualcosa di familiare per molti italiani. Quest’ultima d’altronde rappresenta una preparazione economica e facile da realizzare, e poi ci sono così tante ricette da andare incontro davvero alle esigenze di tutti.

Torta di compleanno: prepariamo un savarin alle albicocche

TEMPO: 1 ora | COSTO: medio | DIFFICOLTA’: media

VEGETARIANA: SI | PICCANTE: NO | GLUTINE: SI | BAMBINI: SI

Per le torte di compleanno non c’è che l’imbarazzo della scelta: si possono preparare torte molto scenografiche, come quelle a piani, oppure deliziose torte alla frutta, o ancora una buonissima saint honorè o, l’idea che vogliamo suggerirvi oggi, un delizioso savarin con tanta panna montata e delle albicocche sciroppate anch’esse spruzzate con un ricciolino di panna zuccherata!

E’ un’idea diversa dal solito ma semplicemente goduriosa dal punto di vista del gusto. Savarin in realtà non era un cuoco ma un magistrato con un motto ben preciso: La scoperta d’un nuovo manicaretto giova all’umanità più che la scoperta d’una nuova stella. Vissuto ai tempi della rivoluzione francese, scrisse saggi di diritto, ma il suo nome è rimasto legato alla “Fisiologia del gusto” (1825), non un libro di cucina in senso tecnico, ma una serie di gustose meditazioni sulla civiltà e i piaceri della tavola.