Forchetta rotante per spaghetti

Forchetta rotante per spaghetti

Alla continua ricerca di imperdibili utensili ed accessori per la cucina mi sono imbattuta in qualcosa di davvero stravagante e adatto ai più pigri, la forchetta rotante automatica. Vi ritrovate in tavola l’ennesimo piatto di spaghetti al pomodoro ma siete così stanchi che persino pensare di alzare il braccio per afferrare la forchetta vi appare un’impresa? Niente paura perchè ricorrendo alla forchetta rotante non dovrete fare altro che posizionare la posata in prossimità del piatto e premere il magico pulsante che sta sull’impugnatura, che ne dite?

Forchetta rotante per spaghetti

Dimmi come mangi e ti dirò chi sei: il galateo a tavola/1

Se siete stati educati fin da piccoli a comportarvi bene a tavola, e non soltanto per far bella figura in società, ma soprattutto per il piacere personale di sentirsi sempre a posto anche nell’atmosfera rilassata e poco impegnativa di un pasto familiare, passate pure ad un altro post, perché questo non è per voi. E riservato invece a quanti non hanno avuto tempo e modo di preoccuparsi finora delle proprie maniere o che desiderano dissipare qualche dubbio in proposito. Non si sorrida o ci si indigni pertanto per certi suggerimenti che a molti possono apparire ovvi: non sempre lo sono, e comunque, può essere utile per tutti un buon ripasso generale, in modo da evitare tanto i difetti lampanti quanto le stonature troppo manierate.
Ecco dunque tutto ciò che a tavola è bene fare, o meglio, non fare.

  1. Non accomodatevi a tavola prima che la padrona di casa, dopo aver consegnato a ciascuno il suo posto, abbia dato il segnale. Non sedetevi scomposti, ma ben dritti sulla sedia, senza accavallare le gambe ma tenendole raccolte sotto al vostro posto.
  2. Non appoggiate i gomiti sul piano della tavola, ma solo un tratto dell’ avambraccio, tenendo le braccia bene accostate per non disturbare i commensali che avete a lato. E continuate così per tutto il resto del pranzo anche se siete alle prese con qualcosa di duro da tagliare.
  3. Non commettete l’imperdonabile errore di infilare il tovagliolo nell’apertura del vestito, neanche adducendo qualche scusa puerilmente spiritosa, ma tenetelo ben spiegato in grembo senza appallottolarlo sulla tavola. Mangiando non tamponatevi gli angoli bocca solo con la punta del tovagliolo, è una affettazione di scarso buon gusto.

Il Cibreo: un piatto… regale!

Caterina de’ Medici ne andava pazza: si racconta che più volte la Regina fiorentina ne fece indigestione e che tentò di esportarlo in Francia come altri piatti della sua terra, quando le toccò finire in sposa per ragion di Stato al re di Francia, ma senza il successo che ottennero ad esempio l’anatra all’arancia e la zuppa di cipolle (per non dire della forchetta, di cui in Francia ignoravano l’uso): e in effetti il piatto di cui parliamo oggi, il cibreo, non è pietanza per tutti i palati: c’è chi lo adora e chi non può neppure sentirne l’odore, comunque nessuno vi rimane indifferente.

Il cibreo è dunque un piatto rinascimentale, a base di pollo, che nasce povero ma viene impreziosito dai cuochi di corte di una Regina molto amante della buona tavola: oggi pochi ristoranti lo servono, ma fra questi uno è certamente eccellente e giustamente rinomato: il “Cibreo” dello chef Fabio Picchi a Firenze, che dal nostro piatto prende addirittura il nome.

Noi però preferiamo che siano i nostri lettori a provare e sperimentare autonomamente questa leccornia che può essere servita come secondo ma anche come antipasto, ragion per cui passiamo subito a darne la verace ricetta originale!