Capodanno, i dieci cibi portafortuna da portare in tavola

Quali sono i cibi portafortuna da portare assolutamente in tavola in occasione del Capodanno? Lenticchie o uva, maiale, melograno, verdure verdi e riso sono solo alcuni dei cibi che hanno un forte significato simbolico e che vanno consumati per tradizione.  

Menù Capodanno 2014 base pesce FOTO

Lenticchie

Secondo la tradizione simboleggiano soldi e la crescita economica forma a causa della forma tonda e appiattita che ricorda delle monetine. Ecco perché sarebbe necessario mangiarne in quantità.

Uva 

In Spagna e in Messico è tradizione per Capodanno mangiare dodici acini allo scoccare della mezzanotte perché sembra che porti fortuna: gli acini da mangiare sono 12 visto che ad ogni acino corrisponde un mese dell’anno a cui si augura la buona sorte. L’uva, anche in passato, era simbolo di abbondanza. 

Fagioli neri  

Anche i fagioli neri sono simbolo di prosperità economica secondo la tradizione degli stati meridionali dell’America. Anche in questo caso i fagioli simboleggiano le monete. 

Verdure verdi

Biete, zucchine, verze, cavoli, broccoli sono tutte verdure di colore verde e simboleggiano prosperità economica visto che ricordano il colore dei dollari, denaro e ricchezza. 

Melograno  

Pianta sacra a Giunone e a Venere simboleggia la fertilità, l’abbondanza e la ricchezza tanto da essere simbolo della fertilità ancora oggi. 

Riso 

Rappresenta l’abbondanza per l’anno a venire: perfetto preparare un bel risotto come simbolo di buon augurio. 

Peperoncino  

È un portafortuna contro le invidie e il malocchio: perché non usarlo come spezia in cucina anche nel corso dell’ultimo dell’anno?

Maiale 

Il maiale non deve mai mancare sulla tavola di Capodanno perché simboleggia il progresso e rappresenta il futuro. 

Frutta secca

Noci, nocciole, arachidi, uvetta, mandorle, fichi o datteri non possono mancare sulla tavola di Capodanno perché rappresentano la buona fortuna. 

Mandarino

È un frutto portafortuna di forte valenza simbolica e porta fortuna come e già degli altri agrumi. 

 

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