Il panorama globale della mixology, fotografato dalla classifica annuale di Drinks International basata sulle vendite nei 100 migliori cocktail bar del mondo, conferma un dato di fatto: il Negroni è saldo sul trono dei cocktail classici. Composto da Campari, gin e vermouth rosso, l’aperitivo all’italiana mantiene la prima posizione, celebrato per la sua perfetta semplicità e per essere un vero e proprio simbolo di identità. A scuotere il podio c’è però una grande sorpresa in undicesima posizione: il Pornstar Martini.

Ora spopola il Pornstar Martini tra i cocktail
Questo modern classic, profumato alla vaniglia e frutto della passione, ha compiuto un balzo notevole di 20 posizioni, affermandosi come la vera rivelazione del 2025. Dietro il re Negroni, il podio è completato da altri due pilastri della miscelazione mondiale come l’Old Fashioned (Whiskey, zucchero, bitter) che torna protagonista anche grazie a reinterpretazioni come l’Oaxacan Old Fashioned (con tequila e mezcal) e il Margarita (Tequila, Cointreau, lime) che continua a dominare a livello globale, pur non essendo il più venduto in Messico.
Come però accennato in precedenza è il Pornstar Martini ad aver fatto parlare di sé quest’anno e vediamo di cosa si tratta. Creato a Londra nel 2002 da Douglas Ankrah, il Pornstar Martini (a base di vodka alla vaniglia, purea di frutto della passione, lime e un bicchierino di champagne a lato) è passato da moda passeggera a fenomeno stabile.
La sua forza risiede nella facilità di beva e nel suo attrattivo estetico. Come sottolineato dagli esperti, attira un pubblico giovane, spesso femminile e meno avvezzo alla mixology, offrendo un gusto dolce, fruttato ma elegante, perfetto per essere condiviso sui social media. Inoltre, il nome provocatorio contribuisce a renderlo indimenticabile.
Ciò che si evince da questa classifica è uno spiccato ritorno agli anni ’80 e ’90, un vero revival con tre icone pop che si riaffermano con versioni più pulite e sofisticate. Ritroviamo il Cosmopolitan (25°) che risulta essere ancora legato all’immaginario di Sex and the City, ma con ingredienti meno dolcificati. Il Vodka Martini (21°) che invece cavalca l’onda del fascino di James Bond, riacquistando popolarità grazie alla sua versatilità e al suo essere dry. Infine spazio all’Amaretto Sour (15°), dove quest’anno si riscatta dalla sua fama di happy hour drink grazie a versioni più complesse, spesso arricchite con bourbon.
Sono comunque tre le parole chiave della mixology contemporanea, ossia agave, tequila e mezcal sono infatti onnipresenti, spinti dal successo del Margarita e del Paloma (9°). Il classico bitter, qui la cultura degli amari (Campari, vermouth) è ormai sdoganata e amata in tutto il mondo, dal Negroni al Boulevardier, fino all’Americano (20°). Infine ritroviamo la parola sparkling, l’effervescenza conquista con l’Aperol Spritz (8°) e il French 75, confermandosi come una tendenza intramontabile.