C’è tanto da dire sui cibi portafortuna di Capodanno. Il mese di dicembre è un periodo scandito da rituali e festività, tra cui spicca il Capodanno, un momento di passaggio celebrato da secoli con banchetti ricchi di simbolismo. Sebbene oggi la consideriamo una ricorrenza consolidata, la scelta del 1° gennaio come inizio dell’anno risale al 153 a.C. per ragioni amministrative, venendo poi ufficializzata nel 46 a.C. con la riforma del calendario di Giulio Cesare.

Spunti sui cibi portafortuna di Capodanno nel nostro Paese
Il nome del mese rende omaggio a Giano, il dio bifronte protettore dei nuovi inizi, capace di guardare contemporaneamente al passato e al futuro. Gran parte delle tradizioni culinarie che rispettiamo ancora oggi affonda le radici proprio nell’Antica Roma. Molti alimenti venivano associati all’idea di un raccolto abbondante e alla prosperità: consumarli durante la prima notte dell’anno era considerato un gesto di buon auspicio per garantire ricchezza e fortuna nei dodici mesi a venire.
Il binomio più celebre nelle case italiane è indubbiamente quello tra cotechino e lenticchie. Le lenticchie, grazie alla loro forma tonda che ricorda le antiche monete, sono da millenni l’emblema del benessere economico. Il maiale, servito come zampone o cotechino, rappresenta invece l’abbondanza e il progresso; essendo un animale che cammina “sempre in avanti”, simboleggia la fiducia nel futuro.
Anche la frutta gioca un ruolo centrale: l’uva, di cui si consumano dodici acini allo scoccare della mezzanotte, richiama nuovamente la forma delle monete, mentre il melograno è il simbolo universale di fertilità e vitalità. Oggi è possibile rispettare queste tradizioni attraverso reinterpretazioni moderne e creative. Invece della classica portata, le lenticchie possono trasformarsi in una vellutata raffinata o in un primo piatto plant-based.
Chi desidera variare il consumo di maiale può optare per un arrosto aromatico anziché per lo zampone tradizionale. Anche la frutta può essere inserita in portate insolite: l’uva e il melograno si prestano perfettamente ad arricchire insalate invernali a base di cavolo nero, mentre i datteri e i fichi possono diventare protagonisti di focacce gourmet per l’aperitivo o di dolci naturali, sfruttando la loro dolcezza per evitare l’uso di zuccheri raffinati.
Concludere il pasto con una torta ai datteri, mandarini e cioccolato permette di onorare la tradizione in modo originale, salutando l’anno vecchio con un mix perfetto di storia e innovazione culinaria. Non per forza quindi bisogna portare in tavola questi ingredienti sempre nello stesso modo, piuttosto si può pensare di variarli con piatti più moderni, mantenendo però il significato della loro tradizione di Capodanno. Sono dei piccoli consigli per iniziare il nuovo anno a tavola con i cibi portafortuna, ma in una nuova veste.