Occhio ai falsi scontrini sui social contro i ristoranti

Occhi aperti coi falsi scontrini sui social contro i ristoranti. Sta diventando nuovamente virale in queste ore uno scontrino emesso da Restaurant Catanzaro, con il quale si parla di due pizze e due birre che i clienti avrebbero pagato la bellezza di 235 euro. In apparenza, dunque, una testimonianza ulteriore sul fatto che in Italia i prezzi siano saliti alle stelle in qualsiasi ambito per i turisti. A dirla tutta, la situazione è assai differente rispetto a quella che abbiamo analizzato anni fa, quando ci siamo ritrovati al cospetto del conto che è stato presentato ad alcuni clienti che hanno fatto visita a Cracco. Vediamo come stanno le cose, stando alle informazioni al momento disponibili.

falsi scontrini
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Persiste il grosso malinteso su Restaurant Catanzaro e scontrino da 235 euro per due pizze e due birre

Quali sono i fattori che dobbiamo prendere in considerazione oggi in merito al solito malinteso su Restaurant Catanzaro e sullo scontrino da 235 euro? In tanti stanno ricondividendo la foto che trovate ad inizio articolo, pensando che si tratti di un ristorante calabrese. In verità, la situazione è diametralmente opposta, come è stato evidenziato da alcune fonti in queste ore, considerando il fatto che l’esercizio commerciale in realtà si trovi in Marocco. Da una lettura più attenta, infatti, si comprende che lo scontrino in questione arrivi direttamente da Marrakech.

La valuta è il Dirham, dunque, a testimonianza del fatto che il dettaglio sul Paese in cui si trovi il ristorante non sia irrilevante. Basti pensare al fatto che, oggi 17 agosto, 235 Dirmah corrispondano a circa 21 euro. Un affare per due pizze ed una birra, a prescindere dal fatto che Restaurant Catanzaro non si trovi in Italia.

Insomma, tanto rumore per nulla con la mania degli scontrini. Parlare di Restaurant Catanzaro come se si trattasse di un’attività che opera in Italia, evidenzia soltanto la superficialità con cui si trattano questioni del genere.

Il fenomeno dei “falsi scontrini” è anche una sofisticata truffa digitale che inizia nel mondo reale. Abbandonare le ricevute di prelievi o pagamenti POS consente ai criminali di recuperare dati parziali (data, importo, identificativi).

Queste informazioni vengono usate per attuare il phishing sui social o telefonicamente. I truffatori si spacciano per operatori bancari e usano i dettagli dello scontrino per creare un contesto credibile, avvisando la vittima di “frodi sventate”. L’obiettivo è indurre l’utente a rivelare PIN, password o codici OTP per “mettere in sicurezza” il conto, che viene invece svuotato. Per difendersi: mai abbandonare gli scontrini e diffidare di chiunque chieda credenziali private.