Albicocca (prunus armeniaca)

albicocca

Albicocca (prunus armeniaca)

Francese: abricot; Inglese: apricot, Spagnolo: albaricoque; Tedesco: aprikose.

Caratteristiche generali

Le albicocche sono i frutti dell’albicocco, albero appartenente alla famiglia delle rosaceae. La pianta può raggiungere, quando selvatica, i 13 metri d’altezza, ha chioma ad ombrello e foglie cuoriformi. Il frutto, la caratteristica drupa di colore arancio/giallo, ha buccia vellutata e contiene un solo seme.

Varietà esistenti

Tra le cultivar più note e coltivate di albicocca, contraddistinte da sapore, colore e dimensioni differenti: la Pindos, le Diavole, la San Castrese, la Portici, l’Aurora, la Reale di Imola, le Preole, la Monaco, la Val Venosta.

Stagione e diffusione

Si ritiene che la pianta fosse originaria della Cina ed ivi coltivata da più di 3000 anni, per poi diffondersi in Armenia e Persia.

L’albicocco, in generale, preferisce i climi temperati e non ama il vento.
Oggi è coltivato e diffuso un pò ovunque, inclusi i paesi del bacino del Mediterraneo.

Proprietà

100g di albicocche contengono 49 kcal e, nell’ordine:

1 g di proteine

0,1 g di grassi

8,5 g di carboidrati.

Il frutto contiene numerose sostanze utili alla nostra salute come il carotene, il potassio o il ferro, sostanze che preserva anche quando secco.

L’albicocca contiene inoltre vitamina A,B3,B5,C ed acido folico.

Raccolta e Conservazione

La raccolta avviene, generalmente, tra giugno ed agosto nel nostro paese.

Il frutto si conserva bene all’aria aperta, ma è facilmente deperibile e va dunque consumato in fretta.

Principali impieghi in cucina

Per la sua polpa succosa e tenera l’albicocca si presta ad esser consumata fresca o a divenire ingrediente di marmellate, succhi, sciroppi, gelati, gelatini, macedonie e canditi.

In pasticceria la gelatina di albicocche è utilizzata per la notissima torta Sacher, o per pasticcini, torte e crostate (ottime con la marmellata) di faria fattura.

Ma il frutto si rivela adatto anche a piatti salati, entrando in salse e cremine per accompagnare carni rosse.

Infine, è utilizzato per farne liquori, grappe e distillati.

Note e curiosità

Secondo alcuni l’etimologia della parola “albicocca” risalirebbe all’arabo al-barqūq e quindi al latino praecox, come suggerito da Plinio il Vecchio che ne sottolineava la maturazione precoce rispetto alla pesca. In numerosi dialetti italici, infatti, si indica ancora la pesca (frutto imparentato con l’albicocca) con il nome di “percoca”.

Il nome scientifico prunus armeniaca deve invece la sua origine a Gaspar Bauhin, ed è riferito al territorio dell’Armenia.

In alcune località inglesi tradizione popolare vuole che sognare albicocche vada considerato segno di buona fortuna.

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