Coriandolo (Coriandrum sativum)

Coriandolo (Coriandrum sativum)

Inglese: coriander; Francese: coriandre; Spagnolo: cilantro; Tedesco: echter coriander.

Caratteristiche generali

Il coriandolo è una pianta erbacea della famiglia delle Apiaceae (Umbelliferae). Caratteristica dei paesi mediterranei, raggiunge l’altezza (fusto) di 60 cm. Le foglie superiori sono filamentose, come quelle del finocchio. Quelle alla base, invece, hanno un lungo picciolo e sono dentate o pennate.

L’infiorescenza del coriandolo è composta da ombrelle di una decina di peduncoli, a loro volta organizzati in gruppi di 4-12 fiori dai petali bianco/rosa.

Il frutto è composto da due acheni uniti.

Stagione e diffusione

Originario dell’area africana e del Mediterraneo, il coriandolo è anche coltivato o si ritrova in natura, prediligendo aree assolate ma riparate.

Proprietà

Il coriandolo ha proprietà digestive, aperitive, aromatizzanti, carminative, antisettiche e antispasmodiche. L’olio essenziale contiene linalolo e pinene.

La pianta è usata talvolta in ambito farmaceutico come correttivo del sapore o dell’odore di alcuni medicinali. Può essere inoltre utilizzata in ambito cosmetico per pediluvi o per eliminare cattivi odori.

Raccolta e Conservazione

Le ombrelle si raccolgono poco prima di giungere a maturazione, e vanno recise assieme al peduncolo. Appese ad essiccare in luogo ombreggiato, si battono al termine del processo per ricavarne i frutti.

Dopo l’essiccazione, i semi della pianta si ripongono in contenitori di vetro a chiusura ermetica. Meglio stiparli all’ombra ed al riparo dall’umidità.

Principali impieghi in cucina

In cucina si utilizzano, del coriandolo, le foglie ed i semi essiccati e polverizzati.

Il coriandolo macinato è tra i principali componenti del curry e di numerosi piatti orientali particolarmente speziati. Con i semi si aromatizzano conserve in salamoia o sottaceti. Gli stessi, macinati, van bene su carne, pesce ed alcuni insaccati, nonostante il sapore dolciastro, che li rende adatti a pietanze dall’aroma esotico e salse.

Sono l’ideale, inoltre, per preparare ottimi infusi digestivi e tinture.

La pianta rientra tra gli ingredienti dei liquori Ambrosia, Ratafià, Vermouth, e di vari liquori digestivi alle erbe.

Le foglie, invece, dal sapore più piccante, vanno utilizzate preferibilmente fresche, e sono molto apprezzate in oriente a mò di prezzemolo.

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Note e curiosità

Il coriandolo era conosciuto già dagli Egizi, ed è citato anche nella Bibbia.

Plinio il Vecchio sosteneva che mettere semi di coriandolo sotto il proprio cuscino contribuisse ad eliminare il mal di testa, ed i Romani in generale conoscevano ed apprezzavano le virtù di questa pianta.

I coriandoli carnevaleschi prendono anche loro il nome dalla spezia, i cui semi venivano un tempo rivestiti di zucchero ed utilizzati per i dolci al posto delle mandorle. L’usanza antica (risalente probabilmente al periodo rinascimentale) prevedeva infatti che questi piccoli dolci, detti confetti (ancora oggi i coriandoli si chiamano confetti in numerosi paesi), venissero lanciati per aria durante il carnevale e le festività.

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