Il valore nutritivo degli alimenti: classificazione delle sostanze

Il nostro fabbisogno nutritivo corrisponde alla quantità delle sostanze alimentari che utilizziamo per il mantenimento della nostra salute. Ecco quindi spiegata la sensazione di fame che il nostro organismo ci causa per sopperire a questo fabbisogno giornaliero. Parliamo quindi di queste sostanze, non solo ricette per voi.

Come si distinguono quindi le sostanze alimentari? Si dividono in tre tipi con funzioni ben precise:

  • Le sostanze energetiche formate da glucidi e lipidi. Svolgono il mantenimento delle funzioni corporali come la genesi cellulare o la digestione, ad esempio.
  • Le sostanze regolatrici ovvero acqua, vitamine e minerali. Garantiscono l’efficienza nell’impiego delle sostanze energetiche e degli elementi di sintesi da parte dell’organismo.
  • Gli elementi di sintesi che racchiudono le proteine ed i minerali (calcio, magnesio e fosforo). Assicurano il sostentamento dell’organismo ed il sostentamento delle cellule quali crescita e moltiplicazione.

Durante la digestione gli elementi nutritivi contenuti negli alimenti sono quindi importanti e restano a disposizione per l’organismo per assicurarsi che funzioni tutto correttamente. La necessità inoltre di consumarne diversi quantità e varietà di queste sostanze coincide con la variabilità della scelta dell’alimentazione, è per questo che ci prodighiamo a mangiare un po’ di tutto, soprattutto durante la dieta, poiché ciascuna sostanza ricopre una funzione specifica.

Le proteine

Le proteine costituiscono un importante apporto nella quotidianità del nostro fabbisogno giornaliero ed è per questo che dedichiamo una menzione speciale, anche perché si dividono anch’esse in due principali rami essenzialmente: complete od incomplete. Cosa sono le proteine? Un insieme di amminoacidi.

  • Le proteine complete sono tutte quelle di origini animali e che contengono quindi almeno un ingrediente derivante dal lavoro che gira intorno all’allevamento di animali.
  • Le proteine incomplete sono quindi quelle di origine vegetali. Proprio per questo motivo una dieta vegetariana comporta un grande consumo delle stesse proteine vegetali anche se principalmente il fabbisogno maggiore è quello riguardante una dieta vegana, perché i vegetariani indirettamente consumano una quantità minima di proteine animali contenute in latte ed uova e tutte le lavorazioni che da esse derivano.

Come cucinare gli spaghetti

Seconda puntata del nostro viaggio nel mondo degli spaghetti. Ieri ci siamo dedicati a un po’ di storia, oggi invece parliamo della loro preparazione. Innanzi tutto, mettiamo l’acqua sul fuoco e prepariamoci a buttare la pasta!

Calcolare una media di 100gr di pasta a persona, se poi avete in programma un pasto sostanzioso chiaramente diminuite le quantità. Portate a ebollizione 1 litro d’acqua per ogni 100gr di pasta. Quando l’acqua bolle salatela. Per immergere gli spaghetti nell’acqua esiste un rituale ben preciso: prendete gli spaghetti, fatene un mazzo unico e teneteli con entrambe le mani, torcete il mazzo leggermente e gettate nella pentola. In questo modo gli spaghetti si apriranno a ventaglio e resteranno verticali e ben separati tra loro. Con un forchettone, meglio se di legno, girateli ogni 2 minuti per evitare che si attacchino.

Per decidere quando scolare la pasta non basatevi eccessivamente sulle indicazioni riportate sulle confezioni. Quei tempi sono puramente indicativi, la pasta, tutta, quella lunga e quella corta, deve essere scolata al dente, ovvero la consistenza deve essere cedevole sotto i denti ma la pasta deve mantenre sempre una certa resistenza. Regolatevi secondo il vostro gusto e quello dei vostri commensali, assaggiare è sempre la mossa migliore.

Storia di una pasta, gli Ziti alla maniera ragusana

Qualche giorno fa ho appresso una curiosa notizia di carattere gastronomico che sono ansioso di comunicare anche a voi, nostri appassionati lettori. Andando a pranzo in una trattoria, vicino al posto in cui stavo lavorando, ero deciso a prendere un piatto di pasta. Dovevo proseguire il lavoro nel primo pomeriggio e non volevo appesantirmi, rischiando di cadere in una fase di letargo momentanea dettata dalla faticosa digestione. Pasta, semplice e con un condimento poco elaborato. Nel menù leggo Ziti alla maniera ragusana.

Incuriosito dagli Ziti alla maniera ragusana, chiedo informazioni. Il gestore del locale, un tipo alla buona, molto cortese e loquace mi rivela il condimento di questa ricetta di pasta. E continuando con la sua parlantina, affatto spiacevole ed al quanto conciliante, per chi approda da solo in una trattoria, con aria bonacciona inizia a parlarmi di quel particolare formato di pasta, gli Ziti.

Come può ben intuire – mi dice con aria complice – ziti, deriva dal dialetto siciliano e come sicuramente sa vuol dire fidanzati. Ma si è mai chiesto perché questo tipo di pasta prende questo nome? Ebbene, deve sapere che questo tipo di pasta, in passato, veniva usato per preparare la nostra famosa pasta al forno, in un’occasione del tutto particolare, e cioè per le cene di fidanzamento! Quando le coppie si facivanu ziti! Ma ora, non vorrei disturbala più a lungo, eccole il suo piatto di Ziti alla maniera ragusana, buon appetito …

Coriandolo, una spezia dalle molteplici qualità

Questa pianta aromatica è utilizzata a livello industriale per ricavare un’essenza, la quale non deve mai essere usata se non dietro prescrizione medica.

I frutti del coriandolo contengono vitamina C e un olio essenziale, il cui principale costituente è il linalolo.

Leggendo qua e la ho anche scoperto che, le proprietà del coriandolo, sono antisettiche, antispasmodiche, aperitive, digestive, carminative e stimolanti. Nei casi di digestioni difficili e di meteorismo si utilizza l’infuso preparato mettendo a riposare 1 cucchiaino di frutti essiccati in 250 mi d’acqua bollente per una decina di minuti. Trascorso questo termine si filtra e se ne consuma mezza tazza dopo i pasti principali. Lo stesso infuso confezionato nelle dosi precedentemente dettate e consumato nella misura di mezza tazza prima dei pasti principali, è utile per combattere l’aerofagia. Lo stesso infuso, ancora, risulta utile nei casi di spasmi intestinali.

Nel caso di vertigini e nausee si può ugualmente utilizzare l‘infuso di coriandolo. Anche in questo caso si pone a riposare 1 cucchiaino di frutti essiccati in 250 mi d’acqua bollente per una decina di minuti. Trascorso questo periodo si filtra e se ne consumano 1 o 2 tazze al giorno a seconda del caso.

Le tisane per i disturbi alimentari

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Le tisane si preparano in modo molto semplice, per infuso o per decozione in acqua, come abbiamo visto anche ieri per le tisane digestive. Le erbe officinali che possono essere utilizzate sono davvero moltissime e molte di esse possono anche essere coltivate sul balcone di casa, o in un piccolo giardino, per chi lo ha. In più, con un po’ di buona volontà e quando si è sicuri di non incorrere in errori si possono anche raccogliere alcune erbe che crescono abbastanza comunemente in modo spontaneo, nei giardini e nei parchi, chiedendo sempre il permesso dove e quando necessario!

In questi casi è opportuno privilegiare luoghi esposti a un inquinamento non eccessivo, e la raccolta delle erbe può anche diventare il pretesto per una bella passeggiata all’aria aperta! Dopo la raccolta le erbe devono essere essiccate in luoghi ombrosi, asciutti e areati, e conservate al buio.

Se non avete tempo o voglia, di coltivare o di raccogliere, esistono ormai moltissime erboristerie e spesso anche le farmacie più grandi hanno un reparto omeopatico e dedicato alla fitoterapia e alle tisane, potete quindi trovare le erbe di cui avete bisogno in modo anche più comodo e veloce!

Cibo e digestione, le tisane

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Le tisane sono preparazioni liquide che appartengono alla categoria degli idroliti; gli idroliti sono preparazioni farmaceutiche liquide che estraggono dalle piante delle sostanze attive idrosolubili. La tisana si prepara utilizzando l’acqua ed è in pratica una soluzione liquida che ha diluite all’interno delle sostanze medicamentose, di origine vegetale, che non sono riproducibili in modo sintetico (le piante medicinali e officinali). Le tisane si assumono per via orale e possono essere composte da una o più erbe.

Le erbe utilizzate possono essere fresche o secche e il modo in cui sono sminuzzate è importante perchè il tipo di taglio influisce sui principi attivi. Quando si utilizzano tisane composte da più erbe le parti devono essere omogenee, non possono essere mischiate parti dure della piante in questione con le parti tenere di altre piante. Visto che possono insorgere problemi di interazioni il numero massimo di erbe mescolate all’interno di una stessa tisana dovrebbe essere di 5 piante diverse.

Il Seitan: cos’è, come si cucina, come si mangia (prima parte)

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Parliamo di vegetarianesimo. Ma non solo. Io non sono mai stata vegetariana ad esempio ma in un periodo della mia vita ho provato tutta una serie di alimenti “naturali” (seitan, tofu, germogli) per sentirne il sapore e conoscere nuovi cibi, e ancora adesso mi porto dietro le esperienze, i sapori e le ricette di quel momento.

Quando c’è una riduzione o una totale eliminazione del consumo della carne bisogna porre attenzione sul reperimento di fonti proteiche alternative. Un aiuto molto valido viene proprio dal “glutine di frumento”, visto che il suo prezioso patrimonio di proteine ne fa praticamente una sorta di carne vegetale. In Italia ancora oggi non è un alimento molto conosciuto e facilemente reperibile (i miei esperimenti risalgono a dieci anni fa circa, ma ancora oggi il seitan si trova solo nei negozi specializzati in alimentazione vegetariana o naturale). In gran parte dell’Estremo Oriente questo prodotto è consumato da secoli, mentre in America venne introdotto all’incirca negli anni ’60, dai Mormoni.

Cucina vegetariana: alla scoperta delle alghe -parte II-

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Come detto nella precedente puntata, di ieri, sulle alghe, questi alimenti non possono essere considerati un’esclusiva della cucina macrobiotica o vegetariana, anche se soprattutto per i vegetariani risultano un ottimo sostitutivo della carne, visto il loro alto apporto proteico e anche vista la quantità di vitamine e minerali che le alghe contengono. Ciò non toglie, anche se non siamo vegetariani, che possiamo provare a conoscere e sperimentare delle ricette per imparare a utilizzare anche questi alimenti, lontani dalla nostra cultura solo perchè con il tempo abbiamo smesso di utilizzarli, perchè fin dall’antichità erano presenti anche in Europa.

Le ricette che seguiranno nei giorni successivi saranno proprio volte alla scoperta delle alghe. Non saranno preparazioni in cui l’alga ha un ruolo marginale, o di accompagnamento (avvolgere il sushi ad esempio, o utilizzare l’alga kombu per rendere più digeribili i legumi), ma saranno ricette in cui l’alga conferisce al piatto un vero e proprio sapore caratteristico, per imparare a conoscerle e ad apprezzare il loro gusto. Le ricette saranno di antipasti, contorni, primi piatti, per fare un vero e proprio viaggio nel mondo delle alghe, in modo da capire se e in che modo possono entrare a far parte delle nostra cucina.

Ecco adesso gli ultimi 4 tipi di alga che tratteremo.

Le alghe: un ingrediente in più non solo per i vegetariani

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Le alghe sono state consumate fin dall’antichità, dai popoli del Mediterraneo, dell’Europa e dell’America, sono conosciute in tutto il mondo, ma hanno trovato nella cucina tradizionale del Giappone la loro massima utilizzazione. Al giorno d’oggi questi preziosi vegetali sono tenuti in grande considerazione perchè hanno delle proprietà nutritive davvero straordinarie e per noi occidentali può presentarsi la scoperta di un vero e proprio settore alimentare, che non è riservato solo alla macrobiotica, alla cucina vegetariana, o appunto alla tradizione orientale, le alghe possono diventare se non un alimento base o fondamentale della nostra cucina, sicuramente un ingrediente da utilizzare per variare, per provare sapori nuovi e anche per migliorare la nostra salute, viste le molteplici proprietà anche a livello nutritivo.

Le alghe si trovano senza problemi anche in Occidente, e la loro commercializzazione è dovuta proprio alla diffusione della cucina macrobiotica. La loro importanza per la nostra alimentazione è legata principalmente alla ricchezza di sali minerali e vitamine, motivo per cui le alghe possono essere un ottime sostitute della carne o dei latticini, e quindi sono entrate anche nell’alimentazione vegetariana. Oltretutto sembra che le loro proprietà benefiche vadano addirittura oltre, e che siano in grado di portare benefici anche a chi ha diversi problemi di salute.

Frutta di stagione: scopriamone di più sulle susine

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Giugno, periodo di maturazione di diversi tipi di frutta, tra cui le susine che è possibile trovare fino a dicembre. Le varietà, neanche dirlo sono tante, ma sono i nomi a catturare l’attenzione: california blue, di forma sferica e di colore blu-viola, goccia d’oro, di colore giallo dorato, con polpa molto dolce, regina claudia, la più dolce e pregiata tra le susine, ed ancora la fiorentina dal colore rosso e dal sapore acidulo e la red beauty, succosa con buccia color rosso scuro e polpa chiara. Al momento dell’acquisto prediligete i frutti maturi al punto giusto, né troppo acerbi né troppo maturi e riponeteli in frigo, il tempo massimo di conservazione è di 4 giorni.

Se consumate le susine con la buccia, ed io ve lo consiglio perchè come è noto le proprietà nutritive si trovano in prevalenza lì, lavatele molto accuratamente con l’ausilio del bicarbonato. Andrà bene 1 cucchiaio per ogni litro di acqua. Tra le proprietà delle susine ricordiamo il loro potere dissetante ed il loro basso contenuto calorico, 42 calorie per 100 gr, che però si innalza notevolmente quando si parla di prugne secche. Sono molto ricche di fibre, sali ed una sostanza chiamata difenil-isatina che stimola la motilità intestinale, ecco da dove proviene il loro potere lassativo. Un’ultima curiosità: avete presente la patina bianca di cui a volte sono ricoperte le susine? Ecco, la presenza di quella sostanza, che si chiama pruina, è indicatrice del fatto che i frutti sono stati raccolti e maneggiati con la dovuta cautela.

Scopriamo la cucina macrobiotica con il gomasio

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Mi sono sempre chiesta che cosa significasse questo termine: macrobiotica. Cercandone il significato su un vocabolario qualsiasi, questa è la definizione che ne risulta: La Macrobiotica è uno stile di vita basato sull’equilibrio tra le forze antagoniste e complementari che, secondo le antiche teorie cinesi, governano l’universo. Bene, ma secondo me la definizione appena data non rende l’idea. Non basta a far si che ci si addentri in un mondo salutare e suggestivo quale ritengo sia il mondo della cucina macrobiotica. E allora perchè non scoprire le caratteristiche di questo tipo di cucina ?

La cucina macrobiotica si propone come fine la ricerca di un tipo di alimentazione che permetta di stabilire un armonico rapporto tra l’ambiente che ci circonda e noi stessi, cioè tra l’ambiente esterno e quello interiore. I nostri bisogni alimentari sarebbero dettati dalla situazione geografica e climatica, dal tipo di attività svolta e dalla nostra costituzione. L’alimentazione macrobiotica predilige i cibi naturali cioè integrali e biologici, perchè è la stessa natura che ce li propone tali, ricchi di tutti gli elementi che li rendono completi. Da qui la predilezione per l’utilizzo di sale marino integrale e di olio extravergine d’oliva.

Ricette pesce: Salmone panato al cren

TEMPO: 20 minuti| COSTO: medio-alto| DIFFICOLTA’: media

VEGETARIANA:NO | PICCANTE:SI | GLUTINE: SI | BAMBINI: NO


Una nuova ricetta di pesce, facile e dal gusto molto particolare, dato da un ingrediente un po’ strano. La ricetta del Salmone panato al cren. Quando parlo di un ingrediente un po’ strano mi riferisco chiaramente al cren! Il cren, è una varietà di rafano molto apprezzata in Alto Adige e Trentino, ma poco comune nelle altre regioni Italiane.

Il cren ha un sapore molto particolare, difficile da descrivere, leggermente piccante, forte e pungente. Solitamente viene utilizzato in piccole quantità per condire carni o pesce. Oggi noi ve lo proponiamo in accostamento con il salmone nella ricetta del Salmone panato al cren.

Metodi di cottura: come fare le Verdure alla greca

TEMPO: 1 ora e 10 minuti| COSTO: basso| DIFFICOLTA’: bassa

VEGETARIANA:SI | PICCANTE:NO | GLUTINE: NO | BAMBINI: NO


Un ricco contorno adattissimo ai nostri amici vegetariani, carico di verdure ed aromi che rendono questo piatto, estremamente semplice nel suo genere, assolutamente particolare. Oggi si cucinano le Verdure alla greca.

Nella cucina greca si usano molto le verdure di ogni tipo, ma la ricetta delle Verdure alla greca, deve il suo nome al singolare metodo di cottura, che si utilizza per preparare questo piatto. La cottura alla greca, è, infatti, una metodologia di preparazione delle verdure adottata ormai a livello internazionale. Questa tecnica prevede la preparazione di un fondo di cottura a base di: vino bianco, olio, pepe in grani, aromi vari ed alloro nel quale si lasciano riposare le verdure a fine cottura. Molto semplice e molto gustoso.

Gamberoni alle arachidi, un pizzico di cucina Indonesiana

TEMPO: 1 ora e 20 minuti| COSTO: medio/alto| DIFFICOLTA’: bassa

VEGETARIANA:NO | PICCANTE:SI | GLUTINE: No | BAMBINI: NO


Facciamo un salto nella cucina Indonesiana e lasciamoci avvolgere dai profumi caldi e coinvolgenti delle spezie. La cucina Indonesiana è un mix delle influenze delle popolazioni che hanno lasciato il segno del loro passaggio per questi luoghi, dai cinesi agli olandesi, dagli indiani ai portoghesi.

Caratterizzata dall’intenso uso delle spezie fresche, come lo zenzero ed il coriandolo, la cucina Indonesiana mescola una quantità innumerevole di sapori ed odori; salse piccati, a base di peperoncino, e latte di cocco sono tra gli ingredienti più usati nella cucina di questi popoli. Le pietanza spaziano dalle zuppe,quella di verdure e tagliolini di cui abbiamo parlato in passato, al riso, nasi goreng, dal pollo, come ad esempio il pollo al limone, al pesce. Oggi vi propongo i Gamberoni alle arachidi, un piatto tipico della cucina Indonesiana.